INDICE DI /GIAP/, n. 2, III serie - Siamo dei pezzi di merda - 10 luglio 2002



(1) Calendario presentazioni estive di 54
(2) Grazie a tutti per la serata di Ferrara del 28 giugno u.s.
(3) Novità sul sito: il pezzo su Spiderman etc.
(4) Luther Blissett in Brasile
(5) Andiamo in un locale chiamato Le Corbusier, ergo siamo dei pezzi di merda
(6) Pubblichiamo per Einaudi, ergo siamo dei pezzi di merda
(7) Presentiamo il libro in pubblico, ergo siamo pericolosamente vicini a diventare dei...
(8) Cerchiamo di scrivere libri che piacciano, ergo...
(9) Le difficoltà che creiamo ai bibliotecari :-)
(10) "I Wu Ming" o "Wu Ming"?

(11) Una citazione di fronte al pericolo



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CALENDARIO PRESENTAZIONI ESTIVE DI 54




22 luglio PARMA h. 21:30
Parco giardini di S. Paolo
ingresso via Melloni o via Giordani
info: Cristina 3479755169


24 luglio S. FELICE SUL PANARO (MO) h. 21.30
Cortile del Castello Estense
nel contesto della rassegna "La dodicesima luna"
info: massimosanfe@hotmail.com


1 agosto FORLI' h.21
Piazza della misura
nell'ambito della rassegna "Autori sotto la Torre"
info: Libreria Mondadori 0543/35920 o 0543/32641


5 agosto BOLOGNA h. 21
Scandellara Rock Festival
entrata dal parcheggio del centro commerciale "Via Larga"/Pianeta
via Scandellara 88
quartiere S. Vitale


11 agosto BRESCIA
Festa di Radio Onda d'Urto
via Grandi, zona industriale
h.18 - presentazione del libro
h. 22 - "54" - Lettura scenica
a cura di Stefano Tassinari
 musiche originali dal vivo di Yo Yo Mundi
Voce narrante: Fabrizio Pagella
Immagini di Dario Berveglieri
info: urtobs@ecn.org


24 agosto MALO (VI)
Festival "Azioni InClementi"
Villa Clementi
info: cristiano_fili@yahoo.it


29 agosto MARINA DI RAVENNA h. 21
Stabilimento balneare  "la Duna degli orsi"
info: 0544-530548


5 settembre  MANTOVA h. 17:30
nell'ambito di Festivalletteratura
Palazzo d'Arco h.17:30
[Giapsters, rinnoviamo l'appello diramato con lo scorso numero!]



