DAVVERO NON CONOSCETE LA STORIA DEL...
...ca77o di Rasputin?
Vedi anche: Rasputin's Penis su Wikipedia (inglese)

Giap #15, VIIIa serie - Negli arcobaleni - 30 ottobre 2007

A Pino Daniele
Yo soy un hombre sincero
De donde crece la palma,
Y antes de morirme quiero
Echar mis versos del alma.


A tutti i migranti che solcano il mare

Yo vengo de todas partes,
Y hacia todas partes voy:
Arte soy entre las artes,
En los montes, monte soy.

LA COLONNA SONORA DI QUESTA DOPPIA DEDICA.
Informazioni qui.

FORMATO OGG QUI.


INDICE DI QUESTO NUMERO DI GIAP


01. IL PRESENTE E L'IMMEDIATO FUTURO

02. "GENOVA NON E' FINITA". DUE PAROLE SU CERTE RICHIESTE DI CONDANNA
1. RITORNO DAL CANADA (DALLE TOMBE DI MOLLY E JOSEPH) [WM3]
2. INTANTO MANITUANA...
3. ALLEGORIA E GUERRA IN 300 [WM1]
4. FILOSOFIA DELLA MENTE, YOGA PRIMORDIALE [WM5]
5. LE PERE DI ADAMO DI GUIDO CHIESA - interviste e commenti
6. ANCHE NEI FUMETTI VITTORIO CAFFEO, NOME DI BATTAGLIA "DRAGO"
7. LA LOTTA DEI LAVORATORI VODAFONE E... EHM... NOI
8. LA STELE NEL SOGNO: SCRITTURA COLLETTIVA IN UN LICEO
9. FEEDBACK: BOLOGNA E COSFERATU;

9b. BOLOGNA E I PEZZI DI GNOCCA;
9c. TEDESCHI E "ANTITEDESCHI";
9
d. LA MAIL DI UNO CHE HA UN PROBLEMA



IL PRESENTE E L'IMMEDIATO FUTURO

Lo avete segnalato in tanti, un'ondata di mail a partire dagli inizi di ottobre. Ci avete chiesto: "Lo sapevate?"
Sì, lo sapevamo, però grazie, grazie a tutt*. I Radiohead ci linkano in posto d'onore (fino a poche settimane fa eravamo il primo link del loro blog), è una cosa che risale a un paio d'anni fa. Ci hanno sempre mandato un considerevole numero di visitatori da mezzo pianeta, ma da quando hanno messo scaricabile In Rainbows c'è stato un piccolo boom, oltre diciottomila visitatori unici, una media di mille al giorno. Certo, è meno dell'1% delle persone che hanno scaricato l'album, ma per noi che teniamo una media di 90.000 visite al mese (e non al giorno, come probabilmente accade a loro) è un grosso exploit, che allarga di un bel po' il bacino dei nostri potenziali lettori. Che questo avvenga in occasione di un'iniziativa che è un giro di boa nella storia della cultura pop del XXI° secolo, e proprio nella direzione che andiamo indicando da anni (carta canta e villan dorme), beh, insomma... è troppo bello per essere falso.
Questa cosa ci viene riconosciuta, a volte anche un po' fuor di misura. Si prenda il fatto che in Francia c'è chi parla di un "axiome de Wu Ming"! L'editore Grégoire Chamayou, direttore di Zones (gruppo La Découverte), ha annunciato che tutti i titoli della casa editrice saranno messi on line, leggibili gratis. In quest'intervista al Nouvel Observateur cita diffusamente il nostro esempio. Quando nel 2000 parlavamo di copyleft ai responsabili delle edizioni Seuil (che pubblicarono Q in un'edizione da crepare assiderati), pareva fossimo alieni minacciosi, "Klaatu barada nikto!" Di progressi se ne stanno facendo, insomma, e dopo questo affondo di Thom Yorke e compari, chissà cosa succederà.
Appunto: cosa succederà. Si avvia al termine un anno intensissimo, per noi segnato dall'uscita di Manituana, da un tour di incontri coi lettori quasi "gratefuldeadiano" (alla fine saranno quasi settanta date in meno di dieci mesi) e da un viaggio attraverso il Canada che, come leggerete più sotto, è stato un vero e proprio incontro con gli spiriti (e coi corpi).
Bene, vi annunciamo che il 2008 sarà un anno altrettanto intenso, se non di più. A parte il fatto che stiamo scrivendo il nuovo libro del Trittico Atlantico, il nostro agire ruoterà intorno a ben quattro uscite.
1. Dal viaggio in Canada, sui luoghi di Manituana e non solo, nascerà un reportage. Uscirà in forma di libro a primavera, per l'editore Rizzoli.
2. A primavera uscirà anche, per Einaudi Stile Libero, il romanzo solista di Wu Ming 4. Si svolge in Inghilterra nei primi anni Venti ed è una riflessione sul potere terapeutico dello scrivere storie.
3. Sempre a primavera le edizioni Ambiente pubblicheranno nella collana Verdenero una nostra novella sullo smaltimento illegale dei rifiuti.
4. A ridosso dell'estate un nostro racconto uscirà nell'antologia Crimini 2, a cura di Giancarlo De Cataldo, anche questo per Einaudi Stile Libero.
Lavorare, viaggiare, incontrare le persone, tenere vive le comunità. Solo questo ci permette di continuare a vivere in codesto paese in questa fase storica.


