/Giap/#4, IIIa serie - Mantova: i trucchi degli sciamani non funzionano più - 9 settembre 2002



(1) "Intellettuali" e "impegno": tagliare il nodo gordiano (WM1, Lello Voce et alii)
(2) Mantova: i trucchi degli sciamani non funzionano più (di WM1, WM2 e WM4)
(3) Niente libri su un'isola deserta! (a cura dei /giapsters/ lettori pubblici volontari)
(4) Calendario presentazioni 54 di settembre-ottobre
(5) Appello contro le estradizioni: elenco dei firmatari aggiornato all'8/9/2002
(6) Bookcrossing



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Pochi giorni prima della nostra spedizione a Mantova, il 29 agosto scorso, Wu Ming 1 ha partecipato a una puntata di Fahrenheit su Radio 3, trasmissione condotta da Loredana Lipperini. Si trattava di una discussione col poeta Lello Voce e col critico d'arte Elena Del Drago, sul solito falso problema di "arte e impegno", "intellettuali e politica" etc., di recente riproposto sulle pagine culturali dei piu' importanti quotidiani.
La discussione è stata molto proficua, le nostre sciabole hanno lavorato bene sul nodo gordiano, e abbiamo deciso di rendere il tutto disponibile on line, in formato MP3. In questo modo, inauguriamo la nuovissima sezione "Suoni" di wumingfoundation.com.
ATTENZIONE, questa sezione ospita files molto voluminosi (questo di Fahrenheit è il più grosso di tutti), ed è consigliabile avere una connessione veloce (ADSL o fibra ottica) e/o un apposito programma per scaricare files a più riprese (Get Right o altri). Usando quest'ultimo, si può affrontare l'impresa anche con una linea ISDN. Chi ha una connessione più lenta può chiedere un favore a un amico o cercare di accedere a un computer pubblico (università, Internet bar etc.), ormai hanno quasi tutti connessioni a banda larga.



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 I TRUCCHI DEGLI SCIAMANI NON FUNZIONANO PIU'

Impressioni e inquietudini di Wu Ming 1, Wu Ming 2 e Wu Ming 4, Mantova, 5 e 6 settembre 2002



<<05-set 20:56
FESTIVAL MANTOVA: ESIBIZIONE A SORPRESA DEI WU MING;
(ANSA) - MANTOVA, 5 SET - Arrivano sul palco di palazzo D' Arco e si mettono a raccontare "delle storie". Senza presentarsi al pubblico del Festivaletteratura, sorpreso da tanto mistero. Sono i Wu Ming, un collettivo di narratori dietro cui si celano le identità di Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Luca di Meo, Federico Guglielmi e Riccardo Pedrini.
Chi in camicia, chi in maglietta, ad uno ad uno prendono il centro del palco per raccontare le loro storie. "Sono Wu Ming uno" dice il primo e comincia a parlare di un testo di fantascienza apparso nel 1978 sulla rivista 'Robot'. E poi "Wu Ming due' che parla di un'isola caraibica, e "Wu Ming tre" che enuncia le caratteristiche che devono avere le storie: "Come l'evoluzione della specie di Darwin devono avere la caratteristica della variazione, dell'ereditarieta' e dell'adattamento". E poi il Wu Ming quattro e il Wu Ming cinque.
A informare il pubblico su chi siano quei cinque sul palco ci pensa un sesto personaggio che in sala si mette a distribuire volantini, su cui sta scritta la storia dei Wu Ming, ex Luther Blisset, autori del fortunato romanzo storico 'Q' e del recente romanzo '54', pubblicato da Einaudi che, partendo dall'anno 1954, offre un affresco singolare del mondo dei blocchi contrapposti. (ANSA).>>



da "La Voce di Mantova", 6 settembre 2002:


<<WU MING FEDELI ALLA LINEA
Fotografi e operatori televisivi esclusi dall'incontro a Palazzo D'Arco
I cinque giovani scrittori non intendono diventare personaggi
Spiegano i cinque: "Le storie hanno un potere taumaturgico"


