Perché Facebook vale un abbandono

Cancellarsi da Facebook

«ASSENTE!»

[Tra i nostri “limiti potenzianti”, tra le constraintes che il collettivo Wu Ming si è imposto per circumnavigarle in modo creativo (es. il non andare in TV), c’è anche il non avere profili né pagine su Facebook. Non abbiamo dunque esperienza diretta di quel che racconta la nostra amica Claudia Boscolo, saggista e studiosa di letteratura. Nondimeno, o forse a maggior ragione, troviamo interessante e meritevole di dibattito la lettera aperta con cui motiva la propria diserzione dal dispositivo zuckerberghiano. Per questo ve la proponiamo. Il titolo qui sopra è nostro, come pure la scelta dell’immagine e la didascalia. Buona lettura. WM]

di Claudia Boscolo

Sono stata su Facebook per sette lunghi anni, durante i quali ho interagito, ho condiviso, ho riso e ho pianto con tante persone, ho stretto amicizie importanti, ho ritrovato amici del passato che mi mancavano e che mi dispiaceva avere perso, ma sono anche stata contattata da persone da cui per fortuna ero riuscita a svincolarmi. Insomma, al solito, tutto il buono e il cattivo di questa piattaforma, a cui in fondo devo tanto. Sette anni però sono lunghi, e l’energia che ho speso lì dentro è molta, per cui ritengo di dover accomiatarmi con una serie di riflessioni circostanziate.

La mia decisione non è stata estemporanea, e non è dovuta a uno stato emotivo, come ho visto interpretare da alcuni – in modo non sorprendente per me, devo dire: ho scritto qualcosa e studiato libri su Facebook, e so per esperienza che tutto quello che riguarda questo social network viene sempre interpretato come manifestazione di ondate emotive. È raro trovare chi accetti che ci sia anche dietro un ragionamento a freddo.

Il mio ragionamento a freddo riguarda due ordini di questioni, che vado a spiegare, perché secondo me è epoca di una riflessione approfondita sul mutamento antropologico che questo mezzo di comunicazione ha causato, ed è piuttosto miope non prendere atto che questo mutamento non è più in corso, ma è avvenuto, ed è tempo di storicizzarlo, come tutti i mutamenti significativi meritano.

Innanzitutto, c’è la qualità dei rapporti umani che si è come nebulizzata. Da tempo, mesi se non un paio di anni, ho notato che frequentare fuori dalla rete persone che si conoscono indipendentemente dalla rete, ma che per motivi di tempo ci si adatta a vedere quasi esclusivamente su Facebook, comporta un riadattamento, una riscoperta. È come se ogni volta avvenisse una agnizione, un “ma io ti conosco davvero!”, che all’inizio poteva essere simpatico o straniante in un modo non molesto, ma che ora trovo faticoso e il più delle volte irritante. Dover riscoprire ogni volta la corporeità, la fisicità dell’amico che si pixelizzato è per me fonte di una certa inquietudine. Sapere che l’amico conosce stati d’animo intimissimi che rendiamo pubblici, parti di noi che esponiamo pensando di essere in ogni caso inaccessibili, e quindi non c’è più darsi nulla, non c’è più neppure il gusto di raccontarsi le novità, rende i rapporti inerti e stanchi. E comunque, no, non siamo più accessibili su Facebook di quanto lo fossimo prima, il tempo è sempre poco, e le amicizie sempre sacrificate, e non è vero che tenersi al corrente delle cose triviali del quotidiano dà la sensazione di non essersi mai persi. Al contrario, amplifica la perdita.

Ma ancora più inquietante sono gli estranei che immaginano: quante volte vi è capitato di incontrare dal vivo, in certe situazioni, persone che avevate visto solo sulla vostra Home, e all’improvviso queste persone se ne escono con un’idea di voi che non riconoscete, e vi chiedete: perché questa persona dice questo di me? Ecco, per me il fatto di venire identificata con quello che lascio trasparire e che nell’economia della mia vita è assolutamente marginale, è diventato fonte di stress e di episodi spiacevoli. Quando lo stesso evento si ripete più di una volta non è più un evento, è una tendenza, e se si ripete diverse volte diventa una norma. Ne deduco che la norma di Facebook è restituire al mondo un’idea dell’individuo falsata e a volte dannosa: dannosa in termini di immagine pubblica, in termini di rapporti professionali, in termini di rapporti umani. Non menziono neppure le aziende che spiano il profilo social dei propri dipendenti, perché la cosa non riguarda me, non sono dipendente di azienda, non vivo in un contesto corporate, ma so per averne ricevuto conferma da chi invece è inserito in quel quadro sociale, che il comportamento su social è una delle prime fonti di valutazione, a dispetto della resa concreta.

Il secondo ordine di problemi riguarda una dimensione più intellettuale, ed è forse quello che mi sta più a cuore. Dai trending topic di Twitter ai thread infiniti di Facebook, la vita intellettuale e politica del nostro Paese si è trasferita in rete. Abbiamo un premier che diserta la festa nazionale del suo partito ma comunica, male e in maniera inappropriata, attraverso il suo smartphone, pensando di raggiungere milioni di utenti, in realtà raggiungendo solo chi è in grado di parcellizzare i suoi messaggi ed estrarne ciò che importa, ovvero la sua assoluta irrilevanza su un piano internazionale. E questo è l’esempio più clamoroso. Ma lo stesso avviene nella riflessione umanistica e purtroppo nelle scienze. Il valore della rivista scientifica è annullato a favore della divulgazione, dello status, dei 140 caratteri. Su Facebook c’è un gruppo (chiuso) che si chiama L’ordine del discorso, dove avvengono forse le più intense discussioni filosofiche del momento. Ebbene quel gruppo è e deve rimanere chiuso, perché quella è l’unica via per evitare l’incursione di semianalfabeti o del “popolo della rete” la cui abilità dialogica è nulla. Che differenza fa quindi che quel gruppo sia in rete e non su una piattaforma idonea che permetta anche di ritrovare i thread? Secondo me il fatto che sia su Facebook lo svaluta e non lo rende affatto più inclusivo visto che l’ingresso prevede comunque una selezione, e con questa lettera intendo anche rivolgermi a chi lo gestisce perché prenda atto di questa considerazione. Ci sono spazi e tempi per il dialogo intellettuale e ci sono spazi e tempi per la conversazione disimpegnata. A parere mio, Facebook rimane legato al disimpegno e catalizza il disimpegno anche di chi normalmente è impegnato in elaborazioni critiche importanti. In altre parole, fa emergere il lato leggero dell’intellettuale.

