Giap #2, Va serie - Perché abbiamo rinviato l'uscita del romanzo di WM2 - 18 gennaio 2004

0 - Di come e del perché posticipammo l'uscita del romanzo di Wu Ming 2 - di Wu Ming
1- Una classe a sé: cent'anni di Cary Grant - di Wu Ming
2- Ossessione samurai: l'Occidente, le arti marziali, la paccottiglia - di Wu Ming 5
3- Un percorso di libertà a Bologna - di Wu Ming 2
4- "Inciquid", la rivista dei Quindici
5- In uscita "54", il cd degli Yo Yo Mundi + calendario date
6- Aggiornamento "Ipertrame" e "La stanza mnemonica"
7- Nandropausa Reminder

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L'uscita del romanzo "solista" di Wu Ming 2, che non ha ancora un titolo definitivo (ha avuto diversi titoli di lavoro, tra cui "Guerra agli umani" e "Marco Walden supereroe": al momento lo stiamo chiamando Noi trogloditi), era già "calendarizzata" per l'inizio di marzo 2004. Collocazione: Einaudi Stile Libero Big. Lunghezza: Trecento pagine circa. Tiratura: quindicimila copie. Prezzo di copertina: tredici euro e cinquanta. Già prenotato in libreria. Bozze già corrette, copertina già impostata, mancava solo il titolo.
Bene, l'uscita slitta di un paio di mesi. Uscirà a maggio/giugno. Per quale motivo?
Mesi fa, aderendo alla "Campagna foreste" di Greenpeace [*] avevamo richiesto che il romanzo - e dopo di esso tutti i libri di Wu Ming prossimi venturi, comprese le ristampe di quelli già pubblicati -  fosse stampato su carta "amica delle foreste". Per carta amica delle foreste s'intende carta prodotta con fibre da riciclo post-consumo e/o fibre vergini certificate dal Forest Stewardship Council (cioè non provenienti dall'abbattimento di foreste primarie). A suo tempo, molti nostri colleghi firmarono l'appello degli scrittori a favore della carta FSC, eppure - dopo diversi mesi - la situazione è uguale a com'era. Nell'editoria italiana predominano l'atteggiamento conservatore, le ossificate consuetudini in materia di routines produttive, la pigrizia mentale, i "sentito dire" auto-assolutori come la storiella obsoleta, risalente agli anni Ottanta, secondo cui la carta riciclata inquinerebbe "anche più di quell'altra" (così, per il fatto di non usarla, uno si sente "ecologista"!)[**]. Non ci riferiamo a nessun editore preciso, sono tare diffuse dalle Alpi alla Trinacria.
Insomma, non è facile far capire che quella dell'abbattimento delle foreste secolari del pianeta è un'emergenza; che l'industria della carta ha un altissimo impatto sull'ambiente e deve cambiare impostazione; che l'editoria deve aprirsi ad alternative (peraltro non chimeriche bens“ esistenti e disponibili sul mercato, tanto che in altri paesi vi si ricorre sempre di più).
Ha fatto un primo, timido passo avanti l'editore Salani con l'edizione italiana dell'ultimo Harry Potter. Impossibilitato a trovare tanta carta FSC da coprire la tiratura (600.000 copie), Salani ha adottato una soluzione "di compromesso", stampando il libro su carta che contiene il 20% di fibre FSC ed è stata lavorata senza cloro. Un segnale di disponibilità al cambiamento, ma nulla più di questo. Non ci si pu" attestare l“, bisogna andare oltre (la pensa così anche l'editore, tanto da averlo scritto sul frontespizio).
Per questo, quando - dopo alcuni ritardi e qui pro quo - abbiamo capito che la carta propostaci dall'Einaudi per Noi trogloditi era la medesima utilizzata da Salani (carta PamoClassic delle cartiere Mochenwangen), ci siamo consultati tra di noi, con l'editore stesso e con Greenpeace, e abbiamo concluso che non poteva essere abbastanza. Se quello di Salani era il primo passo, ora bisogna fare il secondo, non replicare il primo. Abbiamo calcolato che l'utilizzo di carta FSC per Noi trogloditi eviterebbe l'utilizzo di quasi dieci tonnellate di legname proveniente dalla distruzione delle varie amazzonie del pianeta.
