
[Pubblichiamo la testimonianza e le riflessioni di Rosa S., antropologa, documentarista, madre di un figlio che frequenta le scuole elementari, o meglio, le frequentava prima della chiusura. Rosa invita a prestare attenzione ai bambini reclusi in casa, ad ascoltarli e a non sottovalutare il trauma che stanno subendo. Il suo testo è accompagnato da una postilla di Wu Ming 4 sullo stesso tema. È il primo di una serie di post, con i quali intendiamo dare testimonianza delle ricadute dell’emergenza sulla vita quotidiana di soggetti deboli e non solo. Buona lettura. WM.]
di Rosa S.
Fino a quando si è potuto, andavo a fare due passi con mio figlio nel parco vicino a casa, di solito verso l’ora di pranzo. Non vedevamo nessuno per centinaia di metri. Mi sembrava importante che il bambino potesse avere almeno un’ora d’aria al giorno, per prendere un po’ di sole e tirare due calci a un pallone, o rivedere l’erba. Andare al parco, anche se solo con me e non con i suoi amici – quindi non il massimo del divertimento, lo capisco – mi sembrava fosse per lui l’unico momento per riagganciarsi alla sua “vecchia” normalità e sopportare meglio la quarantena. Per i bambini, ricordiamocelo, la vita è stata sconvolta già più di un mese fa, quando sono state chiuse le scuole, le palestre, le piscine, insomma tutte le attività della loro quotidianità.
Il 21 marzo un nuovo decreto ha sancito altre misure straordinarie. Vengono citati i cani (come negli altri decreti): a loro è permesso essere accompagnati sotto casa dai loro padroni per fare una passeggiatina. E i bambini, per caso è permesso anche a loro? Non si sa. I bambini non si citano ormai da tempo, in nessun decreto. È come se fossero scomparsi, chiusi nelle loro case. Assicurando la possibilità di uscire soltanto a chi deve andare a lavorare o fare la spesa (uno alla volta), la si è negata a loro. I bambini sono segregati h24.
Con il passare dei giorni e l’avvicinarsi dei 3 aprile loro attendono sempre più ansiosi il ritorno alla “normalità”, neanche fosse Natale. Ma ormai è chiaro anche alle pietre che le scuole non riapriranno né il 3 aprile né probabilmente il 3 maggio. Loro sono quelli con la vera fama di “untori”: non si ammalano, non hanno sintomi, ma sono vettori del virus, quindi bisogna evitare che si incontrino e lo diffondano.
Cosa dobbiamo fare dunque noi genitori? Cominciamo a prepararli, senza avere nessuna indicazione dalle scuole o dal governo, o li lasciamo nella loro illusione e ingenuità?
Da un mese non vedono più i loro compagni e le loro maestre, che prima frequentavano più della famiglia, 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana.
In tante scuole gli insegnanti si sono organizzati come hanno potuto. Nella classe di mio figlio (4a elementare) le maestre cercano di fare il possibile, ma purtroppo non sono attrezzate per fare videoconferenze e nessuno dal Ministero dell’Educazione si è premurato di insegnarglielo, nemmeno durante tutto questo intero mese di chiusura. Hanno solo a disposizione un sito istituzionale di proprio non immediata comprensione, a dire il vero. Un menu indica la possibilità di partecipare a delle aule virtuali: peccato che non ci si possa vedere con la videocamera né sentire con l’audio. Nelle aule virtuali c’è un live forum, in cui però si può solo chattare.
Ora, già è difficile comunicare in una chat con adulti, figuriamoci con 25 bambini, in contemporanea. Eppure vengono fuori pensieri interessanti: chi si sorprende a supplicare le maestre di tornare a fare lezione, quando prima non voleva mai andare a scuola; chi esprime una nostalgia profonda; chi dice di non riuscire a dormire la notte, perché passano troppe ambulanze; chi dice che le giornate ora sono fatte di niente. Alcuni manifestano un cinismo che fa accapponare la pelle: tanto non serve a nulla, tanto moriremo tutti. Sentono le notizie al telegiornale e sciorinano nel dettaglio i numeri del bilancio di morti giornalieri e litigano sulla precisione delle loro fonti: «oggi ci sono stati 753 morti». «No, al TG5 hanno detto che sono stati 723», risponde l’altro. E poi una domanda: «Ma se si ammalano i nostri genitori, noi con chi stiamo?»