"Abbiamo bisogno di raccontare, sentire storie. Le storie hanno potere taumaturgico". I Wu Ming, protagonisti ieri, nel giardino di Palazzo D'Arco, dell'incontro "Le storie sono di tutti", si sono rivelati fedeli al proprio progetto artistico, che li vede anteporre la scrittura a tutto il resto, anche di fronte al pubblico curioso e numeroso di Festivaletteratura. Non una parola sulla loro vita privata, non un gesto o un sorriso rivolti agli operatori fotografici o televisivi, esclusi dall'incontro per espresso desiderio dei componenti del gruppo, che non intendono diventare personaggi, romanzieri divi.
Schivi per scelta, i cinque giovani scrittori hanno raccontato storie e hanno spiegato cosa significhi per loro la narrazione. Ha iniziato Wu Ming 1 con una novella di fantascienza di Robert Silverberg, qualche intensa pagina che ha catapultato il pubblico nell'anno 2miliardesimo. Hanno proseguito gli altri, raccontando "storie successe per davvero", incalzando gli attenti spettatori con "racconti che hanno bisogno di essere raccontati, dotati di una spinta vitale che li spinge ad essere narrati". Come quello di Vitaliano Ravagli di Imola, partito per il Laos con le brigate comuniste, personaggio reale che i Wu Ming hanno reso protagonista di "Asce di guerra", il loro romanzo d'esordio. O come la tormentata saga della famiglia di ebrei spagnoli Mendez, della i cinque autori hanno volutato raccontare le vicende veneziane. O, ancora, come i fatti accaduti sull'isola di Anguilla nel 1967, la sommossa popolare scoperta per caso nel corso di una ricerca sull'anguilla, il viscido pesce che - guarda caso - raggiunge i Caraibi per la riproduzione. Tante storie, quindi, che non si esauriscono nel momento in cui sono raccontate, storie che devono essere, inevitabilmente, messe in circolazione, "storie che appartengono a tutti" (sab).>>


***

[WM1] ...siamo soddisfatti di come abbiamo gestito la trasferta a Mantova: abbiamo "marcato la nostra differenza" senza eccessivi disagi, evitando di partecipare alla fiera delle vanità ma riuscendo comunque a dar senso alla nostra presenza, per mezzo delle storie che abbiamo raccontato, del volantino che abbiamo distribuito prima dell'evento, e grazie alle persone che abbiamo conosciuto.
Fortunatamente, prima, durante e dopo la fiera siamo stati praticamente invisibili e indicibili dai cronisti culturali dei grandi giornali nazionali, sguinzagliati a caccia di gossip e stereotipi.
[Quel pochissimo che è stato scritto sui giornali nazionali a proposito della nostra presenza a Mantova era roba parecchio grossolana e imprecisa. Disinformazione pura. All'inverso, quel poco di decente che è stato scritto sulla nostra presenza a Mantova è apparso su giornali locali. Un'altra conferma: spesso i giornalisti culturali dei piccoli quotidiani sono più motivati a fare bene, e hanno meno briglie di cui tenere conto (a prescindere dalla linea politica della testata).]
La nostra partecipazione a Festivaletteratura 2002 ha confermato, se mai ve ne fosse ancora bisogno, il nostro essere outsiders nell'industria culturale italiana. Davvero non potremmo essere altro perché...

[WM2:] Premio per la domanda più assurda che ci sia mai stata rivolta:
- Wu Ming, con questa mania di non apparire, in una società basata proprio su quello, non rischiate di precludervi collaborazioni interessanti, ad esempio col cinema?
-"?
[Da quando in qua per scrivere una sceneggiatura, un soggetto, un dialogo è necessario apparire da qualche parte?]
- Ma sì, penso ai Beatles, che facevano gli attori nei film musicati da loro stessi, questo a voi non sarà possibile, recitare in un film tratto da un vostro libro, interpretare i vostri stessi personaggi"
- Wu Ming è un collettivo di scrittori. Se poi uno vuole recitare, cazzi suoi, no?

