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Autopsia di una radio libera (tragicommedia in 7 atti). Com’è davvero morta Radio Città del Capo

[Radio Città del Capo è stata parte di noi, e viceversa. L’avventura del Luther Blissett Project a Bologna non sarebbe stata la stessa senza RCdC. Dai suoi studi, che allora erano in Mura di Porta San Felice, andava in onda Radio Blissett. Alcuni di noi restavano al microfono, altri uscivano e si sparpagliavano per esplorare la città. Andavamo alla deriva, per raccontare la prima ondata di ristrutturazioni urbane d’impronta neoliberista: grandi opere, alta velocità… C’era la giunta Vitali. Era la metà degli anni Novanta, ma alcuni di noi trasmettevano alla radio da prima, conducevano programmi musicali da quand’erano sbarbi e la radio stessa era ancora cinna, aveva solo tre anni.
Wu Ming 2 ha trasmesso su RCdC per un quarto di secolo: dal 1990 Giungla d’asfalto accanto a Paolo Simoni, poi per anni e anni Station To Station insieme a Giovanni Gandolfi, poi Thermos, fino alla rassegna stampa mattutina insieme a Wu Ming 3, e stiamo già parlando degli anni Dieci, era direttrice Lucia Manassi.
Wu Ming 1, dal canto suo, ricorda le tante puntate di Skinhead Time e poi di Birretta Rossa, vissute e blaterate accanto alla Giusy e al Papero. Il Papero, l’indimenticabile Andrea Palmieri, che se n’è andato prima di vedere la sua radio fare la fine che ha fatto.
E le centinaia di ospitate, le interviste e le telefonate. E quella sera del 1991, quella dei Nirvana al Kryptonight, alcuni di noi c’erano e non se la scorderanno mai. “Sfondammo” in venti-trenta per non pagare – del resto, non avevamo un baiocco – ma nessuno della radio ce l’ha mai menata, nemmeno Giro che quella sera era all’ingresso.
RCdC è stata parte di noi, abbiamo il diritto di essere incazzati con chi l’ha trascinata dov’è ora, cioè nowhere. Abbiamo sostenuto la mobilitazione di RCdCViva, è andata com’è andata, poi siamo stati zitti a lungo, ma nei mesi scorsi la storia ha preso una piega piagnucolona e grottesca. E così abbiamo chiesto ai compagni di Global Tavor di scrivere un pezzo per Giap e oggi lo pubblichiamo, anche perché non si può parlare sempre di coronavirus.
Dedicato a Massi, colonna di Radio Blissett e di tanti altri momenti radiofonici e non solo, nel decennale della morte.
Buona lettura. WM]

di Global Tavor*

«Vogliono zittire Radio Città del Capo».

«Nessuno vuole zittire Radio Città del Capo!».

«Non spegnete Radio Città del Capo!».

Botte e risposte, comunicati di fuoco e fiamme per un epilogo fin troppo scontato. Anzi, un epilogo più volte annunciato, che però oggi viene presentato come inatteso: l’arrivo al capolinea di una radio indipendente. Prosegui la lettura ›