NUOVI COMMENTI SULL'ANNOSA QUESTIONE "PUBBLICARE CON (il gruppo) MONDADORI"
7 gennaio 2002


LA SOLA IGIENE DEL MONDO

[con riferimento alla premessa a "L'annosa questione":] condivisibili gli argomenti, un po' marinettiani i toni: gli atteggiamenti "piccolo-borghesi" non son necessariamente peggio di quelli aristocratici della satira del villano... ;-)

Duccio

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FINALMENTE UN CATTIVO COI CONTROCOGLIONI

È una discussione vecchia questa, da quando Vattimo - dal suo loft torinese, suppongo - ha detto a Sofri che avrebbe dovuto rifiutare la grazia offertagli da Berlusconi. Un salto di qualità di fronte al quale l'annosa questione Mondadori si dissolve, scompare. E del resto, vogliamo togliere a un popolo storicamente così mediocre e meschino come noi la possibilità di avere - dopo tanti anni di consociativismo - finalmente un cattivo coi controcoglioni come Berlusconi? Eh no, adesso che finalmente abbiamo il tiranno in nome del quale tutte le nostre incapacità si giustificano, guai a chi ce lo tocca. Ma vogliamo parlare dei pulpiti, già che ci siamo? Di Vattimo ho detto. Di Bocca e Biagi e relative buste paga, forse è meglio non dire; vogliamo parlare di Gino Strada, che rifiuta sdegnoso i soldi del Berlusca, e ha tra gli amici più cari Massimo Moratti e consorte, parente stretto di Letizia, che oltre a sperperare soldi nell'Inter è - incidentalmente - il più grande petroliere italiano (quelli delle carrette, del no a doppio scafo eccetera) e che gli utili, a parte l'Inter, li utilizza in parte per sovvenzionare quell'allegro lager di San Patrignano. Per favore.
"Chi dice la verità, prima o poi, viene scoperto" (Wilde).

Giovanni

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PROFETI GIUNTI A DAR LEZIONI SU COME MONDAR LO MONDO

Non so, forse contribuisco impropriamente ad intasare la vostra casella di posta elettronica ma non posso esimermi dal dare del coglione al tale M****** D** P*** (d'altra parte è lui che, tirando in mezzo gli altrui "piselli", inaugura lo scambio di francesismi sul tema), carneade traboccante di un livore davvero degno di miglior causa. Queste considerazioni da "duri e puri" che non si sporcano le mani e che soli possiedono le chiavi della verità e della coerenza etica e politica mi paiono davvero e mi sono sempre parse lo zenith del ragionamento mongoloide.
Le ho sentite anche troppo spesso: troppo facile fare il Savonarola fustigatore dei costumi corrotti. Lui almeno sapeva di poter fare la fine "dell'abbacchio arrosto" e ha corso il rischio. Posto che chiunque faccia parte, per nascita, di quella minoranza privilegiata del pianeta in grado di assicurarsi due pasti caldi al giorno è PER DEFINIZIONE impuro e in contraddizione perenne con le sue eventuali idee progressiste giacché la sua sola esistenza in vita è possibile grazie ad altri quattro che da qualche parte nel mondo muoiono di fame. Credo fosse San Francesco a dire ad un suo seguace - che si rammaricava di non riuscire a seguire alla lettera "la regola" - che lui aveva scelto di essere casto ma che se tutti lo avessero seguito su questo terreno il mondo sarebbe finito presto, pertanto non è di quella coerenza cristiana che si aveva bisogno.
Qui non è questione di "pagnotta" o di "chessaddafàpemagnà". Forse è difficile, se vuoi scrivere ad un certo livello, non arrivare a confrontarti con Mondadori, Einaudi e compagnia, così come forse non è giusto chiedere a Benigni, che aveva accordi con Cecchi Gori, di rinunciare a far uscire il suo film solo perché ora sulle macerie del precedente produttore è subentrata Medusa che glielo distribuisce (tanto più che chi fa questa considerazione si trova in compagnia di Giuliano Ferrara!).
Ricordo al summenzionato coglione che anche Michelangelo e Raffaello - fatte le debite distinzioni - hanno lavorato per papi assai discutibili. La politica non si fa con gli anatemi o con le liste di proscrizione. Ciò che è accaduto negli ultimi due anni nel nostro e in altri paesi dimostra che la politica è impegno dal basso, partecipazione e fermento di variegate "moltitudini" (per usare un termine a voi caro) e, in ultima analisi, anche sporcarsi le mani con l'impegno più difficile: quello costante, fattivo e non necessariamente "visibile".
Sono vittima di palesi contraddizioni come tutti, ma se voglio contribuire a migliorare una situazione che ritengo di merda debbo assumere il rischio di prendermi anch'io la mia dose di schizzi. Nel mio lavoro di informatico realizzo progetti avvalendomi di software prodotto da multinazionali del settore perché quando la controparte lo richiede non c'è un cazzo da fare. Ciò non mi esime dal cercare con ogni mezzo di convincere i miei interlocutori della maggiore affidabilità e quindi anche profittabilità - che così comprendono subito meglio - connessa ad altre scelte tecniche (Linux, Open Source, etc.). La rivoluzione è lenta e faticosa, non potrebbe essere altrimenti, e in questa guerra non servono profeti giunti ad insegnarci come "mondar lo mondo" o eroi senza macchia, ma piuttosto gente "normale con le macchie" che si fa il culo in modo "normalmente contraddittorio" dando testimonianza del suo impegno quotidiano, per piccolo che sia, coi fatti e la sostanza delle azioni. Paga le tasse, anche a questo governo di merda e nonostante il tuo status di evasore fiscale potrebbe un giorno tornarti utile per salvarti il culo da ben più gravi accuse di corruzione. Impegnati per far funzionare meglio la scuola pubblica, magari anche aggiustando tu la porta dell'aula dell'asilo di tua figlia, ché quella scuola finché sta in piedi la possono frequentare tutti, al contrario delle scuole dei preti. Vatti a fare un girotondo mano a mano con "compadres" sconosciuti e strilla insieme a loro "io sono stanco e tutto questo non lo accetterò più". Consuma di meno beni di aziende che non ti convincono, ché anche solo un calo del 3-5% del fatturato su un prodotto induce la più arcigna delle multinazionali a più miti consigli. Non ho mai visto ottenere grossi risultati attestandosi sterilmente su posizioni intransigenti e manichee. E comunque questa e-mail è inviata con Outlook-Express perché sto in ufficio e così si faceva prima :-) .

