INDICE DI /GIAP/ # 5 (IVa serie) - CONTRO CHI BRAMA L'ODIO DEI POSTERI - 1 MAGGIO 2003 (!)

0. News - uscita di Giap! & presentazioni - novità SPAGNOLO e PORTOGHESE
1. Copyright: il decreto che piace ai DS - di Wu Ming 1
2. Copyleft: chiamatela come vi pare, l'importante è che sia libertà - di Wu Ming 1
3. Mitopoiesi e azione politica: intervista a Wu Ming 4 per la rivista spagnola "El viejo topo"
4. "La ballata del Corazza". Racconto Open Source liberamente modificabile - di Wu Ming 2

 

0-------------------------

Scusate il ritardo. E' stato un mese duro, che ci ha un po' (solo un po') distolt* da /giap/ (ma non dal sito, come vedrete). Ora torniamo alle solite cadenze, e torniamo anche on the road.


***


Wu Ming

Giap!
Storie per attraversare il deserto

[a cura di Tommaso De Lorenzis]

esce il 13 maggio

Presentazioni già confermate:

18 MAGGIO - "Al Vapore", via Fratelli Bandiera 8, 30175 Marghera (VE)
tel. 041/930796 - fax.041/931956 , http://www.invenicetoday.com/alvapore/

26 MAGGIO - Manifestazione del Comune di Lodi "I sette peccati capitali: i giorni dell'ira"

4 GIUGNO - "Bloom", via E. Curiel 39, Mezzago (MI),
tel. 039/623853, http://www.bloomnet.org

20 GIUGNO - Biblioteca comunale di Mestrino (PD), Piazza 4 Novembre 30,
tel. 049/9003357, mestrino.biblioteca@libero.it

***


Novità sul sito (e non):

Q scaricabile in PORTOGHESE (rtf + zip, txt + zip) alla sezione "Download".
http://www.wumingfoundation.com/italiano/downloads.shtml
Prossimamente l'edizione INGLESE.

Novità in SPAGNOLO (castigliano):

"El copyleft explicado a los niños"
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/copyleft_explicado.html

"Reflexiones antes, durante y... durante la guerra en Irak" - por Wu Ming 3 y Wu Ming 4
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/mundo_en_ruta.html

"Llámalo como quieras es libertad, y eso es lo que cuenta" - por Wu Ming 1
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/nota-copyleft1.html

Il sito promozionale dell'edizione spagnola di 54:
http://www.wuming54.com



1-------------------------

Franca Chiaromonte, responsabile cultura della Direzione Nazionale dei Democratici di Sinistra, membro della Commissione Cultura della Camera. Annunciando il voto favorevole del gruppo DS, ha lodato il decreto e affermato che "tiene conto della necessità di un aggiornamento quotidiano del diritto d'autore alla luce dei continui progressi tecnologici che si registrano in tale settore".

COPYRIGHT: IL DECRETO CHE PIACE AI DS

di Wu Ming 1, 30/04/2003
(in anteprima per i/le giapsters, un articolo scritto per L'Unità)