"GENOVA NON È FINITA". DUE PAROLE SU CERTE RICHIESTE DI CONDANNA

Aldamar...Fase storica che per noi è partita non il fatidico 11 Settembre ma poche settimane prima, a Genova. I mai sufficientemente ricostruiti giorni di Piazza Alimonda, della Diaz, di Bolzaneto.
Nel corso degli anni abbiamo continuato a informare, linkare, rompere (doverosamente) le balle, sostenere in vari modi chi si sbatteva perché quelle vicende non fossero insabbiate e dimenticate. Abbiamo addirittura usato eBay per finanziare supportolegale e l'associazione Piazza Carlo Giuliani. Intanto i processi andavano avanti, in un alternarsi di (sacrosanti) colpi al cerchio e (discutibilissimi) colpi alla botte. Si ha la netta impressione di una giustizia con la bilancia da mercante: per poter punire qualche ultima e penultima ruota del carro della repressione, si immoleranno capretti espiatori sull'altro versante? Per dirla col nostro amico e compagno Blicero (che ha scritto diversi articoli su quanto sta accadendo in tribunale): "A Genova vola la merda".
Due PM hanno chiesto 225 anni di carcere per i reati di "devastazione e saccheggio". Gli imputati sono venticinque persone al cui posto potrebbe trovarsi chiunque, ma proprio chiunque, dei mille e mille manifestanti che il 20 luglio 2001, imbottigliati in via Tolemaide tra una massicciata ferroviaria e un dedalo di viuzze, urticati da un gas vietato dal Protocollo di Ginevra sulle armi chimiche, inseguiti da cellulari che fendevano la folla a grande velocità e dai cui finestrini spuntavano braccia armate di pistole, indignati e furenti per l'attacco a freddo a un corteo regolarmente autorizzato che non aveva violato alcuna regola, dovettero difendersi, difendersi al solo scopo di poter indietreggiare e tornare allo Stadio Carlini, e dovettero farlo con quello che trovarono. Le cose accadute dentro e a margine di quel corteo (ivi inclusa l'uccisione di Carlo, come anche i danni all'arredo urbano) sono conseguenze di una situazione creata dalle provocazioni e dalla brutalità delle forze dell'ordine, ed è troppo comodo parlare astrattamente di non-violenza se non ci si è mai trovati in una situazione del genere.
Tanto più che la situazione di diversi imputati non pare giustificare le pesanti condanne richieste. Come scrive Blicero:

[...] AF si vede sì e no in quattro foto, tira un solo sasso quasi per stizza, ma per il resto non fa nulla: la condanna richiesta è di 6 anni. Un altro imputato alla fine non fa null'altro che gironzolare per gli scontri in vespa e portarsi a casa due lasagne dal Dì per Dì di Piazza Giusti. Condanna richiesta: 7 anni e 6 mesi. Sono solo esempi, ma sappiate che se eravate a Genova, e avete anche solo insultato un militare che vi aveva massacrato l'amico di fianco, potreste essere imputati. Anzi, se le richieste venissero confermate dal tribunale potremmo iniziare a fare lo scherzone di denunciare un po' tutte le persone che riconosciamo nei filmati che abbiamo visto mille volte.

Dal canto suo, lo stato italiano ha chiesto agli imputati due milioni e mezzo di euro per il "danno d'immagine" causato dagli scontri. E' forse il caso di far notare che in quei giorni lo stato, per il tramite di picchiatori autorizzati e scagnozzi modello ESMA (Buenos Aires, 1976-1983), l'immagine se la rovinò da solo in percentuale superiore al 98%? Ma sì, facciamolo notare.
Come dice Leonardo, l'espressione "silenzio assordante" ha da tempo rotto los huevos. Eppure quest'ossimoro divenuto cliché linguistico descrive bene il vuoto in cui sono cadute (altro cliché!) le richieste di condanna per i 25 "devastatori".
C'è un appello di Supportolegale, che non è solo il richiamo a una mobilitazione, ma anche l'invito a non lasciare che la storia venga riscritta mentre i più tacciono, drogati di piddì e vuddèi e grilli e veltroni e pacchetti-sicurezza, ipnotizzati dai giri di valzer parlamentari. Ne stralciamo un passaggio significativo:

Per sei lunghi anni il teatrino delle corti penali si è sostituito alla presa di parola delle persone vive, nella convinzione che verità giuridica e realtà storica in qualche modo convergessero, nella speranza che in qualche modo tutto si sistemasse e non fossero in pochi a pagare la stizzosa vendetta del potere [...] Vorremmo che tutti rilanciassero questo appello senza firme, senza identità, senza se e senza ma, perché Genova non è finita, è ancora qui, oggi, e riguarda tutti e tutti se ne devono fare carico, senza esclusioni.

LINK CORRELATI
Lui l'ha ucciso, col suo sasso (Giap, luglio 2006)
Isolare i Violanti (Carmilla, luglio 2006)
Progetto "eBay per Genova" (Carmilla, ottobre 2006)


RITORNO DAL CANADA (DALLE TOMBE DI MOLLY E JOSEPH)