A questa domanda nessuno risponde, come non si risponde ad altri bimbi che chiedono: «ma di cosa parliamo?». Ognuno procede per conto suo scrivendo sul proprio computer, nessuno riesce a sintonizzarsi con nessun altro, e la frustrazione sale. Problemi comuni delle chat, forse si potrebbe pensare a strumenti di comunicazione un po’ più efficienti.
Chi si occupa delle paure di questi bambini? Chi si occupa di rispondere alle loro domande? Le loro vite procedono sospese, appese ad un balcone, in attesa di un futuro “ritorno” che appare sempre più lontano. I compiti mio figlio li fa svogliatamente, gli manca un riscontro. L’unico lavoro che ha fatto volentieri è un testo di italiano in cui doveva descrivere un amico. Ha scritto queste righe che ho deciso di pubblicare per far capire quanto sia importante sentire la loro voce, perché stanno vivendo un’esperienza inaudita che va – necessariamente – elaborata.
Un’amica mi dice che sta facendo un diario visivo con i figli usando la tecnica del collage. Il primo lavoro fatto è talmente espressivo che non ha bisogno di commenti (vedi sotto). Però sta terminando fogli e colla, e nei supermercati non li vendono perché non sono beni essenziali. Ma non sono essenziali per chi? Per gli adulti forse. Ma nessuno ha pensato che sono oggetti fondamentali per i bambini?
Quel che stanno provando ora, all’inizio della loro vita, li accompagnerà per gli anni a venire. Ci guardano e ci osservano, dipendono da noi e dalle nostre scelte.
Noi forse, ancora così spiazzati – che abbiamo difficoltà ad accettare quel che accade, che tutto ci sembra sempre così surreale, la parola più usata sul web, «surreale» – ecco noi, forse, oggi, possiamo imparare qualcosa da loro. Quello che ci sta accadendo è più che reale e concreto e dobbiamo trovare delle soluzioni. Al più presto, e insieme a loro. Chiediamogli di scrivere e di raccontarci. Di aiutarci a capire, forse sono loro quelli più lucidi, ora.
TESTO SCELTO: ALE, IL MIO VICINO DI CASA
Stare a casa per evitare il Coronavirus, senza vedere nessuno, è veramente una noia.
Per fortuna che c’è il mio vicino di casa: Ale. Ha un anno in meno di me, e abita esattamente nell’appartamento sotto il mio.
Lui è più basso di me, è molto magro e forte, non mangia tanto perché si riempie di acqua, cioè si beve molti bicchieri d’acqua prima di mangiare.
La sua caratteristica principale è che adora il calcio. Prima del Coronavirus si allenava tre volte a settimana e lo chiamavano il sabato o la domenica per fare i tornei, quindi lo vedevo poco. Ora lui, come me, deve stare a casa, ma ci vediamo dal balcone.
Per scambiarci libri e giochi abbiamo questo metodo: ce li lasciamo davanti alla porta di casa e bussiamo e ce ne andiamo di corsa a parlare in balcone. In balcone facciamo questo gioco, sennò ci annoiamo a morte: uno di noi prende matita, gomma e foglio, l’altro dice cosa deve disegnare, facciamo a turno. Ci divertiamo molto a vedere i disegni dell’altro.
Ale è molto simpatico e dal balcone mi racconta tante, forse anche troppe, notizie sentite o inventate. A volte lui va a giocare a calcio in cortile con suo papà e io faccio l’osservatore da su. Ho chiesto a mia madre se potevo fare l’osservatore da giù, che tanto stavo a un metro di distanza, ma lei ha detto che non si può, sennò ci fanno la multa.
Però almeno ci possiamo parlare dal balcone, finché tutto non ritorna come prima.

