Boicotta Wu Ming

Fritz Lang l'aveva capito subito
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[L’ultima volta che abbiamo riflettuto in pubblico sulla “questione Mondadori” è stata nell’aprile scorso. L’occasione era lo scambio epistolare Saviano – Marina Berlusconi.
Quel post e la discussione in calce sono tuttora il miglior compendio della nostra posizione.
Pensavamo di non aggiungere altro, anche quando la lettera del teologo Mancuso a Repubblica ha riattizzato la querelle. Sono anni che discutiamo, rispondiamo, spieghiamo, e forse la nostra disponibilità a farlo è servita ai colleghi scrittori per evitare di esprimersi. Vadano pure avanti i Wu Ming.
Poi abbiamo ricevuto una telefonata da un “fantasma del passato”: Luca Casarini. Non lo sentivamo dall’ormai lontano 2002. Scazzi pesanti nella fase post-Genova, fine di ogni rapporto politico e personale. All’improvviso si rifà vivo: “Solo per dirvi che ho scritto una cosetta sulla questione Mondadori. Leggetela, se vi va”. L’abbiamo letta, e tocca dire che non è male. E’ pure divertente. Succede anche questo.
Nel frattempo, alcuni lanciavano in rete campagne di boicottaggio, “Mondadori no grazie”, “Convinci un autore ad abbandonare Einaudi” e altre populistiche amenità. La rete, al solito, si riempiva di ciarpame, obiezioni prive di senso, induzioni e deduzioni strampalate. Un sacco di gente ci tirava in ballo a sproposito, contestando affermazioni spacciate per nostre ma inventate ad hoc.
Una pulce è entrata nell’orecchio: ci siamo resi conto che molte nostre osservazioni e risposte erano sepolte in discussioni chilometriche su questo o altri blog, oramai irrintracciabili o quasi. Le abbiamo raccolte, risistemate, ne abbiamo tratto un nuovo testo che integra e aggiorna quello di aprile.
Non ci illudiamo, non sarà la mitologica “volta per tutte”: la volta per tutte non esiste.
Esiste però la “volta per molte”.
Buona lettura.]
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1. Serve a qualcosa porre ossessivamente la stessa questione, come se il problema fosse “farci aprire gli occhi”, “farci ragionare”? E’ tanto difficile rendersi conto che sulla «Questione Mondadori», nodo strategico che riguarda direttamente il nostro lavoro e il nostro stesso esistere, noi abbiamo ragionato, ragioniamo e continueremo a ragionare molto più di qualunque nostro interlocutore? Ed è tanto difficile accettare il fatto che abbiamo tratto conclusioni 1) chiare e 2) diverse da quelle di chi vorrebbe il boicottaggio?

2. Sì, a quanto pare è difficile. E’ più facile (e comodo) pensare che siamo… disinformati, che non abbiamo riflettuto abbastanza, che non ci rendiamo conto. Ecco quindi che si tenta di convincerci, di “aprirci gli occhi”, come se i Boycott Boys avessero la Verità in saccoccia e noi fossimo anime erranti nel Grande Errore.
La differenza tra noi e loro è che noi abbiamo dubbi, perché stare nella contraddizione riconoscendola come tale implica il dubbio (altrimenti non la vivremmo come contraddizione); loro invece dichiarano solo certezze: dobbiamo – fare – come – dicono – loro.

3. Le nostre valutazioni sono, appunto, le nostre valutazioni. Lo abbiamo sempre detto: le nostre scelte e strategie potrebbero essere sbagliate. Se concludessimo di avere sbagliato, lo riconosceremmo come sempre abbiamo riconosciuto i nostri errori (anche gravi e drammatici, come quelli compiuti nei mesi precedenti il G8 di Genova).
Ci stranisce la sicumera, l’approccio fideistico di chi è sicuro che deprivare l’Einaudi di tutti gli autori che non la pensano come Berlusconi sarebbe un colpo inferto a quest’ultimo etc. Sinceramente, di simili certezze non abbiamo affatto invidia e ci fanno anche un po’ spavento.

4. Da anni gli apostoli del boicottaggio ci inoltrano le stesse richieste, ci pongono le stesse questioni, ci mandano mail tutte uguali nel tentativo di “convertirci”. Quando non ci riescono, alcuni saltano all’ovvia conclusione: “Se non si convertono benché la Verità sia evidente, allora sono cattivi. Sono intenzionalmente organici al regime. Sono nemici anche loro.” E oplà! Il salto logico è fatto. Ragion per cui: dal tentativo di conversione si passa all’anatema.

5. Immancabilmente, l’anatema rivela una totale ignoranza dei meccanismi basilari dell’editoria. Ad esempio, in rete veniamo descritti come “stipendiati da Berlusconi”, si fa riferimento ai “soldi di Berlusconi” etc. Si ignora del tutto che uno scrittore è un lavoratore autonomo e il suo reddito proviene direttamente dai lettori che comprano i suoi libri. Le royalties sono una percentuale del prezzo di copertina del libro. Tolta la percentuale dell’autore, il resto viene diviso tra libraio, distributore e casa editrice. Sono dunque i lettori a “stipendiarci”. Noi accordiamo all’editore l’uso commerciale esclusivo e limitato nel tempo delle nostre opere, di cui siamo proprietari.

6. La «Annosa questione Mondadori» (espressione coniata nel 2002 dal collega Alessandro Bertante) va avanti da almeno un decennio, da quando Giorgio Bocca troncò i suoi rapporti con Segrate.
Nel corso degli anni, tutte le posizioni sono state sviscerate.
La nostra non piace, non convince? Sbagliamo?
Beh, chi lo pensa ha il dovere della coerenza. Chi pensa che sbagliamo a non boicottare, ci boicotti a sua volta. Ma lo faccia subito, senza ulteriori tentennamenti, basta coi parolai! In fondo è semplice: basta non comprare i nostri libri. Non comprateli più, è un vostro diritto e lo esercita già molta gente. Siate coerenti e boicottateci. L’importante è che non ci rompiate più le balle.
Chi poi volesse boicottare l’Einaudi senza boicottare noi, può scaricare i nostri libri gratis e non dare un ghello all’Einaudi. E’ una possibilità che diamo da oltre dieci anni. Lo rammentiamo nel caso qualcuno se lo fosse scordato.

7. Quello che più irrita: la deresponsabilizzazione legata alla trasformazione dell’autore in simbolo. In altre parole: la “delega morale”. Chi da anni ci chiede a gran voce (e spesso ci intima) di “abbandonare l’Einaudi” per motivi di “coerenza”, e ci chiede di farlo anche se lì riusciamo a lavorare bene e ottenere risultati, intende pulirsi la coscienza con un’azione compiuta da altri, rischiando pochissimo in proprio. Chiede a noi un lavacro purificatore. Vuole che lo togliamo dall’incomodo e dall’onta (signora mia!) di acquistare libri con il logo dello Struzzo.
Noi invece intendiamo fare i conti ogni giorno con la nostra coscienza “sporca”, con le nostre mani “sporche”. Non vogliamo sollievo, niente facili rilasci di endorfine. Anzi, noi crediamo che la contraddizione debba acuirsi, per questo seguiteremo a lavorare con l’Einaudi, finché questo sarà possibile. Noi apparteniamo alla medesima tradizione a cui faceva riferimento Alberto Asor Rosa qualche giorno fa: «Una tradizione che preferisce essere cacciata, piuttosto che rinunciare spontaneamente alla battaglia culturale […] Ci sono case editrici che per tradizione e libertà delle persone hanno resistito alla proprietà. Bisogna resistere con loro, aiutarli anziché complicare le cose.»
“Uscire” sarebbe una scappatoia, equivarrebbe a rimuovere la contraddizione, o quantomeno a sdilinquirla, a farla passare in secondo piano. Da anni noi adottiamo la strategia opposta: non perdiamo un’occasione per sottolineare la contraddizione, per dire che esiste ed è stridente, che questa posizione non è per nulla confortevole e a un certo livello ci lacera, ma crediamo ne valga la pena.