[WM1:] ...al contrario, siamo stati visibili e comprensibili ai lettori, che hanno interagito con noi in diversi modi.
Sia ben chiaro che, a differenza di certi propagandisti populisti, per "lettori" non intendiamo quella massa passiva che abbiamo visto blandire, addomesticare e irregimentare nel corso di vere e proprie cerimonie autoritarie, basate sul rapporto verticale e indiscutibile tra "artista" e "pubblico" (sorta di peronismo letterario, coi lettori ridotti a "blocco omogeneo" che si rispecchia nel grande Autore e si lascia sventolare insieme alla bandiera argentina).
Chiamiamo "lettori" quanti, anche all'interno della fiera, cercavano temi e storie, non esibizioni di guitti o occasioni per fingersi acculturati senza sbattersi troppo, e perciò hanno saputo emozionarsi senza rinunciare a un sano distacco critico. Sono probabilmente costoro ultimi ad aver dato a Festivaletteratura (o almeno alle sue prime edizioni) il suo buon nome, non certi altri soggetti che...

[WM4] Per puro caso, gironzolando tra gli happening, mi ritrovo all'incontro con David Lodge. "Maestro della parodia letteraria e sottile umorista", recita il programma. Non ho mai letto niente di David Lodge e per quanto ne so potrebbe essere il più grande scrittore vivente.
Pubblico variegato e numeroso, sotto il tendone, nel cortile della Cavallerizza, Palazzo Ducale di Mantova. L'evento è agli sgoccioli, ascolto le ultime battute dell'autore, pronunciate in un inglese oxfordiano che ricorda molto i Monthy Pyton quando facevano la caricatura dell'inglese oxfordiano. Anche il "sottile umorismo" di Lodge, tipico british sense of humour, fa venire in mente scene di vita quotidiana nel College di Eton: robe tipo cori di voci bianche maschili, ciuffi sbarazzini, professori togati, diosalvilanostragloriosaegraziosaregina, etc. etc...
Ecco, l'autore ha finito, c'è tempo per alcune domande. Si alza un ragazzo, meno di trent'anni, capelli a coda, barba curata. Agguanta il microfono e pronuncia il suo quesito.
- Signor Lodge, penso agli attuali scrittori inglesi e oltre a lei mi vengono in mente Welsh, Amis, Doyle, Hornby, McEwan... Vorrei che lei mi dicesse se vede qualche scrittore americano vivente valido, perché a me non ne viene in mente neanche uno.
Risolini di complice approvazione serpeggiano tra la platea, trasformandosi in un brivido che mi percorre la schiena. Ma non è causato dall'incommensurabile ignoranza implicita nella domanda. Se l'istruzione è un diritto, anche l'ignoranza lo è, ci mancherebbe. No, è la sfacciata, furbesca, "volontaria" dichiarazione di ignoranza, che vuole accattivare la simpatia dell'autore e forse fare colpo sulla ragazza della sedia a fianco; è l'occhiolino strizzato allo scrittore britannico vs. scrittori yankee, neanche fossimo davvero a Eton nel 1930; è l'ingiustificata captatio benevolentiae anche a costo di dire una bestialità clamorosa; è la lingua nel culo di Lodge che, ne sono certo, nonostante l'aplomb da vecchia Albione, non se lo merita proprio...
Guardo il deficiente che ha appena fatto la domanda: uno che legge libri, almeno in teoria, o che se ne interessa, visto che è venuto a Mantova per sentirne parlare. Penso che se anche costui fosse vittima dell'antico snobismo nei confronti della letteratura di genere [e quindi ritenesse merda la produzione di Ellroy, Bunker, Leonard, Crumley, Mosley, Scoppettone etc.], i casi non potrebbero che essere due: o non ha mai sentito nominare Don DeLillo, Thomas Pynchon, Tom Wolfe, Jonathan Franzen, Philip Roth, Paul Auster, Tom Robbins, Cormac McCarthy, ecc. ecc., oppure li considera degli scartini. Però Welsh, Amis, Doyle, Hornby e McEwan li conosceva...
Dunque la soluzione al dilemma è una sola: mi trovo in presenza di un idiota talmente mastodontico che non ha alcun pudore a prendere il microfono e comunicarlo al pubblico, pur di fare l'ammicco all'autore di turno. E nessuno che si alzi in piedi a gridargli: "Idiota!". Ecco spiegato il brivido: è il freddo dello spazio siderale che separa me e, spero, la comunità aperta di chi mi legge, da questa gente, da questo approccio alla letteratura e a chi scrive.
La seconda domanda la fa un tizio sui quaranta e riguarda - giuro, i motivi mi restano incomprensibili - un altro autore! Il nostro chiede a Mr. Lodge come il pubblico inglese viva la compresenza sulla scena letteraria di Amis padre (Kingsley) e Amis figlio (Martin).
Da inglese beneducato, Lodge risponde a entrambe le domande con stile e alla fine la moderatrice dell'incontro annuncia che il tempo è scaduto e, "dal momento che uno dei punti di forza del Festival di Mantova è l'interscambio diretto tra gli autori e i lettori, gli ultimi minuti saranno dedicati alla firma degli autografi".
Mi alzo, incredulo, sconcertato, mentre una sobria fila "britannica" si compone davanti all'autore. Una firma e una stretta di mano. Un tocco e una benedizione. Interazione tra scrittore e lettore. Tra Padre Pio e il fedele.
Guadagno l'uscita quasi barcollando con una domanda che tengo per me: "Che ci faccio qui?".