Postilla
di Wu Ming 4
Da quando è cominciata la clausura forzata, mio figlio minore, 7 anni, un tipo per sua fortuna normalmente sereno e positivo, ogni tanto viene da me, chiede di essere preso in braccio, e si fa un pianto di qualche minuto. Non c’è bisogno di dirsi granché. Restiamo lì per un po’. Poi, dopo qualche parola di conforto (magari gli tocca sorbirsi la solita citazione dal Signore degli Anelli), torna tranquillamente a fare i suoi compiti o a giocare con i giocattoli che ormai invadono ogni angolo della casa, o a vedere video e cartoni animati sul tablet. A volte disegna. Il soggetto è sempre lo stesso: scene d’assedio.
All’ennesima fotografia giunta sulla chat genitoriale, con il/la compagno/a di classe in posa con sorriso stirato e cartello arcobaleno «Andrà tutto bene», lui ha proposto di farne una mentre si punta una pistola giocattolo alla tempia, con il cartello «Che due palle». Proposta ovviamente cassata per quieto vivere, anche se mi ha fatto piangere il cuore reprimere una reazione così spontanea, che avrebbe detto l’ovvio, quindi – in tempi di militarizzazione patriottarda dell’immaginario – l’indicibile. Mio figlio è un disfattista? Forse è soltanto uno che non capisce come potrebbe infettare chicchessia se gli venisse concessa un’ora d’aria come ai carcerati, a debita distanza da tutti. Perfino i cani stanno meglio di lui.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità in tempi di Coronavirus consiglia precisamente questo: mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini (non parla di cani), passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza. Lo stesso dicono scienziati farmacologi come Silvio Garattini, e medici-biologi come il presidente del comitato scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale Ernesto Burgio. Perfino il governatore dello Stato di New York, uno dei più colpiti degli Stati Uniti, non ha proibito le attività all’aperto, le ha solo limitate, ponendo la condizione di evitare i contatti e mantenere rigidamente le distanze. Sempre nello Stato di New York, il Dipartimento di Conservazione Ambientale ha reso gratuito l’ingresso a tutti i parchi naturali, perché stare all’aria aperta durante la pandemia è salutare.
Di fronte al diktat «RESTATE A CASA», al vietato mettere il naso fuori se non per andare in fabbrica o al supermercato, i bambini scompaiono. Li abbiamo segregati come massimi potenziali untori – ma soltanto dopo averli messi a casa da scuola, quindi affidati ai nonni per due settimane – e ce li siamo dimenticati. Anzi, li abbiamo costretti a girare video domestici per incitare tutti a chiudersi in lockdown, reclutandoli di fatto in una campagna propagandistica fai-da-te che contraddice i consigli della stessa OMS.
Le conseguenze di tutto questo sulla loro psiche le sconteremo negli anni a venire. Ma saremo troppo impegnati ad affrontare la recessione più grave della storia e a fare i conti con il nuovo totalitarismo partorito dall’emergenza per preoccuparci ancora di loro. E magari nel frattempo si saranno fatti grandicelli e toccherà a uno psicologo scavare nel trauma.
Intanto dalla Cina fanno sapere che chiudersi in casa ottiene il risultato di fare certamente infettare tutti i nuclei famigliari dei positivi, quindi in realtà estende il contagio. Dicono che, contrariamente allo stereotipo, il punto non è «sbarrare tutto», ma mettere in campo provvedimenti “attivi”, creare «corridoi sanitari» per lo screening dei positivi, ricoverare i contagiati in luoghi appositi. Per farlo servono tamponi, personale medico e spazi adeguati. Spazi che dovremmo rendere il più possibile confortevoli e degni, e che si potrebbero creare riaprendo gli ospedali chiusi negli ultimi anni, o requisendo le strutture sanitarie private, oppure requisendo temporaneamente gli alberghi, dato che sono tutti vuoti, come si sta iniziando a fare… adesso.
Una cosa che certamente i cinesi non hanno fatto è mettere agli arresti domiciliari la popolazione dell’intero paese.
In Italia continuiamo a ripetere il mantra che abbiamo il miglior sistema sanitario del mondo, ma – complice la peggiore classe dirigente del mondo – pare chiaro che qualcosa non ha funzionato. Eppure seguitiamo a trovare capri espiatori nei podisti, nei vecchietti a spasso solitari e nei papà o mamme che palleggiano in cortile con il proprio figlio.