Che dire di questa sinistra istituzionale che sembra bramare l'odio dei posteri o, nella migliore delle ipotesi, la damnatio memoriae?
Mentre tutto il mondo appare (ed effettivamente è) in rivolta contro un'industria dell'entertainment parassitaria e obsolescente, nel nostro Paese l'opposizione - sorda a ogni monito e appello, cieca di fronte all'evidenza dei fatti - corre a portarle il Gerovital con le orecchie, dando parere favorevole a un decreto che si può solo definire "liberticida".
Il d.l. n.68 9/04/2004, entrato in vigore da qualche giorno, recepisce le indicazioni della direttiva 29/2001/CE, meglio nota come EUCD (European Union Copyright Directive). Quest'ultima è, in buona sostanza, un pedestre scopiazzamento delle draconiane leggi statunitensi sulla proprietà intellettuale, come quel Digital Millennium Copyright Act da anni al centro di polemiche e dure battaglie.
Il decreto italiano che recepisce la direttiva (peggiorandola in più punti) modifica la legislazione sul copyright e - col solito paravento della "tutela degli autori" e della "lotta alla pirateria" - punta a reprimere comportamenti diffusi e ormai considerati normalissimi (la condivisione di files via rete, la masterizzazione domestica di CD etc.), perdipiù estendendo le fattispecie di reato e aumentando le responsabilità legali dei fornitori di accessi a Internet.
Ciò favorirà la censura preventiva, gli oscuramenti anche arbitrari di siti etc.
Tutto questo espresso in un testo (volutamente?) ambiguo e mal concepito, che lascia ampi margini di discrezionalità e interpretazione, quindi di possibile abuso.
Che c'entra la sinistra? C'entra eccome, perché l'iter di questo capolavoro è stato accelerato dall'assenso dei DS in Commissione Cultura della Camera, il 28 febbraio scorso. Questo dopo che l'Associazione Software Libero, svariati giuristi e buona parte del "popolo della Rete" avevano spiegato in tutte le salse i pericoli contenuti nel decreto.
Era forse inevitabile recepire la EUCD, per non trovarsi "fuori dall'Europa"? Assolutamente no. La Finlandia (che già aveva abolito, applauditissima, le inutili e allergogene monete da uno e due centesimi di euro) si è esplicitamente rifiutata di farlo. In tutta l'UE, l'hanno recepita soltanto la Grecia, la Danimarca e adesso l'Italia.
Non c'era alcuna ragione di passare come rulli compressori sulle opinioni e le esigenze di tante persone, se non la mentalità subalterna che porta a essere sempre plus royalistes que le roi, e forse la prossimità agli interessi di alcuni poteri forti.
Tra le varie cose, il decreto-che-piace-ai-DS colpisce l'esercizio di un diritto (la copia privata digitale), fingendo al contempo di volerlo tutelare. Nonostante il decreto inserisca nella legge sul diritto d'autore (n.633, 22/04/1941) l'art. 71-sexies ("E' consentita la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi su qualsiasi supporto, effettuata da una persona fisica per uso esclusivamente personale, purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali...", e per ora fermiamoci qui), questo diritto viene colpito tanto "a monte" quanto a "a valle".
A monte, con l'imposizione (art.39) di una odiosa gabella (chiamata, in pura neolingua, "equo compenso") sull'acquisto di supporti digitali e analogici, audio e video. Come abbiamo già spiegato su L'Unità il 6 febbraio scorso (in un articolo intitolato "Il divertimento blindato"), si dà per scontato che tutti gli acquirenti di cd vergini siano in procinto di violare la legge, quindi - su pressione della SIAE - si aumentano vertiginosamente i prezzi (+ 0,29 centesimi di euro per un CD audio, praticamente un aumento del 50% sul prezzo medio ante-decreto) e si dice che tali soldi andranno "a compenso degli autori danneggiati dalle pratiche di pirateria".
Ma quali autori? Gli autori di cosa? A meno di non infiltrare una spia in casa di ogni cittadino, la SIAE non può sapere cosa finirà su quei supporti: lettere d'amore alla propria fidanzata? Fotografie delle proprie vacanze? Copie private legittime? Software libero? A chi andranno dunque i soldi dell'equo compenso? Una probabile risposta si può indovinare leggendo questa inchiesta (vecchia ma ancora attuale):
http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=82
Il cosiddetto "equo compenso" spara nel mucchio, ma le cose più gravi avvengono "a valle", perché l'art.71-sexies continua così "...nel rispetto delle misure tecnologiche di cui all'articolo 102-quater."