Direte, che c’è di male? Niente, non sto elargendo giudizi morali peraltro non richiesti. Quello che vorrei cercare di far passare con questa argomentazione è il fatto che il ruolo degli intellettuali in questo Paese è ridotto al nulla. Non ci sono spazi sui quotidiani, sui settimanali, sulle riviste, non c’è spazio nei luoghi degli incontri. Gli unici spazi sono quelli tradizionali, ovvero l’università nella forma del convegno, le riviste specializzate, gli atti, le collettanee. Delle monografie non parliamo neppure, nessuno sa che escono, a meno che qualche anima buona non le divulghi su Facebook, racimolando qualche like da parte di chi sa già che sono uscite. Facebook non ha modificato nulla dell’assetto tradizionale del lavoro culturale. Per la divulgazione intellettuale esiste in rete un altro spazio molto più efficace che è academia.edu, che frequento con molto piacere e dove incontro le persone con cui ho veramente voglia di confrontarmi e a cui non chiedo mai l’amicizia su Facebook perché non desidero trovarmi davanti a un loro aspetto leggero che confonderebbe la mia percezione della loro solidità argomentativa, che invece mi restituisce quell’ambiente. Rimane il fatto che in Italia oggi lo spazio del confronto intellettuale è ormai inesistente. Non c’è in TV, non c’è in radio, non c’è sui giornali, non c’è ai festival dove si va per sentire chiacchiere e non approfondimenti. La figura pubblica dell’intellettuale non esiste più. Per scovarne bisogna frequentare giri, coltivare amicizie, non è possibile accendere la TV e vedere un filosofo che spiega qualcosa di rilevante, accendere la radio e sentire uno scrittore che parla di qualcosa di significativo, in maniera seria, senza usare lessico accattivante. Tutto questo non esiste più. E parlo anche di programmi che ascoltavo e che non ascolto più perché il livello mi sembra infimo rispetto a dieci anni fa. Se è ancora possibile ascoltare ottima musica, vedere bei film, godere di ottime mostre, il discorso intellettuale è sparito dai media, e per media intendo anche i social media, dove per un periodo sembrava ricomparso. In Italia le riviste online che danno spazio a un dibattito critico vivace e alto si contano sulle dita di una mano di cui è stato amputato qualche dito. Non le nomino qui, ma almeno di una sono molto orgogliosa, perché resiste nonostante tutto.

In questo quadro desolante, Facebook non fa che peggiorare le cose, riducendo l’intellettuale a una macchietta. In questi anni ho constatato che – eccetto qualche raro e illustre caso – le persone con cui intrattengo un dialogo e di cui leggo materiali che ritengo importanti, non hanno un profilo social, o se lo hanno è solo nominale perché non lo frequentano. Questo a me dice tutto quello che c’è da dire sul rapporto tra socialità di rete e produzione intellettuale. È un rapporto che secondo una mia personale stima equivale a zero.

Mi direte che Facebook vi permette di intrattenere relazioni lavorative, di informarvi su progetti ai quali anche voi potreste partecipare, ecc. Vi rispondo che se partecipate a quei progetti è perché fate già parte di un ambiente e perché venite esplicitamente invitati a collaborare. Non si è mai visto un progetto che parta davvero da interazioni in rete. Persino l’ebook sull’educazione anti autoritaria che ho curato non è veramente stato frutto di un “call for papers” lanciato su Facebook: è stato frutto di una selezione fra le varie proposte, selezione che sarebbe potuta avvenire secondo i canali più tradizionali (mailing list, sito, invito esplicito).
In sostanza, le relazioni si mantengono perché c’è un’effettiva frequentazione dello stesso ambiente, e non perché ci si vede e ci si scambia battute su Facebook. Sarebbe il caso di prendere atto di questa realtà e di lasciare da parte le illusioni che cazzeggiare sui social porti davvero qualcosa di concreto nelle propria vita.

Queste sono le riflessioni che per alcuni mesi hanno interessato il mio rapporto con i social. Riflessioni a ben vedere piuttosto trite, un già detto tutto sommato. Per me si trattava di continuare a confondere il privato e il mio lato leggero, che chi mi conosce può apprezzare dal vivo (ne vado piuttosto fiera) con la vita professionale e la seriosità di quello che faccio invece nel mio studio, ogni giorno; oppure di scindere una volta per tutte, di rinunciare al caos in un’ottica più ordinata e strutturata, che è quello che mi caratterizza intellettualmente. Ho scelto l’ordine. Come si può notare l’ondata emotiva ha poco a che vedere con ragionamenti di questo tipo, e spero che una volta per tutte si rinunci ad imputare all’emotività la chiusura di un profilo Facebook.

Un caro saluto a tutti quelli che hanno letto e anche a chi si è stufato dopo la terza riga.

