La lunga (e lenta) marcia di «Difendere la Terra di Mezzo»

Quando Difendere la Terra di Mezzo è stato pubblicato per la prima volta, alla fine del 2013, per i tipi dell’editore bolognese Odoya, ha rappresentato uno scrollone per la divulgazione tolkieniana in Italia. Fino a quel momento non erano usciti molti saggi italiani che contestualizzassero storicamente e letterariamente la narrativa di Tolkien. Il saggio di Wu Ming 4 provava a fare proprio questo, applicare la massima jamesoniana «storicizzare sempre», appoggiandosi ai più importanti studi internazionali sulla materia.

Se i primi due capitoli ripercorrevano i destini dell’opera di Tolkien dagli anni Trenta ai nostri giorni, il quinto provava a collocarla dentro un percorso e un contesto letterari. Il terzo capitolo affrontava la poetica e la teoria della letteratura tolkieniana, mentre il sesto e il settimo individuavano i temi etici ed esistenziali riscontrabili nella produzione narrativa in questione. Il quarto capitolo invece demoliva le interpretazioni tradizionaliste e simboliste dell’opera di Tolkien, ovvero le letture a singhiozzo messe in atto fin dagli anni Settanta dalla destra neofascista, che avevano creato un’aura pregiudiziale intorno all’autore. 

Proprio quest’ultimo aspetto fin dall’inizio ha messo il libro al centro di alcune polemiche, o piuttosto ha messo WM4 sulla lista nera di certi tolkieniani della destra neo e post fascista, indispettiti da quella che vivevano dichiaratamente come un’invasione di campo. Altri lettori invece si sono affrettati a giudicare quella demolizione da parte di WM4 come shadow boxing, fuori tempo massimo, dopo lo sdoganamento di Tolkien nell’immaginario pop grazie ai film di Peter Jackson. 

Insomma i critici del libro si dividevano tra “politici”, che rivendicavano l’appartenenza dell’opera di Tolkien a una precisa area culturale, e “a-politici”, che pensavano di potersi lasciare il passato alle spalle senza farci i conti pubblicamente.

Molti però furono coloro che colsero l’importanza del saggio proprio rispetto al panorama italiano. Infatti da allora non c’è stato evento su Tolkien a cui WM4 abbia partecipato senza che almeno una persona sia andata a ringraziarlo per averla liberata dallo stigma di apprezzare un autore considerato per decenni appannaggio dell’estrema destra, da leggere di nascosto. Per non poca gente Difendere la Terra di Mezzo ha rappresentato una liberazione.

Poi nel novembre 2023, il governo Meloni ha pensato bene di celebrare l’antica passione per Tolkien della propria area di provenienza politica con una grossa mostra alla Galleria Nazionale di Roma, poi spostatasi a Napoli, in attesa di andare anche a Torino. E mentre la presidente del consiglio e svariati ministri e sottosegretari di Fratelli d’Italia sfilavano in passerella all’inaugurazione della mostra, dichiarando che questa sanciva la fine dell’egemonia di sinistra sulla cultura («Quel tempo è finito» Meloni dixit), il famigerato quarto capitolo di Difendere la Terra di Mezzo tornava d’attualità stringente. Qualcuno in quei mesi ha pensato che noi Wu Ming ci stessimo facendo scoppiare il fegato, invece tutto il contrario, potevamo dirci soddisfatti, perché quello che WM4 aveva scritto sulle letture strumentali della destra trovava la sua lampante verifica nell’azione di governo e dei suoi clientes culturali, e adesso c’era perfino tutta la stampa internazionale ad accorgersene e a riportarlo sui quotidiani dei propri paesi. Come vedremo tra un attimo, le vendite del saggio di WM4 in quei mesi valgono una consacrazione.

Appena due mesi prima, infatti, Difendere la Terra di Mezzo era stato ripubblicato in una nuova edizione riveduta e aumentata (p. 300, €14). Nel 2023 scadevano i diritti decennali del libro e WM4 aveva deciso di offrirli a Bompiani, l’editore italiano di Tolkien, il quale aveva accettato. Il nuovo marchio editoriale e le polemiche sulla mostra governativa hanno segnato la seconda vita del saggio di WM4. Lo si deduce dai meri numeri, che ne raccontano dettagliatamente la storia.

Nella vecchia edizione Odoya, tra la fine del 2013 e il 2022, il libro aveva venduto appena 1.750 copie, delle quali la maggior parte nel primo anno abbondante dall’uscita. 

Poi nel 2023 la musica improvvisamente è cambiata, come si diceva. Il libro è stato ripubblicato da Bompiani ad agosto, pochi giorni prima del cinquantennale della morte di Tolkien. Nei quattro mesi restanti dell’anno Difendere la Terra di Mezzo, su una tiratura di duemila copie ne ha vendute 901 cartacee + 74 in ebook. E l’andamento deve essere continuato anche nella prima metà del 2024, perché da pochi giorni Bompiani ha dovuto andare in ristampa, portando la tiratura a tremila copie, che se volessimo aggiungerle alle duemila tirate a suo tempo da Odoya, farebbe un totale di cinquemila copie cartacee, di cui almeno 2.650 già vendute.

Considerando che si tratta di un saggio monografico estremamente settoriale e su uno specifico autore, da molti conosciuto più per i film tratti dalle sue opere che per la lettura diretta, sono numeri di tutto rispetto. Numeri che fanno ben sperare anche per il proseguimento di questa lunga e lenta marcia, cominciata più di dieci anni fa e mai interrotta. Il libro ha continuato a sedimentare e lavorare in profondità piano piano, erodendo pregiudizi e vulgate, nonché ispirando nuove pubblicazioni. C’è da augurarsi che continui a farlo per molto tempo ancora.

Cogliamo l’occasione per rendere disponibile, ascoltabile e scaricabile la “pindarica” conferenza tenuta da WM4 al teatro di Dozza (BO) il 2 settembre 2023, nell’ambito delle celebrazioni per Tolkien 50.

Si intitola Guardate l’albero: difendere «tutto quel che cresce e non è sterile» nella Terra di Mezzo ed è un’attualizzazione di certe tematiche tolkieniane alla luce delle urgenze ambientali, al di là di qualsivoglia intento celebrativo e – ovviamente – in direzione ostinata e contraria rispetto alle kermesse e mostre governative. Si parla di Mordor, Jorn de Précy, “riformisti sarumaniani” e Jacques Camatte.

Guardate l’albero: difendere «tutto quel che cresce e non è sterile» nella Terra di Mezzo
“Guardate l’albero: difendere «tutto quel che cresce e non è sterile» nella Terra di Mezzo”.

Seguendo il link qui di seguito invece si può ascoltare l’audio della presentazione di Difendere la Terra di Mezzo tenutasi al centro sociale Newroz di Pisa, il 9 maggio 2024, a cura della Libreria popolare “Paulo Freire”, che è ospitata all’interno di quello spazio: Difendere la Terra di Mezzo: Mito & Immaginario

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