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uso politico delle querele

I denti di #Farinetti e il sorriso di Marta Fana – di Alberto Prunetti

Farinetti e Marta

di Alberto Prunetti

Non guardo quasi mai la televisione e ci ho messo almeno un giorno per vedere il finto duello, con colpi telefonati, tra Porro e Farinetti, con l’irruzione – questa vera e tagliente – di Marta Fana, ricercatrice di economia a Scienze politiche a Parigi, che affonda accuse al padrone di Eataly. Accuse già comparse su libri, articoli e volantini sindacali, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di scagliargli contro in diretta televisiva: sottomansionamenti, formazione pagata dai fondi europei e altre furbate a tutele decrescenti.

Com’è andata potete vederlo qui sotto. Porro ha dovuto ammettere che in realtà di fronte a una critica vera tocca prendere le parti di Farinetti mentre la conduttrice dava l’impressione di voler arginare un torrente che rifiutava di stare nelle briglie di contenimento. Prosegui la lettura ›

Il camerata Storace diffonde una foto taroccata sulle #foibe, fa una figuraccia, poi querela e gli va male

Francesco Storace

di Nicoletta Bourbaki *

Lo scorso 6 giugno, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha archiviato una querela per diffamazione presentata da Francesco Storace, ex presidente della regione Lazio, ex candidato sindaco di Roma, fino al febbraio 2017 alla guida de “La Destra”, un partitino d’area «post»-fascista. Le persone denunciate erano la giornalista Ilaria Lonigro, collaboratrice de ilfattoquotidiano.it, e il direttore responsabile della testata, Peter Gomez. Questa la vicenda in seguito alla quale il politico ha deciso di ricorrere senza successo alle vie legali. Prosegui la lettura ›

Ancora sull’uso politico delle querele: il caso «Periferia Degrado Ruspa» #Bolzano

La locandina che Filippo Maturi, consigliere comunale leghista a Bolzano, ha trovato diffamatoria. Maturi, famoso per le battaglie contro i profughi ed il WiFi pubblico, ha sporto denuncia per diffamazione riconoscendosi nella locandina. Maturi aveva difeso il responsabile locale di casapound da una denuncia simile da parte del Sindaco, rappresentato in un volantino come un ubriacone. In quell'occasione si erano sprecati i riferimenti alla libertà di espressione e satira.

La locandina che Filippo Maturi, consigliere comunale leghista a Bolzano, ha trovato diffamatoria. Una curiosità: da praticante avvocato, Maturi – famoso in città per eroiche battaglie contro i profughi e il wi-fi pubblico – difese Andrea Bonazza, leader locale di Casapound, da una querela molto simile sporta dall’allora sindaco Luigi Spagnolli, rappresentato in un volantino come un ubriacone. Era il 2015. In quell’occasione si sprecarono i riferimenti alla libertà di espressione e di satira. Bonazza usò addirittura lo slogan (invero pleonastico) «#JeSuisBonazza».

[Riceviamo e volentieri pubblichiamo quest’addendum al post del marzo scorso Periferia, degrado, RUSPA! La serata di #Bolzano che non è piaciuta a Lega, Casapound… e altri. Da parte nostra, massima solidarietà a Dada Rose, Inchiostro Lisergico e tutte le compagne e i compagni di Bolzano. WM]

di Dada Rose

A Marzo scorso abbiamo organizzato la conferenza «Periferia, degrado, RUSPA!»: tre scrittori [Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski, introdotti da Flavio Pintarelli] hanno provato a decostruire la retorica del «degrado» e descrivere la sua funzione nei processi di gentrificazione. Il fenomeno è globale e come sappiamo ha finito per coinvolgere anche la nostra città, per questo abbiamo pensato di invitare tre autori di spicco che fossero in grado di analizzarlo nei suoi diversi aspetti, senza la necessità di entrare nello specifico della realtà bolzanina. Prosegui la lettura ›

Il senatore Alessandro Maran ci intima di cancellare il suo nome da Giap. Ecco perché gli rispondiamo NO.

Alessandro Maran

Alle ore 12.19 PM del 10 marzo 2016 il senatore del PD Alessandro Maran ci ha spedito questa email firmata di suo pugno [link aggiunti da noi, NdR]:

«In merito alla comunicazione pubblicata sul Vostro blog nella giornata di ieri, preliminarmente è doveroso precisare e ribadire che la prima versione dell’articolo pubblicata in data 6.3.2016 ha gravemente leso la mia reputazione e dignità avendo imputato condotte al sottoscritto mai poste in essere.