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102 commenti su “Perché Facebook vale un abbandono

  1. Curiosamente, poco più di un anno fa, pur senza (non ancora) abbandonare definitivamente Facebook, ho fatto lo stesso ragionamento a coronamento dell’esperienza (o meglio, esperimento) di curare una pagina facebook del mio blog parallelamente al blog stesso. Come Claudia, anch’io notavo le ripercusioni che l’affermazione dei social network in generale... → [Continua a leggere]
  2. Ciao Claudia e a tutti i Giapster. Ovviamente trovo questo intervento molto interessante, tanto che mi ha fatto passare dalla condizione di lettore muto di GIAP (e della sua enorme sezione commenti), a quella di lettore partecipante. E questo è successo, ovviamente, perché sono in disaccordo con quanto scritto da... → [Continua a leggere]
  3. Apprezzo sia il coraggio di Claudia che il pragmatismo di Longino. Sono ipocrita? Forse. O forse entrambi rappresentano la contraddizione in cui ci muoviamo in tanti. Concordo con quanto scrive Claudia: la mancanza di sorpresa delle relazioni, la finta sensazione di conoscenza, l’odiosa impossibilitá di fare richerche di archivio che... → [Continua a leggere]
    • Scrollare è aihmé la nuova funzionalità del pollice opponibile. Spesso mi ritrovo a cercare di scrollare i libri stampati, e in ogni caso non credo sia una gestualità legata solo all’eccesso di utilizzo dei social network su dispositivo mobile, ma alla nuova modalità di lettura tramite e-reader e tablet. Anche... → [Continua a leggere]
      • Certo, non è legata solo ai social network, Ma sicuramente la somma social network + mobile ha portato il gesto alla sua espansione. L’ereader ha per esempio un gesto orizzontale, basato su una soluzione di continuitá: finisco una pagina e poi sfoglio lo schermo. E in qualche modo posso inserire... → [Continua a leggere]
  4. Condivido le tue ragioni Claudia: FB è un dispositivo omologante, autoritario e persuasivo, crea dipendenza, dissolve i confini spazio-temporali, calpesta l’intimità. L’invasione su FB della pubblicità lo assimila alla tv: intontisce, ruba spazio alla riflessione e induce a comprare. Apprezzo il tuo gesto e il tuo volerlo comunicare a tutti... → [Continua a leggere]
    • Anch’io lo penso, ma attraverso i social al momento mi risulta difficile crederlo, per una mera questione di linguaggi condivisi e di competenze comunicative nel senso indicato da Chomsky e non dal MIUR :) L’ODD è un caso emblematico di gruppo che vorrebbe essere inclusivo e invece proprio per la... → [Continua a leggere]
      • Non sono su FB né sono mai stato attratto dall’aprirci un account. Principalmente perché non mi fido. La questione della privacy è una cosa molto seria e lo sarà sempre di più. Non ho interesse a rivedere chi ho smesso di frequentare. Se non ci si vede un motivo... → [Continua a leggere]
  5. Io trovo che se non è emotiva la scelta di abbandonare facebook, lo sia invece questo scritto, per quanto riguarda la parte della riflessione sul discorso “intellettuale”. Intanto non si capisce perché mai il cazzeggio sui social avrebbe dovuto dare frutti, al di là dei frutti per i quali il... → [Continua a leggere]
  6. Forte perplessità.Claudia mette insieme due argomentazioni: Facebook peggiora le sue relazioni umane e Facebook mortifica il suo ruolo di intellettuale. Sono due temi diversi, perché il primo riguarda l’uso “normale” della piattaforma, il secondo, che mi sembra il vero punto focale di ciò che vuole dirci, riguarda un suo uso... → [Continua a leggere]
    • “A me sembra che permettere ai “semianalfabeti” di fare “incursioni” ignoranti nel mondo degli sputasentenze professionali sia se non la base della democrazia almeno un suo inevitabile corollario.” Estraggo solo questo elemento del tuo articolato discorso con cui mi trovo completamente d’accordo (per quanto possa interessare). Credo che in questa... → [Continua a leggere]
    • Quando decidemmo di introdurre su Giap i commenti nidificati, chiedemmo alla comunità giapster cosa ne pensava. Può essere interessante rileggere oggi quella discussione.

      • P.S. La discussione durò tre mesi, proseguendo molto oltre la messa in pratica della decisione.