Marco

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DALLE OPERE LI RICONOSCERETE
di Enrico Brizzi

Vi scrivo elettrizzato dallo scambio che avete intrattenuto con l'incorruttibile Massimo D** P****, persona che si è dimostrata illuminata nel dibattere teorico quanto colma di grazia, stile e umanità nei successivi scambi.
Io voto Rifondazione Comunista e pubblico per Mondadori, così è stato facile per me sentirmi chiamato in causa dalla questione sollevata nei confronti di Valerio Evangelisti e del vostro 'nome collettivo'.
In opposizione alla volontà papale di parlare imboccando bivi ("sia il vostro parlare ispirato al sì-sì, no-no") mi rifiuto di farla breve. Le semplificazioni le lasciamo ai semplici, questa volta.

-IL GRUPPO MONDADORI E' UNA MAJOR di cui Einaudi è parte integrante dal punto di vista finanziario. Rizzoli-Bompiani è un'altra major, idem per il gruppo Longanesi. Solo le vergini pidiessine, inoltre, pensano che Feltrinelli non sia una major, e che non eserciti, a livello di distribuzione e vendita, un'influenza preponderante sul mercato.
Questo è cristallino. Ora, perchè un autore che si sente di sinistra preferisce pubblicare con una casa editrice di proprietà del presidente del consiglio? Per soldi, direbbe D** P****, ma ometterebbe due interessanti questioni.
Primo requisito di una casa editrice, agli occhi dell'autore, è la garanzia di poter lavorare in pace, senza intromissioni, ai propri testi. Solo così è possibile un rapporto di fiducia (fiducia che magari, dal punto di vista umano, riguarda una persona o due, redattori e non amministratori, e di certo non coinvolge l'establishment del gruppo editoriale). Se D** P**** si incaponisce a guardare le cose dal punto di vista economico, che acquisti una visione a più lungo termine: il migliore investimento per un autore non è un buon anticipo, ma la tutela del proprio lavoro.
Secondo corno del problema è la visibilità, e sarebbe davvero da sciocchi ignorare questo punto. Lavoro due anni, giorno dopo giorno, a un romanzo in cui cerco di riportare in qua il senso di meraviglia che mi ha colto nel vivere o sentire raccontare determinate esperienze. E' un lavoro che faccio con passione e, a questo punto, non più da dilettante. La foga e l'amore, tuttavia, sono gli stessi di dieci anni fa, e mi chiedo quale begonzo preferisca vedere i propri sforzi non premiati e condannati a una visibilità marginale quando, senza cedere di un passo, può accedere a una platea più ampia. Non ci sono patti con il diavolo, qui. Solo la naturale voglia di esserci.

