
Pianura come stato della mente. Guardando verso nord dalla Provinciale 12 nei pressi di Cologna (Ferrara), 14 maggio 2025. Foto di Michele Nani. Dietro l’orizzonte c’è il Po. Ne Gli uomini pesce Antonia e Sonic percorrono questa strada in corriera, nell’agosto della più grave siccità in Padania «a memoria di vivente».
INDICE
1. «Me ne rendo conto ora»
2. «In effetti, questo tour…»
3. «E l’aneddoto su Ravenna?»
4. «Passando alle recensioni…»
5. «Come mai non se ne parla in ambiti femministi, Lgbtqia+ ecc.?»
6. «Tutto molto bello, ma… le vendite?»
7. «E dov’è che ti intervistano?»
8. Renata Viganò e Antonio Meluschi
9. Omaggio a Katharine Hepburn
«Me ne rendo conto ora»
«Mi colpisce molto, nel leggere le recensioni del mio romanzo, o nell’ascoltare, durante le presentazioni pubbliche, i pareri di chi lo ha letto, quanto spesso ricorrano immagini di speranza. Non una speranza generica, non l’aspetta e spera del tirare avanti la carretta. No, è più una fiducia nella possibilità di riscoprire le amicizie, di riscattare le nostre esistenze a partire dalle relazioni, dal legame sociale.
Legame che, nel romanzo, si riforma riconquistando un rapporto coi nostri territori, che da troppo tempo “abitiamo nostro malgrado”, come mi ha detto un amico architetto/progettista, per dire che il nostro abitare è forzoso, abitudinario, irriflessivo.
Sempre più i colpi durissimi della crisi climatica ci fanno aprire gli occhi, e svelano l’alienazione e l’ignoranza con cui viviamo in luoghi sempre più ridotti a meri spazi, spazi da attraversare seguendo traiettorie su cui ci illudiamo di avere un qualche controllo, e che invece sono in tutto e per tutto coatte.
Chi conosce più la vita dei corsi d’acqua? La maggioranza di chi ci vive accanto li dà per scontati, poi esondazioni, alluvioni o angoscianti secche ci sorprendono, e capiamo che scontati non sono affatto.
Sapevo di avere scritto un “romanzo geografico”: non mi ero reso conto fino a che punto raccontare una storia di ri-conoscenza di un territorio – nel caso specifico, il Delta del Po – fosse già, in tutto e per tutto, raccontare una storia di nuovi legami che si formano, di convergenze e nuove comunanze tra le persone. Me ne rendo conto ora, grazie a lettrici e lettori […]»

Aulla (città di Jimmy Fruzzetti), sala del consiglio comunale, sabato 15 febbraio 2025, presentazione de Gli uomini pesce. Foto: Circolo Arci Agogo.
Questo è venuto da scrivere a WM1 quando Chiara Alpago-Novello gli ha chiesto un breve testo per il suo Vivaio letterario.
«In effetti, questo tour…»
…è bello intenso. Ogni presentazione ha momenti ad alta memorabilità, ma è ancora tutto vorticante, solo a bocce lente – ferme non sono mai – si potrà rifletterci sopra.
Si può però riportare una sensazione: Gli uomini pesce è adoperato per fare cose. È preso come un utensile multiuso, un dispositivo che catalizza temi e fa convergere soggetti diversi. Tra chi organizza le presentazioni, o comunque vi partecipa in modo attivo, ci sono geografe e geografi, guide naturalistiche, antropologi e urbaniste, comitati di lotta (come Salviamo il Bosco Ospizio a Reggio Emilia), coordinamenti di associazioni ambientaliste (come il Tavolo del Mincio a Mantova), viticultori resistenti, centri sociali, circoli di lettura, appassionate e appassionati di storie locali, e in un caso – Ravenna, su cui seguirà un aneddoto – perfino il locale Ordine degli Architetti Pcc (Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori).

Circolo Ribalta di Vignola (MO), 3 aprile 2025. Marco Manfredi legge da Gli uomini pesce. Foto di Giuseppe Viterale.
Il comune multiplo? È tutta gente che tiene al proprio territorio. Le presentazioni a Ferrara, nel Delta, in Polesine e in generale nella bassa sono peculiari, hanno un sovrappiù di senso e di affetti, ma anche altrove, ovunque, chi legge il libro trova qualcosa dei propri luoghi.
Per quanto diversi appaiano i territori, sono simili i problemi, perché simili sono state le politiche, le imposizioni dall’alto, le manomissioni, e perché crisi climatica e collasso ambientale picchiano dappertutto. Alle presentazioni fioccano i collegamenti, lo abbiamo visto succedere dal Salento alla Lunigiana, dalla Giudecca all’isola d’Elba, dal Friuli all’Irpinia.
⁂