Tutto pur di non ammettere che la responsabilità di questa tragica inadeguatezza è di chi sta in alto, non di chi sta in basso. Di chi non ha agito per tempo. Di chi nel corso degli anni ha tagliato la sanità pubblica, messo il numero chiuso nelle facoltà di medicina, ridotto il personale medico, bloccato le assunzioni (e adesso i medici vengono ad aiutarci da Cuba e dobbiamo richiamare in servizio quelli già pensionati, in età a rischio). E anche di chi non è stato capace di contrastare tutto questo.
Come dice Rosa, i bambini ci guardano, e forse riescono perfino a essere più lucidi di noi, se non altro nell’esprimere la propria frustrazione. Ma se esiste una qualche giustizia nella storia, un giorno ce la faranno pagare cara.
⁂
In appendice, segnaliamo questo testo di Andrea «Andy» Perego, soccorritore di pronto soccorso, perché non è la solita testimonianza di «mio cuggino», è molto bella e si conclude proprio con un invito, in questa fase, a imparare dai bambini.
Cronache dal pronto soccorso (o della cecità)
«Chiunque abbia cercato di dare una cornice solida a tutto questo psicodramma sfuggente – si vedano i social network che sono la mangiatoia dove si è nutrito finora di allarmi, protagonismi, testimonianze farlocche e disinformazione -, chiunque abbia cercato di mantenere la calma puntando su un livello di analisi più approfondito è stato tacciato di irresponsabilità, scarso senso civico, ma ciò che è più scandaloso anche di scarsa solidarietà . Si riscopre solidale anche il paese dove il 50% degli investimenti pedonali si risolve in una omissione di soccorso, dove il vicino morto da solo lo si scopre solo quando la puzza si spande per la scala, solidale quel tanto che basta per dire agli altri cosa si deve fare e cosa non si deve fare, ma non abbastanza per provare a fare qualcosa d’altro che non sia cantare sul balcone.
E qui vengo all’ultimo punto: ieri sera alla quarta volta che mettevo una tuta bianca con cappuccio tre paia di guanti maschera e occhiali per andare a capire se il 40enne che aveva chiamato il 118 presentava un quadro clinico compatibile col Covid19, riflettevo sulla necessità di rompere il meccanismo…»
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[…] prendere anche quaderni e colori anche se non ho capito se è possibile trovarli/acquistarli. Il grande rimosso dei bambini, dimenticati dalla legge e dagli uomini, è davvero uno dei punti focali di questa follia chiamata […]
Vittimismo inutile e fuori luogo. Tu hai proposto delle argomentazioni, altre e altri hanno contro-argomentato. Funziona così. Almeno qui.
@CAT475
Esatto. Io sono mamma single di 2 bambini e devo per forza portare la piccola con me mentre faccio spese e lasciare il 9enne a casa! E’ assurdo. Poi mi guardano storta con la bimba al supermercato e non vedo infatti l’ombra di altri bimbi…
Conta i respiratori che abbiamo in Italia. Assumi un tasso di mortalità dell’1% e un tasso di necessità di ricovero in terapia intensiva del 5%. Confronta con il numero di respiratori (vedi sopra). Capirai che l’untore di paure è stata un’uscita infelice. Però le bestemmie malcelate signora mia
Chiudiamo qui questa sotto-discussione, grazie. Chi aveva fonti da fornire le ha fornite, le altre persone che leggono si faranno un’idea.
… per non parlar dei profughi, dei bambini istituzionalizzati, nelle comunità di accoglienza etc…
In Gran Bretagna i bambini vulnerabili e vittime di abusi in famiglia possono andare a scuola come i figli dei “key worker”. Qui hanno chiuso le porte a TUTTI.
Non confondete isolamento in se stessi e adattamento ben riuscito.
Esatto. Per salvaguardare gli anziani piu’ a rischio vogliono debilitare e chissa che altro il popolo infantile?? Sospettavo che l’italia fosse diventata bambinofobica e questa e’ la conferma. I cani sono trattati meglio dei bambini qui.
[…] so se sia giusto chiedere al governo di inserire norme specifiche rispetto ai bambini. Non so neppure se il bisogno di “uscire” sia più nostro o dei nostri figli. Magari una […]
«componimenti, canzoni, disegni e quant’altro, molto più lucidi di tante dotte analisi sull’epidemia lette in giro»
Non fatico minimamente a crederlo!
