Havana Glam: commenti dei lettori
ottobre-novembre 2001


Mi sono divertito molto con Havana Glam, l'ho letto d'un fiato (comprato alle 15:00 alla Feltrinelli, fortunatamente aperta di domenica e finito in serata) Credo che debbo ancora metabolizzare bene la cosa, ma io sono abituato a non forzarmi a smettere quando un romanzo mi piglia. Caro Wu ming 5, ho letto Baku solo a metà (riparerò al torto...con l'acquisto, perchè dallo schermo del computer fondamentalmente non mi piace leggere), credo che anche se non fosse necessario leggerlo per capire Havana Glam, probabilmente molto del "non detto", il vuoto tra il 1972 e il 2044 sia proprio in Baku (Carlo Wilhelm ad esempio?).
Questo tuo nuovo mi ha appassionato molto ed ho notato quanto ti piacciano gli ammazzamenti: la descrizione di come il vero Kurtz   secca gli agenti in appostamento è decisamente lirica,  trapela un certo compiacimento.
Il tuo empata mi somiglia alla schizomatrice di Babylon Baby di Danteq; due romanzi, i vostri, accomunati dallo sfuggire alle categorizzazioni di genere, che mi sono piaciuti molto proprio per questo. In Europa non mi sembra che che ci sia una tradizione in questo senso, sono pochi i testi non-immediatamente-categorizzabili, tu hai senz'altro il merito di aver scritto un testo che ha saputo far schiantare organicamente enormi iceberg culturali come la pop-music, le escatologie fantascientifiche, la spy story... e questo mi sembra il vero modo di fare della buona letteratura oggi: mitopoiesi. Che gli scrittori europei abbiano iniziato a percepire la postmodernità?
Le uniche cose, che, per come sono fatto io, mi piacciono meno, hanno a che fare con l'assunto iniziale, cioè, appunto, il fatto che la tecnologia del 2044 non permetta di tornare nel 1916 ed ammazzare Lenin è detto in due parole e chiuso lì. Probabilmente ti sarà servito per annullare una possibile obiezione e così poter calcare la mano sul progetto Totality (sai, con la narrativa che gioca sui fatti storici, muovendovisi all'interno, è piuttosto difficile poi distinguere fra storia e fantasia, non dubito però che gli americani avessero valutato per bene di annientare preventivamente la Russia), tuttavia se qualcosa mi ha fatto riflettere del tuo romanzo è proprio l'escamotage del "non dire", la concatenazione di eventi che agli occhi degli americani ipogei dovrebbe portare a scongiurare la guerra atomica è descritto come un rapporto di causa-effetto automatico, nessuna Unione Sovietica, nessun Carlo Wilhelm, nessun vento atomico.
Fa davvero parte di una precisa tua strategia da bravo scrittore che non ha nessuna voglia di scrivere dei megapolpettoni alla Herbert?
In passato ho provato da perfetto incompetente a scrivere un romanzo di fantascienza, che mi richiedeva di proiettare, come in ogni ambientazione del futuro prossimo, delle immagini del presente per descrivere una possibile vita fra trent'anni. M'impantanavo sempre nella ricerca di un meccanismo, di una struttura che non fosse smontabile, nel senso che volevo immaginare un futuro possibile, uno dei tanti, nel quale e col quale ambientare la mia vicenda, tu invece te la cavi bene, perchè salti a piè pari il problema. Gli abitanti del futuro atomico non sono descritti, quelli che ci assomigliano, sono gli ipogei, i potenti, e non li si riesce ad immaginare se non come i nostri potenti, vestiti uguale, con le facce dei Bush e dei Berlusconi. Quelli che non ci somigliano più, l'umanità mutante che si scanna in superficie è solo citata, il lettore potrà attingere al proprio immaginario ipermediato, fondendo magari "la notte dei morti viventi" con "fuga da New York" per immaginar e.
Tutto ciò può essere utile anche ad evitare l'errore (tipica trappola per giovani autori di fantascienza) di perdersi in feticistiche descrizioni di società, tecnologie ed armi futuribili, perchè il lettore le ha già in testa e l'autore in realtà approfitta di questo assunto per descrivere Cuba, la Giamaica, parlare di Bunny Wailer e David Bowie, ben più interessanti e piacevoli di una descrizione realistica del sistema di gallerie del mondo ipogeo, o della tecnologia che permette di restare vivi nonostante il vento atomico
Se fosse così la tua soluzione è geniale, decisamente innovativa, ma ha i suoi difetti comunque, di certo non potrà evitarti che qualche palloso come me ti chieda ragguagli su tutto ciò che non hai descritto, fino a rasentare il ridicolo, magari domandandoti perchè l'empata è proprio samoano.
Comunque sia ho appena letto della festa al covo di Bologna, io verrei da Firenze, ma è vero che se entro nudo non pago? E sopratutto, poi mi posso rivestire?
Adios compadres, continuate così, sono in attesa fervida di 54.
 