Teatro-cinema Barattoni di Ostellato (FE), 20 febbraio 2025, una delle immagini con didascalia preparate ad hoc da WM1.
E poi: «voi Wu Ming abbassate la media d’età alle presentazioni», ci ha detto un libraio. Lo vediamo e ne siamo ben contenti. Grande soddisfazione ci danno gli incontri in università e scuole superiori. Per dirne solo uno: quello del 2 aprile scorso con alcune classi dell’ISS Levi Montalcini di Argenta. Vivissimo, una gragnuola di domande e interventi, poteva tranquillamente durare un’altra ora.
Il tour va avanti e quella di oggi sarà la settantancinquesima presentazione, ecco i dettagli.
Venerdì 16 maggio
LECCO
Wu Ming 1 presenta il romanzo Gli uomini pesce
in dialogo con Barbara Gallucci (Touring Club Italiano)
e con letture di Marco Manfredi
h.18:30, Auditorium Officina Badoni
Corso Giacomo Matteotti 7.
Nell’ambito di Immagimondo – Viaggi luoghi culture.
La prossima settimana si va in Sardegna. Il calendario completo di maggio è qui.
«E l’aneddoto su Ravenna?»
La presentazione ravennate ha avuto strascichi polemici. È emerso che una delle più prestigiose istituzioni culturali cittadine, la quale peraltro ci aveva già ospitati, si era rifiutata di concedere la sala per l’evento. Stando a chi organizzava, il problema erano i contenuti. A monte sembra esserci quanto abbiamo scritto e dichiarato dopo le alluvioni del 2023.
La presentazione è stata annunciata da un’intervista zero accomodante, ma in quel momento s’era già trovata un’altra sala. Il diniego c’era già stato. WM1 lo ha saputo solo poco prima dell’evento. A quel punto qualcosa ha detto, come si riporta qui:
Wu Ming «non gradito»? AAA cercasi spazi gratuiti di libertà e pensiero
«Passando alle recensioni…»
A sette mesi dall’uscita, continuano a uscirne. L’antologia o florilegio che dir si voglia, come sempre, è qui.
Rispetto allo speciale n.7 tra le novità spiccano i pezzi di:
Francesco Festa su Euronomade (testata on line che appare ne Gli uomini pesce);
Danilo Trombin sul periodico polesano REM (in questo caso ad apparire nel romanzo è il recensore);
Cristiano Idini su Mangialibri.
«Come mai non se ne parla in ambiti femministi, Lgbtqia+ ecc.?»
Forse, semplicemente, il libro deve ancora entrare in quei radar.
«Eh, a forza ‘d dir “non facciamo spoiler”, at al cred…»
«Tutto molto bello, ma… le vendite?»
«Nei primi tre mesi del 2025, in Italia sono stati venduti 810.000 libri in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».
È il titolo divenuto virale nell’ambiente dopo il nuovo Rapporto AIE sullo stato dell’editoria. Un ulteriore calo del 3,4% in un Paese dove già si leggeva pochissimo.
Le concause sono svariate. Si parla sempre della sovraproduzione di titoli, della concorrenza delle serie TV, dell’attenzione frantumata dalle notifiche, del tempo divorato da social e chat… Tutto fondato, ma secondo noi incidono di più il carovita e la precarietà esistenziale. Buste paga e pensioni sono da inedia materiale e civile. Oggi anche chi ha sempre letto forte fatica a comprare libri.
Nonostante i chiari di luna, Gli uomini pesce ha venduto più di ventimila copie nei primi sei mesi. «Di questi tempi sono un’enormità», ha commentato Loredana Lipperini, e ha aggiunto una considerazione:
«Quando negli anni si crea una comunità di lettori e di lettrici, le presentazioni servono eccome, nel momento almeno in cui sono reale occasione di incontro e discussione. E dunque, cosa chiediamo ai nostri libri? Che durino. A volte ci si riesce e a volte no. Ma è su quel punto, creazione di comunità, che mi piacerebbe ci si interrogasse, perché è quello che conta.»