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Come da programma, la sera del 28 giugno ultimo scorso, alla Sala Estense di Ferrara, gli Yo Yo Mundi <www.yoyomundi.it> hanno "sonorizzato" 54, eseguendo dal vivo musiche originali, appositamente composte dopo aver letto il romanzo.
L'idea è stata del collega scrittore Stefano Tassinari, che da anni organizza serate con questo format: una breve presentazione del libro insieme agli autori, a cui segue un recital di brani del libro da parte di un attore o un'attrice, con commento sonoro di una band dal vivo e proiezione di immagini in tema realizzate o scelte da un fotografo.
La scelta è caduta sugli YYM perche' avevano gia' sonorizzato Sciopero, il classico di Sergej Eisenstein (CD edito da Il Manifesto, 2001).
A leggere è stato chiamato Marco Baliani (chi non va a teatro lo avrà forse visto al cinema, es. in Teatro di guerra di Martone).
Le immagini sono state trovate, scelte e proiettate dal fotografo ferrarese Dario Berveglieri.
Non avevamo nessun tipo di aspettativa, nella nostra storia di narratori non c'erano precedenti di questo tipo e la maggior parte di noi ha gusti musicali piuttosto diversi da quelli del pubblico degli YYM.
Dobbiamo ammettere che Tassinari aveva visto giusto. Un solo pomeriggio di prove è bastato a trovare un'intesa perfetta tra attore e band. Non lo diciamo noi, lo testimoniano gli applausi delle duecento persone convenute a dispetto di un  violento temporale.
I capitoli da leggere li avevamo scelti insieme a Tassinari in modo che andassero a formare una galleria di personaggi: il bar Aurora, Grant, Pierre, Zollo, Luciano, Ettore e Serov.
La colonna sonora degli YYM comprendeva un tema generale più un tema per ciascun personaggio presentato (con titoli come "Il sopracciglio inarcato di Cary Grant").
Berveglieri ha ripercorso i sentieri delle nostre ricerche d'archivio, risalendo a tutti gli articoli di giornale citati nel romanzo, proiettando pagine, titoli e fotografie, portando dentro la Sala Estense i volti patibolari e menagramo dei dirigenti di PCUS e KGB, o quello mentecattoide del finto pentito di camorra Abbatemaggio.
A nostro parere unanime, il meglio di tutte le parti coinvolte se lo è preso (meritatamente) il compagno Ettore Bergamini, combattente partigiano e contrabbandiere. Consideriamo il capitolo a lui interamente dedicato (pp.373-376) uno dei più belli del romanzo. Baliani lo ha letto benissimo, senza mai andare sopra le righe. La musica degli YYM (lenta e suggestiva) e le immagini scelte da Berveglieri (fotografie di suo padre risalenti agli anni Cinquanta) hanno fatto il resto. Commovente.
Come scritto nel calendario, lo spettacolo verrà riproposto a Brescia l'11 agosto (con Marco Baliani sostituito da Fabrizio Pagella, che tra l'altro è un giapster). Un'ulteriore rappresentazione sarà a S. Lazzaro (BO) a ottobre (comunicheremo la data al prossimo aggiornamento del calendario).
Ringraziamo tutti per l'impegno dimostrato e per l'omaggio che hanno scelto di fare non tanto a noi quanto all'esito di tre anni di duro lavoro.
Come noi, gli YYM sono in tour perenne (700 date in 13 anni di attività). Se passano dalle vostre parti andateli a vedere, fatelo anche se in genere ascoltate tutt'altro: è gente seria, che si  fa il culo, produce altre bands e se ha un seguito è perché se lo è guadagnato ad hominem.



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Molte novità e aggiornamenti sul sito:


A grande richiesta, lo scritto di Wu Ming 5 sull'Uomo Ragno:
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/spiderman.html>

El estilo como arte marcial - traduzione della rubrica di Wu Ming 1 su Riviera Beat
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/estilo.html>

- Una pagina di links nuova di pacca

- Havana Glam scaricabile gratis nella sezione downloads

- Ulteriore rassegna stampa su 54 nell'eponima sezione



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Meno di due mesi fa, la casa editrice brasiliana Conrad  <www.conradeditora.com.br> ha pubblicato Q e l'antologia blissettiana Totò, Peppino e la guerra psichica 2.0 [titolo brasiliano: Guerrilha Psiquica]. Del primo potete leggere alcune recensioni qui:
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/rassegna/qportugues.html>
[Recensioni benintenzionate e decenti, benché riemerga il vecchio fraintendimento su Luther Blissett "situazionista"]
Quanto al secondo, oltre a essere stato inserito in alcuni programmi d'esame dell'Università di San Paolo (!), sta cominciando ad avere una piccola ma certificata influenza sui movimenti di quel paese. Tra le varie cose, lo testimonia il seguente materiale (un volantino e un articolo di rivista) inviatoci da Rogerio de Campos della Conrad.
Diamo volentieri uno strappo alla nostra regola di NON fare "blissettologia", perché aneddoti come questo dimostrano che significato avesse il seppuku (il farsi da parte di noi "veterani" del Luther Blissett Project, nel dicembre 1999), al di là delle distorsioni e della malafede di diversi "osservatori".
Sul sito anche il testo originale in portoghese. Grazie a Giulia Crippa per l'aiuto nella traduzione.


