54 - commenti dei lettori - 2003

 

Dopo averlo divorato in quattro giorni, direi che sono due le cose che mi hanno più toccato di "54", probabilmente i temi che sento più vicini:
1) la descrizione dell'Italia degli anni '50 come luogo di separazione tra Nord e Sud, paesi diversi che faticano a capirsi, ma espressioni di culture diverse e vere; la televisione non aveva ancora avuto il tempo di livellare il popolo verso il basso e di cancellare le differenze tra i ragazzi bolognesi e i napoletani;
2) l'incrocio di coincidenze e incontri sull'asse (anche di ) Auster e Lelouche.
Poi c'è l'istintiva diffidenza degli abitanti del bar Aurora per i pulismani...
24 Aprile ; domani si manifesta come sempre, ma con le parole di Bianco in testa ("Ettore, 'scolta me:...").

Luca, 24 aprile 2003

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Nell'ultima settimana sono stato in Calabria e ho letto 54.
Sono abbastanza sbalordito per la vostra capacità di creare una memoria di quel periodo attraverso scenari surreali e al tempo stesso storicamente documentatissimi. Io sono nato nel '49, di quel periodo ho una memoria nebulosa, filtrata da impressioni microscopiche, subliminali, e non puoi immaginare quanto la materia sub-cosciente che sta nei miei neuroni si sia interfacciata con il formicolare di dettagli che il libro fa affiorare.

Franco "Bifo" Berardi, 6 luglio 2003

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Dal sito Hacker Culture:

...54, a tutt'oggi da considerarsi come l'indiscusso capolavoro del collettivo bolognese, un romanzo corale che ci proietta senza colpo ferire nell'anno di grazia 1954, scelto arbitrariamente come genesi ideale della società contemporanea, in un mondo che sta venendo alla luce, un Dopoguerra in cui la guerra non è finita ma si è soltanto 'raffreddata', cambiando volto e modalità di proposta. In tale scenario le ideologie stanno andando in frantumi insieme alle frontiere, ed il narcotraffico non conosce confini di sorta: proprio l'eroina costituisce il motore sommerso della trama, merce perfetta perché in grado di rendere dipendente il consumatore un attimo dopo l'acquisto, distribuita attraverso il canale di commercio meno mediato che si possa concepire, ovvero il crimine organizzato, nonché oggetto precipuo dell'essenza dell'azione politica, quella esercitata dai servizi segreti. Pagina dopo pagina incominciamo a prendere confidenza con l'assortito cast di 54, alternandoci di continuo tra Napoli e New York, tra Trieste e Hollywood, tra la Francia e Mosca fino alla Dalmazia, in cui in qualche modo finiranno per convergere molti dei protagonisti: ex partigiani come Ettore Bergamini, eroi della Resistenza in odor di eresia come Vittorio Capponi, agenti segreti come Ivan Alexsandrovic Serov (presidente del neonato Kgb), narcotrafficanti come Salvatore Lucania detto 'Lucky Luciano', figli in cerca di un padre come Robespierre Capponi detto Pierre, addirittura un dandy di governo come Josif 'Tito' Broz, e perfino Cary Grant, il grande attore in stasi da due anni ­ l'uomo più elegante del mondo, l'Archie Leach di un passato da dimenticare ­, tutti minacciati da un immenso frangente che minaccia di stravolgere ogni cosa. Collante delle varie sottotrame anche un McGuffin Electric, un televisore avvolto nel mistero, evidente simbolo del progresso tecnologico e di un luminoso futuro, un modello decisamente fuori dal comune, in grado di vedere, ascoltare, riflettere (pur non essendo funzionante).. Strutturalmente il romanzo si compone di tre antefatti, è diviso in due parti per complessivi centodieci capitoli e presenta una coda finale decapartita. Assolutamente delizioso nel complesso: nonostante la ragguardevole mole, 54 si fa leggere tutto d'un fiato, contribuisce in modo portentoso all'ossigenazione dei neuroni e, una volta metabolizzate le numerose sottotrame, fa riflettere molto più a lungo. Un imperdibile romanzo scritto miracolosamente a dieci mani senza perdere un filo di compattezza.