    • «Su Twitter in casi simili non si capisce una sega»Però la situazione è molto migliorata da quando Twitter ha introdotto la “riga” laterale che tiene congiunti i tweet di una discussione, e ancor più di recente, con la divisione dei thread in più sottothread, che a ben vedere è una... → [Continua a leggere]
    • Sono molto d’accordo con tutto quello che dice Mauro, in teoria. Perché poi in pratica da Facebook me ne sono andata per insofferenza e perché stavo iniziando a odiare tutti. Il problema è che la maggior parte dei miei contatti fb sono persone che conosco in carne e ossa, e... → [Continua a leggere]
  7. Solo una domanda: formulare un annuncio ufficiale in cui si comunica la propria uscita da FB, non è in qualche modo un gesto egotico e autocentrato? Non si rischia di riproporre, paradossalmente, un certo atteggiamento narcisistico ed enfatico in puro stile facebook? Non ha forse ragione Longino quando nel suo... → [Continua a leggere]
    • Questo punto dobbiamo chiarirlo noi: questa è una lettera aperta che Claudia ha spedito via email, rigorosamente fuori da FB, a un indirizzario di suoi amici, conoscenti e “amici” facebookiani, dopo che la sua decisione di abbandonare FB aveva suscitato le prime reazioni, anche sul social network. Poiché sarebbe stato... → [Continua a leggere]
  8. Boh, sarà che sono stato un utente FB della prima ora e che ne sono uscito da un paio d’anni senza fanfare ma la domanda secondo me è più semplice: a cosa serve Facebook?Non è utile come sito di notizie, non serve come aggregatore sociale e francamente anche lo sbandierato... → [Continua a leggere]
  9. Giusto ieri sera, e succede sempre più spesso, mi sono trovato attorno ad un tavolo con una coppia di genitori e abbiamo condiviso le nostre perplessità e i nostri dubbi sui funzionamenti dei social network, in riferimento a quello che sarà il loro utilizzo da parte dei nostri figli.Se una... → [Continua a leggere]
  10. Capisco l’astio da facebook e per le discussioni incistate che si moltiplicano su questa piattaforma, tuttavia ci sono alcuni passaggi dell’articolo che non mi convincono e credo derivino da un assunto principale: la divisione tra facebook (e in generale i social network) e il resto della vita. Credo che tra... → [Continua a leggere]
    • @ plv (premessa, io non ho e non ho mai avuto una pag. Fb anche se l’eco di discussioni e scambi inevitabilmente giunge alle mie orecchie. Il mio quindi è uno “stare fuori” fino a un certo punto).Riguardo all’ultima parte del tuo intervento: l’effetto “rimbalzo” (postare il medesimo commento sulla... → [Continua a leggere]
      • Di questo ne sono certo: il “rimbalzo” su FB avrebbe impoverito Giap oltremisura.Proprio oggi, a pranzo con alcuni compagni e giapster, parlavamo dell’interazione automatica tra le discussioni su Giap e Twitter. Com’è noto, anni fa abbiamo collegato il feed dei commenti alla nostra TL, per cui l’incipit di ogni commento... → [Continua a leggere]
        • Sul “rimbalzo” non avevo specificato una definizione precisa e mi rendo conto solo ora che ce ne può essere più di una. In effetti pensavo più alla divulgazione di un post che alla partecipazione attiva e ai commenti da parte di chi leggeva. In effetti il centro della questione risiede... → [Continua a leggere]
        • “E, naturalmente, il fatto che noi non siamo su FB non significa che altri, con i dovuti accorgimenti, non possano usare il mezzo con qualche buon risultato.”Questo vale anche per me; non sono su FB, ma ben venga il tentativo di coloro che all’interno di quella dimensione riescono a disinnescare... → [Continua a leggere]
  11. L’orizzonte del discorso riguardo “facebook” e i cosiddetti “social network” è alquanto vasto. Le questioni richiamate dalla lettera di Claudia B. qui proposta (degrado dei rapporti umani e della dimensione intellettuale) sono solo una parte tra le tante questioni di enorme rilievo e portata implicate nel panorama “social” e nel... → [Continua a leggere]
  12. Evito discorsi intellettuali e complicati che non sarei assolutamente in grado di fare. Dico solo che, nel caso di Claudia, mi dispiace. Mi dispiace perché l’ho conosciuta in rete grazie a Facebook grazie alla sua recensione di un saggio su Wu Ming. La sua recensione non mi era piaciuta, ne... → [Continua a leggere]
  13. “Ebbene quel gruppo è e deve rimanere chiuso, perché quella è l’unica via per evitare l’incursione di semianalfabeti o del “popolo della rete” la cui abilità dialogica è nulla. ”Premesso che mi sembra più un uscita da Umberto Eco che da una persona più o meno vicina ai movimenti sociali,... → [Continua a leggere]
    • Scusa, per chiarirsi: “dalla vostra” di chi? Mi sembra che Claudia abbia detto la propria senza pretendere di parlare a nome di nessuno.

      • Ok, era un modo molto frettoloso di dire che ho anch io l interesse per i movimenti (anche Claudia da quel poco che ho visto mi pare lo sia) e su come trovare il modo migliore per essere più maggioritari possibili, dato che non mi interessa chiudermi in una ristretta... → [Continua a leggere]
        • Poi comunque io questo post lo reputo molto interessante e per certi aspetti condivisibile, ma non ho potuto fare a meno di evidenziare quel passaggio virgolettato perchè mi è andato proprio di traverso per la trachea quando l ho letto.

  14. Qualche anno fa, periodo 2011 -2012, qui su Giap si ragionò molto sulla crescita dei social media, sul rifiuto della dicotomia apocalittici-integrati, sulle differenze tra i vari strumenti, sull’uso che ne facevano movimenti come il 15M in Spagna e Occupy Wall Street negli USA. Dopodiché, per vari motivi, quel filone... → [Continua a leggere]
  15. Eccomi. Mi rivolgo in particolare a Mauro Vanetti, il cui commento almeno per un 50% non fa che confermare quello che ho scritto in modo molto sintetico nella mia lettera. Quando dico che ho riso, pianto, condiviso, ecc., fatto tutte quelle belle cose che si fanno con FB sto dicendo... → [Continua a leggere]
    • Ringrazio Mauro e Claudia per il botta-e-risposta, che mi sembra interessante per le differenze di lettura e giudizio sui commenti nidificati e sull’aumento o meno del numero medio di “amicizie” su FB. Suggerisco però a *tutti* di rimanere su fatti, esempi, controesempi, esperienze concrete eliminando completamente “rimpalli”, sarcasmi, riferimenti personali,... → [Continua a leggere]
      • (Sì, sono d’accordo con Roberto. La risposta di Claudia mi sembra stranamente aggressiva e davvero “da Facebook” e non da Giap, con un sacco di attribuzioni di pensieri e pregiudizi che non credo proprio di aver espresso, motivo per cui in modo molto pacifico mi tiro volentieri fuori dal botta... → [Continua a leggere]
        • In passato, qualcuno ha proposto di dare ai giapster la possibilità di “mipiacciare” i commenti qui sul blog. Ebbene, la troviamo una pessima idea.

