Commenti sull'annosa questione: "Pubblicare con (il gruppo) Mondadori"
5/6 gennaio 2003


MI HA FATTO UN PO' GIRARE I COGLIONI

Ho letto con molta attenzione questa sequenza di botte e risposte, fra voi-Evangelisti e Massimo D*** P***. Massimo D*** P*** lo conosco per scambio di materiale da un po' di tempo e lo considero una persona in gamba, anche se devo dire che dopo le risposte che qui ho letto mi ha fatto un po' girare i coglioni.
Credo che questo problema del pubblicare o no per Mondadori, Einaudi eccetera eccetera sia vissuto al momento come un affronto fortissimo da parte di molti di sinistra, e mi fa proprio sorridere... Un po' di tempo fa leggevo anche che era quasi un problema magari lavorare anche per Blockbuster, Bennet, ececetera eccetera....e io da operaio da 23 anni queste cose me le sento sempre dire, scrivere, cantare da persone che in una maniera o nell'altra hanno la fortuna di potersi permettere un bel lavoro da giornalisti, scrittori, musicisti, registi, attori, bisognerebbe soltanto pensare a persone come me che in qualche maniera devono portarsi a casa soldi per pagarsi anche un'otturazione, o un piatto di pasta..e che non sempre possono scegliere...ma nello stesso tempo partecipano attivamente al movimento....non parlo di manifestazioni ma di opere nellla vita concreta di tutti i giorni secondo le varie capacità...
So che a pelle l'idea di Wu Ming con Mondadori mi da un po' fastidio ma poi leggendo i vostri libri, interventi, e sapendo quello che fate col vostro sito internet, eccetera, so bene che mi fido di voi e so bene che lavorate per cambiare le cose.
Non vedo che cosa ci sia di diverso fra Feltrinelli e Mondadori, sono tutti e due colossi del libro che inondano le librerie coi loro libri, che creano megastore ovunque... Io non ce la vedo tutta questa differenza... Feltrinelli = sinistra vera? Ma fatemi il piacere.
Non credo di giudicare il valore di un libro o di una persona per la casa editrice da cui viene pubblicato. Non tutti per l'amor del cielo... alcuni sono ben contenti di far parte della grande famiglia Einaudi [...]
C'è però una piccola domanda, la faccio da persona che si è autopubblicata un libro e che forse lo farà di nuovo ad aprile ma perché voi, Evangelisti, Battisti, Dazieri e tanti altri ancora non create un qualcosa di estraneo a tutto ciò, alle grosse case? Non ne avreste i mezzi? E' una domanda... Non è un'insinuazione....non ce la fareste? Non si può creare veramente una catena di grossi nomi come il vostro più tutta una serie di piccole realtà, anche via internet.. Per dare veramente uno scossone...per uscire dalla loggia delle sorelle del libro?
E poi che palle con sta storia che Berlusconi deve andare in galera, che palle! C'è una serie di realtà nel sociale, nella vita di tutti i giorni, altrettanto gravi, come il signor Veltroni che si fa sponsorizzare dalla Nestlè... Non vi sembra grave?.... Nessuno ha detto nulla.... Pensate al sindaco di New York....
E' una lettera confusa....vi ringrazio per quello che scrivete... perché secondo me, tutte queste parole significano poco o un cazzo. [...]

Andrea

[Sul creare una realtà editoriale indipendente: dire che siamo semplicemente "lontani" dall'avere i mezzi per farlo significherebbe edulcorare la realtà. Nemmeno in tempi di vacche grasse sarebbe una cosa alla nostra portata, figurarsi con 'sti chiari di luna...]


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SANDINISTA!

Non dò retta alle cazzate dei puristi della produzione da quando ho dovuto litigare con chi criticava i Clash perchè uscivano con la CBS.
A proposito a quando un omaggio al vecchio Joe?
Un abbraccio, con la fascia nera in segno di lutto.

Giuliano




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NON C'E' NIENTE DI BERLUSCONI CHE NON SIA ANCHE PUBBLICO

Se mi posso permettere...
C'era un motto che girava tra i compagni fin dagli anni '80: lavorare per Canale 5 per tirare su i soldi che poi servivano per l'attivismo politico e culturale. A Canale 5 e non solo molti compagni si sono fatti le ossa e sono diventati i migliori professionisti sul campo. Appropriarsi di esperienza lavorativa, di un lavoro che ti consenta di non restare un emarginato non mi sembra un atto sbagliato, ora più che mai. Il radicalismo fine a se stesso non funziona. Altrimenti non capisco perché si prenda l'auto se questo sostiene l'effetto serra e la guerra del petroliere bush! A me sarebbe più semplice boicottare le auto visto che non possiedo la patente mentre ad altri risulta più semplice boicottare la Mondadori perché non fanno gli scrittori. Ma non possiamo chiedere agli operai di boicottare le multinazionali se con quelle ci devono vivere. Allora è meglio sostenere gli operai nelle lotte sindacali affinché le aziende e le fabbriche non siano più dei padroni e per i padroni ma per tutti e di tutti. Quindi mettiamo i piedi per terra e consideriamo che se alcuni scrittori diciamo di sinistra, per semplificare, non pubblicassero per Mondadori gliela daremmo vinta.
Bisogna lottare su tutti i terreni e questo è un modo per non farsi tappare la bocca. E poi piantiamola di dire che tutto è di Berlusconi come se davvero tutto gli appartenesse! Non c'è niente di suo che non sia anche pubblico, almeno nella mia concezione. Come dice Gino Strada in un intervista apparsa oggi sul Manifesto, è possibile comprare le testate (si riferisce a quelle giornalistiche) ma non le teste. La battaglia è aperta, non lasciamo che tv, case editrici, giornali siano soltanto il terreno di gioco dei padroni, riprendiamoci gli spazi che ci spettano anche comprando la Mondadori se questa pubblica un romanzo di un autore che ci piace.
Inoltre vorrei avanzare una critica al fatto che purtroppo in Italia se non pubblichi o lavori per una grossa major non sei considerato nessuno, nessuno ti compra né ti legge! e questo è un pregiudizio diffuso soprattutto e purtroppo a sinistra. I problemi del nostro paese ad oggi sono nelle università, nelle redazioni dei giornali dove pensatori di destra e di sinistra collaborano per dividersi la torta e sono piuttosto disposti a fare tanti compromessi. Parlo di compromessi sostanziali non nella forma.
Pubblicare per una major non mi sembra un compromesso in quanto tale, anzi mi sembra una battaglia piuttosto lecita e vincente.
saludos

