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JRR Tolkien

Loop, Stephen King, Pontiac, Tolkien, Foucault e altro

E’ uscito in edicola e in libreria il n.10 della rivista Loop, bimestrale di culture, linguaggi e conflitti dentro l’apocalisse. Si intitola “Giù la testa! Diritti e identità in saldo” e sull’immagine di copertina campeggia una frase di Don Wislow: “Si diventa ciò che si odia”. Il video qui sopra è il trailer.
Consigliamo l’acquisto perché contiene molti ottimi articoli, su concetti e argomenti che negli ultimi tempi abbiamo trattato anche qui.
Segnaliamo, in particolare, il pezzo di Mario Tronti, “Fenomenologia di Sergio Marchionne”, quello di Aldo Bonomi su “La piccola transizione italiana” e la riflessione di Andrea Fumagalli e Sergio Bologna sui lavoratori autonomi “di terza generazione”. Prosegui la lettura ›

La dea colpisce ancora – di Wu Ming 4

J.R.R. Tolkien e Robert Graves

Come è stato per la recensione di Saverio Simonelli de L’eroe imperfetto, è giusto dialogare con quella di Claudio Antonio Testi, membro fondatore dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena (e anche lui, come Simonelli, studioso dell’opera di Tolkien). Questo non solo per la sintesi dei contenuti e gli apprezzamenti che Testi muove al mio lavoro e a quello di tutto il collettivo Wu Ming; non solo per la valutazione positiva del mio approccio “narrativo” a un classico come Tolkien; ma anche e soprattutto perché Testi non si fa scrupolo di entrare in collisione critica con il mio saggio, in particolare per quanto concerne il taglio “gravesiano”. Quindi offre lo spunto per parlare ancora e meglio di questioni che mi interessano.
La recensione è qui: http://www.istitutotomistico.it/risorse/wuming4.html
La distanza tra l’angolazione da cui il sottoscritto (e Wu Ming) guarda non soltanto a Tolkien ma in generale alle narrazioni, alla filosofia, etc. e quella di Testi è un’evidenza che non ha bisogno di essere sottolineata, ma tutt’al più sviscerata e tematizzata, come è già capitato di fare in questo blog. Proprio l’assenza di reticenze è la condizione necessaria perché la stima intellettuale possa alimentarsi, senza alcun bisogno di andare d’amore e d’accordo su tutto. Del resto è già indice di onestà intellettuale che un recensore si approcci al nostro lavoro partendo dalle opere e che esprima un giudizio su Wu Ming ammettendo una conoscenza ancora parziale, quindi riservandosi di “ritornare su alcuni giudizi” espressi, nel caso si rivelassero dovuti a una “insufficiente conoscenza” delle nostre produzioni. Chapeau.
I punti critici individuati da Testi nella sua recensione de L’eroe imperfetto, possono e devono quindi essere discussi. Prosegui la lettura ›

L’Eroe imperfetto, la cassetta degli attrezzi

[Sul sito della “Compagnia del Libro”, trasmissione culturale in onda su TV2000 (il canale TV della Conferenza Episcopale Italiana), è apparsa una recensione de L’eroe imperfetto di Wu Ming 4, a firma del filologo, critico letterario e giornalista Saverio Simonelli. La riproponiamo qui, con un commento di WM4.]

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Parla il linguaggio raro dell’approfondimento e della competenza nella divulgazione questa ultima fatica saggistica di Wu Ming 4: solida preparazione filosofica, ampio ventaglio di letture e soprattutto una capacità di scantonare sia dalla consueta schiera di riferimenti canonici, sia dall’approccio effimero ai concetti di un web sempre più appiattito sulla contemporaneità e sulla petulanza.
L’Eroe Imperfetto (Bompiani, pagg.164, Euro 10) è un libro agile che raccoglie tre saggi realizzati in tempi differenti ma tutti accomunati dall’analisi della figura, delle caratteristiche, della storia, dell’evoluzione nelle concezioni dell’eroe: un archetipo – come si legge da subito – in crisi ma necessario, una figura che più si approfondisce nei suoi lati ambigui, meno ovvi e muscolari, più si rivela utile e fruttuosa proprio quando sembrava non essercene più, brechtianamente, bisogno. Prosegui la lettura ›

Speciale “L’Eroe imperfetto”: L’Unità, Valter Binaghi, Roberta Borsani

[Su L’Unità di oggi compare una recensione de L’eroe imperfetto a firma di Roberto Arduini. Ne pubblichiamo qui la versione integrale.
A seguire la recensione pubblicata dallo scrittore Valter Binaghi sul suo blog. E’ strano, frastagliato, conflittuale e segnato da reciproco rispetto il nostro confronto a distanza con Binaghi. Quando recensì Altai, scrivemmo di lui:
«Binaghi il convertito, per il quale Dio è voragine che ti si apre sotto i piedi; Binaghi il cattolico, il “tradizionalista” che lamenta la scomparsa del futuro, Binaghi in febbrile e autentica ricerca del trascendente, interlocutore spesso prezioso proprio per la radicale differenza tra le nostre impostazioni, differenza che rende tanto più rimarchevoli i momenti di convergenza…»
Queste parole introducevano però l’esposizione di una divergenza (su femminile, femminismo etc.) e si finì per fare a cornate. Capita sovente. Tuttavia, certe cornate aiutano a pensare, insegnano qualcosa.
Infine (sempre dal blog di Binaghi) una nota sull’eroismo al femminile della scrittrice e poetessa Roberta Borsani.]
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Lawrence d’Arabia? A lezione da Borges