<<24 giugno 2002


Da Luther Blissett, Isola di Santa Catarina, Brasile


All' Eccellentissimo Rettore dell' Università federale di Santa Catarina


Col comune intento di fondare - nella sostanza - un ateneo, dal marzo 2002 un gruppo aperto e informale di persone ha occupato e iniziato a utilizzare uno spazio abbandonato, una sala di circa 50 mq. dietro la mensa universitaria;  i locali adiacenti ospitavano già workshops di artigianato e capoeira, realizzati da altri occupanti.
Quando siamo entrati in quello spazio dismesso, non mancavano immondizia, fango, tubature rotte, e persino topi. Non mancava nemmeno uno spazio per il libero transito di scarafaggi e ratti, che vivevano in quella sala immonda e umida. Gli utenti della mensa erano al corrente di questa realtà così poco igienica e anche rischiosa per la loro salute?
Abbiamo raccolto quintali di spazzatura e detriti. Abbiamo pulito, riparato i buchi nelle tubature, recuperato libri che ci stavano marcendo e che poi abbiamo donato alla Biblioteca dell' Università Federale di Santa Catarina. Abbiamo allestito una biblioteca aperta a tutti, che ha rapidamente superato i 100 titoli (la maggior parte dei libri è recente e non disponibile nelle obsolete biblioteche dell' UFSC), con l'aggiunta di numerosi periodici libertari.
Siamo riusciti a ottenere dei mobili, ancorché malconci, per far sì che quell'antico laboratorio si trasformasse in uno spazio di socialità, di lettura, di gruppi di discussione. Cercavamo, in modo autonomo, di rianimare un po' la ricca tradizione degli atenei in Brasile e nel mondo.
Il 17 giugno scorso,  senza che nessuno si desse la pena di avvisarci, il Rettorato ha fatto chiudere l'ingresso con un catenaccio e sigillare la serratura.
Proprio come i ratti e gli scarafaggi che occupavano il posto prima di noi, avevamo preso e utilizzato lo spazio senza l' "autorizzazione" del Rettorato. Ci stanno trattando allo stesso modo... o forse peggio, poiché topi e scarafaggi non li hanno sgomberati.
Non c'è da sorprendersi. Per coloro che non capiscono il valore della memoria, della storia, della cultura, della libera iniziativa, dell' autonomia, e che riconoscono soltanto l'Autorità politica come legittimazione delle attività umane, non c'è differenza tra l' attività dei topi e degli scarafaggi e la nostra.
Nessuna delle due aveva l'approvazione dall' Autorità, che vuole regolare e controllare tutto. Ragion per cui, nessuna delle due merita rispetto e considerazione, sono entrambe illegittime e illegali. Tutto questo l' abbiamo capito chiaramente negli incontri con il pro-rettorato per le questioni comunitarie.
Con l' intenzione di trovare una soluzione per questo scontro, e cercando di salvare il nostro ateneo e i workshops, cogliendo l'occasione dei Mondiali, sfidiamo il Rettorato a una partita di calcio, da tenersi giovedì 27/06, alle 12:30h, nel Rettorato medesimo.
Se vinceranno gli Alti Burocrati dell' UFSC, non li infastidiremo più col nostro idealismo e le nostre inquietudini, e potranno dedicarsi di nuovo al gioco della politica, indisturbati.
Se a vincere saremo noi, gli Alti Burocrati dovranno lasciarci in pace, dietro al Ristorante Universitario o in qualunque  altro spazio decidano positivamente di indicarci per realizzare il nostro progetto.