      • Sottotema: perché ritengo che sia aumentato il numero medio di amicizie?Semplicemente perché molte più persone sono su Facebook rispetto a qualche anno fa, e quindi siccome la regola principale usata dalla gente per aggiungere o no qualcuno è «Lo conosco?», aumentando la percentuale di nostri conoscenti offline che vanno su... → [Continua a leggere]
  16. Ciao a tutt*, vorrei aggiungere un elemento alla discussione. Premetto che credo che ognun* dia la propria lettura dei contenuti di FB a partire dell’utilizzo che ne fa e quindi da ciò che si aspetta di trovare. Ad esempio io posso anche concordare con Claudia quando dice che le relazioni... → [Continua a leggere]
  17. Credo che la difficoltà nell’accettare le motivazioni che ho offerto in questa lettera aperta da parte di questa comunità dipendano dal fatto che gli interlocutori a cui l’ho indirizzata sono alcuni dei miei contatti storici, con cui ho condiviso tutti o gran parte di questi anni di Facebook. Quando una... → [Continua a leggere]
    • io voglio farti una domanda Claudia (considerando che non ti conosco), esattamente che intendi dire con ” la fisicità dell’amico che si è pixelizzato”? io ho studiato e lavorato in ambito scientifico e se qualcuno usa la parola “pixellizzare” a me viene in mente questo http://www.pureformsolutions.com/pureform.wordpress.com/2008/01/01/pixelatedExample.jpgovvero che dall’immagine nitida di... → [Continua a leggere]
      • Hai creato una personaggio ibrido fra i due che ho descritto io :) Nella mia lettera parlavo dell’amico pixelato (che continuo a scrivere con una l) cioè una persona che conosco bene nella vita reale e che ritrovo su FB. E poi parlavo di persone il cui lavoro scovo su... → [Continua a leggere]
        • Ho continuato a scrivere pixelato invece di pixelizzato, e non nemmeno se sono sinonimi o intercambiabili. Probabilmente stai inorridendo, ma il fatto che per me i due termini si possano confondere la dice lunga su come le parole dei linguaggi settoriali vengano trasferiti in altri contesti stravolgendoli anche da parte... → [Continua a leggere]
          • leggendo il tuo commento ho fatto una breve ricerca su internet: il dizionario Treccani riporta che si scrive pixellato (due l) http://www.treccani.it/lingua_italiana/neologismi/searchNeologismi.jsp?lettera=P&pathFile=/sites/default/BancaDati/Osservatorio_della_Lingua_Italiana/OSSERVATORIO_DELLA_LINGUA_ITALIANA_ND_015169.xml&lettera=P mentre l’Osservatorio neologico della lingua italiana riporta entrambi i modi (una e due l) http://www.iliesi.cnr.it/ONLI/entrata.php?id=12234. Io ho usato due l per assonanza con la parola italiana “pisello”, ma... → [Continua a leggere]
  18. Per la cronaca: il gruppo “L’ordine del discorso”, ad ogni modo, non è affatto chiuso. Semianalfabeti di tutto il mondo, iscrivetevi liberamente: https://www.facebook.com/groups/299472966808748/ A quanto pare le incursioni non lo hanno danneggiato affatto…

    • Mi dice Mario Galzigna che è seduto di fianco a me (fondatore e amministratore del gruppo ODD) che funziona così: il gruppo è pubblico. Per leggere e commentare i post bisogna essere iscritti a FB; gli iscritti a FB possono leggere e commentare ma non possono pubblicare un post senza... → [Continua a leggere]
      • Fra l’altro io mi sono premurata di spiegare e corroborare con l’esempio cosa intendevo con semianalfabeti della rete, ma non ho ricevuto la stessa spiegazione circostanziata riguardo l’uso del termine dispregiativo sputasentenze.

        • Si è trattato di due espressioni parimenti generiche e parimenti infelici. Non credo proprio che Mauro intendesse insultare qualcuno, men che meno Mario. E se c’è un blog dove si è espressa stima per il lavoro pluridecennale di Mario, quello è Giap. Propongo di lasciar perdere i malintesi reciproci e... → [Continua a leggere]
        • «Non vorrei mai far parte di un club che accetti uno come me tra i suoi membri.»Vedere che ODD, “gruppo aperto” nel gergo di Facebook ma comunque con delle ovvie limitazioni, ha più di 3mila iscritti fra cui da qualche ora anche il sottoscritto, e ricordandosi la succitata battuta di... → [Continua a leggere]
          • Io credo sia valsa la pena ripubblicare qui, con la nostra breve premessa e con il permesso dell’autrice, la lettera aperta spedita da Claudia a un vasto indirizzario, che includeva in gran parte suoi contatti facebookiani ma non solo, visto che c’eravamo anche noi che su FB non stiamo. Penso... → [Continua a leggere]
            • Concordo e confermo, da spettatore passivo trovo la pubblicazione della lettera, e soprattutto lo sviluppo della discussione venuta in seguito, molto interessante. Ci tenevo a farlo presente, a volte sono utili anche i feedback da chi non è parte attiva in una discussione.