Casa del popolo di Borgo San Giacomo (BS), storicamente chiamata «il Cremlino», 15 maggio 2025, presentazione de Gli uomini pesce.
«E dov’è che ti intervistano?»
■ Stefania Andreotti de La Nuova Ferrara ha avuto l’idea di intervistare WM1 nelle vie e nei claustri della Certosa di Ferrara, ove si svolgono scene importanti de Gli uomini pesce. L’intervista è apparsa il 22 aprile, a tutta pagina.
Il titolo apposto dalla redazione è impreciso. Il territorio «la gente» lo conosceva già prima, nell’intervista si dice che molte persone – implicito: ferraresi di città, come Ilario – scoprirono il territorio oltre le mura, cioè la bassa, le valli, il Delta.
■ Il 27 aprile, dopo l’incontro su cinema e Resistenza al Trento Film Festival, Barbara Sorrentini di Radio Popolare ha intervistato WM1. Forse perché si era a un festival dedicato alle immagini in movimento, la prima domanda è stata sul nostro rifuggire foto e video. Lo scambio è andato in onda il 2 maggio, dentro il quotidiano culturale Cult. Dal minuto 03:18.
Una versione “sintetizzata” era apparsa il 30 aprile sul manifesto col titolo «Wu Ming 1, cinema resistente tra gli «uomini pesce» del Delta del Po».
■ Un’intervista incentrata sulle tecniche, su come Wu Ming 1 ha composto Gli uomini pesce, l’ha condotta Stefania Sini, docente di Letterature comparate all’Università del Piemonte Orientale. È in fase di lavorazione, non appena uscirà la segnaleremo.
Renata Viganò e Antonio Meluschi
A Bologna, in via Mascarella 63/2, sul muro c’è una targa:
«Qui vissero
Renata Viganò e Antonio Meluschi
(1900-1976) (1909-1977)
scrittori e partigiani.
Con loro questa casa è stata
un crocevia di intellettuali
e un punto di riferimento
per la cultura antifascista.
Bologna, giugno 2018.»

Antonio Meluschi (nel romanzo di WM1 «L’Ammiraglio») e Renata Viganò («L’Infermiera»), rispettivamente comandante di battaglione e medico-chirurga della 35bis Brigata Garibaldi «Mario Babini». La stessa di Ilario Nevi ed Erminio Squarzanti.
Il romanzo di Renata L’Agnese va a morire (1949) è un classico del secondo Novecento. Radio 3 gli ha appena dedicato una lettura del ciclo «Ad alta voce», trasmessa a puntate dal 24 marzo al 25 aprile, letta da Lucia Mascino. Si può ascoltare su RaiPlaySound.
I libri di Antonio sono meno noti e tutti fuori catalogo, ma se trovate da qualche parte L’armata in barca (1976), non fatevelo sfuggire.
Che c’entrano con Gli uomini pesce? Lo spiega la didascalia della foto qui accanto.
Presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna c’è il fondo speciale Carte Viganò Meluschi. Da pochi giorni è possibile consultarne online l’inventario curato da Patrizia Busi, pubblicato nel sistema informativo Archivi ER.
Preavviso largo, segnarsi la data: il 15 ottobre nella Sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio si terrà una presentazione speciale de Gli uomini pesce. WM1 racconterà come ha lavorato sulle fonti e sulle stesse carte Viganò Meluschi, per intrecciare le storie partigiane del romanzo con le vicende vissute dall’Ammiraglio e dall’Infermiera, durante e dopo la Resistenza.
In quell’occasione l’inventario del fondo sarà illustrato da Mirella Plazzi (Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna), che fece le prime approfondite ricerche sui documenti dei due coniugi ai tempi della pionieristica mostra Matrimonio in brigata (Museo Archeologico di Bologna, 22 aprile – 21 maggio 1995).
Omaggio a Katharine Hepburn
L’iniziativa non ci coinvolge direttamente, ma siamo implicati. Chi ha già letto Gli uomini pesce sa il perché.
L’edizione 2025 – la trentanovesima! – del festival «Il cinema ritrovato» di Bologna includerà una retrospettiva su Katharine Hepburn.
Tra i film proposti in versione restaurata c’è anche Sylvia Scarlett, che nel romanzo, nella vita di Ilario Nevi, è non solo importante ma fatidico.
Riportiamo qui, dal sito della Cineteca di Bologna, il testo di presentazione della rassegna.
«Nel corso della sua carriera Katharine Hepburn ha dovuto affrontare alti e bassi: poteva passare, in rapida successione, da un premio Oscar all’etichetta di ‘veleno per il botteghino’, conseguenza della sua personalità sempre sorprendente e, a volte, controversa.
Indossava i pantaloni ed emanava un’aura femminista (era figlia di una suffragetta) in un’epoca in cui il mondo non era pronto ad accettarlo. Il suo accento del New England poteva risultare irritante, ma Hepburn era audace e controcorrente come poche hanno saputo essere: esilarante, agile, androgina e femminile allo stesso tempo.
Ha attraversato gli schermi per sessantasette anni, registrando un record ancora imbattuto tra candidature (12) e vittorie (4) agli Oscar come migliore attrice. La sua carriera è stata più varia di quanto le si attribuisca, ma è soprattutto nelle commedie screwball (di cui c’è un tocco in tutte le sue migliori interpretazioni) che il talento di Hepburn risplende. Oggi siamo finalmente in grado di apprezzare appieno questa donna unica, così avanti rispetto al suo tempo.»
Mancano ancora date e ore delle proiezioni. Quando ci saranno, contribuiremo a divulgarle.
Per ora è tutto. Al prossimo speciale.

Chi coltiva la singolare perversione che consiste nell’andare al Salone del libro di Torino troverà Gli uomini pesce presso Giulio Einaudi editore, padiglione PAD OVAL, stand V80-W79-W80-X79.