Bandiera Mohawk[WM3:] Il Canada si è rivelato terra generosa con noi.
Nel clima, oltre ogni aspettativa plausibile: su tutti, i 28 gradi l'8 di ottobre, il Thanksgiving canadese, a Toronto, alle undici di sera. Durante il giorno, ben oltre i 30. E poi i 24/25 di Montreal, il giorno prima di tornare a casa, il 23 di ottobre. Addirittura incredibili.
Negli incontri, tutti importanti, densi, accomunati da un tratto di umanità, disponibilità e gentilezza fin quasi all'imbarazzo, interesse, freschezza e semplicità della comunicazione. Ci sarebbe un lungo elenco di nomi e ringraziamenti da fare, ne scelgo quattro, obbligatori: Diego Bastianutti e la sua compagna, Giusy Cecilia Oddo, splendidi, straordinari, che hanno reso prima possibile e poi emozionante la nostra incursione a Vancouver. La dolcissima Mimi Leskien, 81 anni di apertura alla vita e curiosità intellettuale, che ci ha ospitato nel suo Bed and Breakfast di Brantford, Ontario. E Wayne Hunter, volontario over 70 del Brant Museum and Archives di Brantford: storico raffinato, conversatore acutissmo, dispensatore di materiali e documenti in quantità. Il nostro grazie, il senso di appartenenza a una smisurata comunità umana, va a loro, e a tutti gli altri, ripeto l'elenco è monco di molti altri, non meno importanti.
Generosa nelle informazioni, negli stimoli, davvero tanti: difficile razionalizzare, sistematizzare, fare il punto, la sintesi. Ci proveremo.
Nelle emozioni, con alcuni picchi di indelebile intensità: il luogo dove è sepolta Molly, a Kingston, Ontario; le Mille Isole e la gatta che è venuta a strusciarsi vicino a me in un meraviglioso pomeriggio a Wolfe Island.
La Mohawk Chapel di Brantford, con i minuti trascorsi in silenzio davanti alla tomba di Joseph; i colori, l'aria, calpestare la terra di Six Nations, il più grande insediamento nativo del Canada.
L'incontro con gli esponenti delle Nazioni Aboriginali del Nord-Ovest, a Victoria, capitale amministrativa della British Columbia, su Vancouver Island.
In un mese troppo breve passato sul dorso della Grande Tartaruga, siamo stati a Montréal, Québec, Kingston, Toronto, Brantford, Vancouver, e alcuni dei loro vasti dintorni.
Troppo breve, dicevo. Spero sia il pretesto per poter ritornare senza lasciar trascorrere troppo tempo.
E adesso siamo di nuovo qui. A riordinare le idee. A lavorare sodo. A costruire qualcosa, per noi e per i nostri cari. A pensare che, per fortuna, il mondo è tanto più grande di una città, o di un paese.
Un abbraccio fortissimo a tutti i Giapster del grande mondo.



INTANTO MANITUANA...

Ecco qui il calendario delle presentazioni di novembre-gennaio. Ricordate che in caso di discrepanze, dettagli non definiti etc., fa sempre fede la versione del calendario su manituana.com.

9 novembre PRATO
h.21 Al Castello Libreria
Viale Piave 14
A conclusione saranno offerti vino nuovo e castagnaccio
Info: tel. 057420906
10 novembre - PESCARA
Festival delle Letterature
h. 22,45 Circolo Wake Up!
Via Andrea Doria, 30
Pontiac: storia di una rivolta
14 novembre - FIRENZE
Centro Popolare Autogestito Firenze-sud
Via Villamagna 27/a
h. 20 Cena sociale
h. 21:30 Presentazione di Manituana
Info: libreria @ cpafisud.org
24 novembre - MANTOVA
Circolo Arci Tom
Pontiac: storia di una rivolta
Dettagli da definire
www.arcitom.it
24 novembre - PADOVA
A partire dalle h. 20:30, StalkeR*eloaded
Corso Australia, 61
Con Francesco Cusa
e la Compagnia Fantasma
A seguire DJ set (AziI, Plinux)
www.stalkereloaded.org
30 novembre- VELLETRI (RM)
h.19 Biblioteca comunale
Piazza Cairoli
organizzato dal circolo di Legambiente giovani "Peppino Impastato"
Info: 3479247154
9 dicembre CREMONA
Dialoghi sonori
Dettagli da definire
14 dicembre VITTORIO VENETO (TV)
Libreria "Il Punto"
Dettagli da definire
16 gennaio TORINO
Circolo Fuori Luogo
Corso Brescia 14
con Max Casacci dei Subsonica

19 gennaio LECCE
Pontiac: storia di una rivolta
Dettagli da definire

Nella seconda metà di gennaio anche due date "orbitanti" (Bergamo e Ferrara).
 

NOVITÀ SU MANITUANA.COM Come annunciavamo piuttosto di fretta nello scorso Giap, nel Livello 1 c'è una nuova sezione, "Visioni", che ospita gli omaggi a Manituana realizzati da grafici, disegnatori, fumettisti etc.
Abbiamo raccolto le illustrazioni di Claudio Madella per i Racconti ammutinati, il video con le illustrazioni di Paola Rollo ad accompagnare una lettura radiofonica della Compagnia Fantasma, un intero prologo a fumetti ("Le lacrime del diavolo") realizzato da Alessandro Balloni e le due tavole con cui il fumettista serbo Aleksandar Zograf ha illustrato la canzone Manituana di Jet Set Roger....
...e appunto, abbiamo caricato nuovi contributi sonori. Il romanzo accende sempre di più la fantasia di musicisti di varia estrazione, quindi ecco nella sezione "Suoni" la suite Cuore Freddo Freddo composta e registrata dal poliedrico Fabio Zuffanti (gli appassionati di prog-rock avranno già drizzato le antenne) e la canzone Manituana di Jet Set Roger, disponibile in due versioni (testo in italiano e in inglese).

