[Ieri Peace Reporter ci ha chiesto una dichiarazione su quel che sta accadendo a Emergency. Eccola.]
Quello di Emergency è il più importante gioco di verità sul fronte della sedicente “Guerra al terrore”. Il “semplice” racconto, giorno per giorno, degli effetti della guerra sui corpi e sulla vita è ciò che più mette in crisi l’informazione, oggi mera trasmissione di parole d’ordine. Il racconto di Emergency fa collassare ogni parola d’ordine, ogni giustificazione, ogni razionalizzazione di comodo sulla guerra. Ascoltandolo, scompare tutta la prosopopea della finta realpolitik. Il racconto giorno per giorno ci mostra quali sono le conseguenze; ci mostra che esiste un’altra possibilità, perché tra maciullare le gambe di un bimbo e lasciarlo correre libero, c’è sempre una scelta; ci fa sentire cose che normalmente sappiamo ma non sentiamo sulla nostra condizione, cioè sul nostro essere bersagli di propaganda. Al racconto dello scontro tra guerra e vita, i poteri costituiti rispondono in modo violento, e in questo modo entrano nel gioco di verità, confermano che il vero fronte della vera guerra è quello che vede la vita (la vita vera, non il suo feticcio) resistere ogni giorno contro i poteri che vogliono annientarla.
In alto a destra, vignetta di Mauro Biani apparsa su Megachip

Sono passati cinque anni da quando abbiamo inaugurato l’Operazione Glasnost, che consiste nel rendere pubblici i dati di vendita dei nostri libri. Il motivo che ci spinge a farlo è sempre lo stesso: la trasparenza nei confronti dei lettori e il rispetto verso chi sceglie di spendere i suoi soldi per acquistare i frutti del nostro lavoro. Nelle copie vendute di un singolo libro, ci sforziamo di vedere una relazione tra persone, e non soltanto un dato di magazzino e una prospettiva di guadagno al 10% del prezzo di copertina. I numeri da soli non dicono nulla, i fatti bruti non parlano, eppure non si può fare a meno di partire da lì, se si vuole raccontare una storia sensata. Viviamo in un Paese dove i partecipanti a una manifestazione di piazza possono essere un milione o centocinquantamila, a seconda che a valutarli siano gli organizzatori dal palco o la questura, e per capirci davvero qualcosa servono le riprese dall’elicottero, i giornalisti appostati sui tetti, la dinamica dei fluidi e gli assiomi di Euclide. In un paese così, dare i numeri significa davvero essere matti.