- GLI AUTORI PARLANO ATTRAVERSO I LIBRI e non nei salotti o attraverso le interviste, che ogni uomo di mondo sa essere uno strumento a doppio taglio.
Chiunque è liberissimo di pensarla diversamente, ma dal mio punto di vista 'dalle opere li riconoscerete', e non dall'editore o dalla rassegna stampa più o meno ricca o favorevole. Leggo un testo, indipendentemente dalla casa editrice che lo fa arrivare in libreria, e giudico se mi sembra favorevole a una visione del mondo giusta e sensibile, oppure agli agrari e alla reazione. Questa è una pratica possibile, ma quella di etichettare gli autori sulla base degli editori con cui pubblicano, o di vicende extra-letterarie, mi appare un esercizio povero e riduttivo, e per ciò stesso nichilista, aggettivo che trovo quanto mai adatto alla forma mentale del sopracitato D** P****.
Cerchiamo buoni pascoli e acqua fresca per la nostra gente, e lasciamo le prese di posizione sull'attualità ai giornalisti. Pagheremo di persona, forse, ma preferisco vivere la mia militanza quotidiana per un mondo migliore lontano dai palcoscenici. Se possiamo fare qualcosa di buono, lo faremo nelle nostre città con l'anima e lo stile, non puntando la bacchetta dell'ideologia contro i compagni che si battono in prima linea per difendere la libertà di pensiero e per rendere fertile la parola.

IF THE KIDS ARE UNITED...
Con i migliori auguri di un felice 2003.


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THE FIRST RULE OF FIGHT CLUB IS...

Sono un giapster della prima ora (anzi forse anche ante-litteram, data la mia stima per il Generale) e in quanto tale sento il diritto-dovere di intervenire nell’annosa questione.
Da quando esistete (esistiamo), per me siete come il Fight Club. Non perché ci meniamo. Perché da quando ho letto Q, da quando lentamente il Progetto si è infiltrato nella mia vita, mi sento percorso da un nuovo fremito. Ho ripreso a scrivere dopo anni. Questa mi pare la prima vera attività intellettuale interattiva della mia vita. Aspetto che succeda qualcosa.
Il Giap-club è anche mio. Mi sembra che stiamo facendo qualcosa il cui disegno non è ancora chiaro. Solo uno stupido può non rendersi conto di cosa significa il Progetto (o coloro che ne fanno parte) in Italia Oggi. Quindi mi pare inutile spendere altre parole su D** P****.
Per quanto riguarda Colui che Non Nominiamo, il Signore del Consiglio, con i suoi nove network Nazgul, trovo che parlare di lui sia solo un modo di fargli un piacere. Da geostratega e tattico consumato mi verrebbe da dire che combattere dall’interno il Nemico è una strategia che premia. Tuttavia non credo che in questo momento si possa parlare di un contrasto in questi termini. Significherebbe riconoscere in Sauron un interlocutore, ed io mi rifiuto di farlo. Ciò che deve guidarci sono le nostre idee. Le nostre idee sono vive e vegete e non hanno bisogno di affermarsi per contrasto ( ma poi per contrasto con quelle di B.! ma figuriamoci). Si deve andare avanti per la nostra strada. Punto e basta. Sogno un giorno in cui gioiremo sulle macerie del suo impero.
Penso che queste parole dovrebbero avere ancora maggior peso se si pensano scritte da uno che non è propriamente un simpatizzante della sinistra italiana. Ma questi sono i tempi che corrono.