Con spirito di fair play,


Luther Blissett>>


***
From: "Leo" [...]
Date: Fri, 28 Jun 2002 00:40:56 -0300
To: "rogerio de campos" [...]
Subject: En: [espaciolivre] matéria(zinha) da Unaberta


Ciao Rogerio,
Grazie per l' aiuto nella diffusione della lettera di Luther! Dai un' occhiata in quest' articolo pubblicato il 27 giugno su Universidade Aberta (un giornale dell' università, o del dipartimento di giornalismo, o di qualcos' altro). me la faccio sotto dal ridere...
Ha intervistato personalmente Luther Blissett... non so chi le ha rilasciato l' intervista... credo che abbia letto anche il volantino... ha scritto come se Luther Blissett fosse una persona reale... (eh! eh! eh!) [...]
Un abbraccio
Leo


<<Studenti giocano a calcio nella hall del Rettorato

Oggi l'androne del Rettorato è stato occupato da circa 50 studenti e persone estranee all' Università, allo scopo di giocare una partita di calcio e fare una batucada. Dalle 12: 45 fino alle 14h30, gli studenti hanno protestato contro la chiusura di uno spazio che occupavano sul retro dell'ala B della mensa universitaria.
Luther Blissett, che ha preso parte all' occupazione, ha affermato che lo spazio era usato per realizzare riunioni, gruppi di discussione e spettacoli (recital di poesie, mostre d'arte e altre iniziative). Sul posto, è stata anche creata una biblioteca, con la donazione di più di 100 libri.
Secondo Blissett, gli occupanti pulivano e facevano la manutenzione della stanza, che, quando è stata occupata nel marzo scorso, era in condizioni precarie, piena di detriti, libri marci, fango, tubi rotti e topi. Il 17 scorso, la porta  d'entrata della stanza è stata sigillata, e la serratura cambiata dalla Sicurezza del Campus.
Secondo il pro-rettore per le Questioni Comunitarie dell' Università, Pedro da Costa Araujo, lo spazio è stato occupato senza autorizzazione e, oltre a realizzare attività di discussione, gli occupanti ci dormivano. Gli occupanti erano stati avvertiti che non sarebbero potuti restare nello spazio che, oltre ai mobili messi da loro, ospita libri, beni patrimoniali e oggetti sotto sequestro giudiziario. Il pro-rettore ha dichiarato che lo spazio sarà usato per la costruzione di un Centro di Abilitazione alla Selezione del Personale.

Estephani Zavarise.>>



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Volantino anonimo affisso con nastro adesivo sulla vetrina del bar Le Corbusier di Genova, in data 13 giugno 2002.



<< IL CORVO (Le Corbeau) E LE CAROGNE


Si dichiarano "senza nome" ma hanno un'identità ben precisa i Wu Ming, odierni ospiti di Le Corbusier.
L'altro ieri, sotto le putride spoglie di Luther Blissett, hanno tentato di falsificare la storia del movimento rivoluzionario del XX secolo per fare pubblicità al proprio progetto commerciale.
Ieri, come attivisti e ideologi della cricca delle tute bianche, sono stati l'avanguardia dei "sinistri" opportunisti nemici della rivolta che, a Genova, nel luglio scorso (come nel 1960), ha deciso di fare da sola, senza capi.
Oggi, tornando nella città a loro mostratasi così ostile per presentare il loro ultimo romanzo, hanno trovato ospitalità presso Le Corbusier, il locale intilato [sic] all'architetto che, al grido di "architettura o rivoluzione", aveva cercato di eliminare l'incontrollabilità sociale di centri storici labirintici come quello genovese progettando città-prigioni da costruire sulle loro macerie. Le intenzioni dei Wu Ming vengono svelate dalla scelta di un simile padrino, mentre nessuno trova inaccettabile l'esistenza di un locale dedicato al corvo nel più grande labirinto urbano sopravvissuto in Occidente.
La forma di una città non mente mai. Se, il 20 luglio scorso, la deriva insurrezionale condotta per le vie di Genova ha svelato la natura di questi "opportunisti", l'assedio con cui i vicoli circondano la loro presenza odierna da Le Corbusier ci ricorda che molti "artisti di sinistra" lavorano di concerto con gli architetti reazionari "per la maggior gloria di quel Dio che ha fatto a propria immagine le carogne e i corvi".>>