Così abbiamo chiesto di rinviare l'uscita, e siamo in attesa che l'ufficio tecnico dell'Einaudi si procuri una delle carte "amiche delle foreste" elencate nella "Guida di Greenpeace per l'editoria" (http://www.greenpeace.it/scrittori/guida-editori.pdf). Nel frattempo, abbiamo proposto che la PamoClassic già ordinata venga utilizzata per l'imminente ristampa di Q.
Il nostro agente, il temibile comandante Cienfuegos, negozierà un addendum ai contratti in essere, specificando che tutti i nostri libri vanno stampati su carta riciclata e/o FSC.
Chiaramente, per uno scrittore, togliere - anche se per poco - un libro dalla rampa di lancio è una cosa frustrante. Si ha sempre timore che il libro esca senza "cogliere l'attimo", quell'attimo che sembrava giusto, perfetto. Ma ancor più frustrante sarebbe stato, dopo tanti mesi di mobilitazione, tornare al nostro villaggio a mani vuote o quasi. Non avremmo potuto sopportarlo. Tra l'altro, il fatto che il libro parli di problemi ecologici avrebbe reso la contraddizione ancor più stridente. Segue una breve anticipazione:
<<Nei boschi sopra Castel Madero qualcuno tende agguati ai cacciatori e li mutila del dito con cui premono il grilletto. Una ragazza e un uomo barbuto girano tenendo in mano strane aste di metallo. Il gruppo dei "Duri a morire" si prepara al peggio. Il guerriero Geims Oliva si accorge d'un colpo che non vi è onore in quel che sta facendo. Mentre grida: "Io sono un gladiatore, non uno stronzo!", qualcun altro, non troppo distante, pensa che "la corda del mondo è lì lì per spezzarsi". 
Marco è l'Uomo Nuovo, fondatore di una nuova civiltà troglodita libera dalla tirannia degli inutensili. Vive in una caverna sui monti del Maderese, epicentro del futuro mondo primitivo. Non sono in pochi a interferire col suo progetto: cantieri che divorano montagne, bracconieri di cinghiali, piccoli gangster, carabinieri "survivalisti", palestrati nazisti e un gruppo clandestino che - ispirandosi a un oscuro autore di fantascienza - ha dichiarato la "guerra agli umani". Per Marco "nessun luogo vale un assedio", si ritiene un nomade e potrebbe anche andare altrove, ma un piccolo evento - la scomparsa di un sanbernardo di nome "Charles Bronson" - sta già rotolando e presto si gonfierà a palla di neve, travolgendo lui e i suoi "alleati": Gaia, barista rabdomante, e Sidney, nigeriano fuggito da un canile che non è un canile.>> 
Ancora non sappiamo se lo slittamento dell'uscita di Noi trogloditi comporterà anche lo slittamento di New Thing, il romanzo solista di Wu Ming 1 previsto per l'autunno. Non è detto, ma non è nemmeno improbabile. Per" possiamo garantire che non torneremo da voi a mani vuote.
Nel frattempo, ringraziamo per l'impegno profuso Angela Tranfo, Severino Cesari e Paolo Repetti dell'Einaudi, e per la consulenza Maria Letizia Rossi e Sergio Baffoni di Greenpeace.
Wu Ming, Bologna, 15 dicembre 2004

NOTE

*) cfr. lo "Speciale carta ecosostenibile" alla sezione "Parole limitrofe" del nostro sito.
**) Negli ultimi vent'anni i progressi nelle tecniche di "deinking" e sbiancatura hanno drasticamente ridotto l'impatto ambientale del riciclaggio, consentendo di ottenere carta di migliore, talora altissima qualità senza pesare sull'ecosistema. Sempre più spesso per lavorare la fibra riciclata si usano composti chimici privi di cloro, sbiancanti non tossici e impianti di depurazione a ciclo chiuso. Per sbiancare una tonnellata di carta riciclata si utilizzano da 7 a 15 Kg di composti chimici a base d'ossigeno, contro i 250 Kg circa necessari per la carta nuova.