E mentre forze dell’ordine e delatori assortiti ti colpevolizzavano, ti davano dell’«assassino» se uscivi a passeggiare o a far passeggiare dieci minuti la tua bambina di cinque anni reclusa in casa da un mese, le fabbriche di armi continuavano a lavorare perché la produzione era stata dichiarata «essenziale».
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/coronavirus-ma-le-fabbriche-di-armi
Scarabocchio di mio figlio dodicenne
E mentre si fanno divieti e si cavilla sulla loro macchinosa e delirante applicazione, gli ospedali mancano di tutto, e sono diventati il principale veicolo di contagio. La causa è stata appunto l’atteggiamento passivo, il “chiudiamo tutto, vietiamo tutto e aspettiamo che passi”.
A proposito di altri paesi:
https://www.acaps.org/projects/covid19
a proposito dei possibili effetti nocivi di una reclusione forzata totale dei bambini, come avviene in friuli venezia giulia:
https://www.insalutenews.it/in-salute/wp-content/uploads/2020/03/Ipovitaminosi-D-e-Coronavirus-25-marzo-2020.pdf
Ma anche degli adulti. Se la carenza di vitamina D è un co-fattore dell’ammalarsi di – e del soccombere al – Covid-19, e se quella carenza è causata dalla mancata esposizione alla luce del sole, allora la reclusione forzata senza mai uscire sta favorendo la malattia.
https://www.ilpost.it/2020/03/27/vitamina-d-utile-coronavirus-falso/
Oggi ho letto anche questo. Just in case.
Scusa, non c’entra niente. Ma avete tolto il “pulsante” per le donazioni?
No, è nella pagina dei download.
https://pbs.twimg.com/media/EUCTs76WoAA9xS1?format=jpg&name=large
Lettera di un gruppo di genitori di Firenze a Nardella https://firenze.repubblica.it/cronaca/2020/03/26/news/firenze_caro_sindaco_i_bambini_devono_poter_uscire_almeno_mezz_ora-252363937/
In attesa di un lavoro più lungo (e più cauto) mi permetto di lasciare qui questo, che probabilmente senza di tutti voi non sarebbe esistito-
http://www.palermo-grad.com/uomini-adulti-e-ragazzini.html?fbclid=IwAR1YqskpC9fSRZXYQ1Yo2YNOkqEWMP9VsFTPpwSol8Xj9atptzISBDirOE0
Grazie, Rob. Se confrontiamo questa tua ricostruzione, ancorché rapida, con il modo nazionalista, vittimistico e confondente con cui Repubblica parla della Svezia in questi giorni, il tuo pezzo (“incauto” o meno che sia) è una boccata d’aria.
AGORAFOBICI perfino..
Magari sbaglio ma io non parlo del virus ai miei bambini come motivo del lockdown ma che sia frutto di panico, paranoia e del potere che vuole toglierci diritti e liberta’. Ma sicuramente sono una madre pessima.
segnalo un pezzo che ho scritto per La Falla, mensile cartaceo e digitale del Cassero Lgbti Center
https://lafalla.cassero.it/il-corpo-sociale-infetto-dio-stato-e-famiglia/
Guarda caso, poco dopo che ho scritto questo commento è uscito quest’articolo sull’Huffington Post:
La paura diventa rabbia
“Abbiamo fame, non paghiamo”. Nei supermercati monta l’esasperazione. Sui balconi non canta più nessuno e nel Paese iniziano a manifestarsi i primi segni di malessere.
Che bello che dev’essere sentirsi parte “di una posizione numericamente maggioritaria”. Non mi e’ mai capitato.
Professare ed inculcare il “groupthink” nei propri figli non e un buon servizio neppure.
Sì, chiaro. Chi ti dice che io lo faccia? Il tuo è onestamente un commento di risposta per il quale non trovo alcun angolo da approfondire: è piccato e superficiale.
Ho visto solo ora questo commento penoso. Se non c’era “alcun angolo da approfondire” perche’ rispondere? Dick.
Com’era quella frase di Manzoni sul buon senso che se ne stava nascosto per paura del senso comune?