8. Sì, in questi anni pubblicare con Einaudi è stata la condotta più facile da additare e biasimare, la strategia più impopolare. Qualunque mentecatto ha avuto buon gioco ad attaccarci “da sinistra”. Chiunque di noi “reprobi” ha vissuto esperienze simili a quella riportata da Sandrone Dazieri sul suo blog:

«…se fosse solo una questione di soldi… bé, dalla Mondadori sarei andato via da un pezzo. Sai quante rotture di palle in meno? Tutte le volte che presento, ci sono quelli che mi guardano e si aspettano che chieda scusa perché pubblico a Segrate. e poi mi dicono “Tu sei simpatico, ma la tua casa editrice…” “Guarda, mi tocca rispondergli, a me di essere simpatico non mi frega un cazzo. Mi frega che tu legga quello che scrivo e che ti piaccia”. Ecco, quello che succede. Mi ricordo che a Ischia c’era ‘sto tizio, chiaramente un villeggiante granosissimo firmato anche nelle ciabatte, che mi ha dato del venduto. Tu che eri dei Centri Sociali, mi ha detto, come se lui ci avesse mai messo piede in vita sua. O avesse mai letto un mio libro. E chissà che fa lui nella vita? Il pastore valdese?»

9. Ad ogni modo, tutto serve. Da questa postazione (ripetiamo: scomoda ed esposta a fuoco amico) abbiamo visto molte cose che altrimenti non avremmo visto, pensato molte cose che altrimenti non avremmo pensato, imparato molte cose che altrimenti non avremmo imparato. Una delle quali è che noi non vogliamo né dobbiamo confortare nessuno. Per quello, per sgravare le coscienze altrui, ci sono i preti. Quanto alle battaglie vicarie, al giorno d’oggi esistono raffinatissimi videogiochi.

10. Lasciare armi e bagagli l’Einaudi per accasarsi con Feltrinelli – anche ipotizzando che sia possibile far adottare le nostre pratiche a Feltrinelli (e non lo è) – o col gruppo RCS – con il quale pure lavoriamo – non ci farebbe sentire meglio nemmeno per un minuto. Mandare all’aria oltre dieci anni di lavoro e di posizioni guadagnate (non concesse) dentro l’Einaudi per divenire facili paladini del boicottaggio contro Berlusconi, gioverebbe forse alla considerazione di Wu Ming presso il «Popolo Viola» o i «comitati BoBi» o qualunque altro network del controberlusconismo, ma molto più di questo non accadrebbe. In soldoni, significherebbe soltanto mettersi sotto l’ala protettrice di un’altra famiglia della grande borghesia italiana, o magari di un altro partito-azienda, esistente o in fieri.

11. Smettere di collaborare con l’Einaudi non è un tabù. Chi sente di avere ragioni per farlo lo faccia. Ma è una scelta da valutare in modo laico, come dovrebbe essere per tutte le scelte. Invece le polemiche dei Boycott Boys la stanno trasformando nella Scelta (altrui) per eccellenza, quella che divide il mondo tra Bene e Male.
Negli ultimi anni alcuni autori italiani hanno troncato i rapporti con l’Einaudi, e lo hanno fatto per i loro buoni motivi, laddove “buoni” non esiste senza “loro” (e viceversa). C’è stata una crisi del loro rapporto con l’editore. Questo è diverso dal boicottare. Anche noi abbiamo sempre detto che, se cambierà la situazione, faremo la nostra scelta senza titubanze. Ce ne andremo quando ci sarà reso impossibile lavorare. Resistere un minuto più del padrone.

12. Resistere un minuto più del padrone significa essere in Einaudi (ribadiamo: se sarà possibile) il giorno in cui cambierà proprietà.
E sia chiaro che non è il nostro padrone: noi non siamo dipendenti della casa editrice. Resistere un minuto più del proprietario della casa editrice, questa è la scommessa. O essere cacciati prima.

13. L’Einaudi non è un luogo dove tutto va bene, bensì un campo di battaglia. E’ così che l’abbiamo sempre descritta, e non è un’espressione scelta a caso: è in corso una guerra. Lì dentro c’è chi combatte ogni giorno per difendere degli spazi, per difendere il proprio lavoro. E noi vogliamo continuare a dare un contributo. Conosciamo la casa editrice, da anni la viviamo nella sua complessità (benché a relativa distanza), conosciamo le pressioni che vengono fatte e subite, conosciamo i conflitti interni, i contrasti, le difficoltà, sappiamo quali errori vengono commessi e perché, sappiamo quali tendenze intervengono a compensare alcuni di questi errori, abbiamo un’idea di massima ma abbastanza buona dei “paletti” e degli sconfinamenti. Sappiamo anche che alcuni “scandali” degli ultimi anni e mesi erano poco più che montature mediatiche, ma su questo non intendiamo dilungarci. Ci sono interessi di bottega. C’è gente che ha il dentino avvelenato contro la casa editrice. Insomma, le cose non sono semplici come vengono descritte.

14. Una cosa che ci si rifiuta ostinatamente di capire è che per noi, in qualunque momento, andarcene dall’Einaudi sulla base di un imperativo morale (peraltro facile da spiegare, e che avrebbe pungolato applausi) sarebbe stato vantaggioso, tanto in termini economici quanto in termini di risonanza della scelta. Il Gran Rifiuto. Le beau geste. Anticipi alti. Congratulazioni. Pacche sulle spalle. Plauso per la nostra scelta “difficile” e in realtà facilissima (= populistica).
E si continua a sorvolare sul fatto che noi pubblichiamo già
con altri grossi editori, es. Rizzoli e Bompiani, entrambi del gruppo RCS. Se abbiamo continuato a lavorare con l’Einaudi, non è per la “stazza” dell’editore che garantisce successo e gratifiche. Lavoriamo già con altri editori e “stazze” paragonabili a quella dell’Einaudi. Se abbiamo continuato a lavorare con l’Einaudi è perché pensiamo sia differente, sotto molti punti di vista, lavorare con via Biancamano o non lavorarci più, perché l’Einaudi non è un editore qualsiasi, e i motivi li abbiamo spiegati fin troppe volte.

15. In rete pullulano caricature della nostra posizione, frasi virgolettate che non abbiamo mai detto né scritto (“Fottere il potere dall’interno” etc.) Ci si rinfaccia di voler fare i rivoluzionari “coi soldi di Berlusconi” (e su questo abbiamo già detto).
Noi facciamo quel che sentiamo giusto. Sì,  una decina d’anni fa eravamo più arroganti, pensavamo effettivamente di avere un ruolo di un certo tipo, ma ci siamo resi conto di avere torto e abbiamo fatto un’autocritica pubblica che non è stata meno lacerante dello stare nella contraddizione.
A ben vedere, noi Wu Ming veniamo da una pesante sequela di fallimenti. C’è forse un altro modo di descriverli? Undici anni dopo il nostro esordio, siamo ancora una “bizzarria”. Nessuna nostra prassi è diventata esempio contagioso. La scrittura collettiva resta una bestia rara. Il copyleft è fermo ai blocchi di partenza. La carta riciclata l’adottano in pochissimi. La letteratura italiana è ancora in gran parte fatta da scorreggioni. La grande maggioranza degli «addetti ai lavori» ci detesta e passa sotto silenzio il nostro lavoro. A conti fatti, abbiamo “inciso” molto, molto meno di quanto avremmo voluto.
Il nostro rimanere in Einaudi non ha nulla di “universale”, né stiamo indicando la Via (o dando la linea) ad alcuno. Non siamo apostoli né “cavalli di Troia” per niente e per nessuno. Facciamo, nella nostra singolarità, ciò che riteniamo giusto, punto. Se c’è chi, al contrario, lo ritiene ingiusto, vale il punto 6 di questo stesso testo.
Boicotta Wu Ming.
That’s the message for today and tomorrow
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153 commenti su “Boicotta Wu Ming