Patrizia

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VANTARSI DI NON CONOSCERE

Ma che ruolo ha nella redazione [del Mucchio selvaggio] D*** P***? Lo chiedo perchè sono veramente curioso. Il ragazzo mi ha stupito, non per le cose che dice per la carità, ne sento tutti i giorni di simili. Ma per le cose che non sa. Perché già non conoscere Evangelisti è strano per un giornalista, menarne vanto poi è semplicemnete stupido, ma rifancciarvi di non firmare le lettere presuppone che non ha mai sentito parlare di voi. Neanche di striscio. Ma tant'è...
A proposito di Evangelisti, forse viene a Milano in uno degli incontri di cui vi parlavo. Noi non abbiamo perso la speranza di avervi. Anche perché con la partecipazione di Dazieri, Evangelisti e Carlotto ci mancano solo i Wu Ming per chiudere in bellezza la lista nera del tribunale del popolo.
Saluti,

Alessandro 1


[nell'ultima e-mail che ci ha spedito - composta interamente di ingiurie: cestinata subito - continuava a menarla sul chi cazzo siete, non vi conosco etc. Da notare che gia' da un po' di tempo scriviamo sulla stessa rivista.]

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C'E' SPAZIO PER ALTRI "BATTERI"?

Vorrei scrivere in maniera chiara e sintetica. Primo non sono una persona che, come D*** P***, giudica la coerenza di qualcun'altro senza conoscerlo. Questa benedetta "coerenza" è veramente piccolo-borghese. Secondo sono d'accordo che diventa reazionario il facile pensare Berlusconi=mondadori, la scoperta dell'acqua calda; ciò impedisce il dispiegarsi dei ragionamenti. Terzo, non nego validità al lavoro di wu ming all'interno del movimento, mi fa solo piacere vedere la paginona di 54 in qualche giornale nazionale o in quel purpurì di pollo globale che è Carta, fra me e me penso guarda un pò questi come rompono il culo ad un sistema (editoriale).
Però voi parlate dando per assunto il fatto che TUTTI possano essere "dentro il sistema". Voi siete i batteri di un corpo che se fosse più forte ci strangolerebbe. Grazie di questo. ma non negate che "il posto" di batteri è veramente limitato, deciso numericamente dal corpo stesso, e mentre voi distruggete una cellula di quel corpo, la mano dello stesso ha ucciso venti persone. Facile pensare come fate voi, scrittori affermati e con le interviste settimanali, peccato che in quei giornali l'intervista la fanno solo ad uno scrittore affermato. voi siete dentro, fuori c'è la moltitudine. e non è che la moltitudine non vuole entrare, è che per chi lavora duro e nel più completo anonimato tutti sti giochini non valgono un cazzo. Il movimento non esiste per voi,ma per chi lascia il posto di lavoro e si va a fare massacrare di botte, torna a casa, scrive un racconto e poi lo mette nel cassetto. Mica penserete che Bologna c'è in tutta Italia. Fare le rivoluzioni editoriali nel pieno dell 'entroterra siculo o sardo non è così facile.

La Rummula

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FINIAMOLA COL MANICHEISMO DI MANIERA

Carissimi,
ho letto lo scambio di pensieri, poi scivolato negli insulti.
Riguardo la questione Mondadori: effettivamente la lotta contro il "nemico" sta prendendo una direzione veramente strana. Una grande parte della sinistra "istituzionale" (ossimoro come il PRI messicano) comincia ad assumere atteggiamenti che potrei definire perlomeno sospetti. Passi per la difesa di personaggi come Bocca o Biagi, che non ho mai visto vicini alle istanze del... come lo vogliamo chiamare? Popolo? Proletariato? Insomma di quella massa di gente che nasce, va a scuola, s'innamora, trova un lavoro, scopa, fa figli e poi muore senza mai assurgere al pantheon dei grandi della patria grandi che senza questa massa di persone che compra i loro prodotti, reali o mediatici, non sarebbero altro che banali Mr. Nessuno. Passi per la difesa dei giudici, che non hanno fama di essere dei difensori dei Diritti, ma del Diritto e dei suoi Estensori. Ma il manicheismo di maniera mi sta schifando assai. Su sessanta milioni di persona presenti sul cosiddetto territorio italiano quanti possono permettersi di scegliere liberamente e interamente la propria vita? Un paio di decine di parlamentari, gli Agnelli (anche se qualcuno non era d'accordo), i (bleah) Savoia, l'assassino di operai Lucchini e il gran progressista multicolore Benetton. Gli altri, a meno che non scelgano la via del barbonaggio, cosa possono fare se vogliono poter vivere il più vicino possibile alla loro anima? Quanti Mozart adesso staranno pigiando sui tasti del computer aziendale per poter portare a casa un po' di cibo da mangiare mentre provano a comporre la loro opera? Quanti Calvino stanno spalando coke incandescente perché a casa loro, a Bamako piuttosto che a Enna, sarebbero morti di fame o di guerra o di mafia? Siamo incastrati in un sistema folle e autoalimentante, creato apposta per obbligare anche la sardina a farsi squalo o a soccombere. Oserei dire, non odiatemi per questo, che il Placanica stesso, che sia stato o no lui ad ammazzare Carlo, è un risultato di questo mondo folle e triste. Non è la Mondadori il male, e neppure il Berlusca, in un certo modo; il male è quella massa di gente disposta a dirsi "pura" perché non ha mai dovuto infilare le mani nel cesso per togliere il tappo di merda che lo otturava. In Italia, ma non solo, c'è tantissima gente che non vuole essere né un Taricone, né una velina e neppure un Totti, ma solamente se stessi senza correre dietro a presenzialismi esagitati. Chi dice "Tu lavori per il nemico e quindi sei il nemico" non lo vedo disposto ad affrontare i manganelli dei robosbirri per difendere una persona che neppure conoscono. Penso a quei grandi figli di tenia dei mullah che convincono dei giovani a farsi saltare in aria in mezzo alla folla per diventare martiri della patria. Gente che approfitta dello scontro crescente per crearsi una loro nicchia di potere spacciando contropotere a buon mercato, gente che vede ogni alternativa costruttiva come concorrenziale alla propria idea, non come una crescita morale della lotta.
Carissimi, non odio il Berlusca, direi che mi schifa di più D'Alema, ma non odio neppure lui. Sono stato in un paese africano dove ho scoperto cosa può fare la Nestlè, ma non odio neppure lei. Non odio nessuno anche se l'unico contatto che avrei mai con un fascista è tra le nocche della mia mano e i suoi denti, per quanto possibile.
Ma una volta a terra gli spiegherei perché il comunismo è il Soviet più l'elettrificazione. Ma non voglio più avere a che fare con questa sinistra istituzionale pronta, dall'alto delle loro ville o dell'albero di maestra, a sentenziare su tutto e su tutti salvo poi dimenticarsi di fare una legge per regolare l'esistenza di "mostri" giuridici come il Silvio o, peggio ancora, dare ai CC l'autonomia come forza armata (abbiamo quindi Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Polizia Penitenziaria che si pappano un bel po' di soldini che sarebbero più utili, che so, per i conservatori... ometto i Forestali perché sono bistrattati, senza mezzi e senza soldi e, a parte a Genova e comunque con poca voglia, non hanno mai fatto nulla contro la gente). Concludo questo mio lungo sfogo ringraziandovi per la vostra capacità di essere terribilmente chiari nelle vostre incazzature, senza tema di passare per violenti, anche perché la vostra non mi sembra violenza ma piuttosto volontà di verità.
La merda se non puzza non è vera.

