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Radio Ufo 78, piccola storia di un radiodramma/concerto + Il Pentagono, gli UFO e Gaza (e varie da Francia e Spagna)

Ascolta Radio Ufo 78.

– I romanzi radiofonici, giovanotto, – mormorò Josefina Sánchez,
come se commettesse un sacrilegio. – Stanno diventando sempre più strambi.
(Mario Vargas Llosa, La zia Julia e lo scribacchino)

Nel biennio 2022-2023 portammo in tour Radio Ufo 78, un radiodramma/concerto, un melologo, una sghemba e psichedelica suite con scrittori, musicisti e «caverna dell’antimateria».

I due scrittori erano Wu Ming 1 e Jadel Andreetto, quest’ultimo in doppia veste, in quanto bassista del Bhutan Clan.

I musicisti erano quelli del Bhutan Clan, appunto: band cresciuta a Bologna sonorizzando trekking urbani e serate letterarie, nel contesto del cantiere culturale permanente Resistenze in Cirenaica.

Per varie ragioni il gruppo si è sciolto come tale nel 2024, ma le sperimentazioni proseguono sotto l’egida di Melologos, «laboratorio di fonologia narrativa» che ora è al lavoro su Gli uomini pesce.

«Caverna dell’antimateria» è come chiamavamo, in omaggio al pittore situazionista Giuseppe Pinot Gallizio, l’ambiente sonoro pazientemente ingegnerizzato in studio che ogni tanto erompeva nell’esecuzione dal vivo. Prosegui la lettura ›

Una dichiarazione – politica e di poetica – sul virus del militarismo nel corpo sociale

Enrico Baj, «Generali», multimaterico s.d.

Nei nostri due libri del 2015 Cent’anni a Nordest e L’invisibile ovunque riflettevamo,  con gli strumenti dell’inchiesta e della letteratura, sul centenario della Grande Guerra e su come l’Italia lo stava celebrando. Lo facevamo avendo in mente le guerre jugoslave degli anni Novanta, nonché alla luce del conflitto in Ucraina. Perché, conviene ricordarlo, in Ucraina la guerra c’è dal 2014.

La conclusione era che, cent’anni dopo la prima guerra mondiale, il nostro Paese e in certa misura l’Europa tutta avevano più che mai bisogno, e sempre più avrebbero avuto bisogno, di anticorpi antimilitaristi, di esempi di diserzione, di rifiuto di ogni intruppamento. Perché quella del continente sul cui suolo non si sarebbero più combattute guerre era una fòla e nient’altro. Prosegui la lettura ›

#Daesh, le nostre città, la guerra dei cent’anni. Conversazione tra Wu Ming 1, Valerio Renzi e Giuliano Santoro

Renzdogan

«Too many Western politicians shook hands with Jihadi John by proxy.»

Una discussione iniziata via email il 18 novembre e proseguita fino al 23 (stanotte). La trovate su Dinamo Press. Ci siamo confrontati nei giorni immediatamente successivi alle stragi di Parigi, muovendoci all’incrocio dei temi e degli spunti contenuti in quattro libri – Cent’anni a Nordest di Wu Ming 1, L’invisibile Ovunque di Wu Ming, La politica della Ruspa di Valerio Renzi, Al Palo della Morte di Giuliano Santoro – e in mezzo al succedersi quotidiano di eventi collegati allo stato d’emergenza e alle reazioni militari innescate dall’azione dei terroristi.Di seguito, un po’ delle questioni che abbiamo toccato, per farsi un’idea.

Lo stato d’emergenza e il circolo vizioso tra guerra e terrorismo.  Chi è il nemico? Chi lo ha generato?
In cambio di cosa entreremo in guerra questa volta?
Le armi dell’Italia, l’influenza delle forze armate sulla società italiana, la figura della ministra Roberta Pinotti.
Cosa ci dice delle guerre – e dei guerrafondai – di oggi il centenario della prima guerra mondiale?
La tirannia della “visione frontale”. Perché è utile «prenderla da Nordest».
Due sassolini dalle scarpe sullo storico Mario Isnenghi.
Roma come città coloniale e i “pali della morte”. Ancora: chi è il nemico?
Difendere le nostre città. Difenderle dagli spettri fondamentalisti ma anche dai wannabe “salvatori della patria”.
Il fascismo italiano prima e dopo il Fascismo.
Il mito di Vladimir Putin. Salvini e Putin. Putin e il rossobrunismo.
«Putin è l’uomo che ci vuole e le sue politiche sono efficaci contro il terrorismo» –  VERO □  FALSO ☑
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