  1. Purtroppo non ho tempo di lasciare un commento articolato ma solo due righe per dire che questo pezzo è molto bello, umile, coerente, stimolante e soprattutto molto molto giusto. Chi non capisce è perché non VUOLE capire, non cerca di farlo e non persegue un confronto ma cerca una spada... → [Continua a leggere]
  2. Credo che ognuno faccia la sua scelta umana e professionale in piena libertà, e probabilmente rimanere all’Einaudi è anche un tentativo di salvarla dalla proprietà. I messaggi pubblici degli autori che restano sono imbarazzanti, perché si tratta di decisioni intime prese dopo lunghe riflessioni. Ci sono di mezzo le persone... → [Continua a leggere]
  3. […] i vuming tornano sulla questione mondadori, rianimata da repubblica con un dibattito che non sta né in cielo né in […]

  4. 1) Come ho già scritto altrove, le posizioni astratte dal contesto non rivelano alcun senso della libertà decisionale. Il contesto è che in Italia la casa editrice col catalogo più poeticamente eversivo è di proprietà del Caimano, il quale comunque non ha cambiato i connotati alla casa editrice medesima (certo... → [Continua a leggere]
  5. la vostra posizione è: ragionevole, stimabile, condivisibile. (e dunque anche criticabile, evidentemente). non siamo tra quelli che lanciano boicottaggi, né tra quelli che non collaborerebbero con Mondadori e così via perchè riteniamo che si individui in questo un falso problema. il ragionamento che abbiamo lanciato sul nostro sito a gestione... → [Continua a leggere]
  6. Questo post casca a fagiolo. Seguendovi da parecchio avevo già assistito ad alcune delle querelle che si erano sviluppate intorno al discorso, la mia posizione nei vostri confronti era, al massimo, giustificazionista se non apertamente menefreghista. Voglio dire pubblichi con uno o pubblichi con l’altro alla fine è sempre la... → [Continua a leggere]
  7. Il manicheismo è sempre spaventoso. “O con noi o traditore” gridato bavosamente fa sempre paura.Detto questo, non sarei così cattivo con (alcuni) boicottatori. In fin dei conti, secondo me, la rabbia che vi lanciano contro è un attestato di stima. Di amore.Nel campo dell’arte, c’è sempre difficoltà a scindere l’uomo... → [Continua a leggere]
  8. Circa il ‘pubblicare con Mondadori’ Pino Corrias ha fatto riflessioni simili nel suo blog . Poi ha anche risposto ai commentatori . Mi piace la frase:”continuerò a farlo [pubblicare per Mondadori] fino a quando mi sarà garantita la libertà di cui la sua storia e i suoi dipendenti... → [Continua a leggere]
  9. Di corsa, perché sono in partenza e tornerò solo stanotte. Rispondo solo su due punti facili facili:@pamarasca,mah. Due sentenze della magistratura dicono che quell’accusa è falsa. Questo è l’unico dato certo che sta sul tavolo. Allo stato attuale, c’è ben poco di nuovo nella querelle, che si trascina con le... → [Continua a leggere]
  10. … estremamente condivisibile …

  11. @ Wu Ming 1   e infatti non mi riferivo a voi, perché non conosco nel dettaglio la vostra storia. ma il ragionamento è: se, a partire da questa polemica che sta coinvolgendo diversi soggetti (da Scalfari a Prosperi ad altri), un folto gruppo di autori dei grandi gruppi editoriali... → [Continua a leggere]
  12. Confesso che ho dovuto rileggere due volte il vostro post perché non è proprio facile facile da comprendere, però – alla fine di ogni paragrafo – mi dicevo: ok, ci sono, capisco e condivido. Ho una cosa da chiarire. Capisco che la “contraddizione” vi procuri una profonda consapevolezza del vostro... → [Continua a leggere]
  13. Ma Pasolini avrebbe pubblicato per il Caimano ? Lo so che non è colpa sua e che ha tante altre rogne a cui pensare, ma non è scomodo scrivere di camorra per la casa editrice di uno che ha l’amico-amico condannato per mafia (anche se in secondo grado)? Il padrone di... → [Continua a leggere]
  14. Segnalazione estemporanea,
    spero non sia troppo ‘a cazzo’.
    saluti :)
    http://tabagista1986.splinder.com/post/23069207/la-mission

  15. “Due sentenze della magistratura dicono che quell’accusa è falsa” * “[…] si riempiono la bocca con la “autonomia della magistratura”, viva i magistrati etc.[…]”

    Attenzione, però: la magistratura non è un blocco unico che agisce come un sol’uomo e con una coerenza (discutibile o meno) univoca. C’è magistratura e magistratura;... → [Continua a leggere]
  16. Sono rientrato prima del previsto, eccomi qui a rispondere.Considerazione generale: quasi tutte le questioni su cui veniamo sollecitati le abbiamo già affrontate molte volte. Per questo abbiamo scritto che il presente post “integra” quello di aprile (e la discussione in calce). A sua volta, il post di aprile riprendeva i... → [Continua a leggere]
  17. Non comprerò più i vostri libri, né qualsiasi altro “edito da”, poi brucerò quelli che mi restano, infine comincerò a percuotermi il capo sperando di dimenticare tutto quello che ho imparato, fino a che mi domanderò “perché sto facendomi del male?”. Giusto per darvi testimonianza che ho letto quello che... → [Continua a leggere]
  18. […] letto questo lungo ed interessante post dei Wu Ming sul loro rapporto con Einaudi. Mi sento di dar loro ragione, soprattutto quando dicono che […]

  19. @cacioman, mi e’ venuto in mente leggendoti, e poi ho visto la stessa opinione nell’intervento di Michela Murgia: l’unico a essere fuori posto in Mondadori e’ Berlusconi. Non gli altri, non Saviano, non gli autori ai quali si chiede di uscire da Mondadori & co.Sulla questione, in generale, sono anch’io dell’opinione... → [Continua a leggere]
  20. Due esempi per gli aedi del boicottaggio (ormai invecchiati come me, almeno spero). Il primo. Io. Non compro quasi più niente. Dunque, boicotto quasi tutto. Al netto di affitto e bollette, mi resta un po’ meno di dieci euro al giorno. Mezzo pacchetto di sigarette (meno non riesco), un quotidiano,... → [Continua a leggere]
  21. Il commento di Luca mi ha fatto cambiare idea: sono per il boicottaggio! Solo per vedere come se la cava l’omino buffo e cattivissimo di Mars Attacks! :-)
    @ Wu Ming 1:
    scusa l’ignoranza, ma che cazzo vuol dire “catecontici”?