Manuel

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TIRARE DIRITTI CONTRO IL BERLUSCA. E DOPO?

Carissimi,
frequentando la mailing list di Evangelisti, ho avuto il piacere (!) di leggere l'intervento del fosco personaggio e anche la risposta di Wu Ming 1 prima della spedizione di questo specialissimo Giap. Che dire? La cosa migliore sarebbe proprio controllarlo, il PC D*** P***, per capire in quale modo egli sostenga la rivoluzione con software libero. Probabilmente dispone di Windows Xp craccato e Outlook Express, come un perfetto fighetto rivoluzionar-chic.
[anche io uso XP, ma il pc è di mio padre che non sa usare Linux, lo so, sono un traditore del popolo! Piuttosto che usare Outlook Express però mi faccio tagliare i cavi del telefono! ndFab]
E' proprio questo che propugnano, certi personaggi: la rivoluzione-chic. Berlusconi possiede tutte le testate in edicola, tutte le case editrici, tutte le televisioni? Via Berlusconi! Berlusconi è tutto il male del mondo!
Cazzate. Non sanno, questi personaggi, che non di sola Feltrinelli vive il lettore? E che Feltrinelli pubblica, ad esempio, pochissimi esordienti? E che le Librerie Feltrinelli sono un berluschino in sedicesimo?
Lo sanno, lo sanno, ma il loro punto di vista non ammette distorsioni: tirare diritti contro il Berlusca.
A loro porrei una domanda: e dopo il Berlusca?
[...] Chiudo dicendo che, se pubblicare con Mondadori (o con Einaudi, o con Frassinelli) è una colpa, voi la espiate a dovere con le presentazioni itineranti dei libri, adattandovi come avete fatto da noi a Cagliari, e senza ancora aver visto una lira (un euro).

Fabrizio

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INCUPIMENTO

Ho seguito, sempre più cupo, lo scambio di lettere "mondadori". Tutta la solidarietà, e la brutta sensazione di vedere le cose ripetersi, uguali, ugualissime, a *decenni* di distanza, con i più arrabbiati ed estremi che poi, invariabilmente, ritrovavi in posizioni servili o semplicemente di potere... Quando non incasinavano di brutto ogni cosa per poi finire infami... Con la sensazione che ci sia sempre da qualche parte un mondo perfetto e puro in nome del quale si getta merda su ciò... che invidi, e che comunque non sai... Perché tu non sai nulla, ma sei omologo a quel nemico che immagini... E che non esiste in quella forma, per cui sei un epifenomeno, una produzione dell'immaginario altrui...

Cesare

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WU MING MODAIOLI SNOB CODARDI E INFANTILI

Ho letto a bocca aperta questa e-mail piena di inutili parolaccioni che impediscono una lettura serena e sensata. Io personalmente sono molto netto a riguardo. Pubblichi per Berlusconi? Bene! Assumitene le Tue responsabilità senza tante chiacchiere e senza insultare chi non la pensa come Te. Sei una persona che crede in certi valori, compatibilmente con le mille trappole e compromessi che incontri per strada? Bene! Non pubblicherai per Berlusconi.
Stop!
Poi puoi pure scrivere parolacce e insulti, buttando tutto in caciara pur di tentare di avere ragione, ma i fatti sono là a dare ragione o all'una o all'altra parte.
Io ricordo sempre Silvia Ballestra, che non è sicuramente "visibile" come Bocca, ma che ha mandato a quel paese la Mondadori con silenziosa eleganza.
Le rutilanti vomitate che buttate contro chi non la pensa come Voi sono comunque sospette perché in fondo la Vostra è "moda", è semplicemente "snobismo" né più né meno di quello che addebitate ad altri.
Potrei raccontarVi le mie esperienze personali (tra le tante il fatto che io abbia rifiutato un lavoro per Mediolanum dove mi avrebbero pagato il doppio rispetto a quanto prendo adesso, peraltro in forma precaria) ma queste non darebbero il senso di quanto vorrei esprimere.
Certo è che se pensate di motivare le Vostre idee con così tanta acredine e aggressività farete contenti solo quelli che la pensano come Voi; il dibattito alla Moretti non ci sarà mai, né quello che ci potrebbe/dovrebbe essere tra i comuni mortali.
Cordialmente,

Alessandro 2

ps è vero che i Vostri nomi "veri" sono in prima pagina sul web, ma i nick o gli pseudonimi mi danno sempre un certo nonsoché di codardia infantile.