“Nel dubbio sono le masse ad avere ragione” ha lo stesso senso di “la merda è sicuramente buona, miliardi e miliardi di mosche non possono avere torto”.
e comunque, sì: se sono qui (che bella espressione) è perchè ho dei dubbi. Certo come che stasera non potrò farmi un giro che ho de dubbi.
[…] concentrati solo su alcuni aspetti: attività all’aria aperta, uscite con i figli (da noi non previste in alcun modo), utilizzo degli spazi […]
[…] dirlo meglio di me”: il blog di Gaberricci, il Bandolo del Matassa e, ça va sans dire, Giap. Lo spunto del presente è stato per me ricevere via mail, nel tardo pomeriggio di ieri, la […]
I bambini dimenticati.
Ecco una terza lettera aperta/petizione che chiede di poter fare uscire bambine e bambini.
Grazie, Davide. A conferma che questa gestione dell’emergenza colpisce di più i più deboli, i soggetti già a rischio di esclusione.
Dipende dalla regione. In FVG è illegale uscire di casa per qualunque motivo diverso da lavoro, spesa e ospedale.
Grazie per la risposta. Abitiamo in Emilia Romangna.
Seguo per lavoro e interssi personali piu’ la stampa anglofona e non riesco a tenere il passo con tutti sti cambiamenti qui in Italia.
Quindi e’ illegale fare un giro con i propri figli? O solo malvisto?
Secondo me il fattore dirimente è il vicinato. Se c’è un minimo minimo di vita sociale nel rione, si crea una complicità non detta, basata sul buon senso. Se il rione è disgregato e incattivito, allora sono cazzi amarissimi.
Quindi si è capito che, per qualche ragione, la zona Casteldebole / Borgo Panigale è molto pattugliata.
Qui al Navile invece poca roba.
Chissa perche’. Parco dei noci e’ “poroso” e non recintabile. Sara’ per quello?
Ormai e’ off limits.
No, noi non lo siamo per niente.
Dopodiché, chiariamo: l’epidemia c’è. Viene usata come pretesto.
Certo sono d’accordo. Ma viene “hyped up” on tot.
E pare che i test diano tanti falsi positivi.
Sottoscrivo.
Cresce la mobilitazione per liberare i bambini dalla paranoia che non consente loro nemmeno un’ora d’aria. Qui un resoconto, certamente parziale, di cosa si muove.
E’, purtroppo, sempre la solita medesima questione “degli ultimi” e di chi se li incula (scusate il termine).
Segnalo inoltre che “Cronache dal pronto soccorso” porta ad un “errore 404”.
No, il link funziona. In questi giorni abbiamo inviato a quel post quasi 20.000 visitatori. Non so perché ti abbia dato il 404, forse era temporaneamente giù il sito.
E’un pò il teorema Davigo…
per coloro che fossero curiosi:
https://rep.repubblica.it/pwa/locali/2020/03/29/news/milano_i_piccoli_sono_resilienti_basta_dar_loro_un_codice_-252649773/
Quell’articolo della squallidissima e subdolissima “repubblica” – sebbene per solo abbonati ma il succo lo si capisce dal preamblolo – e’ VOMITEVOLE.
Resilient MY ARSE. Stanno male e le ripercussioni vedremo in the future.
Articolo pessimo. E questo?
https://www.lastampa.it/rubriche/lato-boralevi/2020/03/29/news/perche-i-bambini-1.38652916
Un elenco di banalità senza logica.
E quel caro sceriffo ora dice che “secondo me” chi percepisce il reddito di cittadinanza non puo’ avere il bonus inps!!
Cmq si’ far sentire i bambini come criminali e’ da criminali.
Pare che a Bolzano ti multino anche se esci nel tuo giardino privato.
https://nitter.net/vian_lor/status/1244555935923740672#m
In FVG vietato era e vietato resta, perché “tu sai chi” non permetterà mai più a nessuno di uscire di casa.
La mia teoria è che costui sia un vampiro che non può esporsi alla luce del sole, e che ora abbia trovato il pretesto per costringere, con la forza e col ricatto, tutti gli abitantoi della regione a condividere la sua orribile condizione.
Secondo me è possibile fargli rimuovere anche quest’assurdissima limitazione.