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Di recente, Max Stefani (direttore del glorioso settimanale Il Mucchio Selvaggio) ha preso spunto dalla mossa con cui Giorgio Bocca ha lasciato la berlusconiana Mondadori per passare alla Feltrinelli, e ha chiesto pubblicamente spiegazioni agli autori e artisti di sinistra che si trovano a lavorare per o con aziende di proprietà di Berlusconi.
Noi non abbiamo pubblicato né pubblichiamo esclusivamente per Einaudi ma anche per indipendenti come Derive Approdi e Fanucci (che tra l'altro hanno beneficiato del fatto che pubblicassimo anche per Einaudi) , ma ci sentiamo senz'altro inclusi nella rosa degli interpellati.
La nostra posizione è limpida e l'abbiamo spiegata più volte nelle presentazioni e negli incontri coi lettori, ma vale la pena metterla nero su bianco nei dettagli.
Invitiamo a esprimersi anche quei nostri colleghi (anche in senso lato: registi, attori etc.) iscritti a /Giap/ che si trovino in una situazione alla nostra.
Per pura coincidenza, qualche settimana fa siamo stati attaccati per le stesse ragioni su Indymedia Italia <www.italy.indymedia.org>, in uno di quei giorni in cui il newswire somiglia tantissimo a un'ultima spiaggia per parolai, "duri & puri" e pseudo-rivoluzionari nullafacenti. Quanto segue è un utile florilegio di messaggi colà apparsi in data 20 giugno u.s.



"54" scrive:
<<[...]troppe volte ho sentito i berluschini utilizzare trasmissioni di tipi *di sinistra* :* le iene e striscia la notizia *x dire :*ma vedete quanto sono democratiche le tv di Berlusconi*
attenti xche' se entrate anche voi in quella lista siete morti!>>


"Fra" scrive:
<<Esistono case editrici indipendenti...ce ne sono poche, ma ci sono. Certo, con loro si guadagna di meno, perche' x forza di cose i costi x loro sono centuplicati rispetto a Mondadori & C. Ma se uno è coerente, se ne fotte dei soldi.
Ma la coerenza va a farsi fottere, come al solito.
E anche questa e' una scelta, che pero' va fatta in silenzio, consapevoli che non si puo' pretendere di prendere per il culo la gente. Perche' e' cosi' che fate: volete salvarvi la faccia, e passare per santi quando santi non siete.
Se avete deciso di pubblicare con Einaudi cazzi vostri, ma non venitevene qui a dire che " per far circolare le vostre idee era l'unico modo" e che siete riusciti a "ritagliarvi uno spazio" perche' non e' vero.
I contratti pompati fanno gola: ci vogliono le palle per rifiutarli.
Non e' un delitto non avere le palle, ma lo è voler infinocchiare la gente con scuse idiote come le vostre.>>


Wu Ming 1 risponde:

<< Sono cose che abbiamo fatto notare ad nauseam in decine di interviste e praticamente in tutte le presentazioni fatte, ma tant'e'.
Noi rispetto a Stile Libero di Einaudi siamo più autonomi di altri, dei "fuori collana", come si evince dalle condizioni e dal formato in cui sono stati pubblicati Q (edizione speciale) e 54.
Abbiamo la possibilità di negoziare più o meno tutto, dalla grammatura della carta alla strategia di lancio alla dicitura sul copyright, grazie al fatto che vendiamo in Italia e all'estero e che il nostro peso contrattuale aumenta.
Abbiamo imposto la nostra dicitura sul copyright persino ai Miti Mondadori.
(chiarimenti su questo punto specifico:
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap1iii.html#copyright>)
A sua volta, Stile Libero ha una certa autonomia rispetto alla casa madre Einaudi [...]
A sua volta, l'Einaudi quando venne incorporata nel gruppo Mondadori (fine anni Ottanta, se non erro) rivendicò e ottenne piena autonomia nei contenuti e nella linea redazionale.
Ragion per cui noi abbiamo il nostro margine dentro a un altro margine dentro al margine.
Da questo punto di vista, tutto ciò che abbiamo avuto ce lo siamo guadagnato, non lo dobbiamo ad alcuna magnanimità da parte di chicchessia e men che meno di Berlusconi.
Qui si vede solo Berlusconi, Berlusconi qui, Berlusconi là, come se noi facessimo le riunioni e le cene con lui. Questa visione semplicistica impedisce di comprendere l'importanza che secondo noi ha avuto la nostra conquista di terreno.
Quello che mi chiedo è come mai questa domanda venga fatta solo a noi e non a moltissimi altri autori di sinistra o addirittura di movimento che pubblicano con Einaudi, ad esempio a Marco Paolini.
Un'operazione come Vajont, o lo spettacolo sul Petrolchimico di Marghera, sono forse tacciabili di subalternità al berlusconismo?
No di certo.
Idem per noi.
Per Fra: per fortuna esistono i commissari della Morale Rivoluzionaria, come te. Se non ci foste voi!
Accontentare quelli come te non è difficile: basta non fare mai un cazzo e non ottenere mai niente. Mi dispiace, ma non ci va di accontentarti in assoluto. Pubblichiamo anche per gli indipendenti (Derive Approdi cos'è?), e usiamo le major anche per estendere il raggio d'azione degli indipendenti. In più pubblichiamo per la stessa casa editrice che pubblica Marx, Adorno, Benjamin e altri "servi di Berlusconi".>>