Come spesso accade, segnaliamo un po' di recensioni e commenti su Manituana sparsi nella blogosfera. Navigando lontano dai "blog letterari" si trovano riflessioni ricche di spunti, da parte di gente che non se la tira e non ha la perenne ansia di "ri-posizionarsi" rispetto a questa o quella lobby o cordata.
E' così che ci si può imbattere in un "flusso di coscienza" come questo sul blog Patassa. Il giudizio sul nostro romanzo non è positivo in senso stretto (almeno non al 100%), ma è molto, molto positivo in senso lato.
Siamo lieti che l'accento venga posto sul nostro sforzo di dialogare coi lettori. Sentirti dire che hai scritto un bel libro è importante, ma è meglio ancora vedere riconosciuto il tuo sbattimento per essere onesto coi lettori.

Il blog finoaquituttobene ha anticipato una nostra mossa. Prima o poi doveva succedere, dato che per un motivo o per l'altro la procrastiniamo da mesi (Scusaci, Vladimir!). A seguire il suo commento su Manituana (accostato a I ribelli dell'Atlantico di Linebaugh e Rediker *), la persona che si firma "frnc" ha postato il testo integrale di un'intervista apparsa sulla rivista molisana Il bene comune. L'ha realizzata Vladimiro Cotugno in occasione della presentazione del romanzo a Campobasso e poi, com'è nel suo stile, l'ha "sbobinata" e pubblicata tale e quale. Lo scritto mantiene gran parte della freschezza e ruvidezza dell'orale: ripetizioni, sgrammaticature etc. Era da mo' che dovevamo metterla su manituana.com. Intanto leggetevela qui.

* Di Marcus Rediker è appena uscito in America il nuovo libro, The Slave Ship: A Human History. Saggio che ci sarà molto utile per il terzo romanzo del Trittico. Qui la recensione di Colin Woodard sul Christian Science Monitor del 9 ottobre scorso.

Anche questo è interessante: sul blog del Laboratorio di comunicazione dell'Università Bocconi, Alessandro Perini riflette sul nostro modello comunicativo e sul progetto Manituana, per poi chiedersi:
"Dato che questo progetto si autoalimenta con il passaparola in internet (ma anche tramite l'eco su riviste e media in genere), non potrebbe la casa editrice (in questo caso l'Einaudi) organizzare degli eventi, come dei concerti, aventi come tema Manituana? Ad esempio, il tipo di concerto potrebbe avere la struttura (o meglio la non-struttura) di una jam session, coerentemente con la "filosofia" wiki. Potrebbe essere la casa editrice o un distributore ad organizzarlo; potrebbe anche farlo in forma di flash mob..."
L'intuizione è giusta, e infatti concerti (spontanei o meno) e jam-sessions sono forme su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando (non c'è quasi nostro libro che non abbia avuto una diramazione/evoluzione musicale).
Il problema sta nel soggetto della frase di Perini: "la casa editrice (in questo caso l'Einaudi)". L'Einaudi che organizza eventi tipo flash mob? Immaginatevi Sergio Romano che fa il parkour.

Orgoglio elefante Questo tour ci sta dando molte soddisfazioni, sono tante le serate ben riuscite, ma se dovessimo indicare un momento-chiave sarebbe sicuramente la due giorni (25 e 26 ottobre) all'Università di Urbino.
Per cinque ore complessive abbiamo potuto parlare a briglia sciolta di quasi ogni aspetto del nostro progetto narrativo, transmediale e politico.
Ringraziamo tutti coloro che, alla facoltà di Sociologia e all'Istituto di Lingue, si sono sbattuti per rendere possibile l'evento, in particolare Alessandra Calanchi e Giovanni Boccia Artieri.
Prossimamente metteremo on line l'mp3 dell'intervento di Piero Toffano, docente di letteratura francese, che ha detto cose al tempo stesso plausibili e inattese sul nostro modo di mettere in scena i nativi americani.
Un resoconto del primo dibattito si trova qui.
L'ultima parte del titolo, alquanto bizzarra, allude a un video dal canale del National Geographic su YouTube. Lo abbiamo mostrato alla platea a sostegno di una nostra argomentazione.


ALLEGORIA E GUERRA IN 300

In fila per i saldi di Dolce & Gabbana[WM1:] Nel periodo maggio-ottobre 2007 l'mp3 della mia "LEZIONE SU 300" è stato scaricato più di 8000 volte e fin dai primi giorni ha suscitato reazioni contrapposte.
Bene, poco dopo la messa on line ho riletto i miei appunti sul film e, tenendo conto anche delle varie reazioni e discussioni, ho scritto un testo più approfondito, in seguito pubblicato sulla rivista di cinema e audiovisivi del Dams di Torino ( "La valle dell'Eden", anno IX, n.18, dossier su "Cinema e televisione negli Stati Uniti dopo l'11 Settembre", a cura di Giaime Alonge e Giulia Carluccio).
Poiché nel frattempo il film è uscito in DVD (anche allegato a Panorama) e sta incontrando un pubblico che non lo aveva visto in sala, mi è parso giusto tornare, il più indelicatamente possibile, su quel "luogo del delitto" che è la terra del mito tecnicizzato, e mettere a disposizione il mio saggio. Buona lettura.



