Sentiero Luminoso | Terzo aggiornamento | #LuminosoBoMi

cop def alzati e cammina

“Tu vuoi partire. Ma non sai per dove e non sai quando. Lo sanno le tue occhiaie, che si avvallano, si fanno giorno dopo giorno più nere. Lo sanno i tuoi capelli, che cadono, si diramano in doppie punte, perdono spessore. Lo sanno specialmente i tuoi piedi, che vanno in escandescenza nelle domeniche trascorse sul divano, che ti implorano di essere ficcati nella terra, come radici. Tu vuoi partire, ma non hai un progetto, non sai se ce la faresti. Non hai le ferie, perché lavori troppo, oppure le hai, ma non hai un centesimo. Ci sono il mutuo, l’affitto, l’agenda fitta di appuntamenti di cui non ti importa niente, un amore che non va né avanti né indietro, una famiglia che conta su di te, o una famiglia che non c’è e vorresti avere, ci sono le medicine di tua madre, se è ancora viva, e se non lo è più sei tu a prenderle, le medicine. C’è la solitudine, una particolare forma di solitudine, che viene a farti visita la sera. Tu vuoi partire, ma non puoi.”

Da qualche giorno rimugino queste parole. Cerco di ricordarmele, provo a scacciarle, poi torno a vistarle nel loro nido di carta. Luigi Nacci – poeta, viandante e svariate altre cose – le ha scritte all’inizio del suo ultimo libro, Alzati e cammina, pubblicato da Ediciclo Editore. Quando le ho lette per la prima volta, mesi fa, il libro doveva intitolarsi Non mancherò la strada, un verso preso in prestito da William Wordsworth, uno che con i piedi ha percorso più di trecentomila chilometri. Così le rimugino da qualche giorno, quelle parole: da quando so con certezza che, diversamente dal previsto, nei prossimi giorni di maggio non avrò la terra tutta davanti, non prenderò casa dove mi piace e purtroppo, mancherò la strada.

Il piano diceva che sarei partito stamane, di buon mattino, alla volta di Villa Sorra, nel modenese, vicino a Nonantola. Giusto ieri, nubifragi grandini e trombe d’aria hanno colpito quelle zone, già inondate dal Secchia e ferite dal terremoto, ma non è l’allerta meteo che mi costringe a casa.

Ricordo un giorno, almeno trent’anni fa, quando mio padre mi disse che ero pronto per la mia prima via ferrata: un sentiero attrezzato facile, il famoso SOSAT, nelle Dolomiti di Brenta, dal rifugio Brentei al rifugio Alimonta. Preparammo gli imbraghi e partimmo all’alba: si sa che in montagna, nei pomeriggi estivi, è facile trovarsi sotto il temporale. Invece la pioggia anticipò i tempi e ci costrinse a tornare indietro, senza nemmeno aver toccato le rocce.

La seconda volta c’era il sole. Attaccammo a salire. Io per primo e mio padre dietro, a dettarmi i gesti nei passaggi più incerti, in ordine contrario a quel che mi sarei aspettato. Dopo una lunga cengia, ci ritrovammo incolonnati in una fila da supermercato. Davanti a noi, oltre una ventina di persone in attesa, il sentiero spariva e lasciava il posto a primi pioli di una scala di ferro, che scendeva a picco in una gola. Gli escursionisti attaccavano i moschettoni all’ultimo pezzo di cavo, si sporgevano nel vuoto e poi si calavano giù un passo dopo l’altro. Il mio turno si avvicinava e mi resi conto che la vista di quel via vai, l’attesa, l’esitazione di adulti ben più grossi di me, mi stavano mettendo addosso una bella fifa. Se ne accorse anche mio padre: disse che avevamo beccato una giornata sfortunata, troppa gente, rischio di prendersi una pietra in testa da quelli sopra, maragli in scarpe da ginnastica.
– Che dici, torniamo indietro? – propose.
E io imboccai d’un balzo la via d’uscita.

La terza volta, fu talmente semplice e spiccia che nemmeno me la ricordo. Erano passati due anni dalla prima e forse a quel punto ero pronto davvero.

Tutto questo per dire, Luigi, che ho deciso di non partire e mancherò la strada.
A dire il vero, di partenze ce ne saranno molte, nelle prossime settimane. E incontri, viaggi, spazi sconosciuti e luoghi già visti. Abbiamo un romanzo e un disco da portare in giro per l’Italia, e non avevo fatto bene i conti di quanto sarebbe stato impegnativo. Poi ho dato un’occhiata al calendario e mi sono detto che non aveva senso aggiungerci altri chilometri, per quanto lenti. Forse lavoro troppo e mi illudo che la famiglia conti su di me, eh Luigi?
Vorrà dire che la prossima volta, la terza volta, non farò i conti, partirò e basta. Non farò annunci, né aggiornamenti: prenderò lo zaino, uscirò di casa, imboccherò il Sentiero Luminoso e mi dirigerò a piedi verso Milano.
All’altezza di Sacerno avrete mie notizie, non prima.
Non prima di aver afferrato la strada.

WM2

[Come dici? Sì, sì, spero comunque di partire entro fine agosto. A settembre mi dicono che la Pianura Padana è un muro di mais, rischi di finirci in mezzo e di non vedere più nulla per miglia e miglia. Se poi cominciano a trebbiarlo, peggio ancora: polvere e scaglie d’erba a tutt’andare. No, Luigi, non preoccuparti, domenica 8 giugno, a Bologna, per Itacà, ci sono sicuro: con i Frida X replichiamo il reading del 23 maggio al Festival del Camminare di Bolzano e poi presentiamo “Alzati e cammina”. Ti ricordi a che ora?]

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2 commenti su “Sentiero Luminoso | Terzo aggiornamento | #LuminosoBoMi

  1. Apprendo una notizia che da bolzanino / wumingaro e recentemente anche camminatore non può lasciarmi indifferente:

    sapevo da tempo di “Emilio Comici Blues” preannunciato ancora ai tempi della presentazione di Point Lenana a Bolzano.
    Nuovi invece mi risultano i tre eventi aggiuntivi di varia natura che coinvolgeranno Wu Ming 2 ed altri autori durante il Festival del camminare di Bolzano.

    Beh, sono grato a questa città (o chi per essa) che sembra recepirvi a dovere e sono grato a voi che venite qui a narrarci un pò del vostro mondo.

    Spero di fare cosa gradita segnalando il sito del festival: http://www.festivalcamminare.bz.it/

  2. sono appena tornato da un nord-sud in bici, Necci neppure lo conoscevo ma devo dire che le sue parole colgono davvero il punto di chi vuole partire, di tutti i freni da spezzare e che una volta partiti sembrano, in retrospettiva, così esili. ho recuperato il suo libro e adesso attende.

    ps un appunto sul mais: non so sulla traccia Bo-Mi ma intorno a novara alcuni campi hanno già piante con un’altezza che a occhio direi di circa un metro; ovviamente contando il ribassamento dei campi rispetto alla strada (la statale asfaltata) sembrano più basse, ma in genere le strade sterrate che costeggiano i campi hanno un dislivello inferiore, quindi..occhio!

    ps2 scusa l’ot e la domanda,ma per caso farete altre date col contingent oltre a quelle previste fino a fine luglio?a milano son già riuscito a mancarvi due volte in pochi mesi..!