E quali sono queste misure? "Tutte le tecnologie, i dispositivi o i componenti che, nel normale corso del loro funzionamento, sono destinati a impedire o limitare atti non autorizzati dai titolari dei diritti", vale a dire qualunque "dispositivo di accesso o [...] procedimento di protezione, quale la cifratura, la distorsione o qualsiasi altra trasformazione dell'opera o del materiale protetto".
Più avanti, l'art.171-ter punisce "chi fabbrica, importa, distribuisce, vende, noleggia, cede a qualsiasi titolo, pubblicizza per la vendita o il noleggio, o detiene per scopi commerciali, attrezzature, prodotti o componenti ovvero presta servizi che abbiano la prevalente finalità o l'uso commerciale di eludere efficaci misure tecnologiche di cui all'art. 102-quater".
In questo modo non solo vengono legalizzati gli espedienti tecnologici che permettono già vere e proprie truffe ai danni dei consumatori (cd "anti-copia" che non girano sui computer, DVD che funzionano solo in alcuni paesi, e-books che non si possono stampare o si cancellano dopo un anno, canzoni che possono essere ascoltate solo tot volte e poi basta), ma addirittura li si tutela, considerando reato l'uso di tecnologie atte ad aggirarli, impedendo nei fatti l'esercizio del diritto alla copia privata.
Quest'articolo sembra scritto su misura per il nuovo hardware-poliziotto di Bill Gates, Palladium (da poco ribattezzato, a causa delle polemiche, "Next Generation Secure Computing Base"), che si bloccherà se alle prese con materiale considerato "illegale", il che può naturalmente includere la copia privata di un CD o la copie di back-up di un software. Vedrete che rimpiangeremo l'epoca dei "pacchi" alla napoletana, coi videoregistratori che in realtà contenevano mattoni.
C'è qualcosa di ancor più grave:
forse il legislatore non si è reso conto che legittimando quest'andazzo si rischia di interrompere la trasmissione della memoria alle generazioni successive. Se ogni prodotto culturale diventa "a scadenza", "volatile", e la sua sopravvivenza dipende dall'acquisto di password o chiavi crittografiche, gli storici e gli archeologi del futuro si troveranno di fronte a reperti muti, vestigia non interrogabili, testimonianze di una civiltà che ha programmato il proprio dissolvimento.
Ha ragione Paolo Attivissimo: quelli che oggi vengono considerati "pirati" e delinquenti, sono i veri custodi della memoria, gli amanuensi che permettono la diffusione della cultura, e quindi la sua tradizione.
Tornando al decreto, l'art.17 obbliga i fornitori d'accesso a "informare senza indugio l'autorità giudiziaria o quella amministrativa avente funzioni di vigilanza, qualora sia a conoscenza di presunte attività o informazioni illecite riguardanti un suo destinatario del servizio della societa' dell'informazione [e a] fornire senza indugio, a richiesta delle autorità competenti, le informazioni in suo possesso che consentano l'identificazione del destinatario dei suoi servizi con cui ha accordi di memorizzazione dei dati, al fine di individuare e prevenire attività illecite" (corsivi miei).
In generale, l'accoppiamento di "presunto" con "prevenire" non promette mai niente di buono, ma in questo caso, come alcuni hanno già fatto notare, basterà la lettera di una casa discografica (o della Business Software Alliance) al provider, anche contenente informazioni molto vaghe, perché il destinatario sia obbligato a informare la magistratura, pena l'accusa di complicità nelle violazioni in oggetto. L'ennesimo mattone nell'edificio della cultura del sospetto, della presunzione di colpevolezza, dell'autocensura e dello zelo repressivo.
Non crediamo di esagerare se diciamo che gli attacchi ai net-attivisti, i raid contro gli hacker veri o presunti e la demonizzazione di Internet possono portare al suicidio di quelle democrazie occidentali che si dice tanto di voler difendere.
C'è modo di "sanzionare" il supporto del centrosinistra alle campagne "Shock and Awe" contro le pratiche e i soggetti che sono il nuovo "sale della terra", oltreché il lievito dei movimenti?
Anche questo decreto, al pari di tutte le leggi e leggine che l'hanno preceduto, è destinato a scontrarsi con la dura realtà, che sta elargendo alle corporations sconfitte di fatto e di diritto. Parleremo di questo nella prossima puntata (l'ultima) di questa serie sulla "rivoluzione contro il copyright".