  19. Confesso che non ho avuto il tempo di leggere tutti gli interventi, ragion per cui chiedo venia se ripeterò cose già dette altrove. Premetto che, oltre che per le attività più schiettamente ludiche e “di cazzeggio” e socializzazione alle quali accennava il Vanetti, uso facebook per fare politica e continuerò... → [Continua a leggere]
  20. Aggiungerei alla bibliografia indicata da Claudia per un approccio critico ai social e ai poteri di fascinazione delle immagini e del virtuale: 1. il numero di “aut aut” dedicato anche a FB e in particolare l’articolo di Nello Borile http://autaut.ilsaggiatore.com/2011/09/347-web/ 2. Fogg B.J., Picture Persuasion in Facebook , Corso alla... → [Continua a leggere]
  21. Dalla mia esperienza di diversi anni su Twitter,facebook, blog ecc traggo la semplice conclusione:facebook è il luogo ove girano le peggiori cose,meno ragionate, più di pancia,meno lucide, più impulsive, meno di sinistra, più razziste,fasciste, nazionaliste. Facebook ha capitalizzato, almeno in Italia, lo schifo dello schifo, facebook è in parte il... → [Continua a leggere]
  22. Buongiorno Giapsters, mi unisco alla conversazione molto interessante e ricca di spunti perché sono davvero incuriosito da questo mondo social di cui direttamente o indirettamente, chi più chi meno, tutti siamo parte oserei dire attiva. Talmente curioso che con altri interessati ho aperto un blog storyfilters.wordpress.com in cui tentiamo di... → [Continua a leggere]
    • La fotografia non è affatto manipolazione della realtà, semmai è interpretazione della realtà, tanto quanto scrivere un libro o un commento su Giap. L’oscenità di Instagram sta semmai nel far credere che un filtro possa migliorare una brutta foto. La tecnologia come surrogato dello sguardo, ne parlava già... → [Continua a leggere]
      • Tra manipolazione e interpretazione il confine può essere sottile. Per me voler bloccare su un supporto fisso un istante della realtà che è sempre in movimento, è concettualmente più manipolatorio che voler descrivere la realtà con parole. È un’opinione personale, ma credo ci sia una differenza di fluidità tra una... → [Continua a leggere]
        • Zavattini diceva che per fare cinema bisogna girare in tram. Immagino che lo stesso valga per scrivere un libro o una poesia. Notare il mondo, interpretarlo e condividerne il senso con gli altri. Ancor prima di inventare la scrittura, i nostri antenati graffitari delle caverne si affidarono all’immagine.... → [Continua a leggere]
  23. […] e studiosa di letteratura.  ha scritto un classico articolo di critica dei social media dal titolo “Perché Facebook vale un abbandono”, in cui sostiene che – per motivi puramente razionali e non emotivi – ha deciso […]

  24. Leggo ed ammiro il modo in cui Erri De Luca, Franco Piperno, Barbara Balzerani o financo la Banda Bassotti, per citarne alcuni, utilizzano il mezzo in questione. Qualcuno ha utilizzato la definizione “social-entrismo”, mi pare molto azzeccata. Nei suddetti casi mi pare infatti che la minore fluidità di FB... → [Continua a leggere]
  25. Ciao Claudia. Chiedo scusa a Wu Ming se uso Giap per salutarti ma è grazie a loro se ci siamo “conosciuti” anche se solo in maniera pixelat. Non avendo tue e-mail o altri contetti è questo l’unico modo per salutarti. Mi mancheranno molto alcuni tuoi post intelligenti e arguti. E’... → [Continua a leggere]
    • Vedo che la locuzione “semianalfabeti della rete” suscita reazioni contrariate, e quindi mi sento in dovere di spiegarla meglio. Mi ha stupito anche vederla bollare da Roberto come “termine infelice”, senza considerare tutta l’espressione e non solo una parola che la compone, soprattutto tenendo conto che Girolamo de Michele nel... → [Continua a leggere]
      • L’ho trovata infelice non di per sé, in astratto, (è del tutto ovvio che i semianalfabeti digitali esistano, e anche i semianalfabeti tout court), ma perché usata in modo generico e facilmente equivocabile, e se anche a tuo dire tutti gli intervenuti l’hanno equivocato e hai dovuto spiegare cosa intendevi,... → [Continua a leggere]
        • Ho scritto che suscita reazioni contrariate e in nessun luogo ho scritto che questo è attribuibile a ignoranza. Ho invece scritto che il termine è considerato non politicamente corretto, citando una fonte, e ipotizzando che questo sia il motivo per la contrarietà che suscita. Non attribuirmi cose che non ho... → [Continua a leggere]
          • E chi te le ha attribuite? Ho spiegato i motivi per cui secondo me l’uso dell’espressione è stato infelice. Poiché *tutti* gli intervenuti qui l’hanno interpretata nello stesso modo, ed è da scartare a priori l’ipotesi dell’ignoranza, ne ho concluso che c’era un equivoco a monte, che rinvengo nell’uso generico... → [Continua a leggere]
          • A me pare che il punto sia che hai scritto che ai semianalfabeti debba essere impedito intervenire in certe discussioni, non che hai usato quel termine. Quindi non c’entra nulla il politicamente corretto.E mi pare per l’ennesima volta confermata l’idea che fb c’entri poco, che le discussioni prendono le pieghe... → [Continua a leggere]
      • Sarò un po’ provocatorio ed estremo, lo ammetto, ma vorrei chiederti questo: hai scritto che “C’è, e giova a poco negarlo, una correlazione fra incompetenza espressiva in rete e ideologia di destra: basta avere avuto l’occasione di esplorare svariati contesti su Facebook come pagine xenofobe, complottiste, antisemite, ecc.”; in pratica,... → [Continua a leggere]
        • ” come lo spieghi al volgo analfabeta che quello che digita è di matrice destrorsa (perché credo che tutti i commenti che puzzano di pseudo fascismo non siano totalmente consapevoli)? Se sono analfabeti o semianalfabeti (in senso stretto, come spiega De Mauro), non hanno di certo le basi di conoscenza... → [Continua a leggere]
      • “Per me la frase “sono marxista quindi amo i semianalfabeti” non ha molto senso”ma chi l’ha mai detto? io ho detto che sono un marxista e quindi vedo nell’analfabetismo un problema di classe e come problema di classe lo affronto. E ho fatto un esempio (che tu hai ignorato). E’... → [Continua a leggere]
        • Non c’è una sola discussione in corso, in questo thread. Di spunti interessanti ne sono venuti fuori svariati. Io stesso ho cercato di porre quesiti ulteriori, aprire finestre, corollari di quel che si discuteva (o si cercava di discutere) al centro della stanza. Non penso ci sia bisogno di abbandonare... → [Continua a leggere]
  26. Ho cominciato Lettere dopo un anno di Ingegneria e forse per questo (o forse è il contrario) ho il pallino dello scambio tra scienze “tecniche” e “umanistiche” (uso le virgolette per capirci meglio: personalmente, non mi sembra che siano stati ancora trovati aggettivi adeguati a spiegare che “facciamo la stessa... → [Continua a leggere]
  27. Premetto: entro in un solo spicchio della discussione (o su una sola sfoglia delle molte discussioni, forse), quello sul quale @Claudia ha avuto la cortesia di citarmi: l’uso del termine “analfabeta”. Claudia, mi sembra, parte da un dato di fatto: l’analfabetismo di ritorno, o funzionale, nelle sue diverse varianti (digitale,... → [Continua a leggere]
    • scusa eh, ma un troll che fa, salta sui tavoli, prende a cazzotti gli studiosi e molesta sessualmente le studiose? Il massimo che può fare è scrivere idiozie. Che qualcuno si allontani da una discussione perché c’è un troll a me fa prima di tutto ridere e poi preoccupare della... → [Continua a leggere]
      • Questo è un commento semplicistico, Jackie, e finto-ingenuo. Tutti noi abbiamo visto troppe discussioni mandate in vacca irreversibilmente per il vero e proprio inquinamento segnico prodotto da numerosi commenti cialtroni, benaltristi, passivo-aggressivi, platealmente sconnessi al tema, vogliosi di capri espiatori, bordeggianti il vero e proprio spam. Tutti questi commenti, che... → [Continua a leggere]
        • Aggiungo: non stiamo affatto parlando di discussioni tra “studiosi”, questi meccanismi li vediamo all’opera continuamente in discussioni tra [cliché]semplici cittadini [/cliché] su argomenti di interesse generale.