FILOSOFIA DELLA MENTE, YOGA PRIMORDIALE

I am a strange cubeE' in tutte le librerie il numero 39 della nuova serie di Nuovi Argomenti, rivista fondata da Alberto Carocci e Alberto Moravia, intitolato "E=mc². Scrittori e scienza".
A intervenire, con scritti che variano, sul fronte scientifico, dalla fisica alla teoria sul tempo passando per le neuroscienze, sono stati chiamati diversi autori, tra i quali WM5.
Il suo intervento è leggibile su Carmilla.
Eccone l'avvio:

Questo è un resoconto di come lo studio di teorie scientifiche porti felicità e apertura nella mia vita, e di come alimenti il senso di avventura intellettuale che ritengo centrale nella mia esperienza di autore e di essere umano. E’anche un resoconto di come tradizioni di pensiero lontane vengano utilizzate in modo spregiudicato (ma fondamentalmente rispettoso) nel tentativo di dare ragione della propria storia personale e di trascenderla. Tutte le connessioni sono arbitrarie, proprio per questo tutte le connessioni sono verosimili.
Forse riveste qualche interesse seguire questa traiettoria – che è un mero esempio di come lavora la mia mente - nel caso si provi curiosità di sapere come viene metabolizzato il cibo della scienza nella mente di un autore di fiction e di come venga accostato e comparato a forme di conoscenza tradizionali che scienza non sono.


"LE PERE DI ADAMO" DI GUIDO CHIESA - PRIMI COMMENTI

Luca MercalliIl documentario scritto da Guido e WM3 (vedi Giap #14, VIIIa serie) è stato proiettato alla Festa del Cinema di Roma. Benché all'ombra di titoli ben più "pesanti" e nomi da tappeto rosso, Le pere di Adamo ha ricevuto un po' di attenzione, e svariati commenti. Prima di linkarne qualcuno, segnaliamo due mp3 che gli iscritti al podcast hanno già potuto ascoltare.

Durante la puntata del 17 ottobre 2007, la trasmissione di Radio Tre "Hollywood Party" (presentata da Steve Della Casa e Alberto Crespi) ha intervistato prima l'attore Giuseppe Battiston (voce off del documentario) e poi il meteorologo Luca Mercalli, uno dei protagonisti.
Ascoltabile qui (9 minuti esatti. Qualità del suono bassa - non dipende da noi, ma dalla Rai).
Tre giorni dopo, durante la puntata del 20 ottobre 2007, Crespi e Della Casa hanno intervistato direttamente Guido.
Ascoltabile qui (6 minuti e 56. Stesso disclaimer).

[AGGIORNAMENTO H.16:42 DEL 30/10/07: Per chissà quale motivo, cliccando sull'icona del playtagger i due file si sentono accelerati! :-) Non è un problema degli mp3, perché cliccando sul link di testo si sentono alla giusta velocità. Boh. Se vuoi sentirli, clicca su "Ascoltabile qui".]

Ecco alcune recensioni (breve estratto + link)

"Il merito principale di Chiesa è di essere riuscito a non essere mai retorico o pedante, tentazione sempre in agguato in questo genere di narrazioni, preparando una sceneggiatura (scritta insieme a Wu Ming 3) equilibrata e per nulla didascalica, ricca di spunti di discussione. Date le premesse, si può dire che le previsioni del tempo per Guido Chiesa sono decisamente favorevoli. L'aria serena dopo la tempesta." ( Italo Rizzo su Filmfilm.it)

"Questo flusso in apparenza oscillante è forse l'immagine più vicina al senso del nostro tempo fatto di conflitti più che di risposte «sicure», di un fare politica che è cambiato e nella sua accezione «istituzionale» (o convenzionale) non funziona più. Dove anche i movimenti però significano altre contraddizioni. Il cinema vive in questi spazi aperti, nel piacere di scoprire e di confrontarsi con le diverse storie, in quella che è una ricerca molto libera, e per questo di estrema precisione." ( Cristina Sabatini su Il Manifesto)

"Un piccolo film, con grandi ispirazioni, grandi ansie da spiegare, che sono quelle dell'umanità, della affannosa ricerca dell'uomo della logica delle leggi del mondo, di comprendere quel miracolo, attraverso la scienza, la fisica, la matematica. Questi pensieri si intrecciano con le nuvole, che cambiano come le idee, che sono tutte diverse, uniche come gli esseri umani, imprevedibili come la storia; è un percorso che si intraprende senza scarpe, attraverso parole, pensieri, immagini momenti, dichiarazioni stravaganti ma intelligenti." ( Noreen Loiacono su Agenzia Radicale)


ANCHE NEI FUMETTI VITTORIO CAFFEO, NOME DI BATTAGLIA "DRAGO"

Con riferimento al nostro ricordo di Caffeo apparso sullo scorso Giap, ma non solo: le Edizioni del Vento di Venezia hanno messo sul loro sito, scaricabile gratuitamente, il loro primo libro a fumetti, opera di Gianluca Costantini et alii, Ultimo. Storia ordinaria di guerra civile. Qui a destra, il booktrailer (2:16).

Uno dei personaggi principali è proprio Caffeo, ma non è l'unico a suonare familiare tra i nomi coinvolti nel progetto.

Di uno degli autori dei testi, Saturno Carnoli, recensimmo anni fa (era la preistoria di Nandropausa) il libro Nero Ravenna. La vera storia dell'attentato a Muty.
[Dall'utilizzo di una foto del gerarca ravennate per illustrare la recensione partì un'esilarante catena di eventi... ]

Segnaliamo questa graphic novel per la sua qualità estetica e narrativa, perché è copyleft e perché tocca temi importanti, pur non concordando appieno con il tono di certi passaggi e con l'interpretazione di alcuni episodi, forse influenzata da recenti opere scandalistiche sul Dopoguerra in Emilia. A noi che lo abbiamo conosciuto come persona complessa e chiaroscurata, la descrizione di Caffeo risulta radicalmente semplificata, quasi caricaturale. Pazienza. Comunque merita.