  22. In un altro post un complimento rivolto ai Wu Ming ringraziava per stimolare la curiosità e la voglia di ricerca, non posso far a meno che condividere a pieno. Devo ammettere la mia ignoranza sulla questione, o meglio avevo un idea molto semplicistica delle case editrici della Mondadori e quindi dell’Einaudi considerando... → [Continua a leggere]
  23. Finchè potete scrivere quel che volete, pubblicate con chi preferite, potete o ritenete giusto. Una ritirata può essere una cosa necessaria e sensata, ma i “bei gesti” vanno fatti per guadagnare terreno, non per lasciarlo al nemico.
    Nessun passo indietro! ;)
    per catecontico http://www.behemoth.it/index.php?pag=news&id=1235499015_7
     

  24. Fino a quando la linea editoriale di una società editrice o di una azienda molto attenta al profitto economico (come la Mondadori, è sempre stata) sarà quella di pubblicare qualsiasi cosa i suoi autori importanti scrivano liberamente, credo che questo sia, per quegli autori, il modo migliore di usare le... → [Continua a leggere]
  25. Quella su “catecontico”/Katechon era una battuta auto-ironica comprensibile a pochissimi, e certamente a Binaghi, a cui mi rivolgevo. Avevo appena usato il termine “escatologico” e così mi sono auto-preso per i fondelli, per stigmatizzare il facile ricorso a termini teologici nella filosofia politica o anche nel cazzeggio “teorico” (a volte... → [Continua a leggere]
  26. In Italiano qualcosa si trova <a href=”http://www.lsr-projekt.de/poly/itkat3.html” target=”_blank”>qui</a> e <a href=”http://www.behemoth.it/index.php?pag=news&id=1235499015_7″ target=”_blank”>qui</a> .
    Comunque dall’alto della mia ignoranza vi preferivo autonomi. :-P

  27. Riposto:
    in italiano qualcosa qui:
     
    http://www.lsr-projekt.de/poly/itkat3.html
     
    e qui:
     
    http://www.behemoth.it/index.php?pag=news&id=1235499015_7
     
    E ribadisco che vi preferivo autonomi! :-)
     

  28. @danae Il post di Michela Murgia è molto bello e interessante. L’idea che Berlusconi sia un corpo estraneo è però un po’ quello che dice anche lui di sé stesso: sono un editore che lascia grande libertà di espressione. Ci sarebbe quasi da ringraziarlo di conservare le riserve indiane di Mondadori... → [Continua a leggere]
  29. @ Cacioman,credo che NESSUNO dei lettori forti Einaudi consideri Berlusconi un editore “aperto”, “liberale” o “illuminato”. Nessuno. Semplicemente, non lo ritengono un editore. NESSUNO lo ritiene un editore, tuttalpiù un proprietario (o, per dirla più negativa, un accaparratore). Quando Saviano chiese pubblicamente spiegazioni alla casa editrice e rispose Marina Berlusconi,... → [Continua a leggere]
  30. mi dispiace moltissimo di non avere oggi tempo e tranquillità per partecipare a questa discussione che mi interessa moltissimo. Brevemente, @ cacioman, ribadisco quanto già scritto da WM1, e aggiungo che nessuno ha mai creduto a quell’immagine, a quello slogan, ma soprattutto è abbastanza chiaro dalle ultime “uscite” di Berlusconi... → [Continua a leggere]
  31. @wu ming 1 Non so di lettori forti Einaudi, ma noi lettori di metropolitana non si fa tanti distinguo editore-padrone. Senza ironia, è un elemento di cui non avevo consapevolezza e utile a capire la vostra percezione. Da fuori non si va così per il sottile, si vede una gram pappa TV-film-libri-giornali-calcio-veline e... → [Continua a leggere]
  32. @ cacioman,se in metropolitana chiedi a chiunque cos’è Berlusconi rispetto alle sue aziende e alla “pappa” di cui parli e della quale secondo te facciamo parte, ti risponderanno certamente che è padrone di questa e quella cosa e anche di quell’altra, ma nessuno ti risponderà che è “un editore di... → [Continua a leggere]
  33. @wu ming 1
    Le mie vignette (che sono solo vignette) sono state forvianti, togliamole di mezzo (ne soffriranno solo 10 contatti). Lasciamo perdere Rusconi, che riposi in pace. Chiudo per non trasformarmi in un troll.

  34. @wuming1 forse è un po fuori tema, ma il discorso è finito lì..  in che modo il pensiero di Deleuze e Guattari è letto in ottica negriana? (oppure intendi dire che solo in tua chiave personale che che tale pensiero è stato “negrizzato”) riformulo la domanda per essere più chiaro... → [Continua a leggere]
  35. @ elle,sì, almeno in questa sede permettimi di “glissare”, si aprirebbe un OT gigantesco e poco comprensibile a chi non avesse letto i filosofi di cui parliamo.Sull’altra questione: no, Berlusconi non si può ridurre a semplice macchietta “arci-italiana”, cuménda da barzellette etc. Quello è senz’altro uno degli aspetti, ma c’è... → [Continua a leggere]
  36. Sul fatto che pubblichiate per mondadori ho sempre avuto un groppone, a dirla tutta, giusto perché non so come funzioni la casa editrice, non so quale sia il rapporto mondadori/berlusconi, tantomeno il rapporto mondadori/pdl, e ancora meno chiaro è ai miei occhi il rapporto mondadori/einaudi. Ovviamente il fatto che voi... → [Continua a leggere]
  37. Si, si!!!
    Vai OT, vai OT. Ti prego!
    Anche perché non sarebbe poi così off topic.
    E sarebbe anche una buona ragione per cominciare a leggere quello che non si è letto, o per comprenderlo meglio.

  38. @ Giorgio,glissare no, ma certo il peso delle richieste aumenta a dismisura, tutto diventa molto, molto faticoso e divora tempo ed energie… Intendi i rapporti di proprietà o i rapporti di produzione? Sono due cose diverse: i primi riguardano cosa appartiene a chi (pacchetti azionari etc.)... → [Continua a leggere]
  39. Credo comunque che la lettura di questo libro sia fon-da-men-ta-le. Fornisce il contesto, racconta da dove viene la casa editrice e quale sia il particolare “profilo” a cui tutti gli autori stanno facendo riferimento.

     

  40. Io pur di boicottare Mondadori non vado a fare spesa neppure alla COOP, mettono in vendita anche i libri Einaudi infatti (mai visti i Wu Ming a dire il vero).
    Solo per ringraziare, stupefatto, dell’ennesima glasnost…..

  41. @Wm1, nonostante la fatica, le informazioni che dai sulla struttura di Einaudi in sè e in rapporto a Mondadori, sui rapporti e gli equilibri, sui funzionamenti e il rapporto con gli autori – sono tutte informazioni importantissime. Anzi, presumo che una spiegazione particolareggiata di tutte quelle cose – naturalmente nei... → [Continua a leggere]
  42. @ eFFe,è che, davvero, le energie sono limitate, il tempo ancora di più e questa cosa è difficile, molto difficile. Volete che continuiamo a scriverli i libri? O ci volete principalmente come, chessò, blogger? Cercheremo di valutare i tempi e le forme. Magari torneremo ai racconti come “Benvenuti a ‘sti... → [Continua a leggere]
  43. Solo un poco più serio. Una cosa che mi sconvolge, in questa diatriba infinita, è come essa sia esemplare di un fenomeno più ampio e devastante, il ‘voyeurismo’ d’opposizione. Si tratta di un’ansia, un’ossessione, una richiesta compulsiva di assistere al “Gesto”, finale e definitivo, che archivi una fase storica, che... → [Continua a leggere]
  44. Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Carlo Lucarelli. Ci siamo permessi di sottolineare una frase.Che fare?In questi giorni ho letto tante cose sul fatto di scrivere per Mondadori-Einaudi pur essendo di sinistra, ho letto articoli più o meno informati, ho letto post, opinioni e risposte come quelle... → [Continua a leggere]
  45. Vorrei commentare in modo approfondito la risposta di WM1 alla mia domanda precedente su silvio e alcuni discorsi che ne sono seguiti, ma altri impegni non me lo consentono. quindi solo alcune puntualizzazioni. sono ovviamente d’accordo che berlusconi (e ciò che rappresenta) è la conseguenza e non la causa della... → [Continua a leggere]
  46. @ wm1, ovviamente, quello che si può leggere su internet dei pacchetti azionari riflette poco o nulla dei rapporti di produzione, che tuttavia qui si sono delineati in maniera più che onorevole (grazie per la spiegazione, anche se davvero non pretendevo i nomi e i cognomi :) ). Mi limito... → [Continua a leggere]
  47. Beh, sembra che si stia creando un consenso intorno alla richiesta di una narrazione/spiegazione dei meccanismi dell’industria editoriale, nella forma che poi si addice meglio a voi WM. Racconto? Perchè no? Post? Siete scrittori, nulla quaestio, ma siete *anche* blogger. Certo: le energie, la fatica, il tempo, le priorità… tutto... → [Continua a leggere]
  48. @giorgio anni fa mio fratello mi regalò 54 dei Wu Ming, dopo andai sul loro sito e lessi ‘opachi verso i media, trasparenti verso i lettori’ e  pensai fosse una cosa molto bella. Una promessa che stanno mantenendo con una coerenza paurosa. La coerenza con cui i wm portano avanti... → [Continua a leggere]
  49. @ eFFe e tutti gli altri,tenete comunque conto che, per quanto riguarda la “trafila” dei nostri libri, non c’è da “rivelare” chissà cosa, né molto altro da dire oltre a quello che già ho spiegato nel commento. Al massimo ci sono da rifinire dei particolari, c’è qualche aneddoto significativo ripescabile... → [Continua a leggere]
  50. Io sono in pieno accordo con te, e per questo, ricalibro il tiro: il mio era un invito a chiarire una volta per tutte la storia. A me non andava giù che il tutto si risolvesse nello stare dentro il conflitto. Non è questione di curiosità, occhio: io voglio capire... → [Continua a leggere]
  51. era per yamunin, oovviamente!!!