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Dal sito del PRC di Savona:

È l'anno 1999 e, mentre la NATO bombarda Belgrado, Wu Ming incomincia a scrivere questo libro. Wu Ming in cinese mandarino vuol dire anonimo. Wu Ming altro non è che un collettivo di narratori, fondato a Bologna nel gennaio 2000; esso è composto, per il momento, da cinque persone i cui nomi, pur non essendo segreti, non hanno alcuna importanza. Non c'è nessun dopoguerra, affermano loro (quelli del collettivo). Solo gli stolti pensano il contrario. Non c'è nessun dopoguerra... è solo un'altra guerra.
È l'anno 1954. Storie parallele narrate in un apparente disordine geografico, ma in un preciso ordine cronologico; ci aiutano a capire probabilmente sempre la stessa cosa e cioè che gli stolti difendono la pace sostenendo il braccio armato del denaro. Gli stolti combattono i nemici di oggi foraggiando quelli di domani. Dunque: non c'è nessun dopoguerra; è solo un'altra guerra.
Il mondo è diviso in "blocchi". Ci sono frontiere ideologiche, ma le merci, il denaro e soprattutto la droga non conoscono frontiere; non hanno confini.
Trieste nel 54 non è ancora Italia, ufficialmente è: Territorio libero di Trieste, in realtà è una zona controllata dalla polizia britannica e da quella statunitense. Italia e Jugoslavia non sono ancora giunte ad un accordo. Dai futuri accordi di questi due paesi dipenderanno, oltre al futuro di Trieste, i futuri rapporti fra Est e Ovest. Il comunismo jugoslavo è una cosa a sé; non obbedisce a Mosca!
Il 1° febbraio in California l'attore Cary Grant comunica alla moglie che i servizi segreti britannici, la CIA e l'Alleanza Atlantica gli hanno proposto di andare in Jugoslavia a far visita al Maresciallo Tito, per discutere con lui su un possibile film riguardante appunto la vita di Tito. La cosa però deve rimanere segreta; perciò un sosia di Cary Grant (un canadese, venditore di automobili) dovrà farsi vedere in giro accanto a sua moglie. Ci sono comunisti che possono servire alla Military Intelligence e Tito è uno di questi; così dicono loro, quelli della CIA....
Il 15 aprile Robespierre Capponi, per tutti Pierre, decide di lasciare Bologna e andare (con passaporto e visto d'ingresso falsi) in Dalmazia in cerca del padre. Il padre era partito per fare la guerra alla Jugoslavia, ma poi era passato dall'altra parte ed ora di lui non si hanno più notizie. A Pierre, cercare il padre, serve anche per sfuggire da se stesso; dal bar Aurora, dalle balere e dalla solita vita. E da un amore: Angela; l'amore, dice lui, è un lusso da ricchi! Così Pierre parte; attraversa quello stesso mare che tanti anni prima aveva attraversato suo padre; e si sente un po' come Telemaco in cerca di Ulisse...
Il 17 aprile a Napoli, Salvatore Pagano detto Kociss esce da prigione; respira, guarda il cielo e le femmine e pensa a Lisetta. A lui Lisetta piace "assai". Lisetta fa "quel" mestiere e lui lo sa; lui l'accompagna dagli ufficiali americani con la bicicletta; sa bene che lì Lisetta va a fare l'amore in cambio di dollari! Lui, Kociss, crede che, per averla accompagnata in bicicletta e per avere, al tempo stesso, il cuore spezzato abbia diritto ad un "risarcimento"... e ad attenderlo, in una baracca ricoperta da rampicanti, vi è un televisore...
Il 1° maggio a Sipan, un'isola della Dalmazia, Pierre pensa che, il giorno prima, su quell'isola, lui ha incontrato Cary Grant il suo attore preferito, e gli ha addirittura salvato la vita! Si rammarica un pochino per non avergli chiesto un autografo, ma Vittorio, il padre, suppone che, se Pierre gli avesse chiesto l'autografa, sicuramente Cary Grant lo avrebbe mandato a cagare; in inglese, ma sempre a cagare! Questi pensieri, per un attimo servono a sciogliere la tensione di un addio fra padre e figlio... Il padre, però, prima che l'addio sia definitivo, si sente in dovere di spiegare al figlio che tutto ciò che ha fatto è sempre stato dettato dal desiderio di aiutare un popolo a costruire il socialismo ed a fare quella rivoluzione che in Italia sarebbe stata impossibile fare. Pierre, guarda orgoglioso quel vecchio partigiano comunista e si accorge di essere uguale a lui...
Altri giorni di altri mesi compongono quell'anno 1954. Ed altri luoghi ed altre persone.
Gulliver, un piccione viaggiatore che si orienta con il sole, gli odori ed il magnetismo terrestre... McGuffin Electric modello Deluxe, che non è un semplice accessorio, ma può diventare parte integrante di un arredamento di una casa moderna; largo la bellezza di ventotto pollici per ventiquattro di altezza, con cinescopio rettangolare da diciassette, ed è disponibile in diversi colori; insomma un televisore fuori dal comune... Stefano Zollo, nato a Nuova York il 20 aprile 1919, residente a Napoli, e conosciuto nel suo ambiente come Steve Cemento; egli è l'autista di Salvatore Lucania meglio noto come Charles "Lucky" Luciano. Lui, Zollo, sa che quella "polvere bianca" piace a tutti; piace alle puttane, ai gialli, ai neri ed anche a quei depravati froci artisti musicisti comunisti... Fefe ha paura dei tuoni e dell'infelicità, per questo muore.
Nel frattempo in Indocina i comunisti vietnamiti vogliono riappropriarsi di ciò che è loro; i cinesi sono pronti a giocare la partita per diventare il paese guida dei comunisti asiatici, ma bisogna stare attenti ai cinesi! I francesi sono dei buffoni, credono di possedere ancora un impero e si fanno prestare i soldi dagli americani per tenerlo in piedi. Gli inglesi sono dei buoni soldati, ma hanno delle abitudini sciocche, come quella di prendere il the anche sotto ai bombardamenti.
Il 20 agosto, il "Resto del Carlino" annuncia il grave lutto della nazione dovuto all'improvvisa morte di De Gasperi. Il 2 settembre alla periferia est di Bologna McGuffin trasmette cartoon di gatti che inseguono topi. Il 2 ottobre Fanti, a Bologna, riceve una cartolina da Città del Messico; è Robespierre ad averla spedita per ringraziarlo per i suoi insegnamenti...
E via di seguito, l'anno 54, (come altri anni prima e dopo, come la vita di tutti e di tutte, come la Storia) non smetterà, fino all'ultimo giorno e all'ultima pagina del libro, di riservare sorprese...