Il libro si scarica qui (PDF, sono circa 7 mega)


LA LOTTA DEI LAVORATORI VODAFONE E... EHM... NOI

Ho trovato su Youtube questo video (in realtà sono due) costruito usando come colonna sonora Moltitudini. Riguarda la recente protesta dei lavoratori Vodafone contro la cessione di ramo d'azienda che coinvolge oltre 900 persone. Credo che possa interessarvi e magari potreste segnalarlo nel prossimo numero di Giap. Affezionati saluti,
Giovanni, 26/10/2007

Contemporaneamente a Giovanni, ci segnalavano la coppia di video gli stessi autori, cioè i lavoratori del Cobas SOGEI di Roma.


LA STELE NEL SOGNO

Cari WM, nello scorso anno scolastico il sottoscritto giapster ha lavorato con la propria classe (IC del Liceo Scientifico "Torelli" di Fano-PU-) ad un piccolo progetto di scrittura collaborativa che ha prodotto un racconto ambientato dalle nostre parte sei-sette secoli prima di Cristo. Se il tutto è partito dalla mia esperienza di lettore dei vostri romanzi (e qualche alunno ha già cominciato ad annusare la copertina di "Q"), i ragazzi hanno condito il tutto con un entusiasmo incredibile, con momenti di scambio-discussione-rissa in aula informatica veramente notevoli. Quando e se ne avrete il tempo date un'occhiata nella sezione "Didattica" del sito della scuola: www.liceotorelli.it
Grazie Ermanno, 16/10/2007


FEEDBACK: BOLOGNA E COSFERATU

Il sindaco nell'esercizio delle sue funzioniHo (ri)letto su Carmilla le vostre 'brevi' su una Bulagna molto vicina al 'sazia e disperata'.
Non discuto: la merda impazza, ovunque, con livelli di maggiore o minore balneabilità. Sono molti anni (più o meno dal '95) che non la frequento e le poche volte che ci sono stato in questi 'ultimi' anni mi è sembrata peggiorata, molto. Contrariamente a voi faccio fatica ad attribuire una penitenza quale il 'Coffe-ratti' solo al malaffare dello sfruttamento 'alloggi' e 'lavoro nero' (che ci sono e sono in crescita, ovunque).
Nella Bologna che ho conosciuto (indirettamente per via degli amici studenti) non mancavano Landlords (and ladies) strozzini, ma se ti rivolgevi alle associazioni per la casa riuscivi a portare l'affitto ai valori dell'equo canone e molte persone che ho conosciuto l'hanno fatto. Non so con quali sistemi si potevano difendere i dipendenti delle coop in epoca di incubazione della legge 30. Ricordo solo che chi denunciava i contadini che non mettevano in regola durante le raccolte riusciva a far valere i diritti. Non era un paradiso, ma non era ancora la patria del coffe-rattismo. Poi sono venuti (da sinistra) i patti in deroga, il libero mercato della casa e la deregolamentazione (quasi) totale del lavoro. Mi hanno raccontato episodi raccapriccianti sul lavoro in fabbrica nelle piccole realtà locali e so che le coop non scherzano, anche se conosco solo persone che hanno lavorato, o lavorano, in quelle che hanno preso in appalto l'assistenza sociale. Ci arrivo, tranquil. Bulagna ha peggiorato lo sfruttamento dei fuorisede così come lo fa Piacenza o succede a Nuoro (nelle dovute proporzioni di reddito) perché non ci sono più freni (in tutta Italia) allo strozzinaggio 'abitativo'. Bulagna ha peggiorato la qualità del lavoro dipendente o in coop perchè i paletti della tutela del lavoro sono progressivamente sostituiti dal 'ritorno alle origini' della rivoluzione industriale. Se generalizzo il problema Bulagna non lo faccio certo per difendere Coffe-ratti, ma per dire che lui (uomo di apparato e di burocrazia) è una pestilenza in più, un aggravio della malattia che ci comprende tutti, soprattutto come vittime.
Il reale problema è che spostando le attenzioni sul Coffy non vediamo più le origini del male (l'erosione di qualsiasi diritto) e ci spostiamo sul suo campo in cui davvero, per lui e per quelli come lui in questo momento, 'grande è il disordine (artatamente provocato e voluto, Coffy a questo si dedica, non al, pur pessimo, Ordine) sotto il cielo, la situazione è eccellente. Perchè così ci saranno sempre più cretini a reclamare le maniere forti e a condannare il 'ritorno del '77' e dei terrorismi (lavavetri, writers, sfigati globali, studenti ecc.. vanno benissimo anche senza P38).
Dico ciò perchè sul lavoro e nella vita spesso le persone che vorrebbero essere 'vincenti', ma non hanno sufficiente carisma, soldo o abilità per esserlo si dedicano a peggiorare l'esistente per poi presentarsi come i soli in grado di fare qualcosa. Infatti è così essendo loro i mestatori e gli stronzi peggiori.
Non so se si è capito, ma aldilà di tutto credo che qualsiasi città farebbe bene a privarsi di un sindaco di quel tipo .....anche se è morta e zombie.
Giacomo, 15/10/2007

[WM:] Si è capito, si è capito... E siamo d'accordo.