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Questo articolo compare oggi sul quotidiano "L'Unità":

UNA CLASSE A SE', OVVERO: CENT'ANNI DI CARY GRANT

Oggi ricorre il centenario della nascita di Archibald Alexander Leach, noto al mondo come Cary Grant.
Non sappiamo se tale nascita fosse da tempo annunciata nelle costellazioni, o se sia stata preceduta da bizzarri eventi, comunque fu un evento importante, per motivi che andiamo a elencare. Qualcuno penserà che la nostra sia un'autentica fissazione. Come collettivo di narratori, abbiamo citato quest'attore innumerevoli volte, ne abbiamo studiato la vita e l'opera e, soprattutto, lo abbiamo inserito tra i protagonisti del nostro romanzo 54 traendo spunto da un importante e poco conosciuto capitolo della sua biografia: la collaborazione coi servizi segreti britannici per scoprire infiltrazioni e simpatie naziste nel cuore di Hollywood.
Pu" darsi sia una fissazione, ma lasciateci spiegare chi era costui e forse capirete.
Archie Leach/Cary Grant è stato ed è uno dei personaggi più amati della cultura pop del XX¡ secolo. Nato nella città inglese di Bristol (nella cui Millenium Square si pu" oggi ammirare una sua statua in bronzo), di famiglia proletaria e poverissima, da ragazzo si unisce al circo di Bob Pender e diventa acrobata (in molti film si esibirà senza controfigura in capriole, salti mortali e giravolte). Quando il circo va in tournée negli Usa, Archie decide di fermarsi a New York, dove fa tanti lavori tra cui, memorabile, quello di uomo-sandwich sui trampoli. Lavora in teatro, ottiene qualche particina nei primi film, infine si trasferisce in California e adotta il nome d'arte con cui diventerà più che famoso.
Inizia un lungo periodo di disciplinata e meticolosa creazione di una nuova identità, lavoro a tempo pieno che il suo più acuto biografo, l'inglese Graham McCann, chiama "the making of Cary Grant". Nella fase in cui esce dal bozzolo, recita in diverse pellicole senza infamia e senza lode finché non ottiene, nel 1937, un vero trionfo come protagonista di The Awful Truth [L'orribile verità],  pietra miliare del genere chiamato screwball comedy.
Nel baseball, lo screwball è un tiro a effetto interno. In senso figurato, rimanda a qualcosa che arriva diverso da com'era partito, quindi nello slang significa "svitato", "eccentrico", "bizzarro", "fuori di testa". Si trattava di pochades sentimentali esagitate, anfetaminiche, con dialoghi sopra le righe, concatenamenti di equivoci e colpi di scena, conflitti di personalità e - in quasi tutti i film - inseguimenti e corse contro il tempo. Era il principale passatempo popolare degli anni della Depressione, e lo rimase fino al dopoguerra.
Cary è la screwball comedy fatta persona, essendo il protagonista maschile dei film che pongono le basi del genere: oltre a The Awful Truth, vanno citati Bringing Up Baby [Susanna, 1938], His Girl Friday [La signora del venerdì, 1940], The Philadelphia Story [Scandalo a Filadelfia, 1941] e I Was A Male War Bride [Ero uno sposo di guerra, 1949]. Lo aiuta la sua capacità di improvvisazione, eredità che gli hanno lasciato il circo e il vaudeville (alcune delle migliori battute delle sue commedie non erano nei copioni).
Attenzione, per", perché Cary non fa soltanto ridere: la sua "metà oscura" viene esplorata da Alfred Hitchcock in Suspicion [Il sospetto, 1941], con la celeberrima scena del bicchiere di latte, e in Notorious [1946], in cui (caso raro) offre una recitazione introversa e glaciale.
