Gli uomini pesce, speciale n.8 | «Just like a heatwave / burning in my heart»

Evoluzioni dell'ex libris de Gli uomini pesce.

Evoluzioni dell’ex libris de Gli uomini pesce.

Pubblichiamo questo speciale su Gli uomini pesce nel mezzo di un’onda di calore, come quella che nel luglio 2022 stroncò Ilario Nevi, o quella che nel luglio 2023 stroncò il compagno e amico Roberto Sassi, alla cui memoria il romanzo è dedicato.

È un’onda simile ma peggiore, perché partita già a giugno, e perché ogni estate le onde si fanno più persistenti, tanto che andrebbe cambiata metafora. Non sono onde, è marea.

Il mare è caldo come piscio, ma non è solo un fastidio per i bagnanti, come sembrerebbe dai servizi dei Tg. Quello è l’ultimo dei problemi, anzi, non entra nemmeno in classifica. Più il mare si scalda e più collassa: si alterano correnti vitali per gli ecosistemi, l’acqua si fa povera d’ossigeno (ipossia), si estinguono specie, ne arrivano altre che fanno saltare altri equilibri…

Inoltre, più il mare si scalda e più evapora. Su di noi incombono grandi masse di vapore, mentre nell’atmosfera s’accumula energia. Presto ci saranno tempeste, tutto quel gassoso tornerà liquido e i nubifragi – le «bombe d’acqua» dei titoli di giornale – si abbatteranno su territori sempre più maltrattati e fragili.

Ad esempio, sul territorio che ne Gli uomini pesce è un vero e proprio personaggio: la bassa padana orientale, le province di Ferrara, Rovigo e in parte Ravenna, il Delta del Po.

Il rapido passaggio da un estremo meteorologico all’altro è detto «colpo di frusta», come quello alla cervicale quando ti tamponano in macchina. La crisi climatica tampona la macchina del capitale, che però non accosta per constatare il sinistro, manco vuol saperne di rallentare, anzi, pesta sull’acceleratore e va, va, senza più il paraurti didietro, con la carrozzeria sfasciata, la marmitta che tragia sull’asfalto facendo scintille che incendiano l’erba sul ciglio, e va.

E noi siamo a bordo. E a bordo si parla d’altro. Di fare la guerra, di cazzate, e di fare la guerra come fossero cazzate.

(Anche) di questi temi si discute nelle presentazioni de Gli uomini pesce, tappe di un tour che è partito il 31 ottobre, dunque entra nel suo nono mese. Mentre scriviamo, novantaquattro presentazioni sono alle spalle e altre quaranta attendono. Quelle di luglio sono qui. Ogni settimana, sul nostro canale Telegram, inviamo un promemoria.

Nuove riflessioni su Gli uomini pesce

Copertina de Gli uomini pesceAbbiamo aggiornato il florilegio di recensioni e pareri su Gli uomini pesce. Rispetto allo speciale n.7, le aggiunte sono:

■ Il testo completo (pdf) della recensione di Danilo Trombin, il quale figura anche nel libro, evocato fin dalla primissima pagina: «Danilo mi aveva riferito di branzini pescati a Bottrighe».

■ Un articolo di Caterina Orsenigo apparso su Lucy col titolo «Il paesaggio personaggio», dove Gli uomini pesce è preso in esame come esempio di letteratura ambientale, ossia la letteratura che «non lascia il paesaggio sullo sfondo ma ne fa un protagonista».

Extra florilegio, segnaliamo alcune riflessioni nate dalle presentazioni milanesi del febbraio scorso – a Scamamù e Torchiera senz’acqua – e apparse sulla rivista on line Ahida.

■ La prima è di Giuliano Spagnul, che dopo le prime recensioni continua a cogitare sul libro. In questo testo dialoga a distanza con un’altra recensione, quella apparsa su Jacobin a firma di Enrico Manera.