BOLOGNA E I PEZZI DI GNOCCA

occhiali a raggi icsCari Wu Ming, mi chiamo Andrea, vi leggo, vivo a Bologna da 12 anni, università + anni extra ora ho 32 anni. Ho letto il pezzo su Carmilla: "Schegge su Bologna". Condivido molto, Bologna ormai ha steso un vischio nauseante su ogni tentativo di creatività, su ogni accenno di colpo di coda.
Però ti/vi chiedo una cosa, forse riderete:
ma avete visto quante belle fighe ci sono in giro? Camminando ovunque in centro!
Le vedo solo io? E' un'illusione ottica?
Questo non lo si dice mai.
Perché?
Perché non si dice mai che Bologna (forse) pur con tutta la sua merda riesce a trattenere anche i più disgustati sempre e comunque con l'esca delle mille, diecimila gambe (molte tracagnotte, certo) che solcano stordenti i suoi tracciati?
O forse anche la "città delle donne" bolognese sta avendo un declino?
Anche qui non è più la festa di una volta?
Non saprei. Forse anche le fuorisede adesso sono più borghesi e pretenziose, forse... Ecco, su questo punto in particolare mi piacerebbe leggere un vostro parere
Buon tutto.
Andrea, 11/10/2007

[WM1:] Il problema di questo paese è proprio che è ipnotizzato dalla sorca, te la mettono davanti come la carota appesa al bastone per far marciare gli asini.

[Andrea:] Però Bologna non è Italia 1.
A Bologna la sorca è lì, sotto ai portici, ne assorbi continuamente lo spostamento d'aria.
A volte mi chiedo (32 anni, ripeto): non è che fa male prima stragodere (matricola, università, anni lieti ancora in seguito) e poi "invecchiare" a Bologna, (forse, non è detto) messi un po' più a margine da stivali e ballerine felpanti sotto ai portici?
Grazie per la risposta e il tempo.

[WM1:] Il prolungarsi della stagione calda ha lasciato nell'aria molti ferormoni, però adesso arriva l'inverno, vedrai che un po' ti passa...

[Andrea:] Speriamo, altrimenti va a finire che sbatto contro le colonne! Ciao, buon tutto.


TEDESCHI E "ANTITEDESCHI"