Tyler Durden


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CHI NON E' D'ACCORDO PUO' LASCIAR PERDERE I VOSTRI LIBRI

Rientrando dalle ferie ho riacceso il pc ed ho letto l'annosa questione...
Personalmente quando vengono sollevate queste questioni da 'conflitto di interesse' rimango sempre un po' perplesso...
Poi ragionando mi chiedo chi di tutti costoro che vi accusano di poca ortodossia o coerenza siano veramente in grado di dimostrare la loro...
Anche perche' alla fine il tutto si riduce sempre a vari elenchi di cose pro/contro la determinata questione.
Onestamente non so quanti di loro siano veramante coerenti, è molto difficile, non guardare canali Mediaset, non comprare prodotti pubblicizzati sui loro canali, non leggere i quotidiani del Berlusca...
Ognuno è libero di scegliere un determinato prodotto come un determinato editore, poi sarà nella libertà di chi compra scegliere una cosa o l'altra!
Non capisco a cosa serva scatenare tutte 'ste menate, chi non è d'accordo può lasciar perdere i vostri libri e i vostri discorsi, e se è più "bravo e coerente" verrà cmq "premiato"...
A sinistra continuiamo a farci male, a giocare a chi è piu' di sinistra e coerente ed ha più diritto degli altri a farsi sentire o vedere.
Cosi restiamo a vedere gli altri che governano...

Bazzo


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LA ROVINA DELLA SINISTRA SONO I FIGHETTI
di Massimo Ghiacci, Modena City Ramblers

Al riguardo dell'annosa questione.
Chi vi scrive ha a suo tempo vissuto critiche simili, suonando in un gruppo combat folk messo sotto contratto da una major della discografia... Alla fine di tutto, dei bei discorsi, delle rivendicazioni, degli atti d'onestà, delle querelle, delle polemiche sterili e delle polemiche gravide, dei confronti, delle professioni manichee, degli atti di fede e degli autodafè rimane in me sempre una sola certezza... La rovina della sinistra (e dell'intelligenza umana) sono i fighetti. Che mai una volta, umilmente, tacciono contemplando la diversità di idee (e di posizioni e percorsi) e che, dall'alto della loro infallibilità (salvo poi professarsi, per convenienza, ignoranti nella tale materia...) non si negano mai giudizi e commenti. Mah... gli integerrimi... Coloro che scagliano la pietra fieri e sicuri di loro...
Un abbraccio e un sincero grazie per le stupende storie che mi fate leggere, per i concetti che vi ritrovo e che mi fanno sentire meno solo e, soprattutto, per il grande rispetto che sempre tributate alla Storia, in questi tempi di merda dove tutto (e soprattutto lei stessa) si vuole comodo, pronto da indossare e da abbinare a qualsiasi altro capo.


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IL CASO DELLA C********* EDITRICE
(col Post Scriptum: "NON GIURATE NE' PER IL CIELO NE' PER LA TERRA")


Leggo con piacere tutta la pagina dei commenti (tranne il decerebrato che sostiene che usare uno pseudonimo è codardia infantile [tra l'altro i miei amici Patata, Cipolla, Penombra e Trevesan sono pronti a tatuarglielo in faccia "codardo infantile"]) e mi illumino quando qualcuno tocca il problema della distribuzione.
Forse non sapete l'esistenza di una casa editrice di nome C******** Editrice (per ogni uso terzi di queste righe vi prego di definirla "C********* Editrice", il piccolo mondo protestante italiano è pieno di permalosi) che pubblica per lo più materiale di matrice, provenienza o indirizzo protestante (ma non solo). Ora, la C********* è soprattutto l'unica fonte di testi per il pensiero teologico protestante, cosa che la rende una realtà di nicchia (per non dire totalmente ininfluente).
Questo vuol dire che è una piccola casa editrice, e non dipendendo dal Berlusca, indipendente...
Ora, ecco l'uovo di Colombo! la soluzione definitiva! Wu Ming può scrivere per la C********, vicino a Tillich, Barth, Bultmann!!!
Piccolo problema La C******** non è distribuita nei grandi circuiti (no, ORRORE, neanche dalla Compagna Sovietica Marxo-lenino-stalino-maoista, amica del popolo e del proletario Feltrinelli), perché il ricarico che chiedono è troppo alto per libri di così bassa tiratura (e tutto quel che ne deriva e consegue, come di certo sapete meglio di me).
Questo vuol dire che se anche pubblicaste con i minori, anche se riuscissero a stamparvi in tirature da 100.000 copie ad edizione, potreste rimanere fuori dal mercato perché i veri compagni duri e puri che non hanno mai nemmeno odorato un lurido, capitalistico pezzo di pane sesamato di mcdonald, figuriamoci farci colazione una domenica mattina di agosto a Bologna [lo so, me ne vergogno, ma il mio organismo prima di un caffè è molto poco incline alla lotta politica, mentre i baristi di Bologna quella mattina erano molto inclini alla "dormita dura senza paura"]; dicevo i Veri "CAZZO, COMPAGNI, DICO CAZZO" non vi troverebbero nel sovieticissimo scaffale di Feltrinelli e mai, dico MAI, vi cercherebbero nella piccola libreria delle EDB o nelle librerie di quartiere (quelle che ancora sopravvivono), perché per coerenza hanno deciso che non si può più svoltare a destra.
Dunque, ancor di più urge un appello al buon senso e calma nei rapporti coi cerebrolesi, abbiamo voluto una comunità aperta? Ora dobbiamo sobbarcarci il maledetto compito di istruirci vicendevolmente, coprendo con pazienza e temperanza [lo so, è difficile, lo so] le lacune di quelli che non sanno leggere la storia, figuriamoci l'epica...
Scusandomi per questo fiume di parole
Vi Saluto Fraternamente

