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Catanzaro

Da D’Annunzio a Ciccio Franco, ovvero: un paio di frottole neofasciste sulla #Calabria

D'Annunzio

A Gabriele D’Annunzio viene spesso attribuita la frase «Il lungomare di Reggio è il chilometro più bello d’Italia», ma… l’ha detta davvero? La risposta è nell’articolo qui sotto.

di Lou Palanca 2 *

Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni.
Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine.
Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.
– Giovanni Pascoli, Pensieri e discorsi, 1914

Gli anni d’inizio secolo li ho dedicati alla storia locale, ricostruita in particolare a partire dalle fonti orali. Mentre lavoravo ad un saggio sulla Rivolta di Reggio Calabria del 1970, ho avuto modo di consultare, presso il locale Archivio di stato, un’ampia documentazione di volantini e manifesti stampati nel giro dei due anni che incendiarono la città dello Stretto nella disputa per il capoluogo di regione, in quella che Tonino Perna ha definito:

«l’ultima grande lotta popolare del nostro Mezzogiorno, la prima lotta “etnica” di un ciclo di lotte e guerre che hanno insanguinato gli ultimi trent’anni del XX secolo1

Tra i comunicati, molti ciclostilati in proprio, dei vari comitati spontanei nati in appoggio della causa pro “Reggio capoluogo”, uno mi aveva colpito in particolare. Portava in calce la firma di vari studiosi reggini ed elencava motivazioni, ragioni storiche, monumenti e giudizi sulla città da parte di poeti, scrittori, intellettuali, di ogni epoca.

La chiosa finale non lasciava dubbi sulla contesa con Catanzaro, Reggio doveva essere il capoluogo: «Perché, come sostenuto dal D’Annunzio, Vate d’Italia, ha il chilometro più bello d’Italia!»2 Prosegui la lettura ›

Ancora scrittura collettiva! WM2 intervista Lou Palanca

palancablocco522

Il 18 aprile scorso, in un articolo storico e sistematico sulla scrittura collettiva in Italia, Vanni Santoni non li ha manco nominati. Eppure so bene – per via di telefonate intercorse – con quanta attenzione l’autore abbia scritto quel pezzo, destinato a diventare una piccola summa del fenomeno. Più che una prova di inaccuratezza, la mancanza di Lou Palanca in quelle righe, è la dimostrazione che la letteratura a più mani, in Italia, sta diventando un’esperienza talmente vasta e ramificata da sfuggire alle mappature dei cartografi più appassionati e coinvolti. Prosegui la lettura ›