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Tommaso De Lorenzis su ZIC + intervista a Wu Ming - 1 marzo 2002
A rendere ancora più intricata la trama del romanzo provvedono le "comparse", perché Wu Ming, nelle vesti di regista sornione, ribalta completamente i ruoli. L’effetto è disarmante ed è come guardare una vecchia pellicola in bianco e nero che racconta la storia di un barman russo trasferitosi durante la guerra in una città del Marocco [...] i grandi attori patiscono il riscatto delle comparse per poi finire, in un rovesciamento spiazzante, pienamente surclassati. In tal modo, il romanzo semina insidiosi granelli di sabbia in quel “grande ingranaggio”, apparentemente ben oliato, che conosciamo con il nome di “storia”, mentre il proiettore si inceppa e la sala precipita nel buio.
L'unità - Emilia Romagna, 06/03/2002: intervista a Wu Ming su 54
D. In questo momento molti intellettuali italiani stanno scoprendo o riscoprendo l’impegno, escono allo scoperto, bacchettano i politici, vengono acclamati nelle piazze: risponderete all’appello?
R. No. In primo luogo perché non ci consideriamo intellettuali, almeno non in quel senso. Disprezziamo le baronìe universitarie, la produzione di dissenso salottiero e qualsivoglia forma di discorso "ex cathedra". Per quel che ci riguarda gli intellettuali con la bacchetta, che si svegliano solo perché sconfitti e minacciati nei loro privilegi di casta, possono tornare sottocoperta. Noi sul ponte ci siamo da sempre, come persone e come scrittori, al centro della burrasca popolare. Quanto ai politici di sinistra, li bastoniamo da molto prima che perdessero le elezioni.
Antonio Caronia recensisce 54 su L'Unità - 8 marzo 2002
Se dovessi indicare i due temi del libro che meglio articolano il discorso su un dopoguerra che prepara altre guerre e altri conflitti (interni e internazionali), direi che sono il tema della paternità e quello dello specchio. La ricerca del padre da parte di Pierre è il segno dell'esigenza più generale di ricostruire il filo della propria storia, di salvare, insieme con la necessaria autonomia di una generazione rispetto a quelle precedenti, l'esigenza di trasmettere le lezioni e le esperienze di queste ultime. Quanto al tema dello specchio, esso è incarnato in un altro protagonista del libro, il più presente dopo Pierre: un lussuoso televisore McGuffin che passa da una mano all'altra, dall'America a Napoli a Roma e Bologna, senza mai funzionare. Ridotto quindi a fare da "muto testimone di squallori e violenze, senza nulla da opporre: vuoto davanti al vuoto". Al di là della sua funzione nel plot (che, trattandosi di una spy story, il recensore non può rivelare), direi che si tratta di una indicazione preziosa, specie in tempi, come i nostri, di telecrazia.