Nick De Profundiis





Qualche riflessione relativa ad *HG*
 
 
Ho letto *HG* in pochi giorni, inalando nel contempo FLUIBRON  A  per eliminare gli effetti tardivi di un'influenza presa ...ad AGOSTO ( io sono come quei soggetti che riescono ad avere le consolle giapponesi con un anticipo di 3 mesi rispetto agli altri !! ).
La prosa di Pedrini unita all' AMBROXOL CLORIDRATO, ha avuto sul mio fisico un effetto - a dir poco - psichedelico. Le conseguenze ancora perdurano....
Il romanzo è E S P L O S I V O, da maneggiare con cura.
La scrittura appare essenziale, ridotta all' osso eppure mai banale ( il lavoro di "scrematura"compiuto sul linguaggio non ha snaturato il raffinato stile di WM wu. Era questo il mio principale timore. )
Il ritmo narrativo serrato, nervoso ben si addice alla colorata e adrenalinica sezione cubano-giamaicana.
*HG*è tante cose: viaggi nel tempo, lustrini glam, sconfinamenti nella filosofia,sbirri cubani,sonorità giamaicane ma è, soprattutto, la POSSIBILITA' di RISCRIVERE la STORIA infinite volte.
Qualsiasi concezione lineare della Storia è bandita, non è ammessa.
Come già in *Q* ( "la defezione del migliore agente sull'ultimo miglio" ) nulla è TOTALMENTE PREVEDIBILE; nulla può essere dato, a priori, per scontato.
Un aspetto ricorrente nei vostri libri torna anche in *HG*: l'invito ad essere "presenti al presente", la necessità di una completa adesione all'istante in cui si agisce.
Qualche esempio:" L'opportunità è ora. Sono qui nella totalità. L'unico tempo è adesso". "Sono padrone dell'istante."
Mi sono chiesta il perchè di questo tema che ritorna quasi ossessivo.
Penso che la risposta sia riuscito a suggerirla proprio Riccardo, tramite un passaggio di uno dei suoi libri più belli e struggenti ( *Ribellarsi è giusto* ) utilizzando il pugilato come metafora:" Nel pugilato la goffaggine è punita...essere nel presente significa abolire il passato,osservare senza pregiudizi,dare spontaneamente la risposta giusta."
E allora credo che racchiudere *HG* esclusivamente entro i confini del genere fantapolitico sia fortemente riduttivo poichè tra le righe, se si vuole,si può leggere ben altro.
Dimenticavo,....ai futuri detrattori di *Havana Glam* auguriamo -ovviamente- tutto il peggio possibile!
 
ANNA LUISA
 
Una domanda soltanto.
Se il messaggio è: in ogni attimo le possibilità sono molteplici e quindi occorre " Agire.Non solo osservare", perchè allora una Ghost track così cupa? Non è una contraddizione?
Anche nel finale di *LBO* ho notato la stessa cosa ma in quel caso tutto il romanzo era caratterizzato da una componente drammatica e malinconica.

 




Ho appena finito di leggere Havana Glam. Prima di tutto complimenti a WM5.
Il libro prende e trascina costringendoti ad andare avanti nella lettura pagina dopo pagina. Non sono un critico letterario, però, come consumatore appassionato del genere, devo ammettere che HG è uno dei miglior romanzi di sci-fan che mi è capitato tra le mani dopo quelli di Dick e Moorcock. Poi le parti con David Bowie sono davvero spettacolari... Ziggy che suona con i bandieroni del 'Che... mi-ti-co :-).  Insomma il mio giudizio, per ciò che può contare, è sicuramente positivo. Magari mi è mancata un pò la "prima persona" che ha caratterizzato gli altri vostri romanzi, il racconto partecipato, che in questa uscita è quasi totalmente assente. Infatti, se devo riconoscere un difetto sta nel fatto che il racconto era a volte troppo impersonale e un pò freddino mentre i personaggi più "caldi" (i cubani) venivano fuori un pò tardi, imho. Fortunatamente non ho letto HG nella speranza di trovarci un'altro Q. e questo mi ha permesso di inquadrarlo nella giusta prospettiva senza perdere il gusto della lettura per le ovvie differenze nello stile e nel genere.

Boh, spero che questo mio resoconto vi sia in qualche modo utile.

Ciao,
meomao.




finito. Molto buono.
Non so se  mi cambiera' la vita facendomi raggiungere l'Illuminazione e d'ora in poi saro' braccato dalle fighe entusiaste perche' ho letto Havana Glam, cosa che non mi sorprenderebbe piu' di tanto

ma sicuramente una buona lettura

G.F.

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