Nel frattempo, uno shock lo riporta al passato, alla sua precedente identità: Elsie Leach, la madre che credeva morta da una trentina d'anni, viene trovata nel manicomio in cui il padre (da poco defunto portandosi il segreto nella tomba) l'aveva fatta rinchiudere. Archie/Cary è felice di avere di nuovo una madre, la fa trasferire in una casa di riposo più confortevole e per tutta la vita la terrà in palmo di mano.
Nell'economia politica di Hollywood, Cary è portatore di innovazione: è la prima star indipendente, freelance, fuori dal controllo dagli Studios. Indipendenza che, tra le altre cose, gli permette di decidere se e quando ritirarsi dalle scene. All'inizio degli anni '50, con l'affermarsi di una nuova generazione di attori (Brando, Dean, Clift), la sua stella si offusca un po', e decide di tirare i remi in barca.
Dopo un anno e mezzo di whiteout, Hitchcock lo convince a tornare per recitare in To Cath A Thief [Caccia al ladro, 1954].
Alla fine del decennio, Cary è il più importante e famoso attore di Hollywood, è l'uomo che ha ridefinito radicalmente i canoni dell'eleganza maschile (se dal rigido completo a tre pezzi si passa definitivamente a quello senza panciotto, gran parte del merito va all'immagine da lui proiettata), è un role model per quanto riguarda lo stile, alfiere di una virilità leggiadra, rilassata, mai imposta (nei film è sempre il sedotto, mai il seduttore). Ormai pu" fare ci" che vuole, anche sperimentare allucinogeni (dirà di aver preso LSD un centinaio di volte) e presentarsi in versione (perfettamente) trasandata e arruffata in Father Goose [Il gran lupo chiama, 1964]. Nel 1966 abdica dal cinema. Nel 1970 riceve l'Oscar alla carriera (con la motivazione: "Per essere stato Cary Grant"). Nel 1986 passa a nuova vita come leggenda.
Post mortem, Cary è divenuto una sorta di santo laico. Intorno al suo culto di eleganza fioriscono articolate sottoculture di fandom, ieri per posta e nei cineforum, oggi su Internet. Vastissimo il campionario di siti (il più ricco è www.carygrant.net) e liste di discussione (Warbrides). Cary è uno di quei personaggi in grado di sconfiggere il tempo e diventare icone aperte, storie che creano vincoli comunitari, trasformano la qualità della vita di chi le racconta e le tramanda. In questo senso, la cultura pop fa leva su certi "prerequisiti di comunismo" che la sinistra "apocalittica" ha spesso frainteso come elementi di ideologia borghese o risultati del lavaggio del cervello sociale. Capire il mito di Cary Grant può essere utile per affrontare il nostro presente, e trovare adeguate strategie di resistenza umana.
La biografia scritta da McCann s'intitola Cary Grant: a class apart. Una "classe a sé", in entrambe le accezioni: savoir faire e classe sociale. C'è molto di working class nel duro lavoro di self-improvement, nell'autodisciplina maniacale con cui l'ex-Archie Leach interpreta il personaggio che ha inventato. Personaggio che, è bene ribadirlo, si nutre della continua sfida ai ruoli sociali, alle identità di nazione, classe e genere. "Cary Grant" è un personaggio "trans-atlantico", sintesi di Europa e America in continua ridefinizione (il suo accento era indefinibile). "Cary Grant" non è più working class come Archie Leach ma non è nemmeno upper class o middle class. E' una classe a sé, appunto. E' inequivocabilmente maschio, ma - come dicevamo poco sopra - la sua è una mascolinità molto diversa da quella granitica dei Clark Gable e dei Gary Cooper.
