Cominciamo da oggi una serie di nove post settimanali, ognuno dedicato a un brano di Schegge di Shrapnel, il nuovo album del Wu Ming Contingent dedicato alla Grande Guerra. Il pezzo che abbiamo scelto di raccontarvi si intitola Maquillage e ha un legame molto stretto con L’invisibile ovunque. Prosegui la lettura ›
Ci è capitato spesso, nei primi incontri intorno al nuovo libro, di rispondere a domande sull’immagine di copertina.
– Dove l’avete trovata? – Chi sono i due tizi? – Quello a destra è un uomo o una donna? – E’ un fotomontaggio, vero? – Ma quelle che cavolo sono? Orecchie da Topolino?
Diciamo subito che le ricerche per la cover, questa volta, sono state più lunghe e travagliate del solito. Prosegui la lettura ›
Illustrazione di Claudio Madella. Clicca per vedere e comprare l’artwork ispirato a L’invisibile ovunque e Schegge di Shrapnel.
Una sala strapiena, anzi, due sale contigue strapiene. Trecento persone dentro e almeno un altro centinaio che cerca di ascoltare da fuori, dal piazzale. Così si presentava il centro sociale Vag61, rione Cirenaica di Bologna, la sera dell’11 dicembre scorso.
Col Vag61, si sa, abbiamo un rapporto di stretta collaborazione. Le iniziative – nostre e non solo – riescono sempre bene, quindi è il primo posto a cui abbiamo pensato per la presentazione de L’invisibile ovunque e il reading/concerto del Wu Ming Contingent Schegge di Shrapnel. Vero, ormai la gente non ci sta più, si era già visto un anno e mezzo fa con L’Armata dei Sonnambuli, ma è un problema risolvibile. La prossima volta potremmo organizzare due serate consecutive, come a teatro, con prenotazione facoltativa ma consigliata. Vedremo.
La presentazione dell’11 dicembre è stata sui generis: non un dibattito, ma una performance, il «racconto dei racconti» de L’invisibile ovunque. Per essere più precisi, il racconto illustrato di tre movimenti del libro: Secondo, Terzo e Quarto. In questo post proponiamo l’audio della serata, corredato dalle immagini proiettate e commentate. Potete ascoltare in streaming o scaricare tutti gli mp3 in un’unica cartella zippata. Buon ascolto e buone visioni. Prosegui la lettura ›
Scaramouche visto da Alessandro Caligaris. Clicca per vedere altre immagini ispirate al romanzo.
Esattamente tre mesi fa, l’8 aprile 2014, usciva L’Armata dei Sonnambuli. Dieci giorni più tardi usciva Bioscop. Il minimo che si possa dire è: sono stati mesi impegnativi. Mesi di «viaggi e intemperie», per dirla con due Graziani (Ivan e Filippo) che ci piacciono, al contrario di quell’altro, quello dei vespasiani. Viaggi e intemperie. Con oltre quaranta date già nell’odometro, non siamo nemmeno a 1/3 del Révolution touR. Tra un paio di settimane pubblicheremo le date della seconda tranche (agosto – novembre 2014). Ricordiamo che wir fahr’n fahr’n fahr’n auf der autobahn fino all’aprile 2015. L’ultimissima presentazione, probabilmente, la faremo al Museo medievale di Bologna. Tra nove mesi. Siam mica gente che naviga a vista! Intanto – ma già lo sapete, se seguite Giap – il libro ha scatenato e continua a scatenare discussioni, risposte, commenti, Arts & Crafts, prestidigitazioni, dgsrtdb, pw8oauvòn, 5y23rw8vk5e… Anche il disco fa parecchio parlare di sé, e presto pubblicheremo un nuovo speciale. Ieri, 7 luglio, Il Fatto Quotidiano (del Lunedì) ha pubblicato due paginate di intervista a WM1, realizzata da Salvatore Cannavò. La riproponiamo qui (occhio al video linkato nell’intro!). A seguire, linkiamo altre interviste molto ben riuscite – in quella su Doppiozero abbiamo «aperto l’officina» della lingua sanculotta – e recensioni apparse in rete. Ultima cosa: segnaliamo che nella colonna qui a destra si può scaricare la scheda del reading-concerto Zó bòt! del gruppo Cvasi Ming (Francesco Cusa, Vincenzo Vasi e WM1). Buona lettura e buon ascolto.
Paolo Vinti / Paul Beathens (foto Troccoli, tratta da Umbria24.it)
Ecco l’audio della conferenza tenuta il 27 novembre 2011 da Wu Ming 1 alla Sala dei Notari di Perugia per ricordare e onorare Paolo Vinti (1960-2010). L’intento era dimostrare che, con la morte di Paolo, abbiamo perso un grande poeta e un filosofo. La città voleva bene a Paolo, ma per molti era solo un personaggio (a dir poco) eccentrico, un “santo folle” che passava le giornate per le strade e nei caffè, predicando una stramba utopia comunista. Tuttavia, Paolo era molto più di questo: era un intellettuale vero che da anni portava avanti un lavoro titanico su di sé, sul proprio modo di vivere e – soprattutto – sul linguaggio. Paolo era un filosofo di strada, un Socrate nell’agorà umbra, un Diogene gentile nella terra di Francesco. Era un poeta veggente, figura descritta da Arthur Rimbaud in un celebre testo del 1871. Era un militante. Aveva dedicato la vita all’invenzione di un linguaggio che consentisse di immaginare un mondo oltre il capitalismo. Prosegui la lettura ›
Versione integrale dell’intervento di Wu Ming 4 al convegno “Tolkien e la Filosofia”, Modena, 22 maggio 2010
1. Storyteller
E’ già stato detto che nella sua opera Tolkien non citò mai esplicitamente alcun filosofo, né in vita disquisì troppo di teorie filosofiche, ma casomai usò concetti filosofici per costruire un universo letterario che è specchio del mondo reale, quindi per forgiarne i valori e i conflitti ideali. Ed è quello che fa ogni narratore. Allo stesso modo nell’opera tolkieniana è possibile rintracciare elementi di evidente derivazione religiosa. Anche se la cosmogonia di Arda non ricalca pedissequamente quella ebraico-cristiana, tuttavia si tratta di un universo monoteistico, nel quale si produce una corruzione originaria, la caduta di un angelo, una lotta durevole tra il bene e il male, ovvero in cui la luce originaria va via via frastagliandosi e spezzettandosi divenendo a tratti più tenue a tratti più forte. Soprattutto è un mondo salvato dai piccoli, dagli esseri minuti che diventano pietra angolare per il destino collettivo. Si potrebbe continuare a lungo cercando similitudini e punti di contatto tra l’opera di Tolkien e la narrazione del mondo cristiana, e tuttavia niente di tutto questo risponde davvero alla domanda: Tolkien era un pensatore cattolico? Prosegui la lettura ›
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