Yay. Ma se iniziano a correre, saltellare, hop, skip, jump, ballare, agitarsi bisogna fermarli senno potrebbe essere interpretato come gioco o sport quindi multa! Hilarious.
La circolare dice che l’uscita coi bambini «può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto», c’è abbastanza margine per stoppare le velleità di eventuali sadici in uniforme. Certo, qualcuno avrà la faccia di tolla per dire: «camminare sì ma saltare no!» ma non regge, l’eventuale sanzione sarebbe impugnabilissima e annullabile.
Prima sono andata con mia figlia a Lidl (che divertimento!) e stavamo trotterellando pero’ le ho detto che dovevamo stop perche’ magari poteva essere interpretato come jogging!
Gente che implora Fedriga di impedire ai bambini di uscire di casa, e Fedriga che rassicura: “qui vale l’ordinanza regionale”.
Sui social sta già esplodendo l’indignazione: “15 giorni di sacrifici buttati nel cesso!”, “avete rotto con questi bambini!”, “volete ammazzarci tutti!” ecc. ecc.
Tifiamo Instant Karma.
«Instant Karma’s gonna get you
gonna knock you right on the head…»
E per l’ennesima volta De Luca è in perfetta sintonia con Fedriga.
“Coronavirus, De Luca contro il Viminale: “Gravissimo il sì a passeggiate e jogging””
A dimostrazione che tra PD e Lega non c’è differenza.
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/31/news/coronavirus_nuova_circolare_viminale_si_camminata_genitore_figli-252804987/
L’ultima parte dell’articolo che cita la circolare è tragicomica. Si arriva addirittura ad introdurre le proporzioni matematiche. C’è al Viminale non operassero menti eccelse si era capito da molto tempo ma ormai siamo al delirio.
Noto solo ora la curiosa somiglianza di De Luca con l’on. Lo Bove: https://invidio.us/watch?v=ClSc59wdock&t=136
Appena visto su Ansa che i governatori sono allarmati perché temono le strade possano riempirsi (!) E il solito Gallera parla di “circolare folle e insensata”.
Gia’ mi sembravano legittimamente incazzati gli adolescenti prima figurararsi dopo quest’ennesimo maltrattamento e abuse dalla parte del potere che glu ha negato un futuro decente.
Nella provincia di Piacenza non si puo’ passeggiare coi bimbi, pare. E neanche in Lombardia..
#con #tanto di #hashtag a #cazzo di #cane.
Ancora una volta sono stracontenta di non fare piu’ parte di quei spaventosi gruppi whatsapp genitori.
Sono tornata ad usare un dumbfone per uscirne e avere la scusa!!
Finalmente un po’ di chiarezza. I passi consentiti sono 263. Lo dice Zaia:
“Allora, nei 200 metri da casa si può uscire, evitando assembramenti, in solitaria o con un bimbo, 263 passi consentiti.”
https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/coronavirus_zaia_diretta_cosa_ha_detto_oggi_1_aprile_2020-5146258.html
Ma come si misurano? 263 passi cambiano a seconda della lunghezza degli arti e dell’ampiezza del movimento. Già li vedo gli agenti alle prese con le verifiche del caso. Non trovo aggettivi per definire ciò che ci circonda.
[…] Le domande sono rivolte al Presidente Massimiliano Fedriga e a tutti coloro che si sono dimenticati dei bambini nello scrivere i “decreti restrittivi” […]
Ormai è una guerra civile:
https://www.huffingtonpost.it/entry/insulti-ai-bambini-in-strada-dai-balconi-i-genitori-ci-urlano-di-tutto-abbiamo-paura_it_5e84a228c5b6a1bb76511180?ncid=tweetlnkithpmg00000001&__twitter_impression=true
In questa novella ci sarà anche il cane nero.
non sei il solo a sognarla questa specie di “processo di Norimberga”
Dobbiamo resistere un minuto più di questi pezzi di merda. Non avremo una Norimberga, ma vedremo la loro psiche andare in mille pezzi quando la vita si riprenderà il suo spazio, facendo implodere il loro senso di onnipotenza.
E lunedì riaprono i cantieri navali di Monfacone, un assembramento di minimo 5000 operai, perché le navi da crociera sono un bene essenziale.