Antonio Caronia Reviews 54 on L'Unità - 8 March 2002
If I must indicate the two themes of the novel which give the best idea of a post-war which prepares further wars and conflicts (both domestic and international), I would mention the theme of fatherhood and that of the mirror. Pierre's quest for his father is a symbol of  a more general need, the need to retrace the path of one's own history, to reconcile each generation's autonomy from the previous ones and the urge to learn from their experience. As to the theme of the mirror, it is embodied in another protagonist of the book, the most present one except for Pierre: a luxury McGuffin TV set which passes from one owner to the other, from America to Naples and then from Rome to Bologna, as everybody fails to make it work. The TV set can only be "a mute witness of dreariness and violence, with nothing to oppose with but emptiness, emptiness versus emptiness". Besides its role in the plot (and this reviewer can't spoil a spy story), I think it is a precious suggestion, especially in these times of televisionary government.
Pierluigi Battista (!) recensisce 54 su La Stampa - 8 marzo 2002
54, che sarà tra pochi giorni in libreria, si segnala per aver mandato definitivamente in soffitta l'idea (o il pregiudizio, o lo stereotipo) che la giovane e meno giovane narrativa italiana sia tutta ripiegata nella contemplazione narcisisticamente compiaciuta dei propri dolori ombelicali o che, come più volte ha sarcasticamente notato Alberto Arbasino, sia attratta esclusivamente dai pensieri confusamente elaborati nei pressi del proprio lavandino. In 54 ci si cimenta con la storia italiana, con i decenni cruciali della nuova Italia post-fascista e uscita devastata da una guerra feroce. E vengono costruiti personaggi, e ricamate trame, a partire dalle atmosfere, dai nodi irrisolti, dagli irriducibili contrasti che hanno impregnato di sé il carattere italiano nel corso degli ultimi cinquant'anni
L'Espresso "recensisce" 54 - 14 marzo 2002
Einaudi lo presenta così: "un ambizioso opus magnum". Sul magnum non v'è dubbio: 666 pagine, e una pletora di personaggi da film corale di Robert Altman. Sull'opus invece ci si chiede: sì, ma di che tipo? E' letteratura alta, questo molto atteso 54 di Wu Ming ("anonimo" in mandarino; sono i cybernauti bolognesi che prima si firmavano Luther Blissett, e che col precedente Q vendettero 110 mila copie? E' un romanzo di genere? E' una forma innovativa di trivialliteratur? "L'Espresso" l'ha letto e propone: 54 (Einaudi Tascabili Stile Libero) è un furbo esempio di letteratura artificiale. Per nulla cyber, ma costruita a tavolino, come al tempo dei nonni.
Giordano Bruno Guerri recensisce 54 su "Anna" - 22 marzo 2002
Wu Ming è stato bravo a scegliere il 1954, anno apparentemente anonimo, come anno fondamentale: fu un anno di impercettibili avvii che solo in seguito avrebbero rivelato la loro importanza. In Algeria inizia una debole insurrezione armata del Fronte di Liberazione Nazionale, e in Egitto va al potere Gamal Nasser: rappresentanti di due diversi modi con i quali il mondo arabo affronterà i padroni di ieri. In Sudamerica il Guatemala viene invaso da mercenari provenienti dal Nicaragua e dall'Honduras, protetti da aerei degli Stati Uniti. In seguito si andrà più per le spicce. In Brasile il presidente Getulio Vargas si uccide dopo essere stato costretto alle dimissioni dai latifondisti e da alti ufficiali dell'esercito. E' l'ultimo presidente sudamericano populista e di destra a finire tragicamente per quelle mani, poi toccherà alle sinistre.
Carlo Formenti recensisce 54 sul Corriere della Sera - 24 marzo 2002
Prosegue l'esplorazione avviata con Q, dove già si mettevano in scena le accelerazioni storiche provocate dalle innovazioni tecnologiche che favoriscono il contagio delle idee (nel caso di Q, la stampa come media per la diffusione dell'eresia religiosa). Del resto, anche in Havana Glam è il virus della musica rock a minacciare la stabilità del regime cubano. E a proposito di Cuba: alla fine di 54 fa una brevissima apparizione Fidel Castro, che immaginiamo intento a catechizzare due compagni italiani appena sbarcati in Messico inseguendo fantasmi privati piuttosto che sogni politici. Riuscirà a convincerli? E' lecito dubitarne, visto che, assieme a un'informazione che circola sempre più rapidamente, cresce lo scetticismo che induce il lettore dei Wu Ming a specchiarsi negli eroi disincantati dei western di Leone, o degli esotici viaggi di Salvatores, più che nei militanti dell'anno di grazia 1954.
Recensione di 54 da Famiglia Cristiana - 24 marzo 2002
La macchina narrativa è oliata talmente bene che non si fa fatica a stare al gioco. Anzi, è divertente come assistere all'abile ricostruzione di un immenso puzzle, tassello dopo tassello.
I personaggi, reali o fittizi, sono ovviamente una folla: vivono le loro vite, pubbliche o private, i cui fili di mano in mano s'intrecciano in un quadro tanto perfetto da sembrare inverosimile. E' impossibile ricostruirne, anche parzialmente, le storie. Tanto per ricordare dove ci troviamo, il 1954 fu l'anno dei disordini per Trieste italiana, del delitto Montesi, della Dc di Scelba e Fanfani, della caduta di Dien Bien Phu, del maccartismo in America, e via dicendo.
Recensione di 54 sul quotidiano Alto Adige - 27 marzo 2002
Un nuovo scoppiettante malloppone, spiazzante e convincente allo stesso tempo. Nel romanzo ci mettono una folla variopinta di gangster internazionali, ex partigiani, divi del cinema (su tutti Cary Grant, in crisi esistenziale: per alcuni persino il protagonista del libro che è invece un protagonista collettivo, così come sono collettivi gli autori): tutti comunque sono alle prese con complotti internazionali, alle prese con la malìa delle merci, droga compresa.
Intervista a Wu Ming su kataweb - 28 marzo 2002
Non abbiamo scritto 54 con lo sguardo di chi rimpiange i bei tempi andati. I bei tempi non sono mai esistiti. Ogni epoca contiene già in se stessa la propria negazione e il proprio superamento. Abbiamo scelto il 1954 arbitrariamente, pensandolo come un remoto punto d'origine del presente. Avremmo potuto scegliere il '53 o il '55 e forse non sarebbe cambiato tanto. In Q scegliemmo il 1517. Resta il fatto che lo scenario degli anni '50 ci affascinava e ci offriva dei personaggi eccezionali per le nostre storie.
Il MUCCHIO Selvaggio recensisce 54 - 2 aprile 2002