Elisabetta Caravati

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Non so chi siate e quanti siate ma vi ringrazio. Ho letto 54, in formato elettronico scaricato da internet. E siccome è gratis e non ho pagato il prezzo di copertina penso di dovervi ringraziare. Vi ringrazio per aver regalato il vostro lavoro intellettuale, per avermi fatto ridere e pensare. Non sono un letterato o un grande esperto ma il vostro romanzo mi è piaciuto. Penso che ne verrebbe fuori anche un bel film. Di momenti belli ce ne sono stati tanti, tra cui il Cary "Bond", ma il bar è stata la cosa migliore. tutti quei personaggi così tipici, classici...da bar, appunto. Coi loro problemi, le loro idiosincrasie, le paure, i soprannomi, il calcio e soprattutto la televisione. Quel televisore americano morto perchè non più funzionante ma vivo perchè personaggio in tutto e per tutto, coi suoi segreti, i suoi viaggi, il suo carattere. E quell' odore di cose care e vecchie che quasi si sente quando leggi. Questa sorta di "bar sport" che avete creato è la cosa più bella del romanzo. E poi questo continuo "viaggio" o "fuga", questa dimensione in cui vivono tutti i personaggi. Un po' come un film di Salvatores.

Va beh, vi annoio. Comunque grazie ancora, e continuate così. Ciao.

Piergiorgio, 11 settembre 2003

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