Per approfondimenti su questi temi:
http://www.punto-informatico.it
http://www.softwarelibero.it
http://www.zeusnews.it
http://www.quintostato.it



2-------------------------

CHIAMATELA COME VI PARE, L'IMPORTANTE E' CHE SIA LIBERTA' - di Wu Ming 1

"Da più parti ci viene chiesto come mai abbiamo usato la parola "copyleft" per descrivere il nostro approccio alla libera riproduzione dei testi, e la filosofia che dà forma alla particolare dicitura contenuta nei nostri libri.
Diverse persone ci ricordano che il copyleft ha dato origine a vere e proprie licenze commerciali, come la GPL o la GFDL [GNU Free Document License], e ci chiedono perché non utilizziamo quelle...."


http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/nota_copyleft.html

 

3-------------------------


MITOPOIESI E AZIONE POLITICA

Intervista di Amador Fernandez-Savater a Wu Ming 4, realizzata nell'aprile 2003
[uscirà in spagnolo sul prossimo numero della rivista El viejo topo di Barcellona (n.179, giugno 2003)]

"...Proviamo a ipotizzare una marcia europea, che abbia molti punti di partenza. Da ogni punto parte una carovana, un percorso attraverso il continente, che tocca luoghi politicamente e storicamente simbolici.
Ogni percorso è una mappa cantata, che canta la storia meticcia d'Europa, un'Europa che dall'Andalusia al Caucaso non ha mai avuto confini fissi, e che li ha visti mutare costantemente nel corso dei secoli e dei millenni. Le origini della nostra civiltà sono in Mesopotamia. Cipro, le cui coste sono a poche centinaia di chilometri dal Libano, è appena entrata nell'Unione. E Grozny, la città fantasma rasa al suolo dalle bombe, si trova sul limite orientale del continente.
Quei percorsi e quelle canzoni canterebbero la storia delle rivolte e delle lotte, antiche e recenti; la storia dei popoli che non hanno mai smesso di attraversare questa terra, provenienti dall'Africa (l'altra sponda del "Lago" Mediterraneo) e dall'Asia (di cui l'Europa non è che una propaggine); la storia di un luogo deterritorializzato che mantiene aperto e mobile il proprio confine; di una terra dei diritti generalizzati e della coabitazione possibile.
La marcia stessa allude e mette in pratica tutto questo, dispiegando la potenza delle comunità.
Immaginiamo che queste carovane si incontrino in un punto casuale al centro di questa terra la piana di Frankenhausen, o Norimberga, o Praga, o Sarajevo... Questa immagine, di popolazioni in cammino che lungo il percorso raccolgono storie, memorie, simboli, e si fanno portatrici di un'idea diversa d'Europa, che è un'idea diversa del mondo, è l'immagine di una riappropriazione dal basso di ogni ambito decisionale e politico, ciò per cui stiamo lottando da anni, forse da sempre.
La convergenza verso un luogo preciso, verso un "atto" collettivo, sancisce il protagonismo e l'imprescindibilità delle comunità umane che in questi anni hanno scritto la storia del movimento. E' un atto che allude all'attraversamento del deserto e al suo ripopolamento lungo le vie dei canti dell'umanità, senza il miraggio di una terra sacra a cui l'umanità stessa debba essere immolata.
E' bello pensare che possa essere questa l'immagine e la potenza mitopoietica da evocare nel tempo che ci attende.

http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/entrevista_evt.html



4-------------------------

LA BALLATA DEL CORAZZA
Un racconto Open Source da modificare tutti insieme


Le storie sono di tutti, lo abbiamo detto molte volte.
Tuttavia, non abbiamo mai insistito abbastanza su una loro naturale caratteristica: la sostanziale identità tra la loro versione "eseguibile" e il loro "codice sorgente".
Spieghiamoci meglio. Un normale programma per computer si presenta all'utente con un certo aspetto: icone da cliccare, spazi in cui scrivere, menu da scorrere. La sorgente di tutto questo, il codice di programmazione, non emerge in alcun modo a questo livello. L'utente può interagire col programma ma non con la sua sorgente. I cosiddetti programmi open source, invece, offrono questa possibilità, rendendo accessibile il codice.
In un racconto scritto, questa distinzione è abbastanza superflua. Il codice sorgente e il modo in cui il "programma" si presenta all'utente coincidono in quasi tutti gli aspetti. Se non consideriamo il caso particolare delle traduzioni, una stessa lingua incarna entrambe le funzioni.
A dispetto di questa trasparenza, però, succede molto di rado che l'utente decida di interagire in modo diretto con il "codice" di una storia. Ci sono lettori che sottolineano i libri, altri che ci fanno sopra annotazioni, altri che trascrivono frasi su taccuini, ma pochi, se non sono scrittori professionisti a loro volta, si prendono la briga di modificare direttamente la storia che hanno letto.
Sebbene il computer e i programmi di scrittura rendano queste interazioni sempre più facili, non conosco quasi nessuno che abbia creato la "sua" versione di Q, di 54, di Havana Glam o Asce di Guerra, per poi magari diffonderla in qualche modo (che so Q - Mario Rossi's cut, oppure 54 - versione 1.1.0).
L'abitudine a rimanere passivi di fronte a una storia conta più di qualsiasi protezione sul codice sorgente. Una sorta di tabù culturale duro a morire.
Si dice spesso che un romanzo è davvero finito una volta che qualcuno ha finito di leggerlo. Questo presuppone l'idea che una storia si trasformi e si completi nel cervello di chi la legge ma queste trasformazioni - vitali per la storia stessa - molto di rado retroagiscono davvero sul testo. Il più delle volte restano ingabbiate nella testa dei lettori. Al massimo, passano da un cervello a un altro sotto forma di commenti orali, ma poco più. In breve, un patrimonio molto vasto di idee - cioè possibili
"miglioramenti" per la storia stessa - si volatilizzano e scompaiono.
Da molto tempo intendevamo rendere esplicite queste riflessioni alla nostra maniera attraverso un'esperienza pratica di Letteratura Open Source.
L'idea era quella di scrivere un racconto, di renderlo disponibile sul sito, di chiedere a chiunque lo volesse di leggerlo e poi di restituirci qualsiasi tipo di feedback: commenti, riscritture possibili, modifiche del finale, variazioni nei dialoghi. Chiunque avrebbe potuto creare la sua versione del racconto, per poi restituircela in qualche modo.
Da parte nostra avremmo raccolto tutte le proposte, apportato le modifiche più convincenti, prodotto una nuova versione "ufficiale" della storia. E così via, proprio come accade per certi programmi a sorgente aperta: l'utente puo' personalizzare il software e può proporre le sue modifiche ai programmatori, che dopo averle messe alla prova, se portano un reale miglioramento, provvedono a implementarle.
Purtroppo, il tempo per scrivere un racconto abbastanza lungo sembrava sfuggirci continuamente di mano.
Finché, all'inizio di quest'anno, non ci ha contattato l'Istituto Trentino di Cultura, http://www.itc.it, con la proposta di scrivere un racconto di dieci cartelle ispirato a uno degli affreschi del Ciclo dei Mesi della Torre Aquila. In una serata estiva, il racconto sarebbe stato letto da un attore, accompagnato da una colonna sonora composta per l'occasione e da un video ispirato alla storia. Gli affreschi erano davvero belli, la persona che ci ha contattato molto entusiasta, l'iniziativa interessante: abbiamo accettato.
Era lo stimolo in più che ci serviva per dare il via al nuovo esperimento di (ri)scrittura collettiva.
Abbiamo scritto, riletto, consegnato.
Nel frattempo, la data della serata trentina slittava all'autunno. Meglio: tempo in più per risolvere alcune questioni contrattuali legate al copyleft e all'operazione.
Intanto, i musicisti che dovevano comporre la colonna sonora, guidati da Nicola Straffelini, hanno deciso di procedere in parallelo alla nostra proposta: appena realizzeranno lo spartito, anch'esso sarà scaricabile dal sito di Wu Ming, aperto a feedback e proposte di cambiamento esattamente come il racconto.
Non solo: la formula copyleft ha permesso di utilizzare il testo come base di partenza per la sceneggiatura di un fumetto, che sta prendendo vita grazie alla casa editrice Alta Fedeltà (www.alta-fedelta.it). In piu', sempre lo stesso racconto, letto da Wu Ming 2 e accompagnato dall'elettronica di ElSo è servito per confezionare il ciclo sul tema "Carne" del programma "The Elements". Potete ascoltarne la versione completa anche in streaming, domenica 11 maggio, ore 18. In streaming www.radiocittadelcapo.it. Sennò, 96.250 Mhz
[Chi non sapesse cos'è "The Elements", cfr. http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/Giap3_4_IVa.html#elements]