Se già in Q il fondamento d'ogni narrazione canonica - l'identità del protagonista - era scardinata dai tanti ruoli che la voce narrante assumeva con lo scorrere delle pagine, qui la cosa si spinge oltre, tanto che il personaggio diventa l'azione stessa, capace di coinvolgere e incrociare le esistenze più lontane e diverse tra loro. Tra un Cary Grant agente segreto per conto dell'intelligence inglese alle prese con Tito, una famiglia bolognese divisa da scelte politiche differenti e un Lucky Luciano perseguitato da uno sbirro impiccione e costretto al confino, raccontare la trama diventa un esercizio inutile, tanto è articolata e magistralmente condotta: quello che preme sottolineare è la capacità di questi scrittori di pensare in grande, utilizzando la Storia come sfondo narrativo nel quale intersecare mito, realtà e immaginazione in un'unica soluzione, alla continua ricerca di spunti che confermino come, in fondo, quella che i testi riportano non è che una delle versioni di quanto accaduto.
Kataweb libri recensisce 54 - 3 aprile 2002
Microtrame raccontate a puntate, impossibili da sbrigliare per l'esattezza delle giunture; in questo libro ci sono contenuti sufficienti per dieci romanzi che si mischiano in un vortice dal sapore postmoderno. In tanto narrare spicca la figura di Cary Grant, icona pop assurta a simbolo di un ipotetico futuro liberato, che aleggia pensieroso fra le pagine del romanzo nel pieno dei suoi cinquant'anni, in un momento assai sterile della propria carriera.
Gazzetta del Mezzogiorno, Giancarlo De Cataldo su 54 - 19 aprile 2002
I Wu Ming sono, e restano, pronipoti dell'unico, autentico Maestro del nostrano romanzo d'avventura: Emilio Salgari. Nei rivoluzionari mancati, nelle vocazioni fallite di grandi combattenti il cui immenso coraggio viene immancabilmente schiacciato dalle mene dei burocrati e dall'inadeguatezza dei mezzi rivive lo spirito di Sandokan e di Yanez. Tradizione e postmoderno si danno dunque la mano, ovviamente con gli opportuni aggiornamenti: primi fra tutti lo sguardo critico sul nazionalismo e la consapevolezza dei limiti di ogni utopia.
Dalle pagine milanesi di Repubblica, 23 aprile 2002
Forse la loro opera più complessa e ambiziosa. Cary Grant, il Maresciallo Tito, Lucky Luciano e un giovane ballerino bolognese, sono tra i protagonisti di un romanzo intrecciato a mosaico, nel quale i fili della narrazione conducono tutti in unica direzione.
Dal Corriere della Sera, rubrica "Il mestiere di scrivere", 30 aprile 2002
Crisi da pagina bianca? "Il lavoro collettivo le tiene lontane"
54 libro del mese sul Mucchio Selvaggio, 30 aprile 2002
Non so dove andrà ancora a parare questo collettivo di "destrutturazione" letteraria, affabulatoria, a tratti pure politica. Di certo è riuscito a dare a noi lettori qualcosa di davvero godibile da leggere in un panorama che tante volte si rivela rigidamente accademico o comunque lontano dalle pulsazioni della realtà o dalle inquietudini che si respirano "in giro". Nonostante le apparenze, 54 è tremendamente attuale, trasmette passione e una visione "antagonista" che riesce a diventare una esperienza di buon profilo, soprattutto dal punto di vista artistico. Senza mancare di humour i cinque bolognesi rispolverano situazioni narrative senza tempo e incrociano i tasselli di una vicenda non solo documentata, ma anche fantasiosamente risolta e che fa venire voglia di frequentare più di una volta, Piacere e coscienza. Che volere di più?
Diario: un romanzo postmoderno di cappa e spada - s.d.
Un esercizio di funambolismo senza rete che regala numeri di grande bravura, ma inciampa anche in dialoghi da romanzo rosa e incastri narrativi prevedibili. 54 è un libro di satira (nell’eccezione latina satura indica miscela, ferragine di cose diverse), con propensione a contenere alto e basso, risolto e maldestro, guizzo geniale e crollo fragoroso.
Intervista su Sabato Sera, settimanale di Imola, 4 maggio 2002
Un romanzo New Age... e Scarpelli.
Stefano Tassinari recensisce 54 su L'Unità - Emilia Romagna, 12 maggio 2002
Una leggerezza che non diventa mai disimpegno o facile intrattenimento, bensì funzionale strumento di avvicinamento ai grandi temi anche di un pubblico non abituato a misurarsi con questioni sociali e politiche. La parte bolognese, in tal senso, è un esempio perfetto di questa sintesi, con in più il valore aggiunto della ricerca sul linguaggio popolare e sui modelli comportamentali dell'epoca, una ricerca che consente ai cinque autori di introdurre molti cambi di stile e di ritmo, assolutamente necessari in un testo così lungo.
da Il Nuovo: La scrittura è un grido a più voci - 26 maggio 2002
Dopo [...] e [...] il [...] di [...] soqquadro.
Giuseppe Genna recensisce 54 su Clarence.com - maggio 2002
In quanto romanzo epico, 54 è tutto: lirica e canto corale, indagine e suspence, mito e storia, invenzione e realtà, attacco e difesa, favola e reportage. L'irriducibilità al discorso lineare e banalmente sociopolitico da parte della creazione di Wu Ming è testimoniata dalla sensazione che le poche critiche negative intorno a 54 siano fuori bersaglio: accuse di intellettualismo freddo o di incapacità di governare una lingua letteraria appaiono perlomeno ridicole, insufficienti a fare fronte alla mobilitazione totale che Wu Ming è stato capace di imporre nello spazio di 666 pagine. La folla di personaggi, di eventi, di icone e comparse che si muove nel teatro-mondo di 54 è talmente impressionante che, davvero, gli stizziti critici avrebbero di che meditare sull'effettiva portata delle loro osservazioni stilistiche. Tant'è: qui crolla il mondo e c'è gente che si preoccupa di sintassi.
Intervista a Wu Ming 2 da Webmagazine, giugno 2002
E' cambiato tutto e non è cambiato niente. Tutto, perché Q ci ha permesso di trasformare un hobby in mestiere e se questo non fosse successo, un libro come 54 non avrebbe mai visto la luce. Niente, perché a dispetto del vasto successo di pubblico, il nostro collettivo viene ancora guardato come una stranezza, un mostro che meno lo si nomina meglio è, e i nostri prodotti sono presentati come operazioni particolari, roba per lettori forti o intellettuali, quando invece si rivolgono, e raggiungono, una repubblica di lettori ben più variegata. Sono convinto che se 54 l'avesse scritto, che so, Ammaniti, se ne parlerebbe in modo mooolto diverso.
Recensione su Pulp-libri, maggio-giugno 2002
La scrittura di Wu Ming, sempre molto attenta a una qualità "popolare", sorvegliatissima sul piano formale senza che ciò voglia dire alcuna concessione al formalismo tipico di tanta tradizione italiana - una scrittura, insomma, tutt'altro che "letteraria", è poi sempre al fondo una scrittura politica. In Q, che è una specie di manuale di sopravvivenza per i rivoluzionari in periodi controrivoluzionari, si sente ancora direttamente l'eco della sconfitta dei movimenti proletari e popolari consumatasi alla fine degli anni Settanta: ma ciò è possibile perché lo scenario degli eventi narrati (l'Europa degli inizi del XVI secolo) è abbastanza lontano da noi. In 54 il tono è un po' diverso, perché qui lo sfondo storico è quello appunto dell'anno 1954, anno in cui vanno maturando le condizioni per l'esplodere dei movimenti del 68-69 (preceduti dal prologo dei fatti di Genova del luglio 60). Senza forzature, Wu Ming riesce a trasmetterci questo senso di sospensione...