  52. @giorgio d’accordo con te e dall’intervento di wm1 credo che alcuni chiarimenti su come funziona l’editoria potremo averli. @ wm1 alla mia copia di 54 manca di un capitolo intero, cioè un capitolo è ripetuto 2 volte (nn ho la copia in casa e nn posso essere più preciso) e... → [Continua a leggere]
  53. @ yamunin,ecco, queste sono le cose che ci stanno più sul cazzo :-PLa copia di 54 dev’essere una singola copia fallata, finita per errore tra quelle in distribuzione. Se fosse altrimenti, avremmo ricevuto altre segnalazioni.La tua copia di Manituana, se è nell’edizione Big del 2007 anziché in quella tascabile del... → [Continua a leggere]
  54. Io sono appena andato a controllare la mia copia di Manituana e ci ho trovato dentro 20 (venti) dollari Americani. Ho dei parenti Canadesi, ma non mi ricordavo della banconota; sarà vera? Adesso vi mettete anche a stampare i soldi? Occhio che la colla non sia troppo forte, perché poi... → [Continua a leggere]
  55. Merito di Molly Brant, probabilmente.

  56. Comunque, quando una copia è fallata, la cosa importante è conservare lo scontrino della libreria, in modo da poter restituire la copia e farla sostituire con un’altra (controllandola prima).

  57. ho letto le vostre argomentazioni e posso capire il vostro fastidio. però non condivido fino in fondo. In qualche modo, continuare a pubblicare per un’azienda che “gioca sporco” quando sarebbe, come avete detto, fin troppo facile andarsene, è un comportamente che io vedo come un po’ incoerente. sia detto senza... → [Continua a leggere]
  58. […] Ecco, io per non essere mai coerente con me stesso e nemmeno con gli altri boicotto WuMing. […]

  59. arrivo tardi e mi scuso nuovamente del silenzio. Solo due piccole cose: @ cacioman, nel mio commento mancava una riga per spaziare il mio testo. Quanto cioè scrivevo sul boicottaggio non era riferito a te, ma alla discussione in generale.   Poi, non ritengo “inetto” Berlusconi (o meglio: diciamo che... → [Continua a leggere]
  60. @ ReRosso,la coerenza non riguarda “l’intimo”, mica è un paio di mutandine. Riguarda i comportamenti pubblici e i rapporti tra quel che si dice e quel che si fa. Da quel punto di vista, di noi tutto si può dire tranne che siamo incoerenti. A metà degli anni Novanta (il... → [Continua a leggere]
  61. @ Danae, non è detto che “vengano qui” nel senso che si fermano a discutere, rispondere etc. E’ gente che ha un diavolo per capello (e chi ha pochi capelli, come Repetti, ha più diavoli per capello). Vedremo. Troveremo il modo.

     

  62.  
    @sì, se si trovasse un modo sarebbe fantastico! grazie!

  63. Mi sono intanto venuti in mente…1) Complemento del testo segnalato da WM1, è quello di Ernesto Ferrero, I migliori anni della nostra vita (Feltrinelli), qui la scheda2) Per i volumi di lettere editoriali: Calvino; Pavese3) Di Gian Carlo Ferretti, su Vittorio Sereni: Poeta e di poeti funzionario: il lavoro editoriale... → [Continua a leggere]
  64. @Wu Ming 1 la copia di 54 non la riportai in libreria sia perché era un regalo (con tanto di dedica e firma etc) sia perché mi affezionai alla copia fallata e mi promisi di comprare un’altra copia del libro, poi arrivarono altri libri, diminurirono i soldi etc etc e... → [Continua a leggere]
  65. @ Danaemi sa che il tuo commento è mutilo.Curiosità: nel suo libro sul lavoro editoriale di Sereni, Ferretti racconta en passant che il poeta ebbe un ruolo nel portare Stephen King ai lettori italiani :-)Consigliabile anche la biografia di Arnoldo Mondadori scritta da Decleva e uscita non molti anni fa... → [Continua a leggere]
  66. @WM1, hai ragione, non si tratta di “svelare”, e infatti non ho usato quel verbo, ma spiegare e raccontare. A me personalmente, per esempio, piacerebbe sapere che tipo di controllo/potere di negoziazione avete come autori sulla distribuzione. So che per esempio conservate i diritti digitali delle vostre opere, e so... → [Continua a leggere]
  67. L’ennesima riapertura della questione annoserrima (ormai è così) è dovuta, se capisco bene, all’intervento di Vito Mancuso. Non avendo altro da aggiungere ai punti dei Wu Ming (se non il punto 3 di Valter Binaghi: paragone con l’operaio FIAT compreso, ovvio!), mi limito a qualche considerazione poco sistematica.1. Questa volta... → [Continua a leggere]
  68. A fatica e in ritardo (ma è chiaramente un mio problema) sto capendo questo discorso per voi elementare “B. non è un editore”. La pretesa (anche mia) di uno scatto d’orgoglio degli autori per manifesta immoralità del padrone-noneditore, non sarebbe quindi solo naif ma anzi tradirebbe un appeal di berlusconismo... → [Continua a leggere]
  69. @WM1 nel pomeriggio, con calma, colmo un po’ di lacune… :-) quanto dici di Stephen King va un po’ nella direzione che indicavo: è importante leggere qualcosa sulla storia dell’editoria italiana, anche per capire cose così, per ricostruire mosaici… A questo proposito, visto che lo sto spulciando in questi giorni,... → [Continua a leggere]
  70. @WM1:   Sì, la considerazione sulla coerenza era solo un mio punto di vista. Voi siete coerenti sotto tanti aspetti, ma nel mio personale modo di vedere la coerenza, nel tuo ragionamento (esteso anche ai commenti, che ho tentato di leggere per intero, ma sono già tantissimi), ci leggo una... → [Continua a leggere]
  71. Vuoi che azzardi un pronostico? Penso che a boicottare sarà poca gente. Questa storia va avanti da tanti anni, eppure noi siamo ancora qui, a vivere grazie ai nostri lettori che comprano i libri Einaudi. Inoltre, questa campagna dei BoBi è veramente rozza e mal concepita. Cmq, staremo a vedere.

  72. facile pronostico. comunque io boicotto soprattutto per me stesso, per stare bene con la mia coscienza. se poi dovessi riuscire nell’improbabile compito di cambiare qualcosa, tanto di guadagnato.

