Tutto comincia con poche ma esplosive righe della nostra amica Mariana nella mailing list di Resistenze in Cirenaica:
«Questa domenica arriva a Bologna Alejandra Naftal, la direttrice del museo della memoria sorto nel sito dove aveva sede la Esma (Escuela de mecánica de la Armada), uno dei peggiori centri clandestini di detenzione durante l’ultima dittatura argentina, dal quale sono scomparsi migliaia di desaparecidos. Per poter trasformare il sito in un luogo della memoria varie associazioni e militanti hanno dovuto lottare. Ora è un luogo in cui si pratica la memoria attiva attraverso diverse attività. Non solo è possibile vedere gli spazi che hanno tenuto in prigionia donne e uomini, la sala parto dalla quale almeno un centinaio di bambini sono stati rubati alle loro famiglie e dati in adozione a famiglie legate al regime, ma anche gli spazi che occupavano i servizi segreti […] Oggi, nel Sito de Memoria Esma, tutte le settimane si organizza la “visita de las Cinco”, il giro delle cinque pomeridiane, in cui sopravvissuti e parenti delle vittime raccontano le loro storie.» Prosegui la lettura ›

1 agosto 1976. L’asfalto corre in mezzo alla vegetazione, su un lato della pista il terreno digrada verso la piana, sull’altro sale verso la collina, ricoperto dal bosco. Da qualche parte lassù ci dev’essere perfino un castello. Sembrerebbe una qualsiasi strada di campagna, non fosse per la monoposto che esce veloce dalla curva: rossa con una banda bianca, il numero 1 stampigliato sul musetto. Una frazione di secondo e l’auto piega a sinistra, poi sbanda a destra, il pilota controsterza ma perde il controllo, l’auto taglia in diagonale la pista e pattina veloce verso la rete di cinta, la sfonda, si schianta sul fianco della collina, rimbalza in un diluvio di rottami, si incendia, prosegue in testacoda avvolta nelle fiamme fino a fermarsi.