Il nodo di fondo è concettuale, riguarda i significati dei termini «incanto» e «disincanto». Su questo noi ci esprimiamo tagliando il nodo gordiano, come fa anche l’amica Stefania Consigliere. Proprio come la «fine delle ideologie» è stata una narrazione pesantemente ideologica, così l’ostentato «disincanto» della ratio capitalistica è in realtà incanto, nel senso di un’ipnosi imbambolatrice che spinge ad ammirare la merce e ad accettare la competizione sul mercato. È il sortilegio di una magia nera monopolistica, che avoca a sé ogni potere di incantare e perciò, dai suoi albori, muove guerra alla pluralità dei mondi.

Quando si afferma la necessità di «reincantare» la vita, si intende la necessità di farla uscire dai limiti angusti dell’insensata e letale ratio capitalistica. Ma poiché quella ratio è a sua volta una forma di incanto, rispetto a essa ci si auspica un disincanto.

Ahida ospita anche due riflessioni più brevi sul romanzo, una in fila all’altra, rispettivamente a firma dello stesso Spagnul e di Sara Molho, e collettivamente intitolate «Muri matti». Buona lettura.

Suoni da, per e intorno a Gli uomini pesce

Dopo un lungo intervallo per l’intenso lavoro su altri fronti, finalmente siamo tornati ad aggiornare Radio Giap Rebelde, il nostro, ehm, podcast. Noi, da sempre, preferiamo usare il termine «audioteca».

Tra i nuovi materiali caricati e ascoltabili, due presentazioni de Gli uomini pesce – ascoltandole si può avere un’idea di quanto le serate di questo tour differiscano l’una dall’altra – e un reading/concerto tenutosi in un luogo prestigioso.

Due presentazioni: Milano e Ferrara

Siad Barre e Bettino Craxi.

■ Nel tardo pomeriggio del 27 maggio scorso Wu Ming 1, in dialogo con Enrico Manera, ha presentato Gli uomini pesce alla Casa della memoria di Milano. L’incontro era organizzato e introdotto dall’ANPI provinciale.

Si è parlato dei temi del romanzo, ma come è prassi di Wu Ming, si è anche «aperta l’officina» di questo romanzo (nonché di altri), si sono fatte scorribande a ritroso nella storia e nella produzione del collettivo, si è parlato di irrazionale, perturbante, psichedelia.

Ascoltabile su Apple Podcasts e su Internet Archive.

■ La sera del 13 giugno Wu Ming 1 – in dialogo con Maria Calabrese della Biblioteca Popolare Giardino, che ha organizzato la serata, e col collega scrittore Girolamo De Michele – ha presentato Gli uomini pesce alla Scuola di Viale K, Ferrara. Vicinissimo a dove, nel romanzo, Dante dà appuntamento ad Antonia.

Si è parlato di «plurinomio fantastico», giochi di parole, poetica del perturbante e decostruzione del maschile, ma anche del non-umano in letteratura dopo le riflessioni di Amitav Ghosh, di “intelligenze” artificiali e di molte altre cose.

In sala c’erano circa 40°, ma voi potete ascoltare l’audio dove vi pare, anche dentro una ghiacciaia.

Apple PodcastsInternet Archive.

Live alla casa natale di Gramsci

Il minitour sardo di fine maggio è stato pieno di musica – ascoltata, consigliata, commentata – e di incontri con musicisti, di scoperte sonore. La presenza nel romanzo di Arne Gustafsson aka SonicAlly ha pungolato la scena degli «artisti di paesaggi sonori», dei field recorders isolani. Per dirne una, è stato memorabile conoscere in quel di San Sperate Francesco Medda in arte Arrogalla, e ascoltare la sua Suite seguendone l’incredibile partitura a fumetti disegnata da Carol Rollo.

La partitura di Suite di Arrogalla, prima pagina, disegni di Carol Rollo.