In questi tempi di merda e di sconforto, di fine di una fase del conflitto sociale (quella inaugurata a Seattle nel novembre 1999), è più che mai importante riscoprire la non-chalance come arma di lotta individuale e collettiva.
Lo stile è un'arte marziale, come a suo tempo aveva ben compreso la classe operaia europea. Far vedere al padrone che, con un po' di inventiva e spendendo poco, si poteva esser più eleganti e dignitosi di lui. Le foto delle manifestazioni del Primo Maggio o dei funerali di Togliatti mostrano espressioni e atteggiamenti fieri, completi un po' logori ma perfettamente stirati, cravatte dal nodo impeccabile strette intorno a colletti ben inamidati; le donne hanno foulard dai nodi complicati e abiti cuciti in casa dal taglio perfetto. Si nota la cura per i dettagli, l'amore per la pulizia di chi tutti i giorni è costretto a sudare e sporcarsi. Il messaggio è più o meno questo: "Padroni, non avete di fronte delle bestie o dei primitivi, e la stessa cura che mettiamo nel dimostrarvelo la metteremo nel lottare contro di voi".
Nel suo libro Cose di cosa nostra, Giovanni Falcone descrive cos“ il proletariato di Palermo negli anni Cinquanta e Sessanta: "Abitavo nel centro storico, in piazza Magione, in un edificio di nostra proprietà. Accanto c'erano i catoi, locali umidi abitati da proletari e sottoproletari. Era uno spettacolo la domenica vederli uscire da quei buchi, belli, puliti, eleganti, i capelli impomatati, le scarpe lucide, lo sguardo fiero."
Dopo l'uscita di 54, due anni or sono, fu una grande soddisfazione ricevere questo commento da una lettrice: "Mio padre, compagno attivo e militante, quarta elementare, gran ballerino, poverissimo, a dieci anni lavorava già in fabbrica, ma nella sua semplicità aveva un portamento da gran signore. Alimentato da mia madre che passava nottate intere a confezionare camicie e abiti che erano perfetti, senza difetto. Stirare le camicie era una specie di rito, che ancora adesso mi affascina. Con i ferri scaldati sulla stufa, non sbagliava un gesto, una piega; un rito quasi religioso che non mi stancava mai. Stirare la camicia bianca per il papà perché, alla domenica mattina, avveniva la grande trasformazione. Io aspettavo mio padre seduta sullo scalino del bagno, lui usciva ben rasato, pettinato e lo guardavo mentre si vestiva a festa, perché poi doveva andare in sezione per diffondere l'Unità. Lui usciva da casa allegro, elegantissimo, con il fazzolettino di seta nel taschino della giacca intonato alla cravatta e le scarpe lucidissime. I vestiti erano sempre quelli, ma questo per lui era solo un dettaglio."
Analogo atteggiamento si pu" trovare nella cultura afroamericana (ulteriore elemento di riflessione sui rapporti tra classe e "razza"). Scrive Lloyd Boston, autore del volume Men of Color: Fashion, History, Fundamentals (1998):  "Per i neri americani, e per gli uomini in particolare, l'abbigliamento ha sempre avuto una funzione simbolica. Ci" che indossiamo segnala ci" che siamo e, soprattutto, ci" che vogliamo essere. Che l'aspetto sia duro, rampante, afrocentrico o fighetto, la nostra abilità nel vestire è anche strategia di sopravvivenza".
Di suo, Cary ha aggiunto qualcosa di fondamentale: la leggerezza. Non la "lightness" della Coca light o del Philadelphia light, e nemmeno il "leggero" inteso come superficialità, bensì la leggerezza di cui parlava Calvino nelle Lezioni americane, quella che serve a sfuggire l'inerzia e l'opacità del mondo, e si associa "con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l'abbandono al caso".
Cent'anni fa, a Bristol, nasceva un uomo destinato a lasciare il segno.

