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colonialismo italiano

La guerra razziale. Tra #Affile e il colonialismo rimosso – Santoro & Wu Ming 2

Gas in Abissinia

Su dinamopress.it:

E fu così che, nel bel mezzo dell’autunno della crisi e dei sacrifici “tecnici”, si materializzò nel dibattito pubblico il monumento a Rodolfo Graziani governatore della Cirenaica e criminale di guerra del ventennio fascista. Graziani fu governatore durante la dominazione fascista della Libia, comandante nel corso dell’invasione dell’Etiopia, viceré d’Etiopia nel 1936-‘37 e comandante delle forze armate della Repubblica di Salò, lo stato-fantoccio mussoliniano che de facto rappresentò un protettorato nazista, dal 1943-45. Il monumento a questo macellaio del colonialismo e del nazifascismo è stato inaugurato l’11 agosto scorso ad Affile, paesello della provincia di Roma ai confini col frusinate. Il memoriale dapprima non ha destato scandalo, poi – complice il grido d’allarme, “Affile, Grazianilandia. L’eredità razzista e il mausoleo delle sfighe”, lanciato in settembre dalle pagine di Giap – ha conquistato le pagine dei giornali ed è diventato il simbolo della mancanza di memoria in questo paese. Tuttavia il monumento al criminale di guerra Rodolfo Graziani sta a ancora là. È un’occasione da cogliere per capire come le scorie dei postfascisti al governo e l’eredità tossica del ventennio berlusconiano abbiano influenzato il nostro rapporto con la storia. >> Continua a leggere.

Hafa Café, Timira, Point Lenana. Une soirée panafricaine chez Bartleby

Panafrican flag

Radio Giap Rebelde presenta: audio della serata “panafricana” a sostegno di Bartleby, 17 ottobre 2012. E quando diciamo “Bartleby”, intendiamo lo spazio culturale più detestato e minacciato di sgombero dai poteri forti della città di Bologna: l’Alma mater capeggiata da Ivano Dionigi, il sempre più “lagnifico” rettore, & la classe digerente del PD, nello splendore grigiastro di tutte le sue ipocrisie.
Pietro Floridia, Antar Mohamed, Reda Zine e Wu Ming 1 hanno raccontato storie sospese tra Italia e Marocco, Italia e Senegal, Italia e Somalia, Italia e Libia, Italia e Kenya.
Buon ascolto. Al solito: per ascoltare in streaming senza lasciare questa pagina, clicca l’icona “>”. Per scaricare l’mp3, clicca sul link testuale e salva il file.
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I vespasiani di #Bologna salutano #Graziani. A noi!

Questo fulgido vespasiano è gemellato con il Sacrario al Soldato di Affile in romanissima provincia e perciò dedicato al generale Rodolfo Graziani, marchese di Neghelli, Macellaio d'Italia, in memoriam. Ottobre 2012, anno LXXXIX E. F.

La lapide del glorioso gemellaggio.

Ieri sera, poco prima di mezzanotte, ignoti ci riferivano che anonimi, muovendosi invisibili e lesti come agli ordini di un generale vietnamita, avevano approfittato delle tenebre per intitolare gli ultimi 7 vespasiani di Bologna al generale Rodolfo Graziani, realizzando un gemellaggio tra quegli utili manufatti e il Sacrario al Soldato di Affile (RM). Incuriositi, uscivamo in perlustrazione e constatavamo che, sì, era accaduto davvero. Prosegui la lettura ›

Bengasi… Bengasi… Dove abbiamo già sentito questo nome?



Bengasi
, di Augusto Genina, 1942

Ne abbiamo discusso tempo fa su Identica (contiene spoiler)

“Bengasi” e “Cirenaica” sono nomi che in Italia pronunciamo con troppa inconsapevolezza. E invece, prima di farlo, dovremmo lavarci la bocca col sapone. In Cirenaica gli abusi, le ruberie, le deportazioni di massa e i massacri compiuti dal nostro imperialismo sono a monte di una lunga catena di eventi che, serpeggiando, si allunga fino alle ultime 48 ore.
A Bologna, “la Cirenaica” è un rione della prima periferia est, diviso a metà da Via Libia, e chissà in quante altre città la toponomastica ricorda i tempi in cui la Libia era “nostra”.
Nel 1911 festeggiammo il cinquantenario dell’Unità d’Italia invadendo quelle terre; solo vent’anni dopo terminammo di “riconquistarle”; dieci anni dopo le riperdemmo (ma nel ’42 il film di Genina terminava con un auspicio che oggi è diventato un “what if”). Prosegui la lettura ›