Recensione su L'indice, giugno 2002
Su tutti colpisce l’inquietudine ribelle di Robespierre Capponi (un profilo vicino a quello di Vitaliano Ravagli in Asce di guerra), un ragazzo arrivato in leggero ritardo all’appuntamento con la Storia, troppo giovane per combattere nella Resistenza, vive un amore impossibile con una donna sposata a un dirigente del Pci e mal respira il bigottismo rosso di quella Bologna adagiata sulle formule di intransigenza staliniana (si veda il Tito comunista-fascista). Nell’antieroica quotidianità che macera le grandi speranze è tuttavia ancora possibile un gesto coraggioso, uno strappo per ricominciare daccapo.
Recensione di 54 da blackmailmag.com - primavera 2002
L'arma è quella della contaminazione di stili e regole di tutti quei generi storicamente considerati 'minori' nella grande famiglia del romanzo: raccontare il presente superando con un processo di modificazione genetica i limiti di una narrativa piattamente mainstream.
Blackmailmag intervista Wu Ming - giugno 2002
Abbiamo visto che nel film di Rosi Lucky Luciano era costantemente affiancato da due tagliagole in cappotto e occhiale scuro. Nel film c'è la famosa scena dello schiaffo, poi si vede la vendetta di Luciano, coi due suddetti sgherri che fracassano il cranio al malcapitato con un colpo di chiave inglese. Ci siamo detti: raccontiamo chi cazzo sono questi due, così sono nati Vic Trimane (che è rimasto un personaggio di contorno) e Steve Cemento (che è diventato uno dei protagonisti del romanzo). La scena dello schiaffo l'abbiamo ficcata nel romanzo tale e quale, come omaggio a Rosi.
Interview with Wu Ming, MakeWorld - July 2002
Now they are  trying to push the country back to the 1950's by erasing all changes and reforms the social movements (workers, students, feminists, gay rights and free speech activists etc.) have achieved since 1968. Italy is looping the loop. After S11, the whole West seems to be doing more or less the same. However, we think that history is neither straight-forward nor cyclical, there is no way the powers-that-be are able to grasp its complexity and plan everything. Like in our novel, present-day Italy mirrors herself in 1950's Italy, and yet she isn't the same country anymore. Berlusconi and his buddies are going to be unseated, nay, 'unsaddled'. Their regime shall come tumbling down sooner than anybody expects, and the whole world is likely to take lessons from this.
Archipiélago n.58/2003 - 54: sólo una novela de aventuras
54 no es sólo una novela de aventuras más, sino una estupenda novela de aventuras con todos los ingredientes necesarios para saciar a los hambrientos de descomunales aventuras y violentos secretos, un puzzle en movimiento con gangsters, partisanos, actores famosos, agentes secretos y líderes revolucionarios como piezas fundamentales. Las historias se suceden dentro de las historias, como las muñecas rusas o las estancias en un castillo laberíntico por donde se cruzan magistralmente figuras imaginarias o reales (en este caso, Cary Grant y Tito por ejemplo), grandes personajes orillados por la Historia que conservan impasibles una entereza y una dignidad apenas cariada por la derrota de todas sus esperanzas revolucionarias, con la muerte acechando por todas partes (como tiene que ser en cualquier buena novela que hable verdaderamente de la vida).
54 de Wu Ming faz sucesso na Internet e nas livrarias - 29 Juhno 2003
O galã inglês Cary Grant era espião do M16 (serviço secreto britânico) e foi encarregado de ajudar no esforço anglo-americano de seduzir Josip Broz, o guerrilheiro e chefão comunista Tito, para a banda ocidental, convencendo-o a dar subsídios para uma superprodução de Hollywood sobre a resistência iugoslava aos invasores fascistas. Enquanto um sósia canadense fazia as vezes dele em Beverly Hills, o protagonista de Ladrão de Casaca, de Alfred Hitchcock, livrava-se, de forma rocambolesca, de uma tentativa de seqüestro pela KGB, com a ajuda de um rapaz italiano, que terminaria se envolvendo num tiroteio na fronteira com a França, ao participar de um transporte de contrabando de drogas a serviço do chefão mafioso Lucky Luciano. É mentira? Não! Isso é literatura - a ficção do futuro.
Qué Pasa (CL) - 54 de Wu Ming: la conspiración también es divertida - 28/11/2003
54 sustituye la veracidad histórica por una colección de códigos de la cultura de masas vueltos contra sí mismos. Estamos ante un best seller pero, sobre todo, frente un relato que duda de sus propios materiales. 54 se lee rápido y no se olvida fácil. Es política pura, paranoica y emocionante para el lector. 500 páginas de diversión garantizada, hecha con ideas indelebles pero a veces tristísimas: la malograda Frances Farmer acechando la conciencia de Cary Grant, la práctica revolucionaria como una derrota inminente pero ineludible, el valor de las vidas comunes -los trabajadores, los parroquianos del bar y los pícaros que se mueven con cierta elegancia al margen de la ley- como la verdadera aventura, como los verdaderos héroes.
Nederlands Het Parool - 54. Het jaar dat in Italië de tv werd geïntroduceerd - 28/11/2003
Nederlands NRC Handelsblad - Het schrijwerscollectief Wu Ming over zijn nieuwe roman - 28/11/2033
La Jornada (MX) - 54 de Wu Ming: el sucesor de Blissett - 21/12/2003
54 es una historia que sólo podría haber sido escrita por el laboratorio Wu Ming: las pequeñas historias, las cotidianas, amorosas incluso, están presentes como parte integral de la gran historia. Aquello que los libros de texto han olvidado, buena parte de la mitología que conformó al siglo xx y al que comienza, está presente en la novela. El universo del mito, del símbolo, del gesto, todo ese mundo de imágenes que nos proporciona una certeza frente al rasero igualitario de estos días se encuentra presente en la obra de Wu Ming. En resumidas cuentas, se trata de recuperar la historia y contarla para todos.
Folha de São Paulo (Ilustrada) - Italianos misturam fatos e boatos da Guerra Fria em "54" - 23 abril de 2005
Metro (UK) - Just Who Are Wu?, by Graeme Green - 05 May 2005
Despite being freely available on the Internet, their latest effort, 54, is already a bestseller throughout Europe. Set in 1954, at the height of the Cold War, it contains stories about a stolen television, Cary Grant's recruitment for an undercover mission involving General Tito and a young Italian barman's search for his war-hero father. It's an exciting book, which often expresses contradictory political arguments. 'We support issues such as freedom of speech, anti-fascism and resistance to corporate bullying,' they say. 'But there's no need to agree on everything. It's enough to agree on a few important things.'