[A costui abbiamo risposto con una domanda: perché mai si è iscritto a Giap, se gli facciamo così schifo (ma ci sembra che non sia molto informato su di noi) e se qualifica come "codardia infantile" uno dei capisaldi della nostra poetica? Bah!]

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WARNING!! QUESTA MAIL NON ESPRIME NESSUNA TESI PRECISA

Premetto che trovo terribilmente noiose tutte le discussioni da Savonarola, soprattutto quelle che si svolgono su indymedia, che per me sono una perdita di tempo e dei deliri di persone confuse come me ma che ancora non se ne sono rese conto. (Braccia rubate alla lotta!)
E mica si tratta solo della vicenda “servi del Berlusca”, capita ogni volta che qualcuno tenta di uscire dagli schemi classici del ribbellismo antagonista (non della lotta).
A Napoli, a settembre credo, è stata organizzata da Indymedia & C. una festa in uno dei quartieri più abbandonati. Si tratta di un quartiere chiuso e diffidente, che pensa, giustamente visto che non hanno mai avuto niente per niente "se questi sono venuti qui che cosa vogliono in cambio?? Io non mi fido" e di solito fanno muro contro l’invasore. E quindi è molto facile rinunciare al tentativo di aprire spazi di libertà lì dentro. (Lo so bene perché anni fa ero in un collettivo che tentava di lavorare in quella zona).
Ora, l’iniziativa è andata bene, è riuscita a vincere in parte quella naturale diffidenza. L’ho seguita su indymedia, davvero emozionata per quello che stava succedendo. I compagni mandavano on-line resoconti e bollettini meteo (ha piovuto quasi sempre). Ma gli unici commenti sul sito erano di "duri e puri" che aggredivano letteralmente perché l’iniziativa aveva il patrocinio del comune di Napoli, e quindi tradiva lo spirito antagonista. Chiunque abbia mai organizzato iniziative in piazza sa benissimo che il patrocinio del comune significa soltanto che il comune fa risparmiare qualcosa sulla luce e sulle pratiche burocratiche necessarie, e magari ti assicura (non sempre) che non ci sia la polizia a dare fastidio con inutili controlli e cavilli sui permessi. È meglio non organizzare nulla a Rione Traiano o occupare il parco, fare scontri con la polizia e far vedere come siamo bravi a fare gli antagonisti lasciando fuori la gente del quartiere che già è diffidente (figurati se oltre a "gente strana" gli portiamo in casa sbirri e casini) oppure avere il permesso-patrocinio dal comune e risparmiare anche qualche soldo?
Fine dell’antefatto, sto diventando prolissa come voi :-)
Torniamo alla questione berlusca.
Tirate voi le conclusioni. Io sono troppo confusa.
1) Berlusconi non è la causa di tutti i mali, non è il deus ex machina che muove i fili dello schifo di questo paese. Indubbiamente ci gioca un ruolo, ma è una facile scorciatoia individuarlo come "il Nemico". È facile e si finisce coll’andare in giro con magliette con su scritto "resistere, resistere, resistere", ad emozionarsi per un discorso di Di Pietro e a pensare che il Movimento e i girotondi siano la stessa cosa (o quantomeno uno figlio dell’altro). E non credo davvero che questa sia una cosa buona
2) Berlusconi non è una "brava persona", da lui non comprerei un’auto usata, ma non sono sicura che la comprerei da D’Alema. Facendo i conti dovremmo avere imparato che si tratta di due facce di un unico sistema più grande, che poi è quello che va a fare la guerra in Iraq o che l’ha fatta in Kossovo. A me interessa più questa visione ampia. E sono quasi sicura che in questa visione i nemici non possono essere identificati con delle singole persone, se non in qualità di simboli.
3) Resta il fatto che vivo in italia, studio, lavoro, guardo la tv etc.etc. E mi rendo conto che effettivamente questo paese fa sempre più schifo, dal punto di vista della vita quotidiana delle persone. Non mi sento di negare che Berlusconi abbia accelerato il peggiorare dello stato di cose e non riesco a non indignarmi per uno che fa spudoratamente i cazzi suoi e dei suoi compari e nel frattempo rincoglionisce la gente con donnine nude e discorsi da bar.
4) Credo che una delle espressioni di quella globalizzazione che non mi piace sia il fagocitamento della piccola bottega in favore della grande distribuzione. Sono rimasta come una scema quando, a natale, ero in una piccola libreria di fronte al mega-store Feltrinelli e davo un’occhiata, ed è entrato un cliente abituale che aveva ordinato un libro; il libraio gli ha detto che non era arrivato ancora e il cliente ha risposto scocciato "ma la Feltrinelli ce l’ha già da una settimana!" e il libraio ha detto chiaro e tondo che la Feltrinelli ha un canale preferenziale per la distribuzione quindi, per regola, i libri arrivano a loro molto prima che nelle piccole librerie. Mi sembra quantomeno una camorra ingiusta, anche dal punto di vista del loro libero mercato. Situazione analoga mi sembra quella dei piccoli editori, che con queste politiche di distribuzione davvero non ce la faranno mai a fare breccia e a diffondere come si deve le proprie pubblicazioni. Non penso che si tratti di una questione di pluralismo (che ancora una volta mi sembra una parola vuota di significato) ma sicuramente è una questione di democrazia (nel senso liberale)
5) Credo anche che una delle pratiche a nostra disposizione sia il boicottaggio. La visione di Bowling for Columbine di Micheal Moore mi ha convinto che da qualche parte bisogna iniziare perché "loro" hanno un disperato bisogno di noi e noi siamo molti di più, e quindi su qualcosa dovranno pur cedere!
6) Credo che quando ci compriamo un libro siamo consumatori né più né meno di chi si compra il calendario di Max, e come tali l’editoria ha bisogno di noi. E le case editrici tendono a pubblicare quello che le persone comprano, e le persona comprano più facilmente un autore che già conoscono e che gli è piaciuto (ad es. io sto facendo incetta di libri di Evangelisti e compro tutti i vostri romanzi, così, a scatola chiusa). Se gli autori "che vendono" pubblicassero per piccole case editrici, le librerie sarebbero costrette a prendere quei libri, la casa editrice avrebbe più visibilità e "il mondo sarebbe (un po') migliore (forse...)". Purtroppo succede il contrario... Gli autori che vendono passano alle grandi case, come Vasquez Montalban, che appena si è “fatto i soldi” ha pensato di farsene di più passando da Sellerio a Feltrinelli.
7) E' anche vero che tutti dobbiamo campare e che nella società della comunicazione il passaparola è abbastanza poco per far vendere un libro. Si sa che si vende di più con le "marchette" pubblicitarie (senza offesa per nessuno, a chi fa le marchette di solito non è che piace proprio) e con questo sistema di distribuzione se si vuole essere letti (che è il legittimo obiettivo di uno scrittore di professione, soldi o non soldi) è meglio affidarsi ad una grande società.
8) Sarebbe bello se fosse davvero possibile per uno scrittore "farsi un nome" con una grande casa editrice, sfruttando tutto l’apparato, e poi passasse ad una piccola casa e l’aiutasse ad uscire dal ghetto!
9) Tornando al Berlusca non credo che debba la sua ricchezza al fatto di pubblicare Tronti, Evangelisti e Marx (pubblica ancora Marx???). £ che, come avete evidenziato voi, non è l’unico cattivo in mezzo ad una schiera di buoni (Rizzoli, Feltrinelli e compari)
10) Gli argomenti da taverna di D*** P*** fanno rabbrividire, sia quelli semplicistici "da ginnasio" dell’articolo scatenatore sia la risposta a Wu Ming che davvero non dice nulla (tranne che, secondo me, è scemo) per non parlare di quella stronzata fascista che è la coerenza, quando viene usata in questo modo.
Fate voi, io mi continuo a comprare i libri che mi piacciono, anche se quando compro una pubblicazione di una piccola casa sono più felice.
Ah, indubbiamente il vostro ragionamento è meno immediato e naturale, ma non è la fisica ma la geometria ad essere non euclidea! (La fisica non tradizionale è quella delle particelle).
C
iao