Un altro artista sonoro, Angus Bit, è proprio intervenuto su Gli uomini pesce, in collaborazione con una nostra vecchia conoscenza, l’attore, scrittore e agitatore culturale Giacomo Casti. Insieme hanno sonorizzato tre brani, presi dai capitoli 1, 38 e 46, e li hanno eseguiti il 24 maggio durante la presentazione del libro ad Ales, alla Casa natale di Antonio Gramsci, tappa ormai immancabile dei tour sardi di Wu Ming 1. Venti minuti e passa di downbeat mediterraneo, su cui galleggiava il flusso di coscienza di Antonia e Ilario. La registrazione è ora nell’audioteca. Buon ascolto.

Apple PodcastsInternet Archive

Del minitour sardo – San Sperate, Macomer, Ales e Nuoro – scriveremo ancora. Le esperienze vissute in quei giorni sono state tra le più intense da quando Gli uomini pesce si è messo in strada.

Scarica la scheda dello spettacolo.

SonicSuite: un radiodramma/concerto a cura del laboratorio Melologos

Due speciali fa abbiamo dato qualche anticipazione su SonicSuite, reading/concerto tratto da Gli uomini pesce, in particolare dai capitoli in cui è in scena Sonic.

Si tratta di un progetto del laboratorio Melologos, qui rappresentato dall’attore Marco Manfredi, dallo scrittore e musicista Jadel Andreetto e dai musicisti Stefano D’Arcangelo (ex-Bhutan Clan, ex-Compagnia Fantasma) e Bartolomeo Sailer in arte Wang Inc.

La sera del 22 marzo scorso c’è stata una prova aperta allo Spazio Stria di Padova. Da quell’esibizione è tratto il brano «Fnord!», fece il tarabusino, ascoltabile su Radio Giap Rebelde.

Apple PodcastsInternet Archive.

Negli ultimi mesi la band ha provato moltissimo in quel di Nassau (non la capitale delle Bahamas: il seminterrato di Bologna). Lo spettacolo è quasi pronto e debutterà in ottobre. Ecco  la scheda artistica, per chi fosse interessato a organizzare. Scheda tecnica e cachet a richiesta, previo contatto.

Altre musiche ispirate a Gli uomini pesce le sta componendo il duo pavese Tristan da Cunha. Per ora diciamo solo questo. Tempo al tempo.

A quanto pare, Sonic ha ben seminato.

Gli uomini pesce non si ferma

Il termine del tour, lo ricordiamo, è a fine ottobre, quando uscirà Mensaleri di Wu Ming 2 e girare toccherà a quest’ultimo. Da novembre, per Gli uomini pesce solo recuperi di date saltate, incontri con gruppi di lettura e SonicSuite.

Di quest’andare in giro Wu Ming 1 ha parlato nell’intervista che gli ha fatto Loredana Lipperini per Lucy, che molto ha circolato e continua a far discutere. L’ultimo intervento in ordine di tempo è quello di Christian Raimo apparso su Il Tascabile.

Ribadiamo che col titolo dato all’intervista non c’entriamo niente. Non pretendiamo di avere «un’idea per salvare l’editoria italiana», abbiamo solo descritto il nostro approccio. A dirla tutta, non ci aspettavamo un simile scalpore.

Ma noi si sa che siamo alieni.

Per ora è tutto. Ci si vede in giro.

P.S. I versi citati nel titolo – «come un’onda di calore / che mi arde nel cuore» – sono tratti da Heatwave, di Martha Reeves & The Vandellas (Motown, 1963).

Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)

Tagged with 

One commento su “Gli uomini pesce, speciale n.8 | «Just like a heatwave / burning in my heart»

  1. Riferendomi al primo paragrafo dell’articolo mi è venuto in mente “Io e Annie”. E parafrasando Woody Allen, il futuro si divide in due categorie.
    Quella orribile (tipo “Mad Max”), in cui ci faremo la guerra con i mitra e le clave per un po’ d’acqua e con aria irrespirabile e deserto ovunque, e quella miserrima (tipo “Blade Runner”) in cui tutto sarà acquistabile, ma a prezzi dis-umani e persino la luce del Sole ci sarà negata dallo smog apocalittico.
    Non so se in questo caso dovremmo ringraziare Dio per il futuro miserrimo, ma come prospettiva non è particolarmente entusiasmante…

Lascia un commento