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partigiani

Partigiani migranti. La Resistenza internazionalista contro il fascismo italiano.

Lapide nel cimitero partigiano internazionale di Pozza (AP).

di Wu Ming 2

Qualche settimana fa, poco prima di Natale, l’account twitter dell’ANPI Brescia ha segnalato l’ennesimo tentativo di ridurre la Resistenza italiana a un movimento patriottico, bianco e nazionalista.
Ancora una volta, ci è toccato leggere frasi di questo genere: «A coloro che accostano i #migranti ai #partigiani e che cantano #bellaciao faccio notare che i VERI partigiani (non i #sinistri che s’atteggiano dell’#anpi) combattevano per difendere la propria patria!!! E combattevano contro “l’invasor” ovvero lo straniero! E non scappavano!!!»
Giustamente l’ANPI Brescia ha risposto: «I partigiani combattevano contro i fascisti, italiani e stranieri, per la liberazione dell’Italia dalla dittatura, e i migranti di allora, cioè le persone costrette a lasciare il loro Paese (ad esempio dalla guerra), li accoglievano nelle loro file. E non scappavano.»

Per aiutare a smontare la mistificazione, abbiamo iniziato ad elencare alcuni esempi di quanto la Resistenza sia stata invece multietnica, creola, internazionalista e migrante. Il thread ha avuto una rapida diffusione e molte persone hanno aggiunto notizie e testimonianze familiari sulla partecipazione di «partigiani stranieri» alle «nostre» brigate.

Per questo, abbiamo pensato che potesse essere utile radunare in un post i principali riferimenti reperibili on-line alle oltre 50 nazionalità rappresentate nella Resistenza italiana, e agli italiani che affiancarono i partigiani di altre nazioni. Così, la prossima volta che qualcuno tirerà fuori la solita “bufala sovranista”, sarà sufficiente citare questo post per stroncarla sul nascere. Prosegui la lettura ›

Cippi & Misteri. Il #SentieroLuminoso nel Triangolo Rosso.

CasaleSL

Negli ultimi tre anni, grazie ai post firmati da Nicoletta Bourbaki, ci siamo occupati in maniera sistematica delle falsificazioni storiche, narrative e iconografiche di cui sono stipate le cavità semantiche del nome Foibe. 

Sul finire del Novecento, però, la discarica nazionale delle peggiori panzane da “memoria condivisa” era il cosiddetto Triangolo Rosso, un’area indefinita dell’Emilia, che in origine identificava un piccolo territorio in provincia di Modena e poi s’è allargata fino ad abbracciare i campi e le città che stanno tra Bologna, Reggio Emilia e Ferrara.

A quei tempi, dedicammo molte pagine di un libro – Asce di Guerra – a rimettere in prospettiva le vicende di quelle terre. Torniamo a farlo con Il Sentiero Luminoso, che attraversa proprio il famigerato Triangolo (quello allargato e quello originale, tra Castelfranco, Manzolino e Piumazzo).

A seguire, pubblichiamo un estratto dall’intermezzo Cippi & Misteri, dove una piccola task force indaga sul numero impressionante di vittime e martiri della barbarie comunista nel piccolo comune di Campogalliano: trentanove in tutto. Possibile?

Sicuro. Sentite come. Prosegui la lettura ›