[WM1:] Ma qualcosa eravamo andati a fare.
"Le storie sono di tutti". Mantova è distante ventimila leghe da quanto sta davvero succedendo nella cultura e nella letteratura. Al Festivaletteratura non si affrontano i temi discussi tra WM1 e Lello Voce, non si parla dei movimenti culturali nati e cresciuti nella Rete, delle moltitudini che creano infischiandosene della "proprietà intellettuale", non si parla di copyleft e software libero, in generale (a parte Terzani e Gino Strada) non si parla del mondo che sta esplodendo... Gli sconvolgimenti planetari dell'ultimo lustro stanno cambiando irreversibilmente la cultura e la vita. Organizzare una rassegna a misura di paparazzi e feticisti dell'autografo ci sembra una riduzione della complessità quantomeno eccessiva. Da qui la scelta di emettere la nota "stonata", e parlare proprio (anche) di questo.

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E' già possibile scaricare i nostri interventi ( WM1, WM4 e WM3) in formato MP3 alla sezione "Suoni" di wumingfoundation.com. La qualità sonora non èsopraffina (agenti del Vaticano hanno pure cercato di coprire le parole di WM4 facendo suonare le campane di una vicina chiesa), ma più che intelligibile. Grazie a Gemma e Tommaso per la registrazione.
Chi non ha una connessione veloce pazienti qualche giorno, dai nostri appunti stiamo ricostruendo tre brevi saggi che dovrebbero uscire sulle pagine di un quotidiano nazionale.
L'intervento di Wu Ming 1 "Breckenridge e il continuum" era già stato fatto alla sala Sirenella di Bologna il 22 aprile scorso, nell'ambito del "Seminario sull'immaginazione" organizzato da Stefano Benni.