"A.M." scrive:
<<Non facciamo questioni morali.
Non penso che la questione che anima i dubbi qui espressi sia tanto la questione dello spazio di manovra che la casa editrice lascia a Wu Ming (infatti questa è una misura che possono controllare solo loro in riferimento al modo in cui di volta in volta intendono progettare e realizzare il loro lavoro); questa è solo una precondizione, certo fondamentale, se non si vuole cadere nel bieco servilismo, ma a me sembra che quì si stia sollevando il problema dell'"eticità" del lavorare in certi contesti.
E questa è una questione vecchia come il mondo ma che va di volta in volta posta e, almeno provvisoriamente, risolta. Perché se ci pensiamo qualunque lavoro è investito da questa considerazione, e in quanto sfruttamento, più o meno accettato, più o meno volontario, questo non importa, contrasta con una certa considerazione etica. Ma, se non ci vogliamo fermare al lato qualunquista della considerazione per cui ogni lavoro è cattivo, per finire a dire che allora tanto vale metterli tutti sullo stesso piano (lavorare nel sociale e costruire mine anti-uomo per es.) e terminare così il discorso, penso sia fondamentale intendere ciò che fa Wu Ming come strategia, quali risultati ottiene, che segno acquista ogni volta la sua azione. Se attraverso "Q", utilizzando Einaudi come trampolino si pubblicizza "Nemici dello stato", cosa che avrei visto accadere con difficoltà se non si fossero date le condizioni che il collettivo e' riuscito a creare, io credo che un senso tutta l'operazione ce l'abbia. Sta a Wu Ming, a prescindere dalla "presentabilità" o meno delle edizioni per cui lavora, mantenere l'attenzione vigile e cercare di usare al meglio le bottiglie che possono esseregli utili a trasmettere i suoi messaggi.>>



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<<Apprezzo gli sforzi e l'intelligenza più volte dimostrata dal collettivo romanziere autore dei vari "Q", "Asce di guerra" e così via. Detto ciò, tutta questa operazione delle presentazioni inizia a puzzare di puro e semplice marketing. Attenzione. Non dico questo per gettare merda gratis sulla capoccia di chi, volente o nolente, tenta a suo modo di campare di libri (per altro ben scritti) e via dicendo. Piuttosto invito loro stessi a trovare anche un modo diverso di comunicare con l'esterno, un modo che non sembri una pura operazione commerciale felicemente supportata da Einaudi-Mondadori.
E, sebbene meritevole, non basta mettere i libri aggratis su Internet: chi cazzo ce l'ha l'inchiostro e la stampante e la carta per stampasse duecento pagine?
Siccome capaci di pensiero critico e notevole, si richiede ai vari Wu Ming di rivoluzionarsi e criticarsi da soli, per non cadere in "baricchismi" eccessivi... >> H., 20 giugno 2002