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Un breve saggio di Wu Ming 5 sulla mania dell'Occidente per lo stile combattente orientale in versione "decaffeinata" e dolcificata con aspartame.
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/samurai.html

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Per chi vive a Bologna e la guarda senza sapere cosa vede, un percorso psicogeografico di libertà in quindici tappe. Evocando gli spiriti di passate insurrezioni, si comprenderà che questa non è sempre stata una città di merda.

http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/percorso.html

Chiunque può fare la stessa operazione nella propria città.

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[WM:] Dopo quasi diciotto mesi di attività, iQuindici passano a una nuova fase della loro esistenza di collettivo. Per chi non lo sapesse, iQuindici sono i "lettori residenti" della comunità giapster. Operano al servizio di autori non ancora pubblicati, affrontando, assimilando e commentando un esorbitante quantitativo di romanzi e racconti inediti. Talvolta segnalano a noi o a case editrici testi che, all'unanimità, ritengono meritevoli di raggiungere le librerie. Capita anche che una casa editrice li ascolti: come loro stessi ricordano qui sotto, Einaudi Stile Libero pubblicherà a primavera il romanzo Tre uomini paradossali di Girolamo De Michele. Epper", il loro compito non è quello di "agenzia letteraria informale" dei giapsters, bensì quello di aiutare chi scrive. Ma stavamo dicendo: una nuova fase. Essì, perché iQuindici hanno deciso di lanciare una webzine, "Inciquid", il cui primo numero è già pronto. Benvolentieri, lasciamo loro la parola e... buon lavoro.

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[15:]
La scelta della rivista è stata quasi obbligata. Leggi decine di cose, alcune veramente belle o interessanti o originali, a volte tutte e tre le cose insieme, e ti chiedi come farle girare, come condividerle con altri. Sai che il mondo editoriale non ha molto spazio per i racconti in genere, ma solo per i romanzi, eppure stai leggendo belle cose, buon materiale che ti ha fatto sorridere o pensare, o solo rilassare. Stampe di racconti su fogli A4, a volte romanzi, che hai ficcato in borsa per leggerli sulla metro la mattina al posto del giornale. E ti dici che quello che leggi è meglio di tanta roba che va in stampa che ti è capitata tra le mani. Giovani autori che spesso non osano neanche definirsi scrittori che si sono fatti coraggio e si sono messi in gioco facendosi leggere da un gruppo di sconosciuti, esponendosi a giudizi non mitigati da amicizia o parentela. Giudizi di "pubblico", quello vero.
Dovevamo per forza dargli uno spazio, e l'unica strada alla fine era quella di farlo non aspettando che piacesse ad altri che forse l'avrebbero pubblicato, che chissà chi forse avrebbe letto (anche se continueremo a mandare in giro gli scritti che ci piacciono ad altre riviste), ma a partire da quello che è piaciuto a noi Quindici, con le nostre sensibilità diverse, i gusti a volte opposti, ma ci" nonostante alla fine abbastanza omogenei da individuare quel racconto che funziona, quella trama che ti prende, quel dono della parola bella, della frase che si fa succhiare fino al punto.
Condivisione, quindi, piacere di regalare emozioni gratuite ad altri lettori che saranno liberi di dare le loro opinioni agli scrittori, entro le regole della Repubblica Democratica dei Lettori per uno scambio aperto e alla pari tra scrittori e lettori. Niente di nuovo, è il manifesto Wu Ming esteso a un progetto che è alla sua prima candelina e quindi, giustamente, inizia a camminare, dritto per la sua strada.
Oltre a racconti completi o a puntate (bello il racconto a puntate, eh?), nella sezione INCIPIT mettiamo qualche assaggio di romanzo, un amo lasciato cadere nello stagno del mondo editoriale, sperando che qualche grosso pesce abbocchi e ci chieda di leggere anche il resto, per portarlo a pubblicazione. Non sarebbe la prima volta: Tre Uomini Paradossali di Girolamo De Michele nuoterà tra poco a Stile Libero nella piscina Einaudi perché l'abbiamo aiutato noi ad uscire dal cassetto nel quale sonnecchiava dal '93, per fortuna senza invecchiare. Ne abbiamo altri che scalpitano per andare in stampa (magari su carta a scarso impatto ambientale..) e speriamo che anche grazie a Inciquid ci arriveranno. Un altro dei nostri preferiti, Alienazioni Padane di Saverio Fattori, aveva già trovato un editore (Accademia degli Incolti) quando é arrivato a noi, per— ci siamo almeno tolti lo sfizio di scriverne la prefazione.. ne potete leggere l'incipit su INCIPIT, per l'appunto.
Intanto continuiamo a leggere infaticabili, o quasi: chi condivide i nostri contenuti etici e progettuali (cfr. il "manualetto" sul nostro sito)può proporsi come lettore. IQuindici non sono un gruppo chiuso e completo, ma in perenne evoluzione.
Abbiamo altri progetti oltre alla mera diffusione in rete. Ci piacerebbe fare capolino nelle piccole librerie di quartiere, e vorremmo passare dal racconto scritto al racconto recitato, per farlo ascoltare a chi non può leggere o a chi vuole farsi affabulare mentre guida o prepara la cena. Lentamente questi ed altri progetti si concretizzeranno.
Intanto INCIQUID è il nostro primo bambino, e a noi 'sto scarrafone ci pare bello assaie.
L'uscita di ciascun numero verrà segnalata via e-mail. Per iscriversi all'indirizzario Inciquid:
http://www.wumingfoundation.com/mailman/listinfo/inciquid

