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Emilia-Romagna

La vera emergenza in Emilia-Romagna: una classe dirigente innamorata di asfalto e cemento

Cantando inni alla cementificazione

di Wu Ming

Sta facendo cerchi nell’acqua – l’acqua sporchissima del post-alluvione – la notizia dell’ultimo blitz pro-cemento della giunta regionale emiliano-romagnola, quella capeggiata da Stefano Bonaccini.

Blitz fatto ad agosto, come da cliché, quando l’attenzione generale, tra canicola e vacanze, perde colpi. Infatti il caso è esploso un mese più tardi: prima una lettera di Italia Nostra poi un articolo di Paolo Pileri su Altreconomia hanno attirato l’attenzione su questa mossa esecranda. Prosegui la lettura ›

L’Emilia-Romagna: da illusorio «modello» a «hotspot della crisi climatica». Quale futuro immaginare?

22 luglio 2023, traliccio abbattuto dalla tempesta «downburst» nel Ravennate. Foto tratta da meteoweb.eu.

Pochi giorni fa si è svolto a Cesena il convegno di Energia Popolare, la «non-corrente» (sic) bonacciniana del Partito Democratico. Tra gli ospiti Romano Prodi, che ha parlato della necessità, da parte del PD, di un «radicalismo dolce». Numerosi gli articoli e i servizi tv – per non dire delle photo opportunities su Facebook e Instagram – dedicati a quest’ennesimo pseudoevento politicante, ovviamente svoltosi in una sala con l’aria condizionata.

Mentre i notabili di Bonaccini – tutti con curriculum ominosi: alfieri della cementificazione, difensori di un’economia ecocida, favorevoli ai rigassificatori e quant’altro – se la cantavano e se l’applaudivano, nel mondo si batteva ogni record di temperatura e aumentava la frequenza di fenomeni estremi e disastri. L’Europa cuoceva a fuoco rapido. Le foreste canadesi bruciavano da mesi. Il fumo faceva tossire persone a migliaia di chilometri di distanza.

In capo a poche ore, sulla stessa Romagna che ospitava il convegno si sarebbe abbattuta, di nuovo, la furia degli elementi. Ma l’aria condizionata dà sollievo, aiuta a non pensare, a continuare col tran tran anche se fuori, letteralmente, si crepa di caldo e le città sono sempre più roventi… anche a causa dei condizionatori. Prosegui la lettura ›

In marcia con gli Ent. L’importanza delle lotte a Bologna contro il Passante, il cemento e il «green»

Il «green» – nemico del verde, avanguardia di asfalto e cemento – visto da Nicolò Balestrazzi.

«Non ci compete governare tutte le maree del mondo, bensì mettercela tutta a sostegno degli anni a noi assegnati, estirpando il male dai campi che conosciamo, in modo che chi vivrà dopo abbia terra sana da coltivare. Del tempo che farà non siamo noi a disporre.» (J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, RR, V. IX)

INDICE
1. Immagini e discorsi del post-alluvione: la «regione-modello» nella melma
2. Conseguenze di cemento e arboricidio: l’esempio del Savena
3. La lotta al «Passante di Bologna» dopo le piogge
4. Come ti “compenso” l’ecocidio
■ Pugno d’asfalto in guanto di velluto verde
■ Cementificare per «salvare il suolo»
5. «Ogni giorno qualcosa»: un ecosistema di lotte a Bologna
■ Due insegnamenti della lotta No Tav
6. La lotta al Passante è di portata nazionale ed europea
7. Materialismo fantastico
8. Verso il 17 (e 18) giugno

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Fanghi velenosi e narrazioni tossiche: sulle alluvioni in Emilia-Romagna

Provincia di Ravenna, 2 maggio 2023. In un punto tra Conselice e Massa Lombarda, il Sillaro rompe l’argine. In tutte le immagini, quest’ultimo appare pulitissimo, disboscato e sfalciato (cfr. il paragrafo 4 di questo articolo).

di Wu Ming

INDICE

1. Cementificazione: negare l’evidenza
2. Dare la colpa ad «ambientalisti» e «animalisti»
3. Vivere su una terra di cui non si sa niente
4. Denudare gli argini: l’eccidio della flora ripariale in Emilia-Romagna
5. Paradosso di una «ciclovia»: eliminare il verde per essere green
6. Le trappole dell’eccezionalismo
7. Bona lé tirare in ballo il terremoto del 2012
8. Il suprematismo emiliano-romagnolo ha rotto i maroni
9. Der Kommissar