Metro (Reino Unido) - ¿Quien eres Wu? - 5 de Mayo de 2005
A pesar de estar libremente disponible en Internet, 54 ya es un éxito de ventas a lo largo de toda Europa. Ambientada en 1954, en el ápice de la Guerra Fría, contiene historias sobre un televisor robado, el reclutamiento de Cary Grant para una misión secreta que involucra al general Tito y la búsqueda de un joven camarero italiano para encontrar a su padre héroe de guerra. Es un libro excitante, que a menudo toca temas políticos controvertidos. 'Apoyamos temas tales como la libertad de palabra, el anti-fascismo y la resistencia a la intimidación corporativa', dicen. 'Pero no hay necesidad de estar de acuerdo en todo. Es suficiente acordar unas cuantas cosas importantes'.
The Times (UK) - Gang of Five, by James Eve - 14/05/2005
Some members of Wu Ming were in their early twenties when they started writing Q. The new novel is a more accomplished piece of work. In Q the characters often seemed dwarfed by the huge historical events going on around them. 54’s scope is no less ambitious, but has a refreshing lightness of touch. The portrait of a world-weary Cary Grant, impatiently coaching the flabby impersonator that MI6 have found as a stand-in while he travels to Yugoslavia and then racked by guilt on a visit to his ailing mother in Bristol, is utterly convincing.