Daniela

[E' vero, all'inizio avevo scritto "meccanica quantistica" e "meccanica agraria", ma era troppo supponente e poi, cambiando cambiando, mi è venuto un ibrido :-) Sì, per quanto possa sembrare strano, Einaudi ha continuato a ristampare Marx anche dopo essere entrata nel gruppo Mondadori. La mia edizione dei Manoscritti economico-filosofici del 1844, con traduzione di Norberto Bobbio, è del '95. Sulla questione del pubblicare per case editrici più piccole dopo essere passati per quelle grandi, beh, noi lo abbiamo fatto: Havana Glam è uscito per Fanucci. Tuttavia, oltre ai discorsi sulla visibilità, i cavalli di Troia, i centimetri di Ogni maledetta domenica etc., va anche detto che pubblicare sistematicamente per piccole case editrici è una cosa che si fa più "per la causa" che per reddito, e noi non riusciamo a campare di libri nemmeno pubblicando per le grandi, figurati. WM1]

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FACCIO BOCCHINI - TELEFONA AL...

Ho appena letto su giap del vostro scambio di battute tra Wu Ming/Evangelisti e D*** P***, sulla annosa questione; Peccato che poi "qualcuno" la abbia fatta degenerare al livello degli scambi di battute incise sui bagni delle stazioni.
Io all'inizio ero perplesso (sebbene non scandalizzato) sul fatto che alcuni autori dichiaratamente "a sinistra" (o dovrei dire di buonsenso?) pubblicassero per uno dei tanti tentacoli della piovra di Arcore. Ho letto serenamente le vostre argomentazioni, e le ho fatte mie.
Ho capito che un libro, ogni libro, fosse anche il Manuale Pratico del Giovane Skinhead, è un bene irrinunciabile, anche se ne combattiamo le idee che porta. Non brucerò mai, nemmeno metaforicamente, nessun libro, al limite ne scriverò un altro per confutarne le tesi.
Allo stesso modo, preferisco pubblicare un libro per la Pinochet & Bush International Press Company, se lascio immutate le mie idee, e vederlo tirato in 100.000 copie, piuttosto che farne 60 fotocopie da far girare alle feste dell'Unità.
L'importante è non cambiare quello che vuoi dire in funzione della casa editrice e voi non mi sembrate accomodanti, e anzi siete stati così folli da riuscire a far mettere le clausole di copyleft senza far infartare (troppo) gli uffici legali delle case editrici. In effetti D*** P*** non risponde alla domanda "che cosa leggi tu? Eviti tutte le case inquinate? COSA CAVOLO LEGGI?" ).
Adesso rilancio secondo D*** P*** cosa deve fare un qualunque dipendente pubblico ora? In un certo senso "lavora per Berlusconi". E un magistrato che applica le sue leggine ad personam? Le deve applicare anche se in cuor suo ciò gli ripugna, e magari cerca ogni mezzo lecito per poterlo non fare? Sono questi sono i collaborazionisti e venduti? A me sembra che il fetore arrivi da tutt'altra parte.
Ora vi lascio, devo preparare i titoli per il TG4 delle 17.00 :-)

Andrea

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ECTOPLASMI NEMICI DEL POPOLO

Per evitare di far eplodere la logorrea in guisa di torrente in piena, voglio proporre una base di partenza [EX CATHEDRA] E' impossibile per chiunque non possedere un solo oggetto firmato (o appartenente a multinazionale). Ergo NESSUNO può dichiararsi puro, e dunque nessuno può emettere condanne di ipocrisia in questo campo. Dunque D*** P*** perde qualunque diritto alla parola nell'assise, anzi, mantiene diritto di parola e perde quello di essere ascoltato seriamente.
Detto ciò Perchè NON pubblicate per altri? Domanda retorica, so che avete già risposto e conosco le vostre tesi, ma la domanda ha un preciso senso perchè non provate a buttare giù quattro righe sulla differenza fra editore e proprietario della casa editrice? Ovvero perchè nessuno sembra capire che a Berlusconi (o a Murdoch) non gliene può fregare di meno di tutto quello che succede nelle sue cose finchè queste continuano a fruttargli soldi? A Silvio non interessa cosa dice Stile Libero, ma cosa dice Rete 4!
Il problema di lotta al copiright non sta forse anche in questo, far notare che chi si oppone al "Public Domain" è LA Disney, non Walt Disney per bocca di Rosemary Altea?
Con Stima, Affetto e Cura, vi saluto...