Affile, Grazianilandia. L’eredità razzista e il mausoleo delle sfighe

Graziani semi-ignudo, 1937

Graziani con le chiappe al vento, 1937. Clicca per ingrandire.

di Wu Ming 1

E’ accaduto il mese scorso. Ad Affile, piccolo comune a est di Roma, la giunta di «centrodestra» – chissà quando ci libereremo di quest’eufemismo! – ha inaugurato un sacrario dedicato a Rodolfo Graziani (1882 – 1955).
Graziani – che è sepolto nel locale cimitero – fu governatore della Cirenaica durante la «riconquista» fascista della Libia (1930-31), comandante del fronte sud durante l’invasione dell’Etiopia (1935-36), viceré d’Etiopia nel biennio 1936-37 e comandante delle forze armate della Repubblica di Salò durante la guerra civile del 1943-45.
L’edificio – di una bruttezza e mediocrità da rimanere soffocati – è costato 130.000 euro sborsati dai contribuenti, fondi che la Regione Lazio aveva stanziato per altro uso. Il Comune li aveva chiesti per la riqualifica del parco di Radimonte e per un generico sacrario “al Soldato”, progetto senz’altro discutibile ma non equivalente alla commemorazione di Graziani, che pare non fosse menzionato in nessun documento.
Il podestà Il sindaco Ercole Viri si è difeso dicendo che «ad Affile quando si dice “il Soldato” si intende solo Graziani». Ah, beh, non fa una piega. Prosegui la lettura ›

Orizzonti d’Impero e paesaggi coloniali – Una riflessione di Wu Ming 2


[Quest’articolo di WM2, ispirato dalle ricerche per Timira, è uscito sul n. 5 di Letteraria, nella sezione monografica “Paesaggio, colonialismo, letteratura”. Lo proponiamo anche qui, come parte della “nube” di contributi che circonda e accompagna il libro.
Dopo la lettura, consigliamo di dare un’occhiata al board di Timira su Pinterest, tenendo in mente che ci sono tante “Somalie”, colonie che attraversiamo nella vita quotidiana, sulle quali si posa uno sguardo mai innocente.
Approfittiamo per ricordare che stasera, mercoledì 13 giugno, presenteremo Timira a Bologna, alla Biblioteca Casa di Khaoula, in Via Corticella, 104 (bus 27) coi prof. Fulvio Pezzarossa e Giuliana Benvenuti dell’Università di Bologna. H. 21.]

La Somalia negli occhi degli italiani (1903 – 1936)

«Una Colonia, un territorio di dominio, vale non soltanto per quello che è, ma anche per quello che può essere. Nella intuizione della sua funzione, nella visione del suo sviluppo, sta la ragione dello sforzo che essa può richiedere allo stato dominante, dei sacrifici che essa reclama dagli uomini che si sono votati a servirla. Saper vedere è, per i forti, volere, e, per chi abbia intero il senso della responsabilità, appassionatamente volere.» Prosegui la lettura ›

Augusto Masetti, l’uomo che sparò al bersaglio giusto

Vignetta di Giuseppe Scalarini. Clicca per vederne altre.

Il Resto del Carlino lo soprannominò “L’Arabo di Persiceto”, anche se in verità era nato a Sala Bolognese, e a San Giovanni in Persiceto ci si era trasferito solo per fare il muratore. Si chiamava Augusto Masetti, era cittadino italiano, ma per i giornalisti del Carlino doveva essere arabo, per forza, com’erano arabi i nostri nemici di cent’anni fa. Anzi, a voler essere precisi, nel 1911 i nemici dell’Italia non erano proprio arabi, ma turchi, perché lo “scatolone di sabbia” che oggi chiamiamo Libia, allora faceva parte dell’Impero Ottomano. Prosegui la lettura ›