  73. Coerenza e coscienza, sono il vero topic del thread, sarebbero queste cose da approfondire. In fondo Q e Altai di cosa parlano? Se fossimo iscritti ad un Gruppo di Acquisto Solidale tanto tanto, ma i supermarket vendono i libri Mondadori e quindi la nostra coscienza non sarà mai pulita fino... → [Continua a leggere]
  74. Sotto questo aspetto, ogni nostro libro è anche un “esame di coscienza”, soprattutto Manituana, Stella del mattino e Altai.

  75. Il concetto di coscienza dovrebbe essere inteso come quello di Democrazia: un ideale al quale ci si può solo avvicinare seguendo una (o più?) direzioni. Se fossi coerente con le mie idee mi ritroverei dritto filato in prigione, potrei eventualmente fare l’eremita in uno sperduto villaggio in cima ad un... → [Continua a leggere]
  76. sulla coerenza, quello che mi sembra di poter dire è che sono d’accordo: è come un filo sul quale camminare, sempre in bilico, certamente; sempre concentrati, certamente; facendo attenzione a fare, bene, un passo dopo l’altro, pensandolo, tenendo sempre ben chiaro dove si vuole arrivare, vale a dire dall’altra parte.... → [Continua a leggere]
  77. Uao, quanta roba, andrò a dare una lettura! Io ho fatto sociologia economica, e nel mio corso non c’era sociologia della letteratura, quindi colmerò molte lacune! Ho testé comprato stella del mattino, e mi si scassò a pagina 14.. :( mi sa che tutto questo parlare di colla ha portato... → [Continua a leggere]
  78. @ Danaele lettere di Rodari alla casa editrice sono fantastiche, praticamente chiedeva sempre soldi, batteva cassa, ma con uno stile meraviglioso. C’è la lettera scritta in finto rumeno per sbloccare una trattativa con una casa editrice di Bucarest che è da antologia. Ed è fenomenale la lettera indirizzata a Giulio... → [Continua a leggere]
  79. […] giusti. Poi ho letto alcune “risposte” di altri scrittori, tra cui quelle di Sandrone Dazieri e Wu Ming, e la situazione mi è parsa, come avviene quasi sempre quando si approfondisce un argomento, meno […]

  80.  
    Rodari, che genio! Tutti i bambini dovrebbero crescere a pane e Rodari…!
    Qui (http://www.labottegadellelefante.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1863&Itemid=37) ho visto che ci sono alcune lettere trascritte, anche quella con Adorno, ma manca la risposta. Per questo, e un altro milione di motivi, bisogna proprio leggere il libro!!!!!
    E che editore, Giulio Einaudi, che editore…!

  81. @Danae
    grazie per le segnalazioni, credo che ne approfitterò, e viste le anticipazioni di WM1 inizierò da Rodari/Einaudi ;-)

    bella la piega che ha preso questo Thread.

  82. @ Danae,pensa che qualche anno fa (mi sembra nel 2006 ma potrei sbagliare, non sono a casa mia a Bologna quindi non posso verificare) la casa editrice regalò quel libro ai suoi autori, noi compresi, in anticipo sulla pubblicazione vera e propria. Abbiamo la raccolta delle lettere di Rodari in... → [Continua a leggere]
  83. Mesi fa il programma radiofonico Passioni su radio3 ha dedicato alcune puntate a Rodari, qui il link e poi scendere in basso fino a marzo 2010:
    http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-fa13fa37-1286-427b-a49d-015c7c38ee06.html

  84.  
    @WM1,
    ecco una *casa editrice*!! Che regalo meraviglioso! Con le pagine intonse… Mi par di vederlo…
    Mannaggia, neanch’io sono a casa e quindi non posso andarmele a rileggere subito!

  85. […] Janeczek Vito Mancuso Don Gallo Sandrone Dazieri Michela Murgia Franco Cordelli Luca Casarini Wu Ming Giulio Mozzi Antonio Moresco Carlo Lucarelli Diego Cugia Giulia […]

  86. Salve a tutti. Sul versante delle “risposte degli autori di punta del gruppo Mondadori/Einaudi” sul livello basic della polemica BoBi vi posto questa risposta di Antonio Pennacchi pubblicata in anteprima sul forum dell’Anonima Scrittori a don Gallo. Interessante il tema della questione Mondadori vs Altre case editrici come “contraddizione in... → [Continua a leggere]
  87. Mah, cerco di evitare derive filosofiche (non sarei in grado di alimentarle) e di mantenermi sul facile, sperando di non banalizzare, anche perché nei post precedenti è stato praticamente detto tutto. Mi sono trovato a condividere praticamente tutti e 15 i vostri punti. Semmai dissento e mi dissocio dalla vostra... → [Continua a leggere]
  88. Due cose.La prima. E’ rivolta ai  soloni, ai boycott boys duri e puri che cazzo, ogni volta, fanno i cazzi degli altri, ma non fanno un cazzo di proprio. Mica solo con voi e con Mondadori, con tutto e con tutti: passano il tempo sui blog e su feisbuc a... → [Continua a leggere]
  89. @WM1, a proposito di S. King e Sereni, se non sbaglio a metà anni Settanta Sereni l’aveva rifiutato… ma poi cos’è successo? Tu la sai la storia? (tra parentesi: il libro di Ferretti sul lavoro editoriale di Vittorio Sereni potrebbe essere utile a chi vuole capire il funzionamento della Mondadori... → [Continua a leggere]
  90. @ Danae

    il libro di Ferretti l’ho letto svariati anni fa, ora non ce l’ho sotto mano, ma se non ricordo male Sereni non l’aveva rifiutato, aveva dato l’ok alla pubblicazione di Carrie. Quando torno a Bologna verifico, ma io la cosa la ricordo così.

  91. @WM1, per non annoiare troppo sulle vicende editoriali di King in Italia… :-) Ho ritrovato il libro di Ferretti. Carrie era stato rifiutato (dovrebbe essere stato pubblicato da Bompiani): “In questa fase [anni Settanta] e in questo ambito, perciò, la nuova logica della grande macchina [= cercare di andare più... → [Continua a leggere]
  92. Grazie, Danae, ricordavo male! Evidentemente all’epoca pensai: “Bompiani pubblicò Carrie grazie a Sereni [che lo rifiutò in Mondadori]”, poi il ricordo si è distorto, Bompiani è scomparso e la constatazione è diventata: “In Italia si pubblicò Carrie grazie a Sereni”. Però, che cantonata, il poeta… :-)

  93.  
    WM1, ci mancherebbe!!! ;-)
    poi, ti capisco, quando non si hanno sotto mano i libri è terribile non poter controllare…!

  94. […] volete, potete cominciare da QUI e girare un po’ in rete, ad esempio QUI e QUI. Noi abbiamo trovato particolarmente interessanti QUESTE considerazioni. Sì, sono un po’ lunghe […]

  95. Ho postato qui questa risposta, a chi proponeva di boicottare il gruppo Mondadori nelle adozioni scolastiche: “Si fa presto a dire: gruppo Mondadori. Boicottarlo significa non far leggere: Primo Levi, Mario Rigoni Stern, Cesare Pavese, Italo Calvino, Pirandello… solo per cominciare. Cos’è più utile: lavorare per una testa... → [Continua a leggere]
  96. Ciao. Segnalo che fra gli scrittori ha preso parola a proposito della querelle in questione anche Mauro Corona. Pane al pane, Corona risponde come se fosse al bar di Erto in un’intervista per il Fatto Quotidiano. Inizia con una premessa: ““Premetto che non amo Silvio Berlusconi, non mi piace e... → [Continua a leggere]
  97. Guarda, non so quanto ci servano prese di posizione come quella di Corona, capisco lo sfogo, so bene quanto siano (e permangano) rotti i coglioni, ma boh, non mi sembra una modalità efficace.Segnalo una lunga intervista ad Aldo Busi su Dagospia. E’ un autore che non amiamo, ma qui, tra... → [Continua a leggere]
  98. In Italia poche persone ascoltano gli scrittori, la presunta coerenza è un problema a cui tengono in pochi, e quei pochi a farsi tante pippe si danno la zappa sui piedi (me compreso, forse), poiché si richiede una falsa coerenza. Chiunque chiede reazioni perché vede un ventre molle. Inoltre, propongo... → [Continua a leggere]
  99. cari Wu Ming, su Mamma! parlano di voi. In termini non proprio lusinghieri.