The Times (Reino Unido) - La pandilla de los cinco, por James Eve - 14/05/2005
Algunos miembros de Wu Ming tenían poco más de veinte años cuando empezaron a escribir Q. La nueva novela es un trabajo aún más logrado. En Q, a menudo los personajes parecían aplastados por los grandes acontecimientos históricos que les circundaban. El alcance de 54 no es menos ambicioso, pero hay una agradable ligereza. El retrato de un Cary Grant cansado del mundo, entrenando impacientemente al flojo imitador que el MI6 le ha encontrado como sustituto mientras viaja a Yugoslavia, y luego atormentado por la culpa en una visita a su madre enferma en Bristol, es plenamente convincente.

The Times (Regno Unito) - "La banda dei cinque", di James Eve - 14/05/2005
Alcuni membri di Wu Ming avevano poco più di vent'anni quando iniziarono a scrivere Q. Il nuovo romanzo è un'opera più riuscita. In Q, spesso i personaggi sembravano schiacciati dai grandi eventi storici che li circondavano. Lo scenario di 54 non è meno ambizioso, ma c'è una piacevole levità del tocco. Il ritratto di un Cary Grant stanco del mondo, che tratta con impazienza il flaccido sosia mandato dal MI6 a impersonarlo mentre è in missione in Yugoslavia, e poi dilaniato dal senso di colpa durante la visita alla madre malata a Bristol, è pienamente convincente.
Scotland on Sunday - Books Round Up, by Stuart Kelly - 15/05/2005
This is a stupendous, charming, provocative and profound novel. It makes most modern books seem paltry in comparison.

