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confine orientale

#AlpinismoMolotov in Istria: defascistizzato l’Učka / Monte Maggiore

uckathumb

Spedizione antitetanica di Alpinismo Molotov in Istria, contro i nazionalismi. Clicca per ingrandire.

«L’unione di terra e sangue può solo far venire il tetano».

Questa frase di Karl Kraus ci è tornata in mente una ventina di giorni fa, vedendo le cupe foto di un manipolo di neofascisti italiani salito sul Monte Učka – la vetta più alta dell’Istria – per lasciarvi un messaggio revanscista, vittimista e blut und boden.

Pensando a quella tetra pagliacciata, alcun* compagn* di Alpinismo Molotov hanno deciso di fare un’incursione in quelle lande ed eseguire un rituale che “disinfettasse” la vetta. Sono partiti ieri mattina dal Carso triestino, in nove. Hanno raggiunto la vetta e l’hanno “defascistizzata”. Qui sotto, un breve dispaccio e alcune immagini. Un racconto più dettagliato sarà pubblicato nei prossimi giorni sul blog Alpinismo Molotov. Prosegui la lettura ›

La famigerata foto. Chi manipola le fonti falsifica il presente e allontana la verità sulle #Foibe

Foibe

Questo è solo un piccolo addendo al bellissimo post di Lorenzo Filipaz «Foibe o esodo? Frequently Asked Questions sul Giorno del Ricordo», che negli ultimi due giorni ha avuto un vero boom di visite.

Ripubblichiamo qui sopra la famigerata foto, stavolta con didascalia incorporata.
Infatti, un modo per contrastarne la falsificazione è farne apparire il senso già in Google Immagini, a colpo d’occhio.
Perché se ci limitiamo a pubblicarla con la spiegazione a parte, come abbiamo fatto nel post di Lorenzo, rafforziamo comunque la sua associazione con la parola chiave «foibe», e continuerà a essere “pescata” ignorando il contesto.
Diverso se la si fa girare per il web, pubblicata su un gran numero di blog, con avviso incorporato. Se la ricerca «foibe» su Google Immagini restituisce questa versione al posto dell’altra o almeno accanto all’altra, la sua decontestualizzazione diventa più difficile.

Il consiglio è: ripubblicatela ovunque potete, in questa versione, con un breve testo che, come questo che state leggendo, spieghi il senso della cosa. Aggiungete i nomi dei cinque fucilati la cui memoria viene costantemente negata:

Franc Žnidaršič

Janez Kranjc

Franc Škerbec

Feliks Žnidaršič

Edvard Škerbec

Aggiungete poi un link diretto all’intera sequenza fotografica di cui quest’immagine è parte. Prosegui la lettura ›

#Foibe o #Esodo? «Frequently Asked Questions» per il #GiornodelRicordo


[Oggi pubblichiamo un importante testo di Lorenzo Filipaz.
Lorenzo è triestino e figlio di un esule istriano. Dal ramo materno è di ascendenza slovena. Fa parte del gruppo di inchiesta su Wikipedia «Nicoletta Bourbaki». Appassionato delle storie della sua terra di confine, da anni ha intrapreso un percorso di ricerca e autoanalisi sul cosiddetto «Esodo giuliano-dalmata». L’intento è quello di capire cosa sia andato storto, per quali ragioni l’esodo da Istria e Dalmazia sia diventato una narrazione così platealmente assurda e antistorica, e come mai i figli di una terra meticcia siano diventati i pasdaran del nazionalismo.

L’approccio è quello di una seduta psicoanalitica, una sorta di terapia post-traumatica. Terapia in ritardo di sessant’anni, ma più che mai utile agli odierni discendenti di esuli, per disinnescare certi meccanismi difensivi che favoriscono reticenze e strumentalizzazioni.

Qui sotto trovate ventiquattro risposte ad altrettante domande sull’esodo istriano. Domande basate su quell’insieme di stereotipi e omissioni che ci piace chiamare «l’ideologia del Giorno del ricordo». Ventiquattro chiarimenti, uno per ogni ora del 10 febbraio. Diverse fotografie sono “finestre” aperte su interessanti approfondimenti, ma consigliamo di aprirle solo dopo aver letto le FAQ preparate da Lorenzo. Buona lettura. WM] Prosegui la lettura ›

Una nota a «Patria e morte» di Wu Ming 1 | Lettera dello storico Luca Di Mauro

Saint Edme

Pagine della prima apparizione su stampa del «Patto sociale costituzionale dell’Ausonia», 1820.

