A caldo dopo il 22 settembre: un mondo, un ecosistema, un movimento «né verticale né orizzontale»

Milano, 22 settembre, lo spezzone di chi lavora coi libri.

Da ieri è evidente, anzi, eclatante, e oggi viene scritto in lungo e in largo: non si tratta più di “mobilitazioni”, ma di un movimento.

Si era subodorato con le immagini di Genova alla partenza della Freedom Sumud Flotilla, e Connessioni Precarie aveva parlato di «un movimento già nato, che pure non c’era mai stato». Il nostro «Bloquons tout» – che, a differenza di quello francese del 10 settembre, si è concentrato sul genocidio palestinese e sul rifiuto della guerra – lo ha confermato oltre ogni dubbio: c’è un movimento.

Anzi, «un mondo», titola Il manifesto, alludendo alla pluralità che si è espressa in piazza. Con sorpresa e clamore, ma – non dimentichiamolo – dopo aver seminato per due anni. 

Un’ecologia, diremmo noi, seguendo l’indicazione di Rodrigo Nunes.  Prosegui la lettura ›

Oggi «Mensaleri» arriva nelle librerie. Con tre citazioni in esergo.

La Vergine col Bambino, dal dittico di Melun di Jean Fouquet (circa 1450) riprende l’iconografia della Madonna del Latte, che ha un posto centrale nella trama – e nel villaggio – di Mensaleri.

È arrivato il giorno, l’approdo di Mensaleri sugli scaffali delle librerie. Se non ce lo trovate, chiedete. Così magari lo tirano fuori dallo scatolone dei nuovi arrivi. E se invece una libreria in legno e mattoni è troppo distante da dove abitate, allora visitatene una online. Come Bookdealer, che mette in Rete i rivenditori indipendenti.

Dopo le anticipazioni sulla copertina e sul primo capitolo, l’ultima riguarda le citazioni in esergo, che sono tre.

La prima è tratta da un Dialogo sui massimi sistemi socialista e repubblicano. Compariva a puntate, senza firma, sul settimanale Lotta di classe, «organo centrale del Partito socialista dei Lavoratori italiani». In questo caso si tratta del capitolo dedicato al cottimo, pubblicato sul numero 15, anno III, del 14-15 aprile 1894.

Voi borghesi, quando cercate il vostro vantaggio, siete chiaroveggenti e sinceri; quando cercate il vantaggio comune, v’illudete e mentite.

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I dilemmi dei tolkieniani “di sinistra” e l’inconscio politico della Terra di Mezzo – di Wu Ming 4

«Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia.»

Roland Barthes

1. Intro: Tolkien controcorrente

Se nel corso degli anni gli estimatori destrorsi di Tolkien non hanno mai perso occasione di rinfacciare a quelli sinistrorsi un certo quale “abusivismo”, finanche accusandoli di appropriazione indebita, è pur vero che noi altri non ci siamo mai fatti mancare un certo bisogno di autogiustificazione per apprezzare un narratore reazionario come Tolkien. Ne è un buon esempio l’articolo uscito recentemente sulla rivista Dissent, intitolato «Tolkien against the grain» e tradotto e pubblicato in Italia da Internazionale (n. 1631, 12/09/2025) col titolo «Tolkien controcorrente».

L’articolo è firmato da Gerry Canavan, allievo di Fredric Jameson (1934-2024) e professore d’inglese alla Marquette University di Milwakee. Non un’università qualunque per gli studiosi di Tolkien, ma quella che custodisce il “reliquiario”, cioè i manoscritti originali dello Hobbit e del Signore degli Anelli, e dove l’opera di Tolkien viene studiata regolarmente. Lo stesso Canavan nell’articolo fa sapere che, avvalendosi di quel materiale di prim’ordine, tiene un corso su Tolkien ogni due anni. E come lui anche il professor Robert T. Tally jr., altro allievo di Jameson, il quale

«scava nel testo alla ricerca di una serie d’indizi che suggeriscono che il declino degli elfi non è poi così tragico, o che, in fondo, la ragione sta dalla parte degli orchi. Nei rari momenti in cui vediamo gli orchi senza filtri, esprimono anche loro il desiderio di mettere fine alla guerra, manifestando disprezzo per il signore oscuro Sauron che li comanda e per i suoi orrendi Nazgûl, gli spettri dell’anello».

In effetti l’irrisolto problema degli orchi è uno di quelli più interessanti della costruzione di mondo tolkieniana, che impegnò l’autore fino alla fine dei suoi giorni.