  100. @ Giorgioil danno arrecato dalla lettera di Marina Berlusconi è stato reale e sentito da tutti nel gruppo editoriale (cioè: quelli che il gruppo lo mandano avanti, tra autori, capi-collana, editor etc.), e te lo spiego in poche parole: gli autori avversi alla proprietà (in Einaudi, il 99% degli autori... → [Continua a leggere]
  101. Questa proposta del boicottaggio mi ricorda una puntata della serie “strategie fallimentari”

  102. @ReRosso
    il post su mamma.am è imbarazzante, logica d’accatto. non fa neanche ridere. è perdente, non aggiunge nulla di buono.
     
    @WM1
    sto leggendo le lettere di Rodari a ‘Don Julio Einaudi’. bellissimo.

  103. Dopo tutti questi commenti, un supremo sforzo per riassumere la questione Einaudi e mettere dei punti fermi.C’è una casa editrice che si chiama Einaudi, che ha una storia, che ha un profilo, che ha il miglior catalogo del mondo, che con tutte le magagne resta il miglior editore... → [Continua a leggere]
  104. Riprendo uno spunto di riflessione cominciato tra me e Wu Ming su Twitter. Man mano che la questione sul boicottaggio coinvolge un numero sempre maggiore di soggetti aumenta anche “il rumore dei nemici” e la quantità di veleni presenti nello scenario sociale e culturale del paese. Sempre più spesso mi... → [Continua a leggere]
  105. Il post di WM1 delle 13.57 è molto bello e convincente, anche sofferto. Ho letto con passione la querelle che si è sviluppata quest’estate, ne ho discusso di persona e su blog con amici, parenti, uomini della strada e quant’altro. Devo dire che (a parte un po’ di sindrome da... → [Continua a leggere]
  106. Ovviamente unico nel del post è un refuso che stava per “unico neo del post”. Chiedo scusa. Rileggendo il commento mi accorgo anche che è molto confuso, ma questo è specchio della confusione interiore che l’intera faccenda sta lasciando dentro il mio cervello

  107. @ Aldo,innanzitutto, grazie per le parole di apprezzamento. Ho ringraziato poco, in questo thread, perché mi pareva imbarazzante. Facciamo che estendo questo “grazie” a tutti quelli che hanno dato un contributo.Proviamo a farci questa domanda: chi boicotta la Nestlé, dove le ha attinte le informazioni su quest’ultima? La risposta è... → [Continua a leggere]
  108. Secondo me il punto non è se Vito Mancuso, con i suoi ostentati problemi di coscienza, ha ragione o torto. Sono d’accordo sul fatto che questo non è il modo di mettere giù la questione, e infatti noi non lo facciamo. Però Mancuso, involontariamente, si rende complice di una semplificazione... → [Continua a leggere]
  109. Mi è sembrato molto buono questo post intitolato “Dagli all’editore”:

    http://comese.wordpress.com/2010/09/03/dagli-alleditore/

  110. Ma poi… Lo sapranno i boicottatori che la famiglia Berlusconi è azionista del gruppo Rizzoli/RCS?
    http://bit.ly/bgyayR

  111. @ wm1, proprio per il motivo che hai sottolineato, la critica di superficie all’autore, senza chiedere conto di chi vi lavori dentro, è una madornale cazzata. Di quel che succede dentro alla casa editrice la maggioranza dei boicottatori della domenica non sa neanche il poco che ci hai scritto tu,... → [Continua a leggere]
  112. Fenomenale (e commovente) Evelina Santangelo sulla questione Einaudi, chapeau! http://bit.ly/cmx2qv

  113. Carissimi (uso questo aggettivo perché la lunga frequentazione dei vostri libri mi vi ha resi cari )Wu Ming, sono tra quelli che sta proponendo in rete e tra i suoi amici il boicottaggio della Mondadori e seguo con interesse il dibattito che si sta producendo in merito. Quello che noto... → [Continua a leggere]
  114. Però, se uno interviene in un post, dovrebbe avere la decenza di andare a leggere un pochino più su di dove scrive. io ho posto una domanda a cui wm1 ha risposto coerentemente. Inoltre B. non fabbrica armi, ma libri (in questo caso), tutta un’altra storia. Inoltre: non è “corporativismo”,... → [Continua a leggere]
  115. @Bertcerto che ci vuole un bel coraggio… Prima si tampinano, tormentano, incalzano, mail-bombardano (e poi si insultano) gli scrittori “reprobi”, ci si appende alle loro labbra, ovunque si *reclama* a gran voce che si esprimano (come se non lo facessero da anni, ma già, qui si riparte sempre da capo,... → [Continua a leggere]
  116. Ma infatti questo boicottaggio non avrà alcun successo perché semplicemente NON E’ un boicotaggio. Si tratta di una cosa diversa. Si chiede agli autori italiani di non pubblicare più per Einaudi e Mondadori. Punto. Se il problema fosse non fare guadagnare la famiglia Berlusconi con il frutto del proprio lavoro... → [Continua a leggere]
  117. Sarà perché anch’io son figlio di un operaio comunista, sarà perché in Italia succedono queste cose:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/30/cancro-e-denari/54491/

    …ma nemmeno io ho alcuna fiducia nei capitalisti “buoni”.

  118. Un bel po’ di anni fa, almeno sei o sette direi, mi ero espresso in varie occasioni a favore di un’invasione dell’italia. Credevo che l’Unione Europea, per tutelare sè stessa e uno straccio di futuro, avesse il diritto/dovere di farlo per tamponare l’altissimo tasso di nocività del nostro paese e,... → [Continua a leggere]
  119. Pur non essendo figlia di un operaio comunista, anch’io sono convinta che non esista un capitalismo buono e uno cattivo, ma che il capitalismo, semplicemente, sia “intrinsecamente” cattivo. Vada cioè combattuto. Come si fa? Entrando nel meccanismo non per farsi fagocitare ma per capirne il funzionamento e disattivarlo, sostituendolo con... → [Continua a leggere]
  120. @luca: non sei il solo a pensare che l’UE ci debba invadere. Al limite dovrebbe commissariarci come si fa coi comuni mafiosi…

  121. Sarà che anche io sono figlio di un operaio comunista (e nipote di un partigiano), e la fola del capitalista buono e cattivo mi pare stucchevole. Sarà che il catalogo Einaudi è obiettivamente pieno zeppo di gente che non la pensa come il nano e non fa nulla per nasconderlo.... → [Continua a leggere]
  122. In occasione del Festival di Mantova l’Archivio Olivetti ha pensato a degli incontri per riascoltare le conferenze organizzate nella fabbrica di Ivrea nell’arco di trent’anni (pochi minuti delle conferenze di Pasolini, Dolci, Parise, qui). Nella fabbrica Olivetti c’era una biblioteca di 90.000 volumi… Sempre a proposito della storia dell’editoria, potrebbe... → [Continua a leggere]
  123. Stamattina su Radio Città del Capo (nodo bolognese del network di Radio Popolare) è andato in onda uno speciale sull’annosa questione. Poco pregnante, in pratica sempre gli stessi due o tre clichés. Molto fuori fuoco anche il solitamente ottimo Loriano Macchiavelli. C’era anche una mia breve intervista telefonica. In realtà... → [Continua a leggere]
  124. http://www.wumingfoundation.com/images/7_magazineHomeImage.jpg
    L’Espresso dedica a Marchionne una copertina adorante + pagine su pagine di anilingus. Un grande innovatore, un sovversivo, una speranza… Il post-berlusconismo farà schifo e orrore quanto il berlusconismo. Ci entreremo una cazzata dopo l’altra, agli ordini di padroni “buoni”.