[WM1:] La pubblicazione dei primi appunti sparsi sul vittimismo ha di nuovo attirato l’attenzione sulla mia conferenza del 2011 Patria e morte. L’Italianità dai carbonari a Benigni. Nell’ultimo mese il file audio è stato ascoltato/scaricato migliaia di volte. L’ha ascoltato anche lo storico Luca Di Mauro, studioso delle società segrete ottocentesche e del Risorgimento, che mi ha mandato un’interessante lettera, disamina che diventa perorazione e difesa dei Carbonari, o meglio, dell’ala radicale ed egualitaria della Carboneria. Col permesso del mittente, la pubblico qui sotto.
Ricordo a tutt* che quella sera dopo di me parlò Wu Ming 2, il quale celebrò il centocinquantenario dell’Unità d’Italia… ricordando il centenario della guerra di Libia. La sua conferenza si intitolava Tripoli, suol del dolore e si può ascoltare qui.
[Chi ha letto Timira e Point Lenana capirà subito che quella sera, nella biblioteca di Rastignano, stavamo rovesciando e mescolando sul tavolo materiali di lavoro, dando in pratica anteprime mascherate dei due libri.]

Caro Wu Ming 1,

ti scrivo dopo aver ascoltato la conferenza Patria e morte. L’Italianità dai carbonari a Benigni, spezzone ormai decisamente datato ma di cui vengo a conoscenza solo adesso. Le mie osservazioni, quindi, possono giungere ormai fuori tempo massimo quando gli interessi di chi ha pronunciato quel discorso possono essersi spostati su altri argomenti.

Premetto che, da studioso del Risorgimento, ho molto apprezzato il tuo intervento e quanto sto per scrivere non scalfisce in alcun modo il mio accordo generale sulle cose da te dette ma riguardano unicamente un tassello che hai utilizzato per costruire il tuo discorso: il patto sociale costituzionale dell’Ausonia.
A mio avviso il suo inserimento in un filone risorgimentale nazionalista ed “aggressore” (pur certamente esistente) andrebbe quantomeno ripensato, come un’analisi ed una contestualizzazione del testo possono dimostrare. Prosegui la lettura ›

Terrorismo, migranti, foibe, marò, fascismo… Appunti sul vittimismo italiano

Colpevole di essere italiano

di Wu Ming 1

Ho cominciato a prendere questi appunti ormai molti mesi fa, dopo aver letto in sequenza il libro di Federico Tenca Montini Fenomenologia di un martirologio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta a oggi (KappaVu, 2014) e il pamphlet Critica della vittima di Daniele Giglioli (Nottetempo). I due libri sono complementari. Tenca Montini e Giglioli affrontano gli stessi nodi di fondo. Il primo lo fa analizzando un case study molto significativo, ricostruendo genesi, sviluppo e affermazione, nel corso degli anni Novanta e degli anni Zero, del discorso sulle «foibe». Discorso quintessenzialmente vittimistico, perfettamente coerente con l’autonarrazione deresponsabilizzante spesso riassunta nell’espressione «Italiani brava gente»; Il secondo, invece, fotografa la tendenza egemone dei nostri tempi, la centralità della «vittima» nell’immaginario italiano e occidentale contemporaneo.

Quella che era partita come riflessione ispirata dalla lettura quasi contemporanea dei due saggi, si è gonfiata come un torrente a fine inverno e ha trascinato a valle detriti di polemiche di cronaca, storiografiche e di costume. Prosegui la lettura ›

Wikipedia e la storia deturpata: il caso Presbite

Wikipedia-logo-ITA

di Nicoletta Bourbaki (*)