Dario

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CONTINUATE A SCRIVERE SUL "MUCCHIO"

Ciao, che spettacolo squallido vedere uno intelligente (anche se a questo punto ho dei dubbi) come D** P**** sclerare così. Può avere i suoi torti e le sue ragioni, ma l'ultima risposta che vi ha dato è indifendibile. Volevo dirti una sola cosa, visto che hai ventilato l'ipotesi di smettere di scrivere per il Mucchio; ci terrei che tu, al contrario, continuassi. Non solo perchè i due articoli che ho letto finora erano molto belli e interessanti, ma per una ragione di fondo: le singole persone possono prendere parecchi abbagli (anche Stèfani ha scritto e scrive parecchie cazzate), ma nel complesso il Mucchio rimane una delle pochissime riviste coi controcazzi non esageratamente "carbonare". Mi dispiacerebbe che, a causa di "lotte tra poveri" innescate da qualche stronzo, si rompesse un rapporto che secondo me stava cominciando a dare ottimi frutti. Pensierino: forse sbaglio, ma per ragioni puramente statistiche non credo che all'Unità (su cui avete pubblicato parecchi articoli, tra cui quello fantastico di Wu Ming 2 sulla bokmobile che ho appena finito di leggere) circolino molti meno stronzi che al Mucchio. Tuttavia non mi sembra un buon motivo per negargli i vostri contributi...
Ad maiora,

Nicola

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[[Quelli che seguono sono stralci di pareri apparsi sulla lista "cugina" eymerich@gilda.it (ci si iscrive dal sito di Valerio Evangelisti, www.eymerich.com). Fatto salvo il caso di Sandrone Dazieri, il cui messaggio ha senso proprio perché è un nostro collega, abbiamo sostituito le iniziali ai nomi e cercato di salvaguardare privacy e netiquette. Se qualcuno/a vuole far rimuovere il proprio messaggio, ci scriva e lo faremo.]]


IL PARTITO DELLA PAGNOTTA

[Quelli di D*** P***] mi sembrano i discorsi che facevamo quando eravamo ragazzini e per non essere nemici del popolo non bisognava fare nessuna "concessione". Non sto a rifare i discorsi che si facevano allora in risposta a queste posizioni ultramassimalistiche, dal "non dire stronzate" al "la nostra è una società pluralistica", perché anche qui hanno poco effetto: i giovani ultrarivoluzionari di estrazione borghese sono inflessibili, nelle loro idee, e i discorsi del collaboratore del Mucchio Selvaggio mi sembrano di quel genere.
Il fatto è che quel genere d'attacchi è facile e molto vigliacco. Si prende un personaggio pubblico come Valerio, di cui si sanno molte cose, e si usano le notizie per ritorcerle contro di lui come accuse. Questo presuppone che l'accusatore sia lungi dall'avere gli stessi "difetti", ma non li ha solo perché nessuno lo conosce.
E siccome anch'io lavoro prevalentemente per la Mondadori, spiego perché lo faccio senza quel genere di preoccupazioni che facevano scrivere, all'epoca, finte pubblicità come "chi beve Coca Cola finanzia la guerra nel Vietnam". Io conoscevo vari di questi intransigenti personaggi, all'epoca del 68, e me li sono trovati qualche anno dopo felicemente insediati in uffici e ufficietti della provincia, della regione, a fare lavori abbastanza ben pagati ma inesistenti. Passare carte, tenere archivi. Insomma, a vivere sulle spalle del contribuente. Ora chi è peggio una persona che lavora tutto il giorno come Evangelisti o i piccoli burocrati inutili pagati dalla fiscalità generale (e quindi anche dalle tasse dei poveri, se vogliamo metterla populisticamente)?


R.

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CHI LAVORA?

In un sistema come il nostro, pseudo capitalista, dove la libera concorrenza è degenerata in oligopoli o duopoli e dove le istituzioni dello stato sono state e sono tutt'ora appannaggio di oligarchie politiche inamovibili a causa del "voto di scambio", il problema dell'amico del giaguaro è un falso problema. Il vero problema è un altro: chi lavora? Visto che c'è l'assalto alla diligenza ad ogni finanziaria - che sto leggendo per motivi di lavoro è che ha il fascino dei romanzi horror - e che tutti si sono assicurati la "mangiatoia", qualcuno dovrà pur lavorare per produrre ricchezze e idee.

A.

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BOICOTTARE L'INSALATA TREVIGIANA!

E lavorare per il Comune è lavorare per la Provincia, che è parte della Regione, che è parte dello Stato, che è in mano a Berlusconi.... morte agli impiegati collaborazionisti. E mangiare l'insalata trevigiana può favorire l'economia leghista.
Se il pericolo massimo è la schizofrenia, ragazzi, attenzione alle ossessioni... Procedendo così si può giungere ad asfissiarsi da soli, e a fare i giochi altrui.

F.