        • Ammetto il semplicismo e il qualunquismo. Non il darwinismo sociale. Ma continua a sembrarmi un fastidio trattato come qualcosa di più grande, soprattutto in contesti già filtrati nei quali i troll sono una minoranza sporadica. Che le persone abbandonino e non partecipino alla discussione (su LPLC, Lipperatura, qua, Vibrisse eccetera,... → [Continua a leggere]
          • 1. Su Giap non hai visto discussioni mandate in vacca da troll perché i WM applicano il metodo Saint-Just verso i troll: il che preserva uno spazio di discussione, ma lascia intatto il problema, perché come metodo è difficile da generalizzare. Se su Lipperatura non hai visto discussioni danneggiate o... → [Continua a leggere]
            • tl;drVorrei portare alla vostra attenzione un caso di community che secondo me funziona bene, con una metodologia alternativa al rimedio Saint-Just, che qui apprezzo, ma che non vedo applicabile in scala più grande (Giap mi sembra piuttosto grande, ma probabilmente Saint-Just non riuscirebbe a monitorare due milioni di utenti, che... → [Continua a leggere]
          • È evidente che Lipperatura l’hai frequentato ben poco, o almeno, non lo frequentavi quand’era in atto, tutti i giorni che Dio mandava in terra, un assalto collettivo contro Loredana, con il preciso intento di farle chiudere il blog. C’era un ben identificato branco, si trollava ogni discussione, si usavano fake,... → [Continua a leggere]
            • Lipperatura lo leggo ogni giorno, da anni, e quando ho cominciato a leggerlo mi sono letto l’archivio. Fino a che uno che si firmava hqr non ha cominciato a diventare pesantemente offensivo non c’è mai stata discussione mandata in vacca dai troll, e neanche i commenti di hqr mandavano in... → [Continua a leggere]
              • No, Jackie, nessuno qui parlava di Hqr, firma che infatti non ricordo nemmeno. Tu hai visto le discussioni al netto delle bonifiche. A un certo punto della storia del blog, a ogni commento che leggi ora corrispondono almeno dieci commenti rimossi, lo so perché Loredana mi ha mostrato la dashboard,... → [Continua a leggere]
                • mi sono sbagliato, intendevo i post precedenti alla mia scoperta del blog, non l’archivio. E d’accordo, l’ho fatta troppo facile sul trollaggio e non mi rendo conto del lavoro dalla parte produttiva. Non riesco a essere d’accordo sulle discussioni, poiché se io non ho avvertito alcun problema, lo stesso può... → [Continua a leggere]
                  • Però ripeto: “non hai avvertito alcun problema” perché hai visto la situazione post-bonifica, al netto della merda, dello stress e della fatica. Non conta che la maggioranza dei commentatori sia ben disposta se la maggioranza *dei commenti* (che possono essere lasciati da una minoranza determinata a devastare) è liquame. Ogni... → [Continua a leggere]
  28. Concordo completamente con la falsa intimità (o intimità fredda ;) )che in fondo è solo un’altra faccia dell’indifferenza. Pero’ credo che la scrittura sui social sia scrittura di se stessi, persino nel senso di invenzione di se stessi. Tra qualche anno luce, la cosa potrebbe avere dignità letteraria.

