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revisionismo storico

Il sindaco di Predappio Frassineti (PD) risponde «sobriamente» all’inchiesta su PD ed estrema destra

Giorgio Frassineti, la foto di gruppo. Accanto a lui, Antonio Canessa di Lealtà Azione

Teatro del Casinò di Sanremo, 9 novembre 2016. Il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti (PD) partecipa alla presentazione di un libro di Edda Negri Mussolini, nipote di Benito. Insieme a Frassineti ci sono Antonio Canessa dell’associazione «Memento», parte della rete di estrema destra Lealtà Azione (da più parti definita tout court neonazista) e Francesca Bosso dell’associazione «Et Ventis Adversis», altro sodalizio dello stesso network. Questa foto è stata caricata sulla testata on line Sanremo News con il nome «Tavolo dei relatori 9 novembre 2016» e ripresa sulla pagina Facebook di «Et Ventis Adversis». Frassineti è il terzultimo da destra, accanto a lui Canessa di Lealtà Azione. Per avere maggiori informazioni su Lealtà Azione, clicca sull’immagine. Ma solo dopo aver letto, qui sotto, come ha risposto il sindaco di Predappio a chi gli chiedeva conto di tale “vicinato”.

Con un certo ritardo, ma anche con un certo stile, il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti (PD) replica e fornisce spiegazioni sull’evento che lo riguarda incluso nell’inchiesta CasaP(oun)D. Rapporti con l’estrema destra nel ventre del partito renziano. Nella didascalia qui sopra ricordiamo brevemente di cosa si tratta. Ecco la risposta di Frassineti, con annesse spiegazioni. Prosegui la lettura ›

«Boia chi molla!» Mitologie, tradizioni inventate e fandonie sul più celebre motto neofascista

Roberto Mieville (1919 – 1955), vero coniatore del motto «Boia chi molla!»

di Nicoletta Bourbaki *

«Da “Boia chi molla” a “Dux”, registrati al Mise i marchi del Ventennio.»
Titolo ADN Kronos, 17 luglio 2017

«E a Santa Fè, al tubercolosario erano stati avviati parecchi dei soldati costretti ai lavori nelle fonderie. E nel campo 6 da quaranta giorni, all’aperto, trecento sottufficiali vivevano a pane e acqua e non mollavano. E nel campo ufficiali era la medesima cosa: Boia chi molla!»
Roberto Mieville, Fascists’ Criminal Camp, Roma 1947.

«”Boia chi molla!” Sfatiamo un mito! e la disinformazione mediatica! Si tratta di un’espressione diventata famosa come un motto fascista; tuttavia fu coniata da Eleonora Pimentel Fonseca durante le barricate della Repubblica Partenopea nel 1799 e utilizzata anche nelle Cinque giornate di Milano del 1848. Stampa e tv giocano sempre sporco!»
Angelo Tofalo, deputato M5S, 29 gennaio 2014

L’11 aprile 2015 sul Secolo d’Italia, ex-organo ufficiale del Movimento Sociale Italiano da tempo ridotto all’ombra di ciò che era (che pure non era granché), appare un articolo dal titolo: «60 anni fa moriva Roberto Mieville, inventò il motto “Boia chi molla!”».

Nel pezzo si legge: Prosegui la lettura ›

Il camerata Storace diffonde una foto taroccata sulle #foibe, fa una figuraccia, poi querela e gli va male

Francesco Storace

di Nicoletta Bourbaki *

Lo scorso 6 giugno, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha archiviato una querela per diffamazione presentata da Francesco Storace, ex presidente della regione Lazio, ex candidato sindaco di Roma, fino al febbraio 2017 alla guida de “La Destra”, un partitino d’area «post»-fascista. Le persone denunciate erano la giornalista Ilaria Lonigro, collaboratrice de ilfattoquotidiano.it, e il direttore responsabile della testata, Peter Gomez. Questa la vicenda in seguito alla quale il politico ha deciso di ricorrere senza successo alle vie legali. Prosegui la lettura ›

Sede Rino Daus, ovvero: come gli squadristi diventano eroi su #Wikipedia

L'erompere dell'inconscio - Rino Daus

Tra scelte grafiche infelici e involontari calembour: la sfortunata locandina di Forza Nuova.

