Le storie sono di tutti, lo abbiamo detto molte volte.
Tuttavia, non abbiamo mai insistito abbastanza su una loro naturale caratteristica: la sostanziale identità tra la loro versione "eseguibile" e il loro "codice sorgente". Spieghiamoci meglio. Un normale programma per computer si presenta all'utente con un certo aspetto: icone da cliccare, spazi in cui scrivere, menu da scorrere. La sorgente di tutto questo, il codice di programmazione, non emerge in alcun modo a questo livello. L'utente può interagire col programma ma non con la sua sorgente. I cosiddetti programmi open source, invece, offrono questa possibilità, rendendo accessibile il codice.
In un racconto scritto, questa distinzione è abbastanza superflua. Il codice sorgente e il modo in cui il 'programma' si presenta all'utente coincidono in quasi tutti gli aspetti. Se non consideriamo il caso particolare delle traduzioni, una stessa lingua incarna entrambe le funzioni.
A dispetto di questa trasparenza, però, succede molto di rado che l'utente decida di interagire in modo diretto con il 'codice' di una storia. Ci sono lettori che sottolineano i libri, altri che ci fanno sopra annotazioni, altri che trascrivono frasi su taccuini, ma pochi, se non sono scrittori professionisti a loro volta, si prendono la briga di modificare direttamente la storia che hanno letto. Sebbene il computer e i programmi di scrittura rendano queste interazioni sempre più facili, non conosco quasi nessuno che abbia creato la "sua" versione di Q, di 54, di Havana Glam o Asce di Guerra, per poi magari diffonderla in qualche modo (che so: Q - Mario Rossi's cut, oppure 54 - versione 1.1.0)
L'abitudine a rimanere passivi di fronte a una storia conta più di qualsiasi protezione sul codice sorgente. Una sorta di tabù culturale duro a morire.
Si dice spesso che un romanzo è davvero finito una volta che qualcuno ha finito di leggerlo. Questo presuppone l'idea che una storia si trasformi e si completi nel cervello di chi la legge: ma queste trasformazioni - vitali per la storia stessa - molto di rado retroagiscono davvero sul testo. Il più delle volte restano ingabbiate nella testa dei lettori. Al massimo, passano da un cervello a un altro sotto forma di commenti orali, ma poco più. In breve, un patrimonio molto vasto di idee - cioè possibili 'miglioramenti' per la storia stessa - si volatilizzano e scompaiono.

Da molto tempo intendevamo rendere esplicite queste riflessioni alla nostra maniera: attraverso un'esperienza pratica di Letteratura Open Source.
L'idea era quella di scrivere un racconto, di renderlo disponibile sul sito, di chiedere a chiunque lo volesse di leggerlo e poi di restituirci qualsiasi tipo di feedback: commenti, riscritture possibili, modifiche del finale, variazioni nei dialoghi. Chiunque avrebbe potuto creare la sua versione del racconto, per poi restituircela in qualche modo. Da parte nostra avremmo raccolto tutte le proposte, apportato le modifiche più convincenti, prodotto una nuova versione 'ufficiale' della storia. E così via, proprio come accade per certi programmi a sorgente aperta: l'utente può personalizzare il software e può proporre le sue modifiche ai programmatori, che dopo averle messe alla prova, se portano un reale miglioramento, provvedono a implementarle.
Purtroppo, il tempo per scrivere un racconto abbastanza lungo sembrava sfuggirci continuamente di mano.
Finché, all'inizio di quest'anno, non ci ha contattato l'Istituto Trentino di Cultura, con la proposta di scrivere un racconto di dieci cartelle ispirato a uno degli affreschi del Ciclo dei Mesi della Torre Aquila. In una serata estiva, il racconto sarebbe stato letto da un attore, accompagnato da una colonna sonora composta per l'occasione e da un video ispirato alla storia. Gli affreschi erano davvero belli, la persona che ci ha contattato molto entusiasta, l'iniziativa interessante: abbiamo accettato.
Era lo stimolo in più che ci serviva per dare il via al nuovo esperimento di (ri)scrittura collettiva.
Abbiamo scritto, riletto, consegnato.
Nel frattempo, la data della serata trentina slittava all'autunno. Meglio: tempo in più per risolvere alcune questioni contrattuali legate al copyleft e all'operazione.
Intanto, i musicisti che dovevano comporre la colonna sonora, guidati da Nicola Staffrelini, hanno deciso di procedere in parallelo alla nostra proposta: appena realizzeranno lo spartito, anch'esso sarà scaricabile dal sito di Wu Ming, aperto a feedback e proposte di cambiamento esattamente come il racconto.
Non solo: la formula copyleft ha permesso di utilizzare il testo come base di partenza per la sceneggiatura di un fumetto, che sta prendendo vita grazie alla casa editrice Alta Fedeltà (www.alta-fedelta.it)
In più, sempre lo stesso racconto, letto da Wu Ming 2 e accompagnato dall'elettronica di ElSo è servito per confezionare il ciclo sul tema "Carne" del programma "The Elements". Potete ascoltarne la versione completa anche in streaming, domenica
11 maggio, ore 18. In streaming www.radiocittadelcapo.it. Sennò, 96.250 Mhz.

Terminate le necessarie premesse, ecco in sostanza quello che dovrebbe succedere:

Chiunque lo desideri può scaricare il racconto La ballata del Corazza, leggerlo, farci sapere che ne pensa all'indirizzo opensource@wumingfoundation.com
Si possono mandare semplici commenti, intere riscritture, modifiche di piccole parti, editing minimali (tipo: Cambierei questo aggettivo con quest'altro, toglierei questo avverbio, sostituirei questa battuta con questa).Non c'è limite di tempo: quando vi va, lo fate.
Wu Ming produrrà la versione 1.0.1 del racconto: presumibilmente entro l'estate, ma potrebbe essere anche molto prima, dipende tutto dal volume del feedback. A questa, seguiranno altre versioni.
Appena pronto, al testo del racconto si affiancherà lo spartito musicale di accompagnamento. Le modalità di intervento saranno le stesse. L'e-mail a cui inviare i contributi verrà indicata in fondo allo spartito stesso.
Nella serata trentina (data ancora da definirsi), verrà letta la versione estiva del racconto, accompagnata dalla musica rieditata per l'occasione.
Il fumetto seguirà una delle versioni disponibili al momento della stesura definitiva delle tavole. Ne annunceremo l'uscita al momento opportuno.
Sul sito saranno sempre disponibili la versione originale e tutte le successive
Chiunque potrà diffondere versioni alternative del testo, purché citi la clausola copyleft in fondo allo stesso e indichi in qualche modo di che versione si tratta (identificandola con un numero, col nome, con uno pseudonimo).

Bene. La sfida è lanciata.
La creazione è sempre collettiva.
Il genio individuale non esiste.
Aiutateci a dimostrarlo ancora una volta.

Tutta la teoria del mondo non vale un singolo esempio pratico.



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Clicca sui maiali per scaricare il racconto open source di Wu Ming 2
"La ballata del Corazza" (rtf + zip, 11 kb)
"Tutta la teoria del mondo non vale un singolo esempio pratico"

La ballata del Corazza (Versione 1.0.0 di Wu Ming 2)
Racconto Open Source liberamente modificabile

"La creazione è sempre collettiva"
"Il genio individuale non esiste"
"Le storie sono di tutti"