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A PVOPOSITO DI LETTEVATUVA E PVOLETAVIATO

Sandrone Dazieri:

"Bah, la questione della mia pubblicazione in Mondadori viene sollevata tutte le volte che faccio una presentazione pubblica, sempre. Si tratti di una scolaresca o un gruppo di pensionati. Quindi, ci sono abituato e dopo le prime volte che scrollavo la testa stupito, mi sono reso conto che per molti, lettori e non, è diventato davvero un problema. Lo è per gli imbecilli come quello del Mucchio Selvaggio, lo è per molti giornalisti che magari imbecilli non sono, ma che, per esempio, si sono rifiutati di recensire il mio ultimo romanzo perché se possono evitare di recensire roba Mondadori lo fanno, lo è per il semplice cittadino che vorrebbe vedere il Berluska appeso per i piedi e che gli fa schifo dare i suoi quattrini a una azienda a lui collegata.
((Apro una parentesi, questo atteggiamento non riguarda, se non in minima parte Einaudi, che continua a godere di uno status diverso, quasi che l'Einaudi fosse una cellula di resistenti all'interno del moloch (si scrive così, non mi ricordo) Fininvest. E non riguarda assolutamente Sperling o Frassinelli, anche perché la maggior parte del pubblico non sa che fanno parte dello stesso gruppo.))
La mia risposta, a giornalisti e pubblico, è invariabilmente una: il dovere di un autore è pubblicare al meglio e di avere un rapporto etico con la scrittura. E ha il diritto di essere giudicato per quello che scrive. Punto.
Altrimenti, non basterebbe pubblicare con Feltrinelli, ma dovremmo autoprodurci i libri. E poi, cazzo, cosa vogliamo, chi lo vuole il ghetto degli autori di sinistra? Meglio stare in una casa editrice generalista, che ha un pubblico indifferenziato.
((Seconda parentesi, Feltrinelli ai tempi rifiutò di pubblicare sia me che Carlotto dicendo che non eravamo abbastanza letterari (la erre di letterario va pronunciata un po' moscia, così si entra meglio nello spirito) mentre in Mondadori nessuno fece una piega a pubblicare un romanzo scritto da un ex leoncavallino che parlava bene dei centri sociali e male della borghesia milanese e della polizia. Come mai? Ah, saperlo.))
Certo, tutti noi facciamo del nostro meglio (andando in piazza o cercando di produrre pensiero critico) perché Berluska si ritiri nella sua villa alle Galapagos a scrivere lettere dall'esilio, ma questo non deve essere detto come una sorta di giustificazione. Cazzi nostri. Non me ne frega niente neppure di raccontare come funzionano davvero le cose in Mondadori, che la maggior parte dei miei colleghi è di sinistra, che il rapporto di un autore Mondadori (medio) con Berlusconi è lo stesso di uno spazzino con il sindaco della città, che nel catalogo Mondadori ci sono un sacco di autori di sinistra, Calvino compreso, e Luttazzi (e D'Alema, soccia!). Se ci si comincia a giustificare non si finisce più. Leggi quello che scrivo. Poi discutiamo.

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QUELLI CHE C'ERANO (E CI SONO ANCORA)

Ho fatto in tempo anch'io a conoscere quelli che quando c'erano (ci sono ancora peraltro...) le occupazioni delle case si incazzavano con le famiglie degli occupanti traditori e imborghesiti perché pensavano troppo a tenersele e a farsi una vita e troppo poco alla rivoluzione...
E nei centri sociali ne hanno fatto di male (o ci hanno provato).
Che palle!
Negli anni 50 in America, c'era, mi pare, chi diceva che Woody Guthrie si era venduto perché andava alla radio...
In Italia, sospetto che nel mondo del rock ci sia sempre stata un'anima self-righteous di questo tipo; anni fa (parlo da lettore, il Mucchio storicamente queste cose non le faceva), pareva che molti non vedessero l'ora di proclamare che tizio o caio si era venduto al sistema (per esempio c'era, piu' o meno, l'equazione musica afroamericana = disco music commerciale).
Che palle!
Una volta erano i reazionari paludati che rivendicavano il mito borghese-bohémien del "letterario" puro da contrapporre al basso "popolare".
E adesso uno si legge...vabbe', l'elenco sarebbe troppo lungo... Stiamo proprio tornando indietro...
Che palle!

S.

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LA RIVOLUZIONE A OTTOBRE, NONNO!

E' una vecchia questione: "se non fai la rivoluzione come me sei venduto alla borghesia" "No, sei venduto tu perché la tua rivoluzione fa il gioco dei borghesi" "No, è dire che la rivoluzione fa il gioco dei borghesi a fare il gioco dei borghesi" ecc., quella che si chiama regressione infinita. D*** P*** cita Cristo, dite sì, sì, no, no. Curioso questo citare Cristo, autore dell'invito, sulla questione di cui sopra, a ritenere che il personale è politico: chi è senza macchia (o chi è davvero rivoluzionario, si potrebbe aggiungere) scagli la prima pietra, ma credo che sia questo Cristo (senza offesa per Cristo, è una citazione da Imbriani: "per questo Cristo ebbi a farmi turco") il centro - nomen est omen - della ispirazione di D*** P***. La sua è in fondo una posizione pseudo-religiosa, utile a trarre la convinzione - "il soggettivo è politico" - di essere nel giusto.
Come Buttiglione!
Visto che ama tanto i testi sacri, c'è anche un'altra frase, sui falsi profeti: "dai loro frutti li riconoscerete". A leggere D*** P***, sembrerebbe convinto di avere, col suo massimalismo-riduzionismo e il suo complesso di onnipotenza, compiuto grandi cose, illuminato la via a grandi quantità di persone ignare, dato coscienza alle masse oppresse. Io non ho visto un gande aumento di prese di coscienza tra i lettori del Mucchio Selvaggio, e, anzi, ho sempre pensato che, politicamente, là dove i poteri forti ci comprano e ci vendono tutti, quei lettori contassero un cazzo, ma probabilmente ero distratto.

R.

P.S. Non so perchè mi viene in mente una vecchia vignetta del Male, con un pensionato che interpella due giovanotti elegantemente vestiti "da sinistra". "Ragazzi, ma la rivoluzione?" E uno dei due "La rivoluzione a ottobre, nonno. In agosto la Festa dell'Unità" Forse perché con rivoluzionari che si preoccupano soprattutto di fare le purghe contro i presunti deviazionismi interni al movimento, hai voglia di aspettare che la società cambi.