Un’inchiesta de Il lavoro culturale e Nicoletta Bourbaki

«Tutti noi desideriamo di morire così, tutti noi vorremmo essere come oggi tu sei nel cuore della Patria. Tu sei veramente l’eletto.»

Con queste frasi — cioè, se le parole hanno un senso, augurandosi di essere ammazzati — i neofascisti di Forza Nuova Siena chiudevano un comunicato del 22 aprile scorso, in cui annunciavano l’inaugurazione della nuova sede Rino Daus.

– Inaugurazione del sederino? Non capisco.

– C’è uno stacco: sede – Rino – Daus. È un nome. Il nome della loro nuova sede di Siena.

– E chi sarebbe ‘sto Dino Raus?

Rino Daus.

– Sì, scusa, un lapsus. Quello là, insomma. Chi cazzo è? Prosegui la lettura ›

#Wikipedia e la storia: che fare? Tavola rotonda sulla rivista Diacronie, a partire dalle inchieste apparse su Giap

di Tommaso Baldo *

Nell’ottobre 2015 ho pubblicato su Giap, in collaborazione con il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki, un post intitolato I «45 cavalieri» di Wikipedia. Da chi e cosa è libera l’enciclopedia libera?, nel quale analizzavo la voce Storia del Trentino di it.Wiki. Il testo rientrava tra le inchieste di Nicoletta Bourbaki volte ad analizzare criticamente i meccanismi, i rapporti di potere e le narrazioni presenti all’interno de «l’Enciclopedia libera».

Alcuni mesi dopo Jacopo Bassi e Matteo Tomasoni della redazione della rivista storica Diacronie – che doverosamente ringrazio – mi hanno proposto di partecipare ad una tavola rotonda dedicata all’analisi di Wikipedia dandogli l’avvio con un mio testo intitolato Riflessioni sulla narrazione storica nelle voci di Wikipedia, nel quale, in collaborazione con tutto il collettivo Nicoletta Bourbaki, ho cercato di condensare e in una certa misura sistematizzare quanto emerso dalle ormai numerose inchieste che abbiamo svolto.

La tavola rotonda si è articolata attorno ad alcuni interrogativi elencati nell’abstract:

«Quale rapporto si sta costruendo fra le scienze storiche e Wikipedia? Come bisogna porsi di fronte alle voci di Wikipedia che trattano di storia? Quale potrà essere il ruolo della futura “enciclopedia libera” per lo studio e l’insegnamento della storia?» Prosegui la lettura ›

La strategia del ratto, 2a parte. Il caso «Jose Antonio» su Wikipedia: un crescendo di fonti manipolate e falsi storici

Fascisti su Wikipedia: Jose Antonio

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE

[La prima puntata di quest’inchiesta (paragrafi 1-4) si trova qui]

5. Nazifascismo, Resistenza e dopoguerra: diffamare, diffamare, diffamare

5a. Franco Basaglia
5b. Nuto Revelli
5c. Massimo Mila
5d. Anna Frank

6. Un limite strutturale del progetto Wikipedia

7. Prima di tutto, un nome: José Antonio Primo de Rivera

Post Scriptum 1. Diffidate delle imitazioni!

Post Scriptum 2. A proposito, che fine ha fatto Presbite?

Post Scriptum 3. Sulle nostre inchieste, dalla rivista storica «Passato e Presente»
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La strategia del ratto. Manomissioni, fandonie e propaganda fascista su Wikipedia: il caso «Jose Antonio». Prima parte

«Le ratlines non funzionano solo in uscita, consentono pure di rientrare nelle stive della nave, a rosicchiarne subdolamente le scorte…»

di Nicoletta Bourbaki *

INDICE

Prima parte

1. Introduzione

2. La livella della violenza
2a. I fatti di Sarzana
2b. Giancarlo Puecher Passavalli
2c. Enrico Adami Rossi, l’incensamento

3. Negare sempre! ovvero: la mossa del cavillo

4. Viva la muerte!
4a. Robert Brasillach
4b. Giuseppe Solaro
4c. Piero Calamandrei Prosegui la lettura ›