54 - commenti dei lettori - Pasqua 2002

 

Muy bueno 54.
Io andavo al bar Genova, nella Bolognina.
Lo stesso ambiente dell'Aurora, solo que lá eravamo tutti borghesi/fascistoidi.
Same shit.
Che bene avete dipinto questi personaggi!
E gli appunti di Clapas...... che delizia !!!  (Mio padre era psichiatra....)
La fantasia dell'intreccio, il movimento del racconto .......
Stavate pensando a un copione?
Ve lo auguro.
Regreso al tropico en un par de dias.
Un abrazo,
G.M.

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Cari Wu-Minghi,


ho appena finito di leggere '54'. Mi è piaciuto molto: complimenti!!! Siete stati davvero bravi e a mio modesto parere è un altro capolavoro. L'unità di misura per giudicare la bellezza di un libro è il coinvolgimento. Ho
iniziato a leggere 54 sabato scorso e non sono riuscito a fare altro nel tempo libero. Se posso avanzare dei giudizi mi pare che sia scritto meglio e che sia più organico e completo di Q. I personaggi sono molto interessanti.
Il mio preferito è Steve Cemento che mi fa pensare a Bruce Willis :-). Il tono, che mi è sembrato meno epico di Q, mi sembra che abbia giovato all'equilibrio. Bellissima la scena della sparatoria in Francia. Insomma
sono soddisfatto e vi ringrazio, continuate così.

Se proprio dovessi avanzare una critica direi che mi sono piaciuti meno i capitoli in cui era protagonista il Mc Guffin. E magari avrei lasciato un po' più di spazio a Serov che così sta un pò troppo sullo sfondo.

F.V.

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Ciò che mi ha colpito mentre leggevo "54" è che si continuava a raccontare storie di uomini sconfitti, ma irriducibili, che non si sono arresi e che mai si arrenderanno, come era avvenuto con il protagonista senza nome (se ricordo bene) di Q e con i protagonisti ("Soviet", Vitaliano, Daniele) di Asce di guerra.
 Ed è cio che avviene in "54" con Vittorio, per il quale non sempre si può stare a guardare; con Pierre alla continua ricerca di qualcosa d'altro (un altro mondo possibile?); con Nicola che rimane al suo posto per difendere la democrazia nelle fabbriche e nelle piazze; con Ettore che, espulso da tutto, continua a modo suo a lottare contro il sistema; con il bar Aurora che, tra televisioni e schedine, tra campionato di calcio e ciclismo, continua a prendere "mazzate" dalla polizia.
E sullo sfondo il governo Scelba e le cosiderazioni di Lucania sul porto di Napoli, sullo stato italiano e sui giudici, considerazioni che oggi potrebbero benissimo stare sulla bocca di Dell'Utri, Previti o Berlusconi.
E a far quadrare i conti una grande capacità inventiva, come in Havana Glam, tale da far interagire il KGB e Cary Grant, un televisore McGuffin e la mala marsigliese, una capemmerda napoletana e l'imperatore Bao Dai.
Mi sono divertito come in Havana Glam, incazzato come in Q e commosso come in Asce di guerra.
Alla prossima. L.C.


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Uscito il 5 marzo, acquistato il 9, terminato di leggere il 30.

Splendido, avvincente, affascinante, umanissimo, ma soprattutto amarissimo (ma mai retorico) per le speranze perdute e le promesse vanificate.
Affresco corale di un anno chiave della storia ma anche esposizione dettagliata e impietosa dell'animo di varia umanita' in tutte le sue sfaccettature, senza traccia di retorica e senza mai dimenticare il piacere della lettura.
Un particolare per tutti: il rimpianto amaro di Ettore per non essere morto durante la guerra partigiana; sarebbe stato ricordato come un eroe, mentre gli eventi successivi lo hanno trasformato in un contrabbandiere dimenticato.
Cult assoluto: il personaggio, umanissimo fra gli umani, del televisore McGuffin, la cui odissea e relativa conclusione suscitano, come del resto l'intero romanzo, emozioni non descrivibili adeguatamente a parole.
Nessuna recensione o descrizione puo' dare altro che una pallida idea del libro. E' assolutamente necessario leggerlo.

Grazie di tutto, aspetto il prossimo!

G.P.

PS Avete spiegato a Marco Tropea che il non aver recepito o capito il progetto Wu Ming non implica automaticamente che non lo recepiscano altri? In ogni caso, 54 rappresenta la miglior smentita alla sua definizione di progetto senz'anima.



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