Guerra agli Umani - commenti dei lettori
Cap. 2 - maggio-luglio 2004

Premessa: ci sono libri che quando arrivi alle ultime cento pagine non vedi l’ora di finire per andartene da qualche altra parte. Ci sono libri, invece, che non hai voglia di finire e di cui senti la mancanza già molto prima della fine. Certo i titoli di coda aiutano ad esorcizzare il distacco e l'abbandono con i vari personaggi, ma resta il rammarico, magari ti rimproveri di avere letto in fretta e di non essere stato capace di farlo durare un po' di più. E magari ti piacerebbe un seguito o la nascita di una saga.
Neanche a dirlo Guerra agli umani per me fa parte del secondo tipo. E ti confesso che, dal punto di vista del puro piacere della lettura, non giudicherei severamente un: "Guerra agli umani II" o un: "Walden nelle radure – la Guerra continua".

La prima cosa che mi ha colpito è stata l'ambientazione nel presente. Se non ricordo male è la prima volta (a parte un terzo di Asce di guerra) che WM ambienta una propria storia nel presente, anzi in "un" presente. "Non nel centro del mondo. Non il fortino dell’ennesimo assedio. Solo un approdo, fino al prossimo balzo".
E anche questa una scelta azzeccatissima! Non dentro la civiltà, ma neanche fuori. Non la fuga o la distruzione della civiltà, ma la fondazione di una nuova. Punto delicatissimo, ma posto in modo efficace.

L'impressione che dà Guerra agli umani è quella di essere una serie di "Appunti sul conflitto uomo-natura per il terzo millennio". Ma la fotografia più interessante è forse quella sul destino del "soggetto" all'interno di questo conflitto.
Nei libri collettivi di WM la cosa che sicuramente mi ha affascinato di più è stato il modo di trattare il soggetto (soprattutto in Q): a partire dall'autore (un nome per tante persone), passando per il protagonista (una persona con tanti nomi), fino ad arrivare alle figure di sfondo (le vere protagoniste della storia).
Sembra che con la tua prima esperienza solista ci sia in qualche modo anche un ritorno del "Soggetto". C’è per la prima volta un protagonista che, anche se immerso in mezzo a tutti gli altri personaggi, offre un punto di vista privilegiato, tanto da utilizzare anche un registro narrativo differente. Un soggetto sicuramente confuso, patologico, imbranato nel suo essere supereroe e micidiale nel suo essere irrimediabilmente umano.
Ecco, se una domanda ti devo fare è proprio sul ritorno del soggetto e sul suo collegamento con l’esperienza solista. (spero non suoni troppo da Marzullo).

Rispetto al dibattito sulla "differenza di genere" all'interno dei vostri libri, sicuramente Gaia è il personaggio femminile più delineato. Ma non è ancora poco? Cioè, su una trentina di personaggi ci sono appena due-tre donne, ma soprattutto sembra che (so che non è così) dal punto di vista della narrazione Gaia abbia lo stesso ruolo che le figure femminili hanno nelle locandine dei film americani, in cui non possono aspirare a nulla di meglio che stare alla destra del protagonista.

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Ho letto il romanzo, gli articoli della critica ed ero presente al "debutto in libreria" di *Guerra agli umani*: eviterò di ripetere cose già dette. Voglio solo aggiungere alcune impressioni -personalissime- affiorate durante la lettura.
Riuscire a mantenere un "tasso di ironia" così elevato per qualità e numero di pagine ( 318, titoli di coda compresi ) è cosa rara e faticosa; aggiungo a questa attitudine così esplicita, anche la capacità di descrivere tutto il campionario naturalistico ( albe, tramonti, fiumi, boschi... ) con spiccata originalità, evitando ogni tipo di luogo comune in cui risulta facile scivolare, quando si affronta questo genere di argomenti.