Tuttavia, anche l’odierna versione del post insinua (subdolamente) nel lettore una attività illecita posta in essere dallo scrivente, avendo di fatto favorito due ricercatori, a discapito di altri. Anche tali affermazioni ledono gravemente la mia reputazione ed il mio onore.

Pertanto, Vi invito formalmente entro e non oltre 24 ore dal ricevimento della presente ad eliminare dall’articolo pubblicato qualsivoglia riferimento al sottoscritto, precisando che qualora la presente comunicazione non dovesse trovare integrale accoglimento, sarò costretto a tutelare i miei diritti in ogni opportuna sede. Prosegui la lettura ›

Don #Inzoli manda avanti l’avvocato. Solidarietà a Matteo Pucciarelli

maroni_inzoli

[Prosegue l’inchiesta di Giap sull’uso politico di querele e cause civili. Stavolta Luca Casarotti si occupa dell’ultima mossa di don Inzoli, uno dei potenti del mondo CL, per quindici anni presidente del Banco Alimentare, condannato dalla stessa Chiesa cattolica per abusi su minori.

Siamo stati tra i primissimi (e pochissimi) a occuparci della vicenda fuori da Crema, dove la notizia è rimasta a lungo confinata. Sono dovuti trascorrere sette mesi dal nostro post perché il suo nome apparisse nei media nazionali, dopo la sua imbarazzante comparsata a un convegno omofobo, occasione che ha radunato in una sola sala milanese il jet set catto-camerata-leghista lombardo.

Chiariamo un punto: noi abbiamo denunciato per anni – erano i tempi del Luther Blissett Project – gli abusi giornalistici e giudiziari generati dall’isteria di massa sulla pedofilia. Abbiamo fatto contrinformazione, ci siamo occupati di persecuzioni mediatiche, ingiuste detenzioni, condanne frettolose. La pece e le piume non sono dunque parte del nostro percorso. Il giudice, lo sbirro, il giustiziere che agita un cappio, l’indignato in zona Cesarini… Sono ruoli che lasciamo volentieri ad altri. Il punto era ed è un altro: abbiamo iniziato a seguire il caso perché i media nazionali, in piena concordia multipartisan, lo hanno fin da subito sepolto nel silenzio. Per lunghi mesi nessun grande mezzo di informazione ha dato la notizia – piuttosto rilevante per la vita pubblica! – che un boss ciellino, capo carismatico di un ente caritatevole di quelli che tutti hanno l’istinto di difendere, era stato riconosciuto dalla chiesa stessa colpevole di gravi abusi.

L’impressione, davvero forte, è che Inzoli sia stato tutelato dai media, e con impressionante serratezza di ranghi. Caso più unico che raro, in circostanze del genere. Chiunque altro – magari innocente – lo avrebbero spolpato vivo, lui invece restava innominato, persino nei giorni in cui le pagine si riempivano di chiacchiere sui preti pedofili.

Tutto ciò emanava cattivo odore, forse di «larghe intese», chissà… e a dire il vero lo emana ancora. Sì, perché dopo l’affaire del convegno milanese, tutti hanno parlato di Inzoli, ma descrivendolo perlopiù come un pretonzolo qualsiasi. Pochi hanno ricordato le sue cariche, i suoi incarichi nel braccio economico di CL, le sue amicizie ai vertici del mondo politico e nel cuore del capitalismo italiano.

Matteo Pucciarelli ha perforato quel velo, soprattutto nell’intervista al parlamentare di SEL Franco Bordo. Intervista che, come state per leggere, a Inzoli ha dato molto fastidio. Buona lettura – WM] Prosegui la lettura ›

Sull’uso politico dei reati di diffamazione e ingiuria

macigno

di Luca Casarotti (guest blogger)

Questo articolo prende le mosse da uno spaccato di esperienza personale. Un convergere di circostanze mi ha portato, nell’ultimo anno, a seguire da vicino alcuni procedimenti per diffamazione nei quali sono stati coinvolti a diverso titolo compagni e amici.
È accaduto nel mio lavoro insieme al collettivo Senza Slot, sfociato nella scrittura a più mani del libro Vivere Senza Slot. Storie sul gioco d’azzardo tra ossessione e resistenza; è accaduto seguendo la campagna #Zittimai, connessa alla vicenda giudiziaria occorsa a Mauro Vanetti e terminata con la sua assoluzione.
Per tacere delle molte discussioni in cui qualcuno, rimasto a corto di argomenti o in preda alla rabbia, finisce col minacciare di querelare l’interlocutore o gli interlocutori. È successo anche qui su Giap, due volte. Prosegui la lettura ›