Tuttavia, secondo Canavan il vero aggancio per un critico jamesoniano – cioè per un marxista dialettico – non consiste tanto, o comunque non soltanto, nell’esaltare determinati aspetti dell’opera tolkieniana a discapito di altri, cioè nel giocare l’ecologia, l’antimilitarismo, l’eroe proletario Sam, contro il razzismo, l’idealismo e il legittimismo monarchico che convivono in quelle pagine. Il vero spunto per un’analisi critica “di sinistra” consisterebbe nella storicizzazione e relativizzazione delle fonti interne al mondo secondario inventato da Tolkien. Prosegui la lettura ›

Mensaleri. Un’anteprima in attesa dell’uscita, il prossimo 23 settembre.

L’ingresso del villaggio Leumann di Collegno (TO), uno dei luoghi che hanno ispirato Mensaleri.

Manca ormai solo una settimana all’uscita di Mensaleri, il nuovo romanzo scritto da Wu Ming 2.

Chi ha dato un’occhiata alla quarta di copertina, sa che la vicenda si svolge a Mensaleri, il villaggio operaio costruito accanto alla cartiera Mensa, sul fiume Leri, nei primi anni dell’Italia unita. Lo stabilimento, dopo diversi passaggi di mano, chiude i battenti nel 1993, nonostante le lotte e i presidi.
Ma a tramutare lo sconcerto in speranza, si presenta un imprenditore di grido, bisnipote del mitico Fondatore. La sua proposta è un irresistibile progetto di rigenerazione del sito industriale: un museo, un centro congressi, un laboratorio di ricerca sul riciclo della carta, le sedi di quattro grandi marchi di moda, un nuovo quartiere. E uno spettacolo teatrale, affidato alla regista Toni Pohlmann, scritto e recitato dalla gente del paese, per celebrarne la prima età dell’oro, all’alba della seconda.

La storia è raccontata da tre diverse voci che si alternano. Prosegui la lettura ›

Bologna, 12-13-14 settembre 2025. Dieci anni di Resistenze in Cirenaica, cinque anni di Federazione

Dieci anni di Resistenze in Cirenaica, la locandina

Esattamente dieci anni fa, l’8 settembre 2015, annunciammo qui su Giap una «giornata di storia e musica a Bologna, nella contrada “patria del ribelle”».

La contrada in questione era, ed è, la Cirenaica. Lì, durante l’occupazione tedesca, visse sotto falsa identità il comandante partigiano Ilio Barontini, nome di battaglia «Paulus». Lì c’erano la sede clandestina del CUMER – Comando unico militare Emilia Romagna – e la mimetizzatissima tipografia della Resistenza bolognese.

Spiegammo che varie soggettività residenti o attive nel quartiere intendevano «far rivivere, in uno dei rioni più interessanti e peculiari di Bologna, storie di resistenza al colonialismo italiano e al nazifascismo. A partire dalle storie evocate dai doppi nomi di quelle vie… Prosegui la lettura ›

«Tutti in spiaggia!» Emilia-Romagna, negare la realtà di un territorio al collasso – di Alex Giuzio

Immagini da un su(v)icidio collettivo. Milano Marittima (RA), 24 agosto 2025.

[Tre giorni fa stavamo impaginando quest’articolo quando è giunta la notizia della morte dell’urbanista Piero Cavalcoli, tra i più puntuali critici della cementificazione in Emilia-Romagna e della legge regionale del 2017 che anche qui si denuncia. In accordo con l’autore Alex Giuzio dedichiamo a Piero quanto segue. Ci saranno occasioni di rendergli omaggio in modo più strutturato.]

SOMMARIO
La quotidianità della crisi climatica non fa notizia. Fare il bagno nel brodo di cappone.  Cascate dal cielo. L’inondazione è in corso adesso. Campi agricoli inzuppati e pesci alieni tossici. Alberi che cadono come birilli. I ventoloni da 80mila euro non salveranno le colture. Dove c’è PD c’è-mento. Questa terra non è mai stata all’asciutto. Lezioncine di ecologia da destra? La pioggia è un’ottima scusa per autoassolversi. Chi viene dopo impara a far di peggio. Ci risiamo col suprematismo emiliano-romagnolo. Crisi climatica? Diciamolo sottovoce ma può far comodo. Eliminare il sintomo anziché la causa. Avanti col cemento e l’artificializzazione dei fiumi. Ruspe anche nelle zone protette. Gli alberi sono la soluzione, non il problema. Prosegui la lettura ›