Intanto anche il presidente della regione piemonte fa la voce grossa: “continuiamo con la linea del rigore”. Visto che altro non sanno fare loro continuano https://www.lastampa.it/torino/2020/04/01/news/coronavirus-il-piemonte-chiude-alle-passeggiate-genitori-figli-cirio-continuiamo-con-la-linea-del-rigore-1.38665239
Sì, ha detto proprio così. E il potere esecutivo in tutte le sue articolazioni ha detto che dobbiamo stare a casa e non rompere i coglioni, che il picco non è all’ordine del giorno e che dobbiamo essere fieri di essere italiani.
https://www.repubblica.it/politica/2020/04/01/news/la_bozza_del_dpcm_sospsesi_gli_allenamenti_-252899965/?ref=RHPPTP-BH-I252895485-C8-P1-S1.8-T1
Dopo aver sentito il mio fornaio, temo che la gente iper-rispettosa delle regole si incazzeranno solo con i joggers e le mamme a spasso con bambini.
Il mio fornaio mi informa che è assolutamente vietato portare i bambini per strada se non al supermercato. L’ha sentito in televisione. :(
Cambia fornaio.
Non è in cima alla lista delle esperienze che un genitore vorrebbe far fare al figlio, ma neanche la ” segregazione”. Si tratta di scegliere, ad un certo punto.
Pero’ la mamma doveva avere la prontezza mentale di replicare pacatamente all’invito antidemocratico di rincasare e poi a spiegare con calma alla bambina che hanno tutto il diritto ad uscire.
Se i giusti non alzano la voce ora per “push back” siamo fottuti.
A proposito di ora d’aria, mi piacerebbe segnalare questo articolo https://comune-info.net/lora-daria/
e questo documentario sui bambini in carcere: http://www.azulfilm.com/imprisoned-lullaby/ possibile vedere in streaming gratuito fino a domenica su questo: https://www.openddb.it/streaming-di-comunita/
Credo sia importante per riflettere anche sui piccoli detenuti nelle carceri italiane.
Io saro’ sfrontata o semplicemente di una cultura meno prona al sevilismo ma io esco orgogliosamente con i miei bimbi e non guardo in faccia nessuno.
Serve coraggio civico anche per impartire ai bambini lo stesso. Non voglio vantarmi che sia chiaro. Peace.
Noi non siamo ” culturalmente proni al servilismo ” ma fra l’ infrangere una regola, cosa che stanno/ stiamo facendo in “molti”, e il metterla in discussione apertamente, c’è in mezzo un ragionamento differente che richiede, come dici tu, molto coraggio. Oppure una maturazione politica più estesa.
Mi dispiace per tua amica ma se si liberasse della propaganda mediatica secondo me non perciperebbe poi questa riprovazione che magari sta nella testa. Covid 19 e’ una PSYOP riusita alla perfezione.
Ma il problema non riguarda solo la mia amica. Io non vedo bambini e adolescenti da nessuna parte…
Appunto. Una PSYOP riuscita alla grande. Anche se in teoria ora si puo’ portarli fuori quasi nessuno lo fa!
PSYchological OPeration.
Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche
https://www.tpi.it/politica/coronavirus-scudo-penale-medici-amministrazioni-emendamento-pd-decreto-cura-italia-20200402578347/
…e così gli unici colpevoli di questa strage saranno i podisti e le mamme col passeggino…
Grazie per l’analisi puntuale del decreto-legge – quando si dice ‘xe peso el tacon del buso’.
Per quanto riguarda il rapporto stato-regioni nella gestione dell’emergenza sanitaria, in particolar modo relativamente alla libertà di movimento dei bambini, non vedo altra scelta che la disubbidienza civile.
Il nostro amico e compagno Marco Deseriis ha scritto una lettera aperta alla ministra Azzolina, chiedendo che si spenda per mettere in sicurezza gli ambienti scolastici e così a settembre si possa riaprire, ché la didattica a distanza non può in alcun modo rimpiazzare la didattica vera.
https://www.change.org/p/lucia-azzolina-il-miur-presenti-un-piano-per-una-scuola-sicura-a-settembre
Bellissima, Massimo. Bellissima. Impeccabile.