Dario

P.S. Da buon studente di Teologia (dunque puntiglioso), e da buon Battista (quindi incazzoso) sono andato a controllare il detto evangelico usato dal buon D*** P***...
Vi farà piacere sapere che Gesù sta parlando del giuramento, dunque la citazione è a sproposito [Non giurare neppure sul tuo capo, poichè tu non puoi fare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia "sì, sì; no, no"; poichè il di più viene dal maligno. (Matteo 536;37)] e che anche l'altra occorrenza della citazione parla del giuramento [Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio. (Giacomo 512)]; non solo ma nella lettera di Giacomo, il leit-motif del passo in cui è inserito il v.12 è proprio "non giudicate per non essere giudicati", dunque il buon D*** P*** ha usato esattamente le parole che più di tutte, in tutta la Bibbia si potevano ritorcere su di lui, dimostrando, se non intelligenza, se non buone maniere, almeno una vena profetica (sebbene autolesionista) non da poco...


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[dalla lista Eymerich:]

IL CUGINO CARLO, 52 ANNI, OPERAIO FIAT

Cari amici,
sollecitato dalle edificanti parole di massimo D** P****, che più di qualunque messaggio presidenziale di fine anno mi hanno spinto alla riflessione, ho approfittato della presenza vacanziera del cugino Carlo, 52 anni, operaio Fiat, per convincerlo di eretica pravità.
Da quasi 30 anni il cugino Carlo collabora fattivamente con la più potente famiglia dell'aristocrazia borghese italiana, consentendole di controllare la pressoché totalità dell'economia italiana, per tacere degli effetti inquinanti dei mezzi di trasporto prodotti, che ci avvelenano e ci tolgono aria. Da Mirafiori a Termini Imerese, ogni operaio Fiat rafforza questo stato di cose, ed è un sorso d'aria in meno per tutti gli altri. Ma d'aria non ce n'è più.
Il cugino Carlo, come Rutelli, fa un discorso che s'avvita: dalle altre parti non mi hanno voluto, dovevo pur mangiare; poco importa se la Fiat impone, come il cugino Carlo sa benissimo, una sorta di manomorta sulle concessionarie, riempendole di sue autovetture a scapito delle case automobilistiche più piccole, è o non è una questione di democrazia e pluralismo, dunque politica? Che ne è della Skoda? E della Zaz? Chi ha mai avuto più notizie della gloriosa Rsu Prinz con cui andavo a fare attacchinaggio per Potere Operaio? E non faccia finta, il cugino Carlo, di non avere con la sua manodopera permesso l'esistenza della banda della "Uno bianca"... sarebbe mai potuta nascere una banda della Rolls Royce grigio metallizzata?
Queste cose il cugino carlo le sa, e che gli piaccia o no, questa è politica. Politica con la "p" di pisello. E dobbiamo smettere di guardarci il pisello mentre facciamo pipì per metterci in pace la vescica (o la coscienza, che poi è la stessa cosa, secondo il cugino Carlo).
Certo, non tutti possono camminare sulle proprie gambe come i compagni di Termini Imerese che hanno spontaneamente deciso di lasciare la Fiat; per molti lavorare in Fiat è più una necessità che un lusso e anche per questi "non è nulla di personale: sono affari". Ma a forza di non farne una faccenda personale, si dimentica che la faccenda è terribilmente collettiva e come tale leggermente intollerabile.
Viva D** P****! Viva la rivoluzione!

Hobo

>Vai ai commenti successivi: Voltolini, Genna, risposte di Wu Ming 4 e Wu Ming 1>



D** P***
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