di Roberto Arduini | Tutti gli articoli di Arduini su unita.it

Cosa succede se un personaggio di un racconto prende il sopravvento sullo scrittore? Succede che la sua storia e i suoi stimoli traboccano al di fuori del romanzo stesso e si dividono in mille rivoli, seguendo strade a volte parallele, a volte intersecanti, ma producendo in ogni caso altre storie. È il caso di “Lawrence d’Arabia”, al secolo Thomas Edward Lawrence, che fu soldato, agente segreto, archeologo e scrittore, il cui mito è soprattutto legato alla rivolta araba contro il dominio turco durante la Prima Guerra Mondiale. Personaggio già nelle sue memorie, è stato il protagonista di Stella del Mattino (Einaudi, 2008) di Wu Ming 4. Ora lo scrittore, di nuovo in solitaria rispetto ai suoi soci, dà alla stampe un trittico di saggi, raccolti sotto il nome collettivo L’Eroe imperfetto (Bompiani, p. 174 – euro 10), in cui Lawrence d’Arabia è sempre presente, in maniera più o meno palese. Perché nello sfortunato ufficiale britannico si riassumono tutte le caratteristiche di un certo tipo d’eroe, quello che deve sopravvivere al sé stesso e al proprio mito, l’anti-eroe già descritto dai classici e tramandato dalla notte dei tempi. Prosegui la lettura ›

Tolkien pensatore cattolico?

Versione integrale dell’intervento di Wu Ming 4 al convegno “Tolkien e la Filosofia”, Modena, 22 maggio 2010


1. Storyteller

E’ già stato detto che nella sua opera Tolkien non citò mai esplicitamente alcun filosofo, né in vita disquisì troppo di teorie filosofiche, ma casomai usò concetti filosofici per costruire un universo letterario che è specchio del mondo reale, quindi per forgiarne i valori e i conflitti ideali. Ed è quello che fa ogni narratore.
Allo stesso modo nell’opera tolkieniana è possibile rintracciare elementi di evidente derivazione religiosa. Anche se la cosmogonia di Arda non ricalca pedissequamente quella ebraico-cristiana, tuttavia si tratta di un universo monoteistico, nel quale si produce una corruzione originaria, la caduta di un angelo, una lotta durevole tra il bene e il male, ovvero in cui la luce originaria va via via frastagliandosi e spezzettandosi divenendo a tratti più tenue a tratti più forte. Soprattutto è un mondo salvato dai piccoli, dagli esseri minuti che diventano pietra angolare per il destino collettivo.
Si potrebbe continuare a lungo cercando similitudini e punti di contatto tra l’opera di Tolkien e la narrazione del mondo cristiana, e tuttavia niente di tutto questo risponde davvero alla domanda: Tolkien era un pensatore cattolico? Prosegui la lettura ›

Tolkien a Modena: la Nuova Era della Terra di Mezzo

[Il 22 Maggio a Modena si terrà il più importante convegno su J.R.R.Tolkien che sia mai stato organizzato in Italia. Il merito dell’iniziativa è dell’Istituto Filosofico di Studi Tomistici di Modena e dell’Associazione Romana di Studi Tolkieniani, che da alcuni anni curano una collana su Tolkien per le edizioni Marietti 1820, dopo avere aggregato un gruppo di studiosi italiani dell’opera del professore di Oxford.
Pubblicando per la prima volta in italiano i testi dei più grandi esperti di Tolkien nel panorama internazionale, l’Istituto ha guadagnato sul campo la credibilità necessaria per invitarli in Italia a parlare di “Tolkien e la filosofia”. Nessun’altra realtà italiana, nel corso degli ultimi quarant’anni ha mai potuto aspirare a tanto. Colpa del provincialismo nostrano; colpa dello snobismo di certa critica di sinistra e della mistificazione dei commentatori di destra, paradossale connivenza che ha ostacolato la nascita di un dibattito serio, non pregiudiziale e non ideologico, su uno dei più famosi narratori del secolo scorso.
Era ora che anche a sud delle Alpi iniziasse a tirare un’aria diversa. C’è un gran bisogno di areare il locale, spazzare via la polvere, le incrostazioni pluridecennali, i ricordini rinsecchiti lasciati da un paio di generazioni di sedicenti cultori dell’opera di Tolkien. Comincia così la nuova era per la Terra di Mezzo e per il suo creatore.
Tra i partecipanti italiani al convegno ci sarà anche Wu Ming 4, che interverrà nel primo panel pomeridiano. La scelta di invitarlo è dovuta soprattutto a “meriti artistici” – cioè al romanzo Stella del Mattino (Einaudi 2008) in cui Tolkien compare come uno dei personaggi principali -, ma anche alla serie di articoli e interventi collezionati negli ultimi anni (vedi i link in calce a questo post).
Qui di seguito pubblichiamo un articolo (scritto appositamente per Giap) di Roberto Arduini, giornalista de “l’Unità” e membro dell’A.R.S.T., che fornisce una panoramica molto utile a contestualizzare il convegno di sabato prossimo.] Prosegui la lettura ›