«Le acque stan via anni e mesi, poi tornano ai loro paesi.»
«L’acqua rosica anche il ferro.»
(Proverbi delle terre del Delta padano)

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«Vorrei ma non voglio». I danni della DAD, il ruolo delle Regioni e le contraddizioni di Bonaccini

di plv *

Il 23 Dicembre 2020, in diverse città d’Italia, Priorità alla Scuola è scesa in strada davanti alle scuole con cartelli che dicevano «Ci vediamo il 7». Tutti sapevano che la scuola non avrebbe riaperto. Tutti sapevano che la curva dei contagi si sarebbe alzata, sarebbe stato impossibile il contrario. E a quel punto quali sarebbero state le misure prese?
Prima un rinvio (all’11). Poi un po’ di articoli adeguati sui giornali giusti. Poi un po’ di shopping e infine l’ennesimo rinvio. Ad eccezione di Toscana, Valle d’Aosta, Abruzzo e Alto Adige, l’apertura delle scuole è stata rimandata a più avanti. In alcune regioni fino al 31 gennaio.

Come volevasi dimostrare.

Sulla chiusura della scuola si assiste a un dibattito tra istituzioni preoccupante, dal momento che diversi attori, pur giocando un ruolo chiave, non si assumono la responsabilità politica, portando a un’opacità de facto. È opaco il modo in cui si arriva alle decisioni (spesso poco chiare anch’esse), e non si capisce nemmeno chi sia l’effettivo decisore. Questo è grave, anche a prescindere dalla scuola.

In un sistema fondato sullo scaricabarile, tocca guardare anche alle azioni di chi sta su un gradino diverso.
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«Aiutiamoli a casa loro». Cosa stanno facendo Impregilo e CMC in Sudafrica?

[Con questo articolo di Luca Manes prosegue la nostra collaborazione con l’associazione Re:Common intorno alle imprese neocoloniali delle aziende italiane in Africa. In questo caso si parla del Sudafrica e delle attività di due ditte molto note a chiunque si interessi di Grandi Opere Dannose, Inutili e Imposte: Salini-Impregilo e CMC. Quest’ultima, con sede a Ravenna, è anche un prodotto d’esportazione del «modello economico emiliano-romagnolo», di cui tanto s’è parlato negli ultimi mesi. Le fotografie sono di Carlo Dojmi di de Lupis. Buona Lettura.]

di Luca Manes

Ladysmith è una cittadina della provincia sudafricana del KwaZulu-Natal, a metà strada tra Johannesburg e Durban, teatro di uno degli eventi più famosi della Seconda Guerra Boera. Qui fra il 2 novembre del 1899 e il 28 febbraio del 1900 le truppe boere assediarono quelle britanniche, senza riuscire a espugnare l’avamposto nemico. Davanti al municipio di Ladysmith ci sono ancora due dei cannoni usati in quei giorni, mentre il vicino hotel è una sorta di museo non ufficiale di quel conflitto, che vide l’esercito di sua maestà imporsi sui coloni boeri e vendicare l’onta della sconfitta nel primo conflitto. Ma in tutta l’area intorno al centro abitato risuona ancora l’eco delle sanguinose battaglie svoltesi sulle tante colline che movimentano il panorama.

La più celebre è la Spion Kop, su una collina che si raggiunge tramite una stradina stretta e ripida dopo una mezz’ora di macchina da Ladysmith. La strenua resistenza e le tante vittime (243), in buona parte originarie del Lancashire, colpirono così tanto l’immaginario collettivo inglese che molte “curve” degli stadi di calcio allora in costruzione furono rinominate Spion Kop. Poi abbrevviate in Kop, come quella del Liverpool che anche i meno appassionati di football conoscono. Prosegui la lettura ›

Ti mandavano al confino perché… | Radio Giap Rebelde

Unheimlich.

«Cappa plumbea», «nube tossica»… Per descrivere quel che grava sul territorio nel quale siamo nati e cresciuti, sulla città e la regione in cui viviamo, potremmo sprecare i clichés.  Mesi di teratogena campagna elettorale, carcinomi del linguaggio causati da polveri sottili penetrate nei meandri del cervello sociale.

Lo spaesamento è forte, benché ampiamente previsto. Ecco, prevedere lo spaesamento. Manca una parola, almeno in italiano, per indicare uno straniamento già messo in conto. Macchine mitologiche si scontrano. Emilia paranoica, diceva quel tale. «Emilia» idea senza parole.
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