  125. Grandi Wu Ming.
    Per descrivere quanto Einaudi non sia proprio la pecora del padrone, bastava citare la citazione di Bobbio sul loro sito: “E’ uno struzzo, quello di Einaudi, che non ha mai messo la testa sotto la sabbia”

  126. @WM1,
    da corollario, ombrello, preludio, conclusione, chiosa al panegirico di Marchionne, direi che non si puo’ non ricordare “il lusso della legge 626” che a dire del ministro Tremonti le aziende italiane non possono permettersi…

  127. La legge 626 è GIA’ un lusso. Se la gente crepa sui ponteggi, nelle vasche dei silos, dentro alle fonderie è perché il vero lusso è un lavoro, e le persone accettano qualunque condizione pur di averlo. Se la lotta nel Novecento era una lotta NEL lavoro, nel nostro tempo... → [Continua a leggere]
  128. @ Giorgio,infatti l’innovazione non è un valore in sé, non è per forza una cosa buona. Esistono un movimento verso il meglio e un movimento verso il peggio. Ad ogni modo, io credo che Marchionne possa sembrare un grande innovatore solo a chi non sa o non ricorda com’erano le... → [Continua a leggere]
  129. […] In particolare interessante l’intervento di Wu Ming, a partire da una discussione molto vitale sul loro blog. […]

  130. Ora che ci penso, una differenza c’è: lì si trattava di arrivare a essere riconosciuti come lavoratori con dei diritti, qui si tratta di non arretrare. La stessa differenza che sussiste fra guerriglia e trincea. E stavolta la cornice entro cui si vuole iscrivere il conflitto è: noi sovversivi (marchionne,... → [Continua a leggere]
  131. manca una virgola fra “posizione” e “il castello”.

  132. @ Giorgionon è OT per niente. Comunque, anche il frame che descrivi non è una novità, è quello dominante fin dai tempi di Reagan e della Thatcher. E’ dai tardi anni ’70 – inizio anni ’80 che lo scontro viene presentato in quel modo, con tutta una neo-lingua. La controrivoluzione... → [Continua a leggere]
  133. sì, infatti, non è OT. E bisogna stare in guardia: non è un lusso lavorare, non è un lusso una legge che obbliga a proteggere i lavoratori. Sì, certo, le condizioni storiche ed economiche in cui ci troviamo non sono delle migliori, ma quando lo sono state? Quindi, lavorare non... → [Continua a leggere]
  134. Hai voglia a stare in guardia … Non c’è un altrove politico. Siamo immersi in un pensiero che si spaccia per liberista e libertario ma se lo si dovesse chiamare col proprio nome sarebbe semplicemente cultura della prevaricazione. E’ la barzelletta dell’energumeno che entra al bar e dice: <... → [Continua a leggere]
  135. Penso che proprio perché manca un *altrove* politico sia necessario stare in guardia, non accontentarsi delle definizioni belle e pronte. Resistere, come Ulisse davanti alle sirene, con i tappi di cera. Non arrendersi al “tanto ormai è così”. Intanto, resistere, poi provare a vedere se tra tutti i resistenti qualche... → [Continua a leggere]
  136. Vm
    P
    d

    (20 minuti, mp3 160k)
    Orfeo, il narratore. Tre diverse strategie per non farsi irretire dal racconto dominante. Cosa non mi piace del mito di Orfeo ed Euridice. Come propongo di riscriverne il finale.
    Festival Scrittorincittà, Cuneo, 16 novembre 2008.

  137. ma no! stupida fretta! volevo dire il contrario di quello che ho scritto: NON resistere come Ulisse (legati), NON resistere (come i suoi marinai) con i tappi di cera. Certamente sì, sono d’accordo con WM2: la strategia di Orfeo è decisamente la migliore. Narrare altre storie, distogliere dall’ascolto di “quel”... → [Continua a leggere]
  138. @Danae

    beh, se sul momento non c’è nessuno che canti, i tappi di cera sono l’extrema ratio :)

  139. Proviamo a ricollocare le questioni: loro sono quelli di sempre, eppure sono sempre diversi: perché? Perché il capitalismo è la costante rivoluzione dei mezzi di produzione. Il punto è interrompere la catena della produzione (il creative commons è una strada nobile, per esempio). Se loro cambiano gli assetti sociali, la... → [Continua a leggere]
  140. Io credo che ci sia sempre da fare un doppio movimento di macchina. Come la carrellata all’indietro + zoomata in avanti ne La donna che visse due volte di Hitchcock. Bisogna capire che cambiano le condizioni ma la lotta è quella di sempre, e – spostando l’accento – che la... → [Continua a leggere]
  141. Secondo me Tolkien si sta rivoltando nella tomba a sentire usare il suo neologismo “eucatastrofe” per definire la debacle del bertinottismo alle elezioni politiche del 2008!

  142. Immagino anch’io, era per dire che ritengo quella catastrofe positiva :-D

  143. […] collettivo Wu Ming sul proprio sito, nel post del 27 agosto dal titolo paradossale “Boicotta Wu Ming”, nota: “Ci stranisce la sicumera, l’approccio fideistico di chi è sicuro che deprivare […]

  144. Grazie del link, leggerò (fra tutto questo post mi sta portando pezzi importanti di biblioteca da consultare). Due osservazioni brevi. Sono di Torino, si è da poco concluso il festival dell’unità light, ovvero quella bestemmia chiamata festa democratica. E voi direte: “e che ci frega?”. Niente. Solo, a circa un... → [Continua a leggere]
  145. Rileggo, e correggo imprecisioni: il resto della sinistra non vi sottende come partito politico lobby o altro, solo come una voce autoriale che si colloca in un’area di pensiero così denominata. Per quel che riguarda il concetto di classe, è ovvio che si tratta di componenti distinte, e quindi di... → [Continua a leggere]
  146. quello che scrivi Giorgio, credo si completi bene con quello che sta succedendo all’universita’ di Bologna : ma chi saranno quelli chiamati in sostituzione dei ricercatori che, in lotta, si astengono dalla didattica (che NON è un loro compito: i ricercatori, per definizione, ricercano)? Dei precari ancora più precari, dei... → [Continua a leggere]

  147. scusate! ecco il link

  148. [ATTENZIONE: SPOT PROMOZIONALE NON AUTORIZZATO!!!]
    Mi rendo conto di essere forse io – a questo punto della discussione l’OT qua dentro – però volevo segnalare il punto di vista Anonimo sulla questione…
     
     

  149. Non lo so, ci ho pensato parecchio. A me ‘sta storia di essere catecontici non mi convince del tutto.Tronti dice che per ricomporre le forze bisogna trattenere, e non assecondare, far scorrere, il fiume della storia.Ma anche la resistenza, il fare da argine, presuppone una forza di base. E... → [Continua a leggere]
  150. Tronti è il primo a dire che la “centralità operaia” è diventata “marginalità operaia”, non si sogna nemmeno di dire che gli operai siano gli unici protagonisti del cambiamento. Ma dice che senza guardare a quella storia di lungo corso, non si può capire l’oggi.Sul momento catecontico: senza di esso,... → [Continua a leggere]
  151. @ Wu Ming 1Non mi riferivo a Tronti quando parlavo del ruolo degli operai oggi, ma a una parte della sinistra che ha idealizzato quel ruolo e quell’idea di classe, precludendosi ogni interpretazione del presente.Che la storia del movimento operaio sia fondamentale per comprendere il presente ne sono convinto. Ne... → [Continua a leggere]