Il primo numero è già sul nostro sito:
http://www.wumingfoundation.com/iquindici/homepage.htm

Qui anticipiamo i contenuti:

I RACCONTI
Ce ne sono quattro: "Nuvole rapide" di Davide Malesi, una storia sull'angoscia di morte esorcizzata attraverso l'istinto sessuale; "Il sultano dei ponteggi" di Danilo Giorgi, un racconto emozionante su un incontro tra culture; "Epiclesi" di Paolo Stelluti, invocazione poetica contro la solitudine, e infine "Radiolone" di Leopoldo Calò, una storia emozionante ma scritta in modo asciutto.

IL ROMANZO A PUNTATE
L'idea del romanzo a puntate ci piace tantissimo, e ci é venuta proprio per dare il giusto spazio a questa novella / romanzo breve ambientata/o nel futuro: "Degli sciacalli e della neve" di Federico Sanna. E' un racconto molto raffinato che speriamo tocchi presto carta.

I ROMANZI - INCIPIT
Per i romanzi, prima di tutto un mega GRAZIE a WM2 che ci regala in anteprima il primo capitolo del suo nuovo romanzo "Noi trogloditi" che troverete in libreria prima dell'estate, edito da Einaudi Stile Libero. Siamo davvero onorati da questo INCIPIT prestigioso!
Altro INCIPIT quello già pubblicato per l'editore Accademia degli Incolti, "Alienazioni Padane" di Saverio Fattori, un grande amore dei Quindici che ne hanno scritto la prefazione. Il libro è molto difficile da trovare fuori dai confini dell'Emilia Romagna ma vale la pena cercarlo. Per favore— se lo trovate e acquistate in qualsiasi altra regione mandateci subito un'email (e poi lo scontrino d'acquisto per posta) con il vostro nome indirizzo e taglia, e noi manderemo ai primi dieci una maglietta INCIQUID. Contattate la redazione: redazione_15@wumingfoundation.comredazione_15@wumingfoundation.com
Infine, chiudiamo in gran bellezza con il primo capitolo di uno dei nostri romanzi in cerca di editore preferiti. E' di Guglielmo Pispisa e si chiama "Città perfetta" (nomen omen) ed è scritto talmente bene da essere persino irritante. Una bella storia, raccontata con maestria, che si legge d'un fiato. Forse siamo quasi sadici a farvi leggere solo il primo capitolo ma, se vi piace, contattateci in redazione e vediamo che si pu" fareÉ.

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Verso la fine del mese, potrà capitarvi di vedere su qualche giornale una copertina di cd con la seguente didascalia: "Registrato in presa diretta, il cd degli Yo Yo Mundi propone canzoni e trame sonore che si intrecciano con le storie del romanzo 54 di Wu Ming,  dando voce e vita a molti dei suoi straordinari protagonisti. Un lavoro artigianale e dai forti contenuti politici e storici. Collaborano alle voci Marco Baliani, Giuseppe Cederna, Fabrizio Pagella e Francesco Di Bella dei 24 Grana."
Ebbene sì, è in uscita 54, inteso come l'album degli YYM (una co-produzione Manifesto/Mescal), nelle librerie e nei negozi di dischi, al prezzo (indubbiamente politico) di 8 euro.
Va aggiunto che il cd è anche un cd-rom contenente tutta la rassegna stampa sul romanzo, uno scritto inedito di WM5, resoconti di alcune serate dello spettacolo da cui è nato il disco (un'idea del collega Stefano Tassinari) e una galleria di foto dell'epoca.
Ecco le prime date del tour YYM/54 (concerto/lettura scenica):
13/02 BOLOGNA - Estragon -  Via Calzoni, 6/H Tel. 051/365825
20/02 TORINO - Hiroshima Mon Amour -  Via Bossoli, 83. Tel. 011/3176636
21/02 MILANO - Leonkavallo - via Watteau 7 - Tel. 02/6705185

