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8 dicembre

Contro le frontiere e per l’Immacolata Liberazione di tutte e tutti, a partire da Emilio Scalzo e Turi Vaccaro

Emilio Scalzo e Turi Vaccaro liberi

L’8 dicembre è la sacra ricorrenza del movimento No Tav: l’Immacolata Liberazione, in ricordo di quel giorno del 2005 in cui migliaia di persone misero in fuga le forze dell’ordine e riconquistarono il terreno della Libera Repubblica di Venaus.

Anche oggi la moltitudine No Tav celebra la data con una marcia che è anche appuntamento di lotta. La camminata sarà da Borgone a San Didero, dove resiste il presidio permanente contro la costruzione di un nuovo autoporto, una delle tante grandi opere inutili “accessorie” alla Grande Opera Inutile per eccellenza, quella a cui la maggioranza della popolazione valsusina si oppone da trent’anni.

In Valsusa gli eventi si susseguono, si srotolano, la storia li sciorina ogni giorno. Negli ultimi tempi non siamo riusciti a renderne conto come avremmo voluto. Lo spettacolare arresto del No Tav Emilio Scalzo e la sua estradizione in Francia sono le notizie che hanno forato la membrana, fuoriuscendo dall’ambito locale, anche grazie alla concomitanza della visita in valle di Zerocalcare. Prosegui la lettura ›

UGO, l’Unica Grande Opera. Costruiamo insieme l’#8D2015

Terrorista è chi devasta i territori

Tra un anno esatto, una grande giornata di mobilitazione.

Capita che qualcuno usi le parole giuste per esprimere quello che avevi in testa e ti accingevi a scrivere tu stesso. In questo caso, a farlo sono stati Salvatore Settis e Tomaso Montanari, addirittura su un quotidiano mainstream come La Repubblica. La sintesi dei loro articoli coincide con quanto dicono da tempo comitati di cittadini e movimenti di base: esiste Una Grande Opera, una sola di cui l’Italia abbia concreto bisogno, ed è salvare il territorio, metterlo in sicurezza, risanarlo. Salvarlo dal dissesto idrogeologico che fa allagare le città e franare le montagne ogni volta che piove un po’ più forte; ma anche liberarlo dalla cementificazione e dal peso che insiste sulla sua superficie; dall’inquinamento e dall’immondizia. E non ultimo, aggiungeremmo noi, dalla militarizzazione, vero e proprio scippo di suolo pubblico a fini bellici.
Insomma, tutto il contrario di quello che si accinge a fare lo «Sblocca Italia», decreto che ha per nome un’antifrasi, dato che il fine reale è congestionare il Paese. Prosegui la lettura ›