Terminate le necessarie premesse, ecco in sostanza quello che dovrebbe succedere:

- Il racconto di Wu Ming 2 "La Ballata del Corazza" è disponibile sulla sezione del sito http://www.wumingfoundation.com/italiano/opensource/opensource.htm

- Chiunque lo desideri può scaricarlo, leggerlo, farci sapere che ne pensa all'indirizzo opensource@wumingfoundation.com. Si possono mandare semplici commenti, intere riscritture, modifiche di piccole parti, editing minimali (tipo "Cambierei questo aggettivo con quest'altro", "toglierei questo avverbio", "sostituirei questa battuta con questa"). Non c'è limite di tempo: quando vi va, lo fate.

- Wu Ming produrrà la versione 1.0.1 del racconto presumibilmente entro l'estate, ma potrebbe essere anche molto prima, dipende tutto dal volume del feedback. A questa, seguiranno altre versioni.

- Appena pronto, al testo del racconto si affiancherà lo spartito musicale di accompagnamento. Le modalità di intervento saranno le stesse. L'e-mail a cui inviare i contributi verrà indicata in fondo allo spartito stesso.

- Nella serata trentina (data ancora da definirsi), verrà letta la versione estiva del racconto, accompagnata dalla musica rieditata per l'occasione.

- Il fumetto seguirà una delle versioni disponibili al momento della stesura definitiva delle tavole. Ne annunceremo l'uscita al momento opportuno.

- Sul sito saranno sempre disponibili la versione originale e tutte le successive

- Chiunque potrà diffondere versione alternative del testo, purché citi la clausola copyleft in fondo allo stesso e indichi in qualche modo di che versione si tratta (identificandola con un numero, col nome, con uno pseudonimo).

Bene.
La sfida è lanciata.
La creazione è sempre un'opera collettiva. Il genio individuale non esiste.
Aiutateci a dimostrarlo ancora una volta.
Tutta la teoria del mondo non vale un singolo esempio pratico.

 

-------------------------

Errata corrige il precedente dispaccio /en/attendant/giap conteneva un errore:
erano indicat* 2692 iscritt* alla newsletter anziché 3692. Nel frattempo, siamo diventat* 3733.
Tutti i numeri arretrati sono archiviati qui:
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/numerigiap.html#ultimo