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Personaggi

Il più odiato dai fascisti. Conversazione su Furio Jesi, il mito, la destra e la sinistra

Furio Jesi

Furio Jesi durante la lavorazione dell’Enciclopedia Europea Garzanti, 1976

«È un brutto indizio che si regredisca ai feroci e cupi anni Settanta con un trattato di criminologia culturale.»
(Marcello Veneziani, commento alla riedizione 2011 di Cultura di destra di Furio Jesi)

«Furio Jesi, il germanista dottissimo ma completamente paranoico, i cui deliri godono ancora di gran credito a sinistra…»
(A. Scianca, “responsabile cultura di Casapound”, in una recensione a Un Grillo qualunque di Giuliano Santoro)

«Non conosco la biografia del personaggio, ma sono pronto a giurare che sia stato affetto da turbe psichiatriche serie.»
(Discussione su Furio Jesi dal forum neofascista Vivamafarka)

«Furio Jesi, l’intellettuale ebreo morto prematuramente a causa di una fuga di gas del suo scaldabagno…»
(Gianfranco De Turris, Elogio e difesa di Julius Evola)
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L’ipotesi Paolo Vinti è: fronte popolare cosmico

Con emozione... Con emozione altissima

[Un giorno di amore e politica, Un giorno di sentimento e socialità, Un giorno di emozione ed ideologia. Sono i tre libri che compongono la trilogia di Paul Beathens aka Paolo Vinti (1960-2010) Con emozione… con emozione altissima, ora raccolta in un unico volume. L’hanno presentata a Perugia, il 9 novembre scorso, Maurizio Terzetti e Wu Ming 1. Quest’ultimo è autore della prefazione al libro, che vi proponiamo integralmente. Come afferma WM1 in quest’intervista, Paolo Vinti merita di essere conosciuto al di fuori della sua Perugia. Stiamo parlando di un “santo folle”, di un poeta di altissimo livello, e di un filosofo marxista di strada il cui pensiero presenta tratti parecchio originali. A quanto ci consta, è l’unico che abbia prodotto una sintesi operativa tra la dialettica hegeliana e la critica radicale di tale dialettica espressa dal pensiero post-strutturalista francese degli anni Settanta (Deleuze & Guattari, per capirci), senza usare tale critica come mera antitesi da negare, come invece sembra fare Fredric Jameson. Lo sappiamo, pare ‘na supercazzola, ma se leggete la prefazione  con gli esempi si capisce.
Come sempre, invitiamo alla visione del documentario Film astratto rosso del Collettivo Ipanema, che ritrae Paolo nel 2007, all’apice della sua “stagione delle declamazioni”.
Il libro non ha ancora una distribuzione nazionale, ma per averlo potete scrivere all’Associazione Paolo Vinti]

L’ipotesi Paolo Vinti è: la vita di un filosofo e poeta.
Sovente si usa l’attributo «filosofo» tanto per dire, esagerando, infiorettando, leccando posteriori. La patente di filosofo è consegnata con sventatezza: nel corso degli anni si sono sentite espressioni come «il filosofo Rocco Buttiglione», e chiunque scriva di filosofia è autorizzato a dirsi filosofo. Chi scrive di ciclismo manca di essere un ciclista, recensire una mostra manca di rendere pittori, ma per la filosofia è diverso: todos caballeros, tutti filosofi. Prosegui la lettura ›

Letteraria #6. A Stefano Tassinari, sei mesi dopo

Letteraria 6 - in copertina, Stefano Tassinari

Da oggi è in libreria il n. 6 di (Nuova rivista) Letteraria, interamente dedicato al compagno Stefano Tassinari (1955 – 2012), che ne è stato fondatore e direttore fino agli ultimi minuti di vita. Il collettivo redazionale non ha voluto comporre un semplice “tributo” a Stefano, ma condurre una prima esplorazione a tutto campo della sua figura di scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista, documentarista, animatore culturale e militante politico per una società senza classi. Il numero è arricchito da foto di Stefano scattate da tanti fotografi professionisti e non, da Mario Dondero a Raffaella Cavalieri, da Luca Gavagna a Roberto Serra. Qui di seguito, l’indice e un pezzo in anteprima. Letteraria va avanti, nello spirito di Stefano e con l’amore degli insorti. Prosegui la lettura ›

