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Libri

«Mesmer. Lezioni di mentalismo»

Mesmer2di Mariano Tomatis

«Prenda la matita e scelga liberamente uno di questi simboli.» Siamo a teatro o in cabina elettorale? A parlare è un illusionista o uno scrutatore? La differenza potrebbe essere solo superficiale. Come documenta l’enciclopedia magica di Edmé-Gilles Guyot del 1769, da secoli i prestigiatori sanno come pilotare le scelte del pubblico; quando invitano a pescare un biglietto dal mucchio, la scelta è effettivamente libera, ma tra foglietti che – in segreto – riportano tutti la stessa parola. Quanto sono altrettanto ingannevoli le opzioni sulla scheda elettorale? Esiste una vera alternativa, o ai tempi del Partito della Nazione le diverse proposte convergono tutte verso lo stesso indistinto (e indigesto) pappone?

È stato L’armata dei sonnambuli ad accompagnarmi alle origini storiche di questo strano intreccio; magnetismo animale e politica, suggestioni ipnotiche e storytelling emancipatorio, usi e abusi della manipolazione del linguaggio: il dibattito su questi temi muove i primi passi nel Settecento ed esplode letteralmente all’arrivo di Franz Anton Mesmer a Parigi. Proposte in ambito medico, le sue idee non avranno solo sviluppi terapeutici: se Robert Darnton ne sottolinea i risvolti politico-rivoluzionari, il mio sguardo da illusionista vi scorge importanti ripercussioni sulla magia dei prestigiatori.

Per documentare genesi e sviluppo di queste influenze, da un anno vivo nel Settecento: divoro libri dell’epoca, consulto quotidiani pre-rivoluzionari, mi oriento tra i pettegolezzi, a caccia di polemiche, attacchi spietati e recensioni al vetriolo. Muovendomi tra i ciarlatani del Pont Neuf e gli illusionisti cui Philippe Égalité chiede lezioni al Palais Royal, avverto un continuo senso di dejà-vu: i sotterfugi e le retoriche sono gli stessi degli imbonitori odierni, abili ieri come oggi a confondere l’opinione pubblica e manipolare i piani di realtà come si farebbe con un mazzo di carte. Prosegui la lettura ›

Il ritorno de «L’archivista»

L'Archivista, di Loriano Macchiavelli

Clicca per aprire la copertina completa, con quarta e alette.

Esce oggi in libreria la nuova edizione de L’archivista (Einaudi Stile Libero, €14) romanzo di Loriano Macchiavelli pubblicato per la prima volta nel 1981. E’ un poliziesco ambientato nella Bologna di inizio anni Ottanta, con un detective davvero sui generis, del tutto impensabile nel panorama della narrativa di genere italiana di oggi. Uno sbirro cattivo, rognoso, piccolo-borghese, che

«ci ricorda quando tutto è cominciato, riportandoci sul campo di battaglia d’una sconfitta storica, all’origine dell’oggi, nella livida alba di quel decennio in cui l’Italia cambiò per l’ultima volta perché niente potesse più cambiare davvero.»

Sono le parole di Tommaso De Lorenzis, autore della bella postfazione alla riedizione del volume, che pubblichiamo integralmente di seguito. Per tutti quelli che hanno nostalgia degli anni Ottanta, se li raccontano come una fucina di grandi cose o li eleggono a mito fondativo. Buona lettura.

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Calatrava e la bontà. Il #SentieroLuminoso passa dalla stazione Mediopadana AV.

Il bruco di Calatrava

[A settembre dell’anno scorso segnalammo su Giap un reportage di Wu Ming 1 intitolato Fitzcalatrava a Reggio Emilia, pubblicato su Nuova Rivista Letteraria (n.1, maggio 2015). L’articolo nasceva da una visita (arrivando in auto) alla stazione Mediopadana AV, datata 1 aprile 2015. Due settimane prima, percorrendo il Sentiero Luminoso da Bologna a Milano, Wu Ming 2 aveva visitato (a piedi) il medesimo luogo. Oggi, mentre esce il n.3 di Letteraria, pubblichiamo un estratto da Il sentiero luminoso, dedicato alla viandanza (apotropaica) verso la Grande Opera dell’archistar di Valencia]

A Pratofontana, la storia ha depositato una chiesa e un cimitero, isolati rispetto al resto del borgo. Il cimitero è il classico recinto edilizio, erbetta senza pretese e manco un albero a dare ombra ai morti. Sulla faccia esterna del muro, una lapide con la croce ricorda il partigiano Ferrari Anselmo detto Eimo, qui caduto in combattimento il 24 aprile 1945.
Oltre il camposanto, spunta l’altana del mausoleo di Coopservice.
Come recita il sito del gruppo, si tratta di «uno dei principali player nazionali nella progettazione, erogazione e gestione di servizi integrati alle imprese e alle comunità». Prosegui la lettura ›

Un pomeriggio allo Spazio b**k

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di Wu Ming 4

Sabato 14 maggio ho presentato per la seconda volta Il Piccolo Regno. L’ho fatto rispondendo all’invito di Chiara e Diletta, le giovani libraie di Spazio b**k, a Milano.

