54 - commenti dei lettori - seconda metà del 2002



Q me l'hanno regalato due amici che sanno bene che consumo libri e leggo anche la carta igienica, i giornali pestati per strada, le etichette delle bottiglie di acqua minerale e le istruzioni sulle bustine del thè..anche se io preferisco scriverlo come Queen comanda , tea... Q è stato una folgorazione, un incubo e una passione incontrollabile che mi ha spinto a cercare riferimenti bibliografici e prove dell'esistenza in vivo dei personaggi di carta, inchiostro e sangue ai quali mi avete incatenata. 54 è arrivato subito dopo, con il brivido del frullone e l'M16, l'Italietta grande di Napoli e Trieste... Per me che "leggo dunque vivo" e quando posso scrivo per ricordare gli angoli di strada e le storie che nessuno vuole raccontare, Robespierre Capponi è stato il fratello che avrei voluto essere pur essendo in realtà una sorella... E le piccole voci di un bar di Bologna le ho tradotte da me nel bar del paesino laziale sottocasa... Non vi fermate. Ci sono storie che io vorrei raccontare, quelle delle mie gite in metropolitana , per il mondo, mio e degli altri... Quando la pelle tira ai gomiti e mi torna la vecchia voglia di andare... I miei piedi a tracciare il sentiero e la mia musica a dare il ritmo della falcata... Adesso mentre vi scrivo, Bruce Springsteen da mugolare col mio miglior accento nuiorchese per il quale, quando parlo, solo le anime gemelle mi capiscono e ci diamo a mistery dates per le prossima vita all'angolo di una qualunque street di qualunque mondo... Sono una ragazza di quasi 42 anni, che la notte sogna di diventare grande e di avere ancora la possibilità di avere i propri sogni a girovagarle attorno e un libro suo da leggere con tenerezza.
Hasta la Victoria siempre, soprattutto quando bisogna far perdere la faccia ai Piazzisti in doppiopetto, ai Vaccari dislessici, ai Violatori dei diritti, dei sogni, delle generazioni. Perché la cellulite impazza ma, come mi hanno insegnato mentre imparavo a fare il medico, per fortuna la buccia d'arancia non becca mai il cervello... Un abbraccio
Barbara

***


Ho appena finito di leggere 54... Complimenti, un bel libro... Mi è piaciuto molto il filo di umorismo presente in tutto il libro e ho trovato la vostra esplorazione del legame tra dandyismo e cultura proletaria una boccata di aria fresca - intelligente, azzeccata e anche importante. I personaggi dei vari compagni "ribelli" sono descritti molto bene...per me agli italo-anglofoni manca un po di autenticità nei dialoghi - ma sarà forse un'opinione non condivisa da altri.
J.

***


...ho finito oggi pomeriggio di leggere 54; avevo atteso tutto 'sto tempo dalla pubblicazione per vedere se ne sarebbe uscita un'edizione economica e invece nulla; così, compro il libro a quindici pounds, lo finisco, mi connetto al sito e scopro che lo potevo scaricare. Pazienza, già inviato il link agli amici.
54 è bellissimo, è un racconto funambolico, in cui non si vede l'ora che i meccanismi di convergenza del caos, scattino come da presagi sparsi nel testo per connettere tutti i personaggi.
Una storia così bella soffre del fatto di essere offerta tanto palesemente come "romanzo a tesi" in nome di un perenne movimentismo, oltranzista oltre ogni tempo e confine e quindi, forse, anche fine a sè stesso e totalmente autoreferenziale.

Lo stesso identico fastidio l'ho ricevuto godendo della visione panoramica di Q.
Alcune settimane fa, sono riuscito a dare identità a quel clima che, da adolescente, ho vissuto prima in un liceo nella provincia vicentina e poi ad architettura a Venezia (al tempo degli indiani metropolitani e dei "fatti di Bologna" del '77) identificandolo con i contenuti, i personaggi e la storia raccontata in "Porci con le Ali".

A me sembra che la militanza e l'impegno proposti, ripeto, come modello di comportamentale universale e permanente, finiscano col produrre frutti tanto maleodoranti da creare un clima asfissiante come quello che si annusa appunto nel libro della Ravera.
Certo, caro Wu, nelle tue storie l'individuo (protagonista/i) non si annulla mai nella tribù, nel gruppo, nella sezione di partito, nella classe, anzi, ne viene semmai esaltata l'individualità (non l'indiidualismo) sempre subordinata ad una causa superiore.
Nei vostri libri, la lotta contro i "Montroni" della sinistra, dogmatici e di apparato, non è sufficiente a garantire ad alcuni uomini e donne la libertà dal loro destino né, ad altri, magari più nobili, l'affrancamento dal compito di perseguire l'Ideale, la Rivoluzione permanente, il robinhooddesimo come imperativo morale.
Qual è il "messaggio" dei vostri libri?
Ecchisenefrega di quale sia e se ci sia, se il racconto è così coinvolgente!
Perché virare al didascalico quando l'allusione nell'intero racconto è talmente limpida senza bisogno di grassetti, evidenziature e sottolineature?
Wu Ming lotta contro l'apparato più istituzionale della sinistra ma non compie l'ultimo sforzo intellettuale di sfuggirne i luoghi comuni. La stessa sinistra e la medesima cultura cattolica che hanno sempre confuso e sovrapposto cultura popolare con educazione delle masse.
Scambio un santino di padre Pio con uno di Fidel ed una immaginetta di Medjugorie con una del Che o di Jovanotti o di Bovet o qualche altra icona.
Ho già comprato Asce di guerra, prima di decidere di leggerlo, ci cazzo in mezzo un Fruttero & Lucentini di annata, poi vediamo.
Buttate tutto di questa lettera, sono a casa con l'influenza e si sente che non sto bene, ma non sottovalutate l'oggettività di alcune delle mie critiche peraltro cordiali a delle persone che ammiro.
Grazie per tutto, comunque sia.

G.M.V.

1 .2 . 3 . 4 . 5 . 6 . 7 . 8 . 9 . 10. 11...