Per organizzare un concerto nella vostra città, il conttatto è Luca Tognazzi c/o Mescal Live 02/474451, luca@mescal.it

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Ricordiamo che Wu Ming 1 sarà a Palermo il 22 gennaio, per la lettura scenica di New Thing con il gruppo di avant-jazz Switters.

http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/switters.html

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Ultimo capitolo per il progetto Ipertrame, la scrittura collettiva on-line ospitata da virgilio.it e xaiel.it, diretta da Enrico Brizzi, Carlo Lucarelli e Wu Ming (in arte Ermete Trere'), orchestrata da una comunita' di bloggers molto determinata.
Con le vacanze di Natale si e' conclusa una delle fasi piu' interessanti di tutto l'esperimento, un passo avanti decisivo rispetto alla precedente edizione del 'Romanzo Totale' (cfr sezione "Communal Projects" del nostro sito) , mutuata dal piu' recente tentativo di racconto open-source "La ballata del Corazza" (ibidem). In sostanza, giunti al sesto capitolo della storia - primo e quarto scritti da Ermete, gli altri selezionati & votati tra quelli proposti dai naviganti - si e' deciso di sospendere la scrittura per due settimane e di utilizzare il blog per un brainstorming generale, con proposte di modifica, integrazioni possibili, buchi da tappare, viti da stringere e quant'altro potesse rendere il testo piu' scorrevole, piu' godibile, meno 'esperimento interessante' e piu' 'racconto da leggere'.
Con l'inizio dell'anno, Ermete ha raccolto tutte le diverse indicazioni e si e' lanciato nell'impresa (ben piu' ardua del previsto), di integrarle col testo, restituendogli coerenza e dettagli, senza mutilare il molto che gia' c'era ma cercando, al contrario, di valorizzarne le potenzialita'.
Il risultato, completo di 7 capitolo sempre a cura di Ermete, lo trovate su http://sapere.virgilio.it/extra/racconto/remix/capitolo1.html
Sarebbe molto bello se qualcuno che non ha preso parte a tutto l'anbaradan volesse scriverci un parere su questo primo remix.
Ma non solo. Per i piu' volenterosi resta pure da scrivere il finale, l'ottavo capitolo, con ancora una settimana per provarci. Basta leggersi quanto scritto fin qui e immaginare una degna conclusione per l'intera vicenda. Tra l'altro, non c'e' limite di battute (possono essere 100 o 10000), e tutti i capitoli pervenuti saranno dati per buoni - come tanti, possibili finali di un unico racconto a piu' voci.
L'impressione e' che valga la pena provare.
E poi non dite che non ve l'avevamo detto...

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Ricordiamo che il n.5-bis di Nandropausa verrà spedito nei primi giorni di febbraio. Come tutti i "bis", contiene i vostri commenti ai libri che abbiamo segnalato nel numero precedente. Questo numero conterrà anche i testi scritti dai tre vincitori del concorso "La stanza mnemonica. Tributo a Oscar Marchisio" (siete ancora in tempo a partecipare, il regolamento è nella sezione "Communal Projects" del nostro sito). Se avete letto uno o più libri segnalati in Nandropausa #5, mandateci il vostro commento, potete farlo fino al 30 gennaio. I romanzi erano: Andrea Camilleri, La presa di Macallè; Valerio Evangelisti, Antracite; Iceberg Slim, Trick Baby; Cesare Battisti, Avenida Revoluci—n; Charles Willeford, Miami Blues; Tim McLoughlin, Via da Brooklyn; Claudio Dionesalvi, Mammagialla; Eddie Campbell, Bacchus; L'elenco telefonico di Atlantide e Mare di Bering di Tullio Avoledo.

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Questo numero di Giap viene spedito a 5044 iscritt*