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Michel Foucault

Nostra legittima stranezza. Torna la «Storia della follia» di Michel Foucault

Storia della follia nell'età classica

[E’ giunta in libreria da pochi giorni, a cinquant’anni esatti dalla prima uscita in Francia, una nuova edizione italiana di Storia della follia nell’età classica, capolavoro (storico? letterario? filosofico?) di Michel Foucault. Non si tratta di una mera ristampa, bensì di un nuovo esordio. Infatti, il libro è proposto per la prima volta in versione integrale. Il curatore, Mario Galzigna, ha reinserito nell’opera brani mai tradotti in precedenza e ha recuperato la Prefazione di Foucault all’edizione del 1961, espunta per volontà dell’autore dalle edizioni successive. Nella sua Introduzione, Galzigna spiega perché ha deciso di ripescare quel “reperto”, e in che modo la riscoperta del Foucault “lirico” dei primi anni Sessanta, con le sue riflessioni sulla poesia e sull’esperienza letteraria, possa gettare luce sul presente e le odierne pratiche di resistenza. Naturalmente, è un discorso che a noi interessa parecchio. Di più: è un discorso che incrocia le nostre riflessioni degli ultimi mesi e ha forti risonanze con il romanzo che stiamo scrivendo. Prosegui la lettura ›

Pasolini e Foucault: appunti per un «Vite parallele»

di Wu Ming 1

Nel corso degli anni, leggendo diversi libri di e su Pier Paolo Pasolini (1922-1975) e Michel Foucault (1926-1984), mi sono reso conto di numerose coincidenze, risonanze e convergenze, non solo tra le loro opere, ma anche tra le loro vite. Non posso dire con sicurezza di averle colte per primo: su entrambi i suddetti è ormai disponibile una letteratura sterminata, inassimilabile da chiunque. L’ermeneutica pasoliniana e quella foucaultiana producono a getto continuo nuove «letture» più o meno pertinenti, e nelle varie lingue i libri si contano a centinaia, forse migliaia. Può dunque darsi che altri abbiano già steso «appunti» simili ai miei. Al momento, però, ne dubito. Pur seguendo – nei limiti delle mie possibilità e competenze – i dibattiti su Pasolini e su Foucault, e avendo trovato alcuni (pochi ma importanti) riferimenti incrociati, non mi è ancora capitato di leggere una trattazione dei molti parallelismi fra i due autori. Cosa sorprendente, dato che certe analogie, come suol dirsi, saltano agli occhi. Prosegui la lettura ›

Quadratura dei cerchi concentrici – #nogelmini #bookbloc #demo2010


Quello nella foto è il “Book Bloc” di Londra, 9 dicembre 2010.

La prassi nata a Roma è arrivata Oltremanica. Nella terza “Giornata X” (DayX3) del movimento contro i tagli all’istruzione, il Book Bloc è stato protagonista del tumulto di Parliament Square.
Lo scrittore Jay Griffiths ha visto un suo libro (Pip Pip: A Sideways Look at Time) trasformato in scudo e – come avevamo fatto noi nell’intervista a “Il Fatto quotidiano” – ha commentato il momento di epifania. Lo ha fatto in un breve articolo sul Guardian. La frase-chiave? “I libri non erano solo sulle barricate: erano essi stessi le barricate.” Prosegui la lettura ›

Foucault in Iran: rivoluzione, entropia, uguaglianza

[Il 9 dicembre arriva in libreria il secondo numero di Nuova Rivista Letteraria, “semestrale di letteratura sociale” diretto da Stefano Tassinari e pubblicato dalle Edizioni Alegre. Questo numero è dedicato ai rapporti tra sinistra politica e cultura, con interventi su Gramsci, Trotzky, Sanguineti, Foucault, il ruolo degli intellettuali nella guerra civile spagnola, il “gramscismo di destra”, le radio libere, il fumetto, l’Annosa Questione Mondadori (ri-sviscerata da WM2) etc. Tra i collaboratori di questo numero ci siamo noi, Carlotto, Arpaia, Fois, Emidio “Mimì” Clementi, Alberto Sebastiani e tantissim* altr*. Prezzo di copertina: 10 euro. Per abbonamenti: 2 numeri 15 euro, da versare sul Ccp 65382368 intestato a Edizioni Alegre soc. coop. giornalistica Circonvallazione casilina 72/74 00176 Roma. Causale: “Abbonamento Letteraria”.
In anteprima, proponiamo l’articolo di WM1, che affronta il capitolo più famigerato nella biografia intellettuale di Michel Foucault: quello dell’entusiasmo per la rivoluzione iraniana del 1978-79. L’articolo, scritto per una rivista non accademica e “asciugato” per farlo rientrare nel limite di lunghezza stabilito, ha un taglio il più possibile divulgativo.] Prosegui la lettura ›

Loop, Stephen King, Pontiac, Tolkien, Foucault e altro

E’ uscito in edicola e in libreria il n.10 della rivista Loop, bimestrale di culture, linguaggi e conflitti dentro l’apocalisse. Si intitola “Giù la testa! Diritti e identità in saldo” e sull’immagine di copertina campeggia una frase di Don Wislow: “Si diventa ciò che si odia”. Il video qui sopra è il trailer.
Consigliamo l’acquisto perché contiene molti ottimi articoli, su concetti e argomenti che negli ultimi tempi abbiamo trattato anche qui.
Segnaliamo, in particolare, il pezzo di Mario Tronti, “Fenomenologia di Sergio Marchionne”, quello di Aldo Bonomi su “La piccola transizione italiana” e la riflessione di Andrea Fumagalli e Sergio Bologna sui lavoratori autonomi “di terza generazione”. Prosegui la lettura ›

Branco ’75

Unire quel che appare diviso: Salò e Amici miei, note per una visione comparata

di Wu Ming 1

“Ragazzi, come si sta bene fra noi, fra uomini! Ma perché non siamo nati tutti finocchi?”
– L’architetto Melandri (Gastone Moschin) in Amici miei

Due film del 1975

Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, Amici miei di Mario Monicelli.
[Nei titoli di testa c’è scritto “Regia di Pietro Germi”, per un errore. Doveva dirigerlo Germi, ma morì all’improvviso, e il film lo prese in mano Monicelli.]
Due film coevi, quasi simultanei, uno “alto” e uno “basso”. Due film dai destini molto diversi:
– Amici miei
è un film godibilissimo, quando esce nelle sale fa in poco tempo 7 milioni di spettatori paganti, poi vince due David di Donatello (miglior film + miglior attore protagonista) e diventa un culto di massa tramandato di generazione in generazione, stra-citato, continuamente ritrasmesso in tv.
– Salò viene sequestrato poco dopo l’uscita e a tutt’oggi lo ha visto poca gente: in tv non può essere trasmesso (è VM18), inoltre la visione è quasi insostenibile. E tra i pochi che lo hanno visto, pochissimi hanno voluto rivederlo. Prosegui la lettura ›