[ WM1:] Siamo persone che raccontano storie, e a cui piace incontrare le persone perché anche loro ne raccontino a noi.
"Opachi verso i media, trasparenti verso i lettori", questo è quello che scrivemmo nella nostra dichiarazione d'intenti del gennaio 2000. Ragion per cui non andiamo in tv e non ci trasformiamo in "divi" (prima parte della frase) ma abbiamo rispetto per chi ci legge e non ci sottraiamo al confronto con loro (seconda parte).
Ci interessano il passaparola tra i lettori, le assemblee permanenti e orizzontali della "repubblica democratica dei lettori" (come la chiama Taibo), il confronto diretto con chi ha letto i nostri libri o lo sta facendo o ha deciso di farlo ... o di non farlo.
Abbiamo fatto oltre 120 incontri in tre anni, in centri sociali, appartamenti, librerie piccole e grandi, teatri e teatrini, biblioteche di quartiere, bar e locali, piazze e altri luoghi all'aperto.
Sono momenti senza i quali non avrebbe senso continuare, non avrebbe senso scrivere, disprezziamo l'immagine dello scrittore chiuso nel suo abbaino a cercare l'ispirazione, noi ci vediamo come cantastorie e come tali vogliamo incontrare le persone.
Quelli sono i momenti in cui ci arrivano forti, DIRETTE, le emozioni, in cui abbiamo la conferma che ha senso andare avanti nonostante tutti i rospi ingoiati, la fatica e anche le malignità e le balle sparse sul nostro conto.
Nelle presentazioni presentiamo noi stessi, non solo i libri. Ci mettiamo a repentaglio, ci esponiamo al confronto.
Non sono solo momenti di marketing, se fossimo interessati a quello faremmo "marchette", faremmo i tuttologi, andremmo in tv etc.
Ultima cosa: le presentazioni ce le organizziamo da soli, non c'entra niente l'Einaudi. Vige il contatto diretto tra noi e la situazione ospitante, basta scriverci un'e-mail, proporci una data e noi decidiamo. Il più delle volte la casa editrice è totalmente all'oscuro della cosa. Ma anche se così non fosse?



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L'opinione su 54 di Romano Luperini, noto critico letterario marxista, fondatore e direttore della  rivista Allegoria, curatore di fortunate antologie scolastiche. Parere espresso in un'intervista alla radio studentesca dell'Università di Siena in data 8 maggio 2002.

<http://www.wumingfoundation.com/italiano/54/commenti_54_7.html>



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da AIB Notizie, newsletter dell'Associazione Italiana Biblioteche, n.6/2002. Creiamo scompiglio in qualunque ambito, anche senza far niente! :-)



