Il Signore degli Anelli è finalmente leggibile per intero nella nuova traduzione di Ottavio Fatica. Da una decina di giorni, infatti, è uscito in libreria anche il terzo volume del romanzo, quello che Tolkien non avrebbe voluto intitolare Il Ritorno del Re, per non fare spoiler, bensì La Guerra dell’Anello, ma l’ultima parola spettò all’editore.
Dopo due anni di polemiche, querele, articoli su blog e giornali, e infine una pandemia, ecco di nuovo l’opus magnum tolkieniano, integrale, in libreria. L’uscita estiva significa che per Natale avremo anche il volume unico.
Una delle più grosse operazioni editoriali degli ultimi anni è stata completata. Prosegui la lettura ›
1. La quiete dopo la tempesta… in un bicchier d’acqua
Passata la nottata del primo mese di permanenza in libreria, è possibile scrivere dell’importanza di un’operazione editoriale come la ritraduzione del Lord of the Rings senza il rumore di fondo delle proteste per le nuove versioni di alcuni nomi di personaggi e toponimi. Per altro, si è detto giustamente che è stata comprensibilissima, oltreché prevedibile, la reazione dei fan di fronte al cambiamento di una nomenclatura consolidatasi nell’arco di cinque decenni. Questo anche se in certi casi le scelte contestate a Ottavio Fatica – come l’ormai noto «Forestale» per «Ranger» – non sono più arbitrarie di quelle della traduzione precedente – «Ramingo», elegante ed evocativo, ma di registro decisamente alto per il gioco di accezioni voluto da Tolkien; e tuttavia l’affezione per il romanzo preferito letto e riletto in italiano spinge ad affermare una sorta di diritto di primogenitura.
Ovviamente in termini di pratica della ritraduzione questo diritto non esiste e non ha alcun senso, come non ce l’ha giudicare una nuova traduzione dalla resa dei nomi. È piuttosto lo stile generale che andrà valutato. Perché è lì che si svela il senso ultimo di un’operazione editoriale come questa. Prosegui la lettura ›
Clicca per leggere la riflessione apparsa oggi sul sito dell’AIST.
Mentre orde di Orchi si abbattono una dopo l’altra contro i bastioni del Fosso, cercando in ogni modo di screditare la nuova traduzione della Compagnia dell’Anello realizzata da Ottavio Fatica, i difensori rimangono calmi e saldi, ben consapevoli che le tempeste passano mentre i libri restano.
L’operazione Signore degli Anelli non verrà risolta con un blitzkrieg, questa è una battaglia di lunga durata, che si proietta in avanti negli anni. Dunque è meglio armarsi della dovuta pazienza, tenere le posizioni e non avere fretta.
A due settimane dall’uscita del volume nelle librerie, sul sito dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani si riflette sulla situazione e si precisano alcune cose circa il dibattito in corso (anche se forse bisognerebbe parlare di «flame»).
La prima pagina del capitolo 1 de La compagnia dell’anello nella nuova versione a opera di Ottavio Fatica. Clicca per leggere, sul sito dell’AIST, una prima analisi sul suo approccio alla lingua e allo stile di J.R.R. Tolkien.
Esce oggi in libreria La Compagnia dell’Anello di J.R.R. Tolkien nella nuova traduzione di Ottavio Fatica.
Dopo mesi di polemiche preventive – durante i quali se ne sono sentite davvero delle belle… – e dopo che già le anticipazioni rilasciate da Bompiani – poesia iniziale e Prologo – hanno scatenato un bailamme sulla nuova resa dei nomi, eccoci finalmente al dunque. Adesso si potrà leggere il primo terzo del romanzo e rendersi conto di come “suona” la nuova traduzione, fare tutti i raffronti che si vogliono, approvare, disapprovare, restare affezionati alla vecchia traduzione, innamorarsi della nuova, rimanere neutrali ecc. ecc. Prosegui la lettura ›
La notizia è confermata. Il 30 ottobre sarà in libreria il primo volume del Signore degli Anelli, nella nuova traduzione di Ottavio Fatica e con la consulenza dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. A distanza di sei mesi uno dall’altro – cioè in primavera e autunno dell’anno prossimo – usciranno il secondo e il terzo volume.
La copertina scelta per questa nuova edizione ha destato non poche perplessità tra i fan, perché pare si tratti di una fotografia satellitare della superficie del pianeta Marte. Scelta bizzarra. Forse si è voluto suggerire un richiamo al paesaggio di Mordor… chissà. In effetti le descrizioni di Tolkien e soprattutto la resa cinematografica di Jackson richiamano un deserto roccioso. Oppure è perché quella superficie potrebbe sembrare vagamente anche corteccia o ferro arrugginito… Tant’è, a scuola qualcuno ci diceva sempre che non si giudica un libro dalla copertina. Se poi pensiamo a quante copertine ha avuto Il Signore degli Anelli, è difficile trovarne una del tutto soddisfacente. Certi classici della narrativa sono “incopertinabili”, vale a dire che contengono troppa materia, troppe storie, troppi significati, per poterli sintetizzare in una sola immagine d’impatto, e forse il motivo della scelta di Bompiani potrebbe proprio essere quello di sganciare il libro da ogni associazione a un genere, sottolineando così la sua natura di “classico”.
Al di là del colpo d’occhio, comunque, ciò che sorprenderà sarà la nuova traduzione. Prosegui la lettura ›
Esattamente un anno fa Wu Ming 4 spediva questa lettera nella mailing list dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani:
Bologna, 20 giugno 2017
Cari tutti e tutte,
da un po’ di tempo meditavo di scrivervi questa lettera per comunicarvi un paio di cose che riguardano l’associazione e il sottoscritto. Finalmente posso farlo, perché qualche giorno fa è giunto il “sì” della Tolkien Estate che aspettavo.
Non tocca a me dare la notizia, lo farà qualcun altro, dico solo che la interpreto come un segno, ovvero un giro di boa nell’ancor breve storia dell’AIST. E questo mi spinge ad annunciare un cambiamento che mi riguarda. Alcuni di voi penseranno che sono fin troppo presuntuoso nel volerlo comunicare per iscritto, ma, che ci crediate o no, è un’esigenza nata dall’affetto e dal rispetto che nutro per l’associazione, oltre che per quelli di voi che conosco direttamente. Prosegui la lettura ›
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