Ciao, per prima cosa vi volevo dire che il vostro pre-embolo a Giap #13 è un capolavoro, ci provo una goduria masochista a rileggermelo ogni tanto e a pensare sì sì si' sìiiii, poi mi sento in colpa per un intervallo tra i due e i due secondi e mezzo (in colpa per il nichilismo disfattista che mi fa beare della merda spalmata sulla merda), ma quando poi alla fine mi ricordate che è per salvare la speranza che dobbiamo vomitare sul vomitevole mi sento meglio di nuovo. Proprio nei giorni in cui l'avete mandato, degli amici mi chiedevano della mia posizione-rispetto-al-nascente-partito-democratico. Ho mandato il preembolo in risposta. Tiziano mi ha pure sgridata perché dice che dei gioielli come questi ce li possiamo scambiare solo tra di noi, che loro là fuori, o là dentro, non possono mica capire, e allora, nonostante tutto fosse già detto e contenuto lì come meglio non si poteva, mi sono lasciata coinvolgere in uno spiegazionisimo criticostruttivista che ovviamente non ha portato nessuno da nessuna parte. E allora torno a rileggermelo stasera. Pane al pane e merda alla merda.
Poi mi chiedo se tra i giapsters ci sia una lobby di aficionados delle escursioni ai campi di concentramento o se sia sempre lei che ogni tanto torna. Comunque, io di certo non mi sogno di contraddire qualcuno che parli male degli italiani (intesi come popolo). Pienamente d'accordo. Ma illudersi che i tedeschi siano molto meglio, per favore no. Forse la Germania può sembrare un posto migliore a chi ci viene in vacanza, così come io sogno di andare a vivere a Cadice o a Zambujeira do Mar pensando che là siano tutti affettuosi e sorridenti come li ho visti io in tre settimane di ferie. Ma le vacanze sono il momento sbagliato per farsi un'idea dei posti e della gente. I tedeschi (intesi come popolo) della loro storia se ne vergognano, eccome. Si sforzano di venirci a patti, di analizzarla, di imparare. Si sforzano, certo, si sforzano così tanto che spesso si cagano addosso. Si sforzano e ogni anno sfornano film su film e libri su libri su Hitler e sul nazismo. E ogni volta il film di turno diventa il più visto, il più discusso, ci si interroga su come sia potuto succedere, su come evitare che succeda ancora. Tutti si sentono in colpa, il senso di colpa è il sentimento collettivo tedesco, già si incazzava Hannah Arendt cinquant'anni fa per questo. Il senso di colpa monopolizza e paralizza l'analisi politica, in Germania non si può parlare della Palestina, Israele è una specie di assioma, se critichi Israele in qualunque modo, a qualunque livello, sei un nipotino di Hitler. I giovani tedeschi di sinistra sono così indaffarati col loro senso di colpa da autodefinirsi "anti-tedeschi", sono così terrorizzati dal nazionalismo tedesco che per non sbagliare si fanno filo-americani! [* Non lo sapessi, ma lo so. Avevo un conoscente che pencolava da quella parte. Con gli anni ha sbracato sempre di più, finché non mi ha fatto via e-mail l'apologia della Fallaci. A quel punto l'ho mandato a cagare. Gli Antideutschen sono tra i fenomeni di deriva neuro-ideologica più allarmanti nella storia dell'antifascismo. Per loro è nazista (non in senso figurato, proprio letteralmente!) chiunque non appoggi le invasioni militari americane. Ne ho sentiti alcuni fare l'apologia sguaiata del bombardamento di Dresda, e addirittura dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki. Tutto questo lo giustificano a colpi di Marx e Adorno, e dicono di essere i più a sinistra di tutti. Ovunque vedono Auschwitz, soprattutto nello specchio, e continuano a flagellarsi. Ma questo sarebbe il meno: è che flagellano anche il prossimo, punendo col loro odio gente che non c'entra niente (i bambini iracheni, ad esempio). Il passato d'Europa è il presente fittizio in cui vivono. N.d.WM1]
E' vero che Berlino è una città bellissima, con tantissimi giovani e bambini in giro - pure troppi, mi dico a volte, dove cazzo li metteranno gli ultracinquantenni che per strada non se ne vede neanche uno? No, ma è bella, dico davvero, qui se a trent'anni non hai né la macchina né la casa di proprietà (benché tu abbia un figlio! un figlio senza avere la casa: in Italia sei un criminale) e magari manco la televisione, nessuno pensa che tu sia un pazzo estremista anarcoide potenziale eversore. Semplicemente sono cazzi tuoi. Non è mica poco. Mi piace Berlino. Mi piace anche perché c'è il tram, ci sono poche macchine, l'affitto costa poco e il falafel pochissimo, mi piace perché è sporca e ci sono cinema con quindici sedie rubate in qualche teatro andato a fuoco dove entri con tre euro e ti vedi Themroc. Però i tedeschi, con la storia, c'hanno i loro bei problemini anche loro. Perché uno bravo, cinico, cattivo, sarcastico, intelligente come Wolf Biermann può essere brillantissimo nell'analizzare e criticare il passato, quello nazista, quello della DDR come anche della ex Germania Ovest durante la divisione e poi non capire niente, niente, niente di quello che sta succedendo adesso? E appoggiare le guerre degli americani? Perché di tutto il suo sarcasmo così aguzzo contro i burocrati ottusi della DDR non resta quasi nulla per lo schifo che è la Germania (quasi quanto l'Italia) di oggi? A cosa serve l'analisi del passato se non dà niente di utile per il presente? La Germania è un posto dove, quando i conti dello stato sociale non tornano più, si toglie una mensilità di stipendio ai dipendenti pubblici. E loro non scioperano! Dove se i macchinisti delle ferrovie scioperano per avere un aumento degli stipendi bloccati da anni, tra tutte le 15 persone del mio ufficio non senti uno stronzo che sia uno esprimergli solidarietà, tutti incazzati per il treno che non passa, e basta. (Minchia però: ho fatto adesso una ricerca e pare che la media tedesca di appoggio allo sciopero sia stata del 79% a luglio e 57% adesso, forse sono capitata nell'ufficio sbagliato). Berlino è un posto dove un paio di volte all'anno si fa una bella manifestazione antinazista e ci vanno quasi tutti (molto bene, ci andiamo), e cioè molti, molti più di quanti non vadano alle dimostrazioni contro le guerre in altri posti del mondo. Ora, va bene farsi vedere vigili contro il pericolo neonazista, ma uno sguardo al resto del mondo qualche volta ci può anche stare. Quasi tutti i tedeschi mettono su la faccia contrita quando si nomina la DDR, eh sì, uno scandalo, uno schifo, una dittatura, mamma mia, che monnezza, pensa un po', non potevi neanche studiare quello che volevi te se non volevano LORO, eri pure controllato e ti facevano il lavaggio del cervello fin da bambino. Eh pensa un po', invece adesso è molto molto moooolto meglio. Peccato che in Germania ci sia la più alta correlazione (in Europa) tra il livello sociale della famiglia di appartenenza e la riuscita scolastica dei bambini. In altre parole: i figli dei poveri vanno male a scuola e quelli dei ricchi vanno bene, quasi sempre. Chi è allora che lo decide se fai l'università o no? Tu, forse? Zero mobilità sociale, direbbe la mia amica Veronica. Zero. Se quando esci dalle elementari a dodici anni sei somaro e le maestre non ti danno la letterina con su scritto che puoi fare il liceo, non lo fai. Non c'è santi. Lavaggio del cervello, non ne parliamo, la mattina nella S-Bahn tutti collo sguardo torvo sprofondati nella lettura della Bild, alla facciaccia di Katharina Blum. Bravi bravissimi a scandalizzarsi per l'autoritarismo della DDR, se solo potesse servire a vederci un po' meglio nel presente... E così via. Lascio perdere perché ho già detto chissà quante minchiate e non ho neanche i dati alla mano (questo era un disclaimer!), però la Germania non è, in generale, un posto migliore. Sarebbe bello se bastassero cosi' pochi kilometri a trovarne uno, purtroppo no. Notte.
V., 07/10/2007

[WM1:] Tu lo sai che questa lettera finisce dritta sul prossimo Giap, vero? :-)

[V.:] E mi date anche la scorta?


UNO CHE HA UN PROBLEMA

"Una goccia di sperma, una goccia di sudore, una goccia di sangue, una goccia di orina, una goccia di mestruo, una goccia di pianto, una goccia di pioggia, una goccia di latte, una goccia di saliva. Una goccia di vita. Una goccia di morte. Il mio sperma le scivola fuori come acqua. Stessa consistenza, stesso colore, stesso non sapore. Eiaculo acqua. Da sempre."
Massimiliano, 29 /10/2007

[WM1:] Ecco la lista degli andrologi e urologi di Roma e provincia.