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Rocco Siffredi

Con le code degli occhi, ovvero: il corridoio di «Profondo Rosso»

David Hemmings in Profondo rosso
[Rifrazioni è un quadrimestrale di cinema-e-oltre diretto da Jonny Costantino. Il n.7, uscito da pochi giorni, contiene un dossier intitolato “Folgorazioni”, nel quale diversi scrittori, critici, storici del cinema, registi e attori (si va da Wu Ming 1 a Enrico Ghezzi, e c’è persino un inatteso Rocco Siffredi) dedicano un pezzo a una scena di film che li ha colpiti, ispirati, meravigliati, o che riveste importanza nella loro vita e/o professione. Wu Ming 1 ne ha approfittato  per ribadire una dichiarazione di poetica che riguarda l’intero collettivo. Qui di seguito, il suo contributo. E’ stato scritto il 28 aprile 2011, ciò spiega il riferimento a una “installazione” di quei giorni, realizzata a Roma da Mimmo Rubino. Attenzione: il testo contiene uno spoiler. Se non avete mai visto Profondo rosso di Dario Argento (1975), vi rovina la sorpresa.
Per leggere l’intro del dossier e alcuni estratti, cliccare qui.]
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Pensiamo all’espressione “coda dell’occhio”. Una coda sta sul retro di un corpo. Per la precisione, sopra le terga. E’ il prolungamento della colonna vertebrale, oltre il coccige. La coda dell’occhio, metafora per l’estremo margine del campo visivo, è dunque associata al “retro” di un corpo, è l’ultima parte dell’occhio a cogliere, a percepire qualcosa di uno spazio che si sta lasciando. Ciò che appare nella coda dell’occhio è ormai lontano dal focus del nostro sguardo, è in-distinto, non si staglia su nulla, è già tornato parte dello sfondo, di ciò che lasciamo in fondo.  Prosegui la lettura ›

La salvezza di Euridice / 1a parte: Il “mondo nuovo delle storie”

L'Orfeo di Monteverdi

[La salvezza di Euridice, scritto da WM2, è il saggio che conclude il libro più odiato dai nostri detrattori, New Italian Epic. Narrazioni, sguardi obliqui, ritorni al futuro (Einaudi, gennaio 2009). LSdE è un testo a cui teniamo molto, il più vicino a una compiuta dichiarazione di poetica del collettivo Wu Ming: spiega cosa sono per noi le narrazioni, come vogliamo svolgere la funzione di narratori, quali convinzioni stanno alla base del nostro lavoro in rete etc. Per un sovraccumulo di impegni, non lo avevamo ancora messo on line; oggi iniziamo a colmare la lacuna. Lo pubblicheremo su Giap in tre puntate settimanali. Buona lettura.
Sopra, frontespizio de L’Orfeo di Claudio Monteverdi, in un’edizione veneziana del 1609, particolare.]

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Quando si racconta una storia, è molto raro anticipare il finale.
Nello scrivere un saggio, invece, bisogna elencare da subito le principali conclusioni, i risultati della ricerca, così chi legge può decidere se vale la pena arrivare in fondo.
Stretto fra le due esigenze, proverò a dire qualcosa senza dire tutto.
Il testo che segue si divide in tre capitoli. Prosegui la lettura ›