INDICE

14. Introduzione: chi inquina Wikipedia?

13. Rasista mi? Ma se l’è lü che l’è negher!

12. I «Campi dei Merli» delle nazioni

11. Lo schema Rankovic: wikinazionalismo

10. Fascisti? Pfui… Dei ve’i igno’antoni, pa’ola mia. L’irredentismo-chic

9. Un Montenegro al Bar o una Crna Gora ad Antivari? Del perché su wikipedia non si trovano i nomi di certe località

8. Sapevate che Tito era il comandante in capo della RAF? Sapevatelo su it.wikipedia

7. Come la nonna di Tuco divenne irredentista a sua insaputa. Storia di un campo profughi

6. Filibustering

5. Sull’uso disinvolto, altrimenti detto “ad minchiam”, delle fonti. Il caso Djilas

4. E allora le foibe??!!

3. Qui (non) lo dico e qui lo (rin)nego

2. Non solo confine orientale. Come l’antifascista Franco Basaglia divenne repubblichino su it.wikipedia

1. Porzûs

0. Ha un caratteraccio, però… Prosegui la lettura ›

#AlpinismoMolotov sul Triglav. Contro nazionalismi e alpinismi hipster, dal mondo di Julius Kugy

Ore 19 circa del 16 agosto 2014. Natale aka Vecio Baeordo sul Triglav, quota 2200 circa, in cammino verso il rifugio Planika. Foto di WM1.

Ore 19 circa del 16 agosto 2014. Natale aka Vecio Baeordo sul Triglav, quota 2200 circa, in cammino verso il rifugio Planika. Foto di WM1.

[Dopo l’esordio narrativo No Picnic on Rocciamelone, Alpinismo Molotov si sposta a est, con il racconto corale della spedizione al Triglav, Alpi Giulie Orientali, 16 e 17 agosto 2014. C’erano (ordine alfabetico, pseudonimi usati qui su Giap, link a eventuali profili Twitter o blog/siti):
Alessandro TSDiserzioneLo.Fi.RikutrullaSupereriTucoVecio Baeordo e Wu Ming 1. Il racconto include anche parti di Mr. Mills e Yamunin.
Quel che stiamo cercando di fare, tra le altre cose, è rivisitare e sovvertire il récit d’ascension, il classico racconto di spedizioni in montagna, ricorrendo a ogni sorta di tecniche letterarie, metodi di scrittura collettiva, procedure di montaggio, induzioni di stati d’animo favorevoli al cut-up, e forzando poeticamente l’utilizzo delle risorse rese disponibili dalla rete: link, audio, immagini, video e quant’altro. Raccontare la montagna con ogni mezzo necessario. Un’altra letteratura di montagna è possibile, e anche se non lo fosse, noi tenteremmo ugualmente di scriverla.
Ribadiamo quanto già scritto nella puntata precedente: si ha Alpinismo Molotov ogni volta che dei/delle giapster vanno insieme in montagna (l’A.M. non contempla la “solitaria”) con la consapevolezza che la “montagna” è:
– una costruzione culturale e storica (e come tale è oggetto di critica e demisticazione);
– un luogo dove non si sfugge alle contraddizioni ma se ne trovano di ulteriori e specifiche;
– un terreno di conflitto tra usi del territorio diversi e incompatibili;
– un deposito di storie e segni di passate rivolte, resistenze, repressioni.
Presto Alpinismo Molotov avrà un blog tutto suo. C’è persino un logo, disegnato da Inpuntadisella. Lo trovate in fondo al post.
Il prossimo appuntamento AP è di nuovo in Val di Susa, il 21 settembre. È un’iniziativa molto peculiare: una salita al Monte Musinè nell’ambito del festival «Torino Spiritualità». Inizialmente il “capogita” doveva essere Wu Ming 1, e aveva pure scritto una presentazione (PDF), ma – come leggerete qui sotto – il suo ginocchio fa troppe bizze e necessita di qualche esame. Il nuovo “capogita” è Mariano Tomatis, e vista la sua conoscenza del lato “magico” di quel monte, l’escursione ci guadagna non poco. Qui potete leggere la sua presentazione. Poiché la camminata a tema è ufficialmente parte di un festival, è richiesta l’iscrizione. Più giapster si iscrivono, più Molotov sarà il tutto. Prima, però, godetevi il racconto dal Triglav. Vi ricordiamo che sotto ci sono i link per scaricarlo in ePub o aprirlo in versione ottimizzata per la stampa. Buona lettura!]

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