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IL CUORE DI UAN BATTE A SINISTRA

Ma possibile che la sinistra sprechi il suo tempo e la sua intelligenza a cercare peli nelle uova al suo interno senza invece pensare di radunare forze e argomenti per combattere chi è al potere?
Vai su Indymedia e trovi quelli che vanno a fare le pulci su come Casarini riesce a vivere, visto che non lavora. E i commenti si sprecano. Ricevi Giap e questi disgraziati devono pure rendere conto di come riescono a campare, specificando addirittura le professioni di ciascuno. Muore Gaber e tutti a chiedersi solo come abbia fatto a tenersi accanto la Colli per tutti questi anni (oddio, questo me lo sono chiesto anch'io). La colpa, a quanto pare, è la notorietà. O, in altri settori il ruolo che ricopri.
Sei famoso? Per caso riesci pure a campare di un lavoro che ti soddisfa? Bollato di ignominia. Lavori per il nemico. E a questo punto quello che dici e le cose che fai passano in secondo piano.
E adesso due episodi, strettamente personali.
Quando mi firmo come professione metto sbrigativamente "animatrice". In realtà sono sia animatrice di pupazzi nelle trasmissioni mediaset, sin dai tempi di Five che consulente educativo in situazioni di forte disagio sociale. Stesso termine ma ruoli ben diversi. A mediaset non ho mai avuto problemi, in 20 anni. E vi assicuro non mi sono mai finta diversa da quello che sono perché semplicemente non ci riuscirei. Solo una volta, ai tempi dell'entrata in Borsa mi è stato chiesto di apparire nello spot in cui tutti, personaggi famosi e maestranze erano tutti belli lì ad applaudire l'evento. Okei, Uan è di proprietà dell'azienda e il suo applauso l'ha fatto, io non ho firmato la liberatoria. Problemi? Zero.
Ai tempi del primo attacco all'Iraq invece c'era uno sciopero e anche gli operatori del centro dove lavoravo volevano aderirvi. Giunta del CdZ (di sinistra, ma si sa lo appoggiavano, l'attacco) niente da fare. Cooperativa (ancor più di sinistra, quella) eh no ragazzi, qui si rischia la convenzione col Comune di Milano.
Capito?
Attenzione, qui non voglio dire che a Mediaset è meglio, ma semplicemente che i rapporti sono chiari, da entrambe le parti e che, mi duole dirlo, ho dovuto fare molti più conti con la mia coscienza quando lavoravo in situazioni di tipo B.
Per la cronaca quella volta dell'Iraq non ho fatto lo sciopero ma sono riuscita ad organizzare un'iniziativa "per la pace" anziché "contro la guerra" e ho impiantato un tale casino che pure il Manifesto ci ha pubblicato...

S.


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FANTASMI DEL PASSATO

Mi ero tenuta per questa mattina da leggere con calma lo scambio di lettere lungo di valerio, Wu Ming e D*** P***. Devo dire che mi ha impressionato. Avevo letto le risposte di Valerio e di Wu Ming, non sapevo che D*** P*** avesse scritto e *cosa* avesse scritto.
Mi ha fatto tornare indietro di ben 30 anni. Ebbene sì. A 15 anni militavo nel movimento studentesco. Stalinista convinta e con un grosso fantasma nel cassetto: ero borghese figlia di un magistrato con la mamma che aveva la donna di servizio. Ho vissuto questo dramma da sola chiaramente perché i miei amici logicamente mi accusavano di questo e nel casino di quegli anni dove si mischiava il pubblico col privato, si mischiava la lotta del movimento operaio con il gap generazionale.
Non trovavo conforto in casa dove mio padre mi chiudeva perchè non andassi ai funerali del compagno roberto franceschi? Mi chiudeva in casa perché non andassi a farmi picchiare durante le manifestazioni? Che poi a 15 anni può anche voler dire che fuori c'era la vita, la vitalità, dentro c'era la repressione. Ebbene si i compagni avevano i calli alle mani io cazzo no!
L'unica era andarsene.
Parlavo esattamente come questo D*** P*** di cui non ho letto nulla (si ma io parlavo così 30 anni fa) e ricordo con tristezza quegli anni. Ho voluto a tutti i costi forzarmi a crescere non ho fatto le cose con calma con i dovuti tempi. Ho rifiutato la cultura ufficiale anche se il compagno Lenin diceva eccetera eccetera. E poi cazzo si vociferava che il compagno Dario Fo facesse (pensate compagni) collezione di sedie d'epoca e avesse in casa sua un trono.
Basta! Che coglionata e che tristezza!
Scusate ma forse non avrei dovuto leggere cos'ha scritto questo D*** P***. Se solo fossi/fossimo stati più intelligenti meno dogmatici meno ritualisti, che ne so, più, meno... più meno che cosa? E' andata così.

B.

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Una delle cose che mi ha sempre fatto più incazzare del Mucchio è proprio lo spazio che dava ai lettori che se la tiravano sostenendo l'integralismo del loro eroe di turno o dava del venduto al tal altro. Non ho mai letto risposte di Stefani che si discostavano da queste posizioni. Certo, non ho tutti i numeri del Mucchio e potre sbagliarmi, ma se mai mi piacerebbe ricredermi visto che questa è una delle cose del Mucchio che più mi fa girare le budella. Dopo tutti questi anni, vedere che ancora ci marciano sopra me le fa proprio girare.

L.

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E' proprio un viziaccio della sinistra (di certa sinistra) darsi la zappa sui piedi: se uno ha un briciolo di successo diventa automaticamente un venduto, un complice del "sistema", ma per essere di sinistra devo essere un fallito per forza? Cos'è il nuovo (vecchio) motto della sinistra? "O falliti o morte"? Non è che invece, parafrasando Andreotti, il successo logora chi non ce l'ha?

S.

>Vai ai commenti successivi (including Enrico Brizzi e un Modena City Rambler)>


D** P***
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