<<LUTHER BLISSETT: VEDI ANCHE WU MING?
I multiple names e i cataloghi


La discussione in AIB-CUR ha sollevato la questione del rinvio reciproco fra Luther Blissett e Wu Ming. Ma quello del rinvio non è il problema principale; innanzitutto bisognerà stabilire qual sia la forma accettata: se Luther Blissett, o Blissett, Luther, o Luther Blissett Project, e, in ogni caso, se e come possa essere qualificata la forma scelta. L'unica qualificazione incontrata riguarda Luther Blissett ed è quella di  ","  quantomai generica e, a mio avviso, errata e superficiale. E Wu Ming, o Ming, Wu o Wu, Ming (la ricerca in diversi OPAC ha fruttato tutte queste soluzioni)? E Wu Ming 5? Fingiamo di non aver visto il numero? Ma l'home page della Wu Ming Foundation è esplicita nell'indicare più di un Wu Ming (considerato il significato del nome, la discussione appare paradossale!).
Un po' di ordine, a questo punto, sarebbe necessario, ma le scelte catalografiche incontrate negli OPAC non sono di grande aiuto; a titolo d'esempio, in Italia SBN preferisce Luther Blissett, senza qualificazioni; COPAC, in Inghilterra, preferisce Blissett, Luther, entrambi augurandosi, suppongo, che lo sfortunato calciatore mai pensi di scrivere le proprie memorie. In Germania e in Inghilterra si trova la qualificazione "," la Spagna opta per Luther Blissett Project (anche nel caso del romanzo Q). Una forma non ha la prevalenza sull'altra. Cui prodest la querelle, se gli OPAC permettono comunque di accedere alla registrazione, indipendentemente dalla forma scelta? Alla chiarezza concettuale, ad esempio, perché se si preferisce la forma diretta si potrebbe supporre che si tratti di ente. Cosa che non è, a mio avviso, pur avendo alcune caratteristiche tipiche dell'autore collettivo. E se è persona, perché la forma diretta? La risposta, per ora, non è definitiva e definita, e le direttive internazionali sulle "voci di autorità" non si pronunciano in merito.
Sarebbe forse opportuno risolvere questi dubbi concettuali, prima di spingersi al problema del rinvio fra le due forme. Il rinvio si può fare, e probabilmente deve essere fatto, ma con una nota esplicativa obbligatoria e chiarificatrice, e poiché il lavoro è stato iniziato, concluderlo con un bel link all'home page di entrambi i multiple names, per i dovuti chiarimenti e approfondimenti per chi li desidera, e, perché no, per approfittare dell'opportunità di fare il download dei romanzi.


Lucia Sardo>>



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"I WU MING" O "WU MING"?


<<Non conosco il cinese, ma i due ideogrammi di Wu Ming sono utilizzati con lo stesso significato anche in giapponese (e si leggono mumei), venendo però impiegati solo come aggettivo, e non come sostantivo. Mi domando, pertanto, se in cinese Wu Ming possa essere sostantivo. Credo, peraltro, che in giapponese sia meglio utilizzare il termine sakusha fumei (autore ignoto).>> (A.V., 19/06/2002)


WM1: Se ho ben capito cosa intendi, noi lo abbiamo sempre usato come aggettivo ("senza nome" nel senso "che rifugge la fama", contrapposto a "you ming", che vuol dire l'esatto contrario), ma chiaramente una volta che dà nome al collettivo l'aggettivo si sostantiva, benché ciò avvenga fuori dalle regole della lingua cinese. In ogni caso, a noi piace poco l'espressione "i Wu Ming" che spesso viene usata sui giornali. Noi non l'abbiamo mai utilizzata, usiamo Wu Ming sempre al singolare. Non ci risulta si sia mai detto "i Democrazia Cristiana" o "i Partito d'Azione"... Non è un grosso problema, comunque.


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CITAZIONE DI FRONTE AL PERICOLO


Volantino non datato, trovato sul marciapiede di una via del quartiere Bolognina:


<<Comitato Provinciale Lavoratori Licenziati per Rappresaglia Politica, Sindacale o Religiosa (ex L.36) di Bologna e Provincia
Via Marconi 67/2, 40122 Bologna - Tel. 051/6087272 Fax 051/251062

Lavoratrici, lavoratori, cittadini,

per non dimenticare:

a Bologna e provincia
vent'anni di lotte dal 1948 al 1967
per l'affermazione democratica dell'art.18
contro i licenziamenti indiscriminati

8300 licenziamenti - 2 morti - 795 feriti - 8369 condannati

I licenziati per rappresaglia sono sempre al fianco della CGIL nelle lotte per la difesa dell'art.18 e dello Statuto dei Lavoratori.
Tutta la solidarietà dei licenziati per rappresaglia ai giovani che sono entrati nel mondo del lavoro, perché non si ripetano le sofferenze subite dai loro padri.
I licenziati per rappresaglia continueranno a lottare a fianco di tutti i lavoratori per il rispetto della dignità umana sul luogo di lavoro.>>


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Iscritti/e a /Giap/ in data 10 luglio 2002: 2569
Tutti i numeri arretrati sono archiviati qui:
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/numerigiap.html#ultimo>