Affile, Grazianilandia. L’eredità razzista e il mausoleo delle sfighe

Graziani semi-ignudo, 1937

Graziani con le chiappe al vento, 1937. Clicca per ingrandire.

di Wu Ming 1

E’ accaduto il mese scorso. Ad Affile, piccolo comune a est di Roma, la giunta di «centrodestra» – chissà quando ci libereremo di quest’eufemismo! – ha inaugurato un sacrario dedicato a Rodolfo Graziani (1882 – 1955).
Graziani – che è sepolto nel locale cimitero – fu governatore della Cirenaica durante la «riconquista» fascista della Libia (1930-31), comandante del fronte sud durante l’invasione dell’Etiopia (1935-36), viceré d’Etiopia nel biennio 1936-37 e comandante delle forze armate della Repubblica di Salò durante la guerra civile del 1943-45.
L’edificio – di una bruttezza e mediocrità da rimanere soffocati – è costato 130.000 euro sborsati dai contribuenti, fondi che la Regione Lazio aveva stanziato per altro uso. Il Comune li aveva chiesti per la riqualifica del parco di Radimonte e per un generico sacrario “al Soldato”, progetto senz’altro discutibile ma non equivalente alla commemorazione di Graziani, che pare non fosse menzionato in nessun documento.
Il podestà Il sindaco Ercole Viri si è difeso dicendo che «ad Affile quando si dice “il Soldato” si intende solo Graziani». Ah, beh, non fa una piega. Prosegui la lettura ›

Passo dopo passo, so che ti raggiungerò. L’audio del saluto a Stefano

Mauro Pagani canta per Stefano Tassinari

Mauro Pagani canta per Stefano, Bologna, 10 maggio 2012.

Abbiamo registrato i discorsi, le letture, i set musicali e le cantate in coro che ieri pomeriggio hanno fatto sembrare la gremita Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio – dove di solito l’acustica è pessima – una grande cassa di violino.
La registrazione è discreta per quanto riguarda discorsi e letture (a parte il rimbombo all’inizio) e decisamente buona per quanto riguarda la parte musicale.
E se ne sono sentite di belle, in tutti i sensi! Prosegui la lettura ›

Dov’era il no faremo il sì. Ricordiamo Stefano Tassinari

Chapeau, capitano.
WM3:
Grazie a Stefano, tanto per dire, ho avuto la fortuna di conoscere di persona Daniel Chavarría e Paco Taibo II.
Ecco sì, proprio per dirne una a caso, perché c’ho gli occhi velati, e oggi è un po’ peggio di ieri. Perché al dolore si mescola lo smarrimento, che impasta i pensieri.
E siccome saranno in tanti molto bravi a raccontare la qualità del suo fare, del suo vivere, io voglio solo dire che a me di Stefano ha sempre impressionato la quantità. Prosegui la lettura ›

Stefano Tassinari, 1955 – 2012

Stefano Tassinari
E’ morto stamattina a Bentivoglio Stefano Tassinari.
Poeta.
Scrittore.
Giornalista.
Militante politico.
Comunista.
Compagno.
Amico.
Aggiorneremo questo post con le notizie sulla camera ardente e i funerali.
Altre parole seguiranno.
Se ve la sentite, lasciate qui le vostre.

AGGIORNAMENTO: Saluteremo Stefano giovedì 10 maggio alla Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, Bologna, dalle 9 del mattino fino al pomeriggio inoltrato.

SECONDO AGGIORNAMENTO: Alla Sala d’Ercole, a partire dalle 16 fino al momento di portarlo a Ferrara, ricorderemo Stefano con letture e canzoni.