Spazio b**k è uno di quei posti rari per cui vale la pena fare questo nostro mestiere. L’ambiente è molto piccolo: una semplice vetrina sulla strada, due stanze, libri su tutte le pareti. Libri di tutti i tipi, ma con una propensione tematica per la grafica e l’illustrazione. In effetti mi hanno spiegato che lì si tengono anche laboratori, workshop, sull’editoria e sull’immagine.
Ad ogni modo si respira aria pulita: libraie vere, che consigliano libri, che ne parlano con i clienti aficionados, e presentano l’autore a ciascuno con una stretta di mano. Scopro che la persona che dialogherà con me, Elena Orlandi – una delle organizzatrici di Bilbolbul – è bolognese, e abbiamo amici in comune. Prosegui la lettura ›

«Chi va in giro lecca e chi sta a casa la lingua je se secca». Il #SentieroLuminoso in tour

Un vigneto alle porte di Campogalliano

Il titolo di questo post è una delle due frasi citate nell’esergo de Il sentiero luminoso, tratta dal romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini. L’ho pescata grazie a un prezioso libro sul rapporto tra Pasolini e il camminare. S’intitola La camminata malandrina. Ragazzi di strada nella Roma di Pasolini e l’hanno scritto in staffetta, a quattro mani, Fulvio Pezzarossa e Michele Righini. Qui la riprendo perché è iniziato il Tour Luminoso, sorta di quarto viaggio dopo i tre che racconto nel libro: sulle mappe, nel paesaggio e sulla carta. Ora si va per circoli, piazze, librerie.

Il 4 maggio scorso, alla Cineteca di Bologna, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, si è tenuta la presentazione luminosa #2, dopo l’esordio al Trento Film Festival. Abbiamo registrato la serata, che ci è sembrata molto stimolante e completa, soprattutto grazie alle domande e alle curiosità di Marco Tamarri, vecchio socio CAI e responsabile del settore cultura per l’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese.
Vi proponiamo l’audio della conversazione, suddiviso per temi e domande, con un breve riassunto per ogni botta e risposta. Prosegui la lettura ›

«Il Piccolo Regno» è un romanzo per piccoli?

Mappa del Piccolo Regno

[Riproduciamo su Giap la bella recensione de Il Piccolo Regno apparsa sul blog Parla della Russia. Il giudizio conclusivo ci incuriosisce molto: «Questo a mio avviso non è libro per piccoli, ma per grandi che ricordano cos’è il proprio Piccolo Regno». Ci chiediamo quanto sia diffusa questa impressione tra chi ha letto il romanzo. Ecco, saremmo grati a coloro che vorranno esprimersi su questo qui su Giap.
Ne approfittiamo per segnalare le prossime due presentazioni del libro, entrambe a Milano.
Sabato 14 maggio, ore 18:00, Spazio B**k, via Porro Lambertenghi 20.
Domenica 29 maggio, ore 16:30, Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4 ang. via Muratori.]

di Tatiana Larina

Ho comprato Il Piccolo Regno di Wu Ming appena uscito, regalo del coniglio pasquale per il giovane virgulto, ma manco a dirsi l’ho letto io. Divorato. Prosegui la lettura ›

Cippi & Misteri. Il #SentieroLuminoso nel Triangolo Rosso.

CasaleSL

Negli ultimi tre anni, grazie ai post firmati da Nicoletta Bourbaki, ci siamo occupati in maniera sistematica delle falsificazioni storiche, narrative e iconografiche di cui sono stipate le cavità semantiche del nome Foibe. 

Sul finire del Novecento, però, la discarica nazionale delle peggiori panzane da “memoria condivisa” era il cosiddetto Triangolo Rosso, un’area indefinita dell’Emilia, che in origine identificava un piccolo territorio in provincia di Modena e poi s’è allargata fino ad abbracciare i campi e le città che stanno tra Bologna, Reggio Emilia e Ferrara.

A quei tempi, dedicammo molte pagine di un libro – Asce di Guerra – a rimettere in prospettiva le vicende di quelle terre. Torniamo a farlo con Il Sentiero Luminoso, che attraversa proprio il famigerato Triangolo (quello allargato e quello originale, tra Castelfranco, Manzolino e Piumazzo).

A seguire, pubblichiamo un estratto dall’intermezzo Cippi & Misteri, dove una piccola task force indaga sul numero impressionante di vittime e martiri della barbarie comunista nel piccolo comune di Campogalliano: trentanove in tutto. Possibile?

Sicuro. Sentite come. Prosegui la lettura ›