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il libro mi è piaciuto, finito rapidamente, però: tutti quei cambiamenti di scena così ripetitivi alla fine stufano, magari se non erano più o meno tutti della stessa lunghezza era meglio, e poi la fine è molle ed aperta ( si, appena l'ho scritta mi sono reso conto del contenuto porno ma il concetto lo rende), insomma se mi racconti una storia non puoi piantarmi con domande aperte del calibro "e tra lui e lei come finisce?" "e il cane si è salvato?" "e i due deficienti mascherati e arrestati?" insomma ce li hai messi tu tutti quei personaggi! prenditene cura cazzo! mica li puoi abbandonare in quel modo come se a un certo punto ti fossi rotto i coglioni. è come una rivoluzione...morti i cattivi è tutto fatto? ciao rodolfo

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Il caso ha voluto che leggessi il tuo libro subito dopo un libro di Donald Westlake: Umani.
Ho trovato diverse assonanze tra i due libri soprattuto nello stile. Questo Umani è la storia di Dio che decide di farla finita con gli umani e incarica un angelo con il compito di trovare il modo di farla finita facendo sembrare che gli uomini si distruggono da soli. Questo angelo individua 5 personaggi le cui storie corrono parallele lungo tutto il romanzo e ti chiedi sempre (come nel tuo) quando e come si intrecceranno i percorsi.
In tutto questo si intromettono i diavoli che cercano di salvare la razza umana perchè...finchè ci suono uomini c'è festa grande per i demoni!!!
Mi è sembrato però che a differenza di Westlake che ha chiamato in causa gli alti vertici, nel tuo romanzo l'unico che facesse veramente la guerra agli umani fosse il facocero ...

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Pochi minuti fa ho finalmente portato a termine la lettura di Guerra agli umani, e nonostante il mio tono apparentemente spazientito devo ammettere che si è trattata di una bella lettura.
L'incubo infatti è l'averci impiegato troppo tempo per leggerlo!
Una lettura bella ma spiazzante.
Non sono un critico letterario, da questo punto in poi immaginati di poter leggere un mare di cazzate.
GUERRA AGLI UMANI è un gran bel libro. Parte con una serie di storie apparentemente slegate tra loro, ed il loro procedere parallelo rende la lettura un pò ostica.
Ostica perchè si fa fatica a familiarizare con i personaggi, esclusi Marco e Gaia, e ad ogni passaggio da una storia all'altra si ha la sensazione di essersi dimenticati qualcosa (ma come ti accennavo nella mia precedente mail, il mio stato d'animo non è al suo massimo). La svolta narrativa arriva con il capitolo TELEVISIONI, un capitolo eccezionale in cui tutte le storie iniziano ad intrecciarsi, da quel punto
in poi la tua tecnica narrativa cambia (non più una narrazione parallela ma intrecciata) ed il ritmo diventa incalzante. Un ritmo velocissimo che ci porta dritti dritti a "La notte di san Cristoforo", con un regolamento di conti finale degno del miglior John Woo o Tarantino.Nella seconda parte poi, la mia impressione è che tu abbia giocato con i balzi temporali nelpassaggio da una scena all'altra, nascondendoci (e
lasciando alla nostra intuitività di lettori) alcuni passaggi ...
Vabbè, adesso ho mia figlia in braccio e non posso dilungarmi o sviscerare
meglio quello che sto provando a dirti ... comunque complimenti, un gran
bel libro.
A presto, stefano

... ho detto un mare di cazzate?

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Ciao, Wu Ming 2
mi chiamo federica, ho appena finito di leggere Guerra agli Umani, appendice compresa (appartengo alla categoria di quelli che al
cinema restano fino all'ultimissimo titolo di coda). E allora ho visitato il sito, poi ho comprato Giap e Q, eccetera. Insomma, il rito di iniziazione è avviato. Con te, però, discorso a parte. il romanzo è fantastico (sono un'appassionata di fantascienza). e marco il troglodita un mito. (quanto c'è di te in lui?).

a presto
Federica