  29. Scusate, mi pare che ci sia un “convitato di pietra” in questa discussione. Se assumiamo che facebook sia diventato un “medium” dei rapporti sociali e vogliamo dimostrare che sia “regressivo” rispetto ad altre dinamiche di socializzazione, per i suoi effetti sulla persona o sull’aggregazione, dobbiamo prima rendere conto di alcune... → [Continua a leggere]
  30. ho aspettato un po` per commentare perche` sentivo che mi mancasse qualcosa dalla lettera iniziale. e in effetti leggendo tutti i commenti mi e` molto piu` chiaro il primo intervento di Claudia, di cui a questo punto penso di capire le motivazioni. Una parte pero` vorrei avere piu` chiara: l`uso... → [Continua a leggere]
  31. Ho scritto qualche giorno fa, qualche breve considerazione all’articolo in questione che, sebbene sollevi numerose e interessanti questioni, dice cose anche molto questionabili. Secondo la mia modesta opinione, ovviamente.

    http://sguardotecnologico.technonews.it/

    • Sì, però qui il dibattito è andato molto oltre il “gancio” iniziale. Ok linkare quel che hai scritto altrove in una fase iniziale, ma sarebbe più interessante valorizzare e portare avanti gli spunti emersi qui nel frattempo.

  32. Segnalo questa roba con 188 commenti di semianalfabeti che mi linciano per la mia lettera, a titolo di esempio e anche come monito a me stessa, nel caso in futuro mi venisse in mente ancora di dare in pasto riflessioni personali alla rete: http://www.hookii.it/lintellettuale-ai-tempi-di-facebook-torri-davorio-e-relazioni-leggere/

    • Il mio consiglio è: concentriamoci sul dibattito in corso qui.

      • Ad ogni modo, non tutti i 188 commenti sono la consueta lordura, alcuni si staccano dal coro, colgono aspetti importanti e invitano gli altri utenti a ragionare senza personalizzare. Ritenevo giusto precisarlo.

    • “La roba con 188 commenti di semianalfabeti” è una discussione postata su un sito che ha come scopo quello di commentare liberamente vari articoli proposti dagli utenti, più un feed automatico da Il Post. Questa comunità, che si autogestisce, si è formata in seguito alla chiusura dei commenti del Post,... → [Continua a leggere]
      • Essendo tu un vecchio giapster, comprenderai bene il senso della nostra esortazione, più volte ripetuta: stiamo alla discussione in corso qui, sviluppiamo i tanti spunti validi, niente sfide, niente personalizzazioni, niente deragliamenti. A cosa serve, settimane dopo, venire ad attizzare un potenziale sotto-thread polemico che avevamo invitato a non estendere?

        • Arrivo settimane dopo perché sono stato fuori.Hai ragione, potevo essere meno polemico, però capirai non faccia piacere ritrovarsi additati come semianalfabeti, quando avrebbe potuto entrare nella discussione e parlare anche di là. Avrebbe anche potuto semplicemente invitare gli utenti a questa di discussione per non disperdere troppo le forze (cosa... → [Continua a leggere]
          • Sulla questione dei “semianalfabeti” si era già andati oltre da un pezzo, in generale (con i commenti stimolati da Girolamo) e nello specifico (con la precisazione di WM1 qui sopra).

  33. Sinceramente della polemiche riguardo all’uso di facebook mi sono stancato. Sarà che ho vissuto i tempi dei primi forum di discussione on line e vi assicuro che i flame e le bufale e i troll che giravano li non erano diversi. Anzi. C’era chi teorizzava che il tutto era dovuto... → [Continua a leggere]
    • A me non convince tanto questa idea che Facebook sia il vecchio mondo del web con i social che lo supportavano negli anni novanta che assume una dimensione ancora più globale. Non si possono, secondo me, parificare le dinamiche di un forum a facebook. Quello che un forum mostra di... → [Continua a leggere]
  34. Dopo una spericolata rimonta degli 87 commenti di questo thread, tento ora la volata senza guardarmi indietro ma limitandomi ad alzare il pollice in direzione dell’amico Mauro Vanetti, di cui condivido a pieno i contenuti, e a strizzare l’occhio a Wu Ming 1, che dalla sua postazione di camera-car ricorda... → [Continua a leggere]
  35. Giorno Giapsters. Mi presento e sintetizzo (tantissimo) il mio pensiero: ho il profilo Fb credo da 10 anni, ma non lo uso; tra le amicizie reali ho anche mezzi amici (quelli buoni per una birra e partita, per intenderci); se cerco qualcosa in rete non uso fb; twitter è un’altra... → [Continua a leggere]
  36. Aggiungo una cosa sulla potenzialità dell’uso conflittuale di facebook. Riguarda il nome: chi viene da 20 anni di internet come me ed altri probabilmente non riconosce la necessità dell’uso dei nomi veri, anzi il nickname ha un suo ruolo fondamentale, pensiamo ai mille gert dal pozzo che ci sono in... → [Continua a leggere]
  37. A proposito della presenza neofascista su FB, vorrei segnalare un articolo di Giampiero Cazzato apparso lo scorso 14 settembre sul sito del giornale dell’ANPI. Come tutti sanno, su Facebook esistono numerosissime pagine che hanno per scopo la propaganda nazista e fascista, la promozione della xenofobia, l’istigazione all’odio razziale ecc. Cazzato... → [Continua a leggere]
  38. Sono stato eliminato da fecebook pochi giorni fa.

    Con l’accusa di fingere un’altra identità che non fosse la mia.

    Mi hanno detto che per riottenere il profilo serviva una certificazione d’identità tramite documenti validi secondo il proprio stato anagrafico.

    Io Risposi che si possono tenere il profilo.

  39. Ps: facebook ha cancellato anche Blepiro. Perché ho un nome fittizio, strascico i piedi, mi muovo piano, mi guardo attorno anche quando non è indispensabile. Al momento mi sono trasferito su twitter. C’è un tempo diverso.