Scotland on Sunday - Reseñas, por Stuart Kelly - 15/05/2005
Es una novela estupenda, encantandora, provocativa y profunda. Hace que la mayor parte de los libros modernos parezcan miserables en comparación.
The Observer (UK), The Concept of Cary, by Chris Petit - 21/05/2005
A baggy story of post-war Italy at the height of the cold war. This diverting post-modernist entertainment - about narcotics, the cheap potency of Hollywood, the coming of television, the balance of political power, and how the effects knock on down the line - is skilled in teasing fact and fiction.

The Observer (Reino Unido), El concepto de Cary, por Chris Petit - 21/05/2005
Una extensa historia de la Italia de posguerra en el ápice de la Guerra Fría. Este divertido pasatiempo postmodernista (sobre drogas, la potencia barata de Hollywood, el arrivo de la televisión, el equilibrio de poder político y sus consecuencias en la gente común) se desarrolla hábilmente entre realidad y ficción.

The Observer (Regno Unito), Il concetto di "Cary", by Chris Petit - 21/05/2005

Una storia "di taglia abbondante", si svolge nell'Italia del Dopoguerra, all'apice della contrapposizione tra i blocchi. Un divertissement postmoderno - sulle droghe, la potenza a buon mercato di Hollywood, l'avvento della TV, i riequilibri di potere e i loro contraccolpi sulla gente comune - dove realtà storica e finzione si intrecciano in modo abile.
Red Pepper magazine (UK), Bolognese Source, by Ben Skelton - June 2005
The egalitarian approach applies also to the way Wu Ming write their books. You might be forgiven for thinking that a collaboration between five different authors would result in chaos, an insipid design by committee, or authority being unevenly distributed within the group. But the collective describe their creative process thus: ‘There is no hierarchy between us … If there were authority, we couldn’t write. The way things work, it’s like a jazz combo’s radical improvisation … we improvise chunks of plot all together; then homework is assigned. At the next meeting we read the stuff aloud. Everybody can intervene and suggest changes, or the chapter can be reassigned to another guy, and he’ll rewrite parts of it … This all starts after the historical research, during which we write down plenty of notes, which we’ll use for the brainstorming phase. The research is the phase that lasts longest: sometimes we study for 10 to 12 months before we put down a single word.’

Red Pepper magazine (Reino Unido), Fuente boloñesa - Junio 2005
Aplican un enfoque similar en el modo que escriben sus libros. Seguramente se piensa que una colaboración entre cinco autores diferentes da por resultado el caos, un diseño insípido por comisión, o que la autoridad está distribuida en modo dispar dentro del grupo. Pero el colectivo describe su proceso creativo así: ‘No existe ninguna jerarquía entre nosotros... Si existiera una autoridad, no podríamos escribir. Esto funciona, es como la improvisación de un conjunto de jazz... improvisamos trozos de la trama en conjunto; luego se asigna la tarea. A la siguiente reunión leemos el material en voz alta. Todos pueden intervenir y sugerir cambios, o el capítulo puede reasignarse a otro y él rescribirá algunas partes... Todo esto comienza después de la investigación histórica, durante la cual tomamos muchas notas, que luego usaremos para la fase de tormenta de ideas. La investigación es la fase más larga, a veces estudiamos 10 ó 12 meses antes de escribir una sola palabra’.
The Independent (UK), An ingenious comedy-thriller, packed with clever gags, by Boyd Tonkin - 24/06/2005
Don't ask me just how the Wu Ming clan have pulled off this second coup. I only know that their blend of outrageous burlesque and offbeat satire sparkles like a bottle of the best prosecco from a workers'-coop vineyard. Behind all the thrillerish buffoonery, 54 wants to show how Italian workers - like Europeans everywhere - preferred to seek their Utopia not on the streets but on the screen, or the shelves. And, as many contented readers will notice this summer, on the beach as well.

The Independent (Reino Unido), Una ingeniosa comedia-suspense, repleta de astutos gags, por Boyd Tonkin - 24/06/2005

No me pregunten cómo han hecho los Wu Ming para asestar este segundo golpe. Sólo sé que su mezcla de parodia extravagante y sátira poco convencional es burbujeante como una botella del mejor prosecco de una cooperativa obrera vitivinícola. Detrás de la bufonada en tono suspense, 54 se propone mostrar como los obreros italianos - y los de toda Europa - prefirieron buscar sus utopías no en las calles, sino en las pantallas y escaparates. Tal como muchos de los felices lectores lo podrán notar este verano, incluso en la playa.

The Independent (Regno Unito), Un'ingegnosa commedia-thriller, piena di astute gag, di Boyd Tonkin - 24/06/2005
Non chiedetemi come ha fatto il clan Wu Ming ad assestare questo secondo colpo. So soltanto che la loro miscela di inusuale satira e farsa estrema è frizzante come la bottiglia del miglior prosecco di una cooperativa vinicola. Dietro tutta la burla in salsa thriller, 54 intende mostrare come gli operai italiani - come quelli di tutta Europa - preferissero cercare le loro utopie non nelle piazze ma sullo schermo, o sugli scaffali. E, come molti lettori felici capiranno quest'estate, anche sulla spiaggia.
The Independent again, Everyone Wants to be Cary Grant, Even President Tito..., by David Isaacson - 11/07/2005
By the collective nature of its fluent voice, Wu Ming subverts traditional literary norms. In contrast with those Structuralist and Marxist academics who have produced reams of speculative theories on the death of the solitary auteur, Wu Ming has acted.

The Independent (Reino Unido), Todos quieren ser Cary Grant, hasta el presidente Tito..., por David Isaacson - 11/07/2005

A través de la colectividad de su fluida voz, Wu Ming subvierte las tradicionales normas literarias. A diferencia de esos académicos estructuralistas y marxistas que han producido resmas de teorías especulativas sobre la muerte del autor individual, Wu Ming lo hace.
The Daily Yomiuri (Japan), Anarchic novelists' formula yields '54', by Jane O'Dwyer - 14/08/2005
Despite all the hype and radicalism, 54 really is an entertaining and funny mystery crime romp, albeit one with a few political allegories floating around in the background. Each story is resolved, separately, in the canto, and the reader finishes the book with a gentle sense of satisfaction that is the reward for persevering.

The Daily Yomiuri (Japón), reseña de 54 de Wu Ming, por Jane O' Dwyer - 14/08/2005

A pesar de todo el barullo y el radicalismo, 54 es una entretenida, cómica y traviesa suspense, aún cuando contenga unas cuantas alegorías políticas en su trasfondo. Cada historia se resuelve independientemente en el canto, y el lector termina el libro con una amable sensación de satisfacción como premio a su perseverancia.
The Age (Australia), Review of 54, by David Sornig - 02/10/2005
The danger this kind of multiple narrative risks is of falling into the trap of unlikely historical soap opera. It is saved by being told, in the best Sterne tradition, as a shaggy dog tale with its tongue firmly in its cheek.
The Washington Post and The AV Club on 54 - July 2006
Cary Grant really is just around the next corner, preparing his hair, looking suave as can be -- and trying his darnedest to save the world from disaster. If only he had been able to save this novel from the same fate.
The Urbanite Magazine, Baltimore, on 54 - July 2006
If 54 were an animal, not a book, it would be a giraffe, because it is often said that a giraffe looks as if it were designed by committee.
The Philadelphia Inquirer on 54 - October 29, 2006
The collective effort works remarkably well. 54 is a great, sprawling epic. Serious and satirical, it can be read as a spy novel, gangster thriller and political manifesto, with enough scenes of unsavory characters, drug smuggling, shoot-outs, and doomed love affairs to resemble a Romanzo della Polpa (pulp fiction). But this would be a shallow reading - 54 is much more complicated, and simple. At its heart it is a story of the hopes and expectations we have for ourselves and each other, and how the forces of history, life and love can dash and rebuild these.

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