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[WM1:] ...anche il nostro evento lo abbiamo sentito un po' troppo verticale: in un festival come quello il palco lo senti tutto. Il palco è un altare (altare post-giovanneo, su cui il prete non dà le spalle al pubblico, ma pur sempre un altare), quindi il pubblico è più... "composto" di quello che incontriamo nelle presentazioni: poche domande, attimi di silenzio tra una domanda e l'altra... Non propriamente il contesto più adatto a comunicare con noi. Per questo motivo non abbiamo cercato di capire se tra il pubblico (all'incirca trecento persone) ci fossero o meno dei /Giapsters/. Solo al termine dell'evento il ghiaccio si è sciolto del tutto e alcune persone si sono fermate a ciacolare con noi.
Nelle ore successive e il giorno dopo, abbiamo avuto un bel feedback e ci siamo resi conto che l'evento era stato piu' "caldo" di com'era sembrato dall'altare.

[WM2:] L'evento è finito da poco.
Interviste, strascico, timbri rossi con ideogrammi Wu Ming.
Fuori da palazzo d'Arco, ancora qualche minuto a parlare, prima di concentrarsi sulla cena.
Una bicicletta attraversa la piazza e accosta al marciapiede.
- Cazzo, Francesio! Ma vi rendete conto: è Francesio!
Immagino la scena vista da un passante: cinque fans sfegatati che assalgono il loro autore preferito. Francesio, Francesio... Qual era pure il suo ultimo romanzo?
Romanzi, non so. Ma attraverso Giap, sono almeno due anni che ci scambiamo lettere, commenti, scritti sul calcio, su Genova, sui DS e su Repubblica... Qui a Mantova, tra incontrare Francesio e incontrare McEwan, la scelta sarebbe fin troppo facile.
Finisce che saliamo a casa sua, ci beviamo un paio di bottiglie di rosso e andiamo a cena con tutta la famiglia, tranne Lillo, il gatto, che deve starsene a casa.
La mattina dopo, seduti in un bar del centro, stiamo facendo colazione.
Si avvicina una ragazza. Era all' evento, le sono piaciute molto le storie che abbiamo raccontato e le piacerebbe poterci ricambiare con quelle che sa raccontare lei, quelle che riguardano Mantova e il palazzo Ducale, i Gonzaga e i Bonacolsi.
L'appuntamento è per il pomeriggio. Marta, che lavora per la Sovrintendenza e conosce gli angoli più nascosti del Palazzo, ci farà da guida. Un tour speciale, attraverso stanze chiuse ai visitatori, ambienti dimenticati per secoli e riscoperti solo di recente, arazzi tanto preziosi da diventare oggetto del trattato di pace tra Austria e Italia alla fine della Grande Guerra.
Alle otto meno dieci siamo ancora dentro. Palazzo Ducale è deserto e bellissimo. Gli affreschi della camera degli sposi sono nascosti dalla penombra. Marta prova ad aprire una finestra: parte l'allarme, meglio andare...
Il custode non se la prende, anzi. Apre una porticina di legno e ci concede gli ultimi minuti per visitare le finte catacombe dei Gonzaga.

[WM:]  Subito prima che salissimo sul palco, l'amico Tommaso De Lorenzis (critico "maledetto" salentino) si è prestato a distribuire agli astanti il seguente volantino, che non racconta "la storia di Wu Ming" come riportato dall'ANSA bensì cerca di sgombrare il campo da una diceria senza senso:


<<LA PRIMA VOLTA DI WU MING

"...Wu Ming, il nome collettivo che nasconde i cinque autori (che già furono Luther Blissett) di 'Q' e dell'ultimo '54', per una volta accettano di cambiare la loro regola di 'non apparire' per parlare con i loro lettori."
Massimo Vincenzi, Il Venerdì di Repubblica, 30 Agosto 2002

Già, per una volta , fatte salve queste poche eccezioni:

25/03/99 Libreria Feltrinelli, Ravenna
10/04/99 Club La Contrada, Crema
03/05/99 Università di Genova
03/05/99 Teatro Gustavo Modena, Genova
07/05/99 Libreria Feltrinelli Largo Argentine, Roma
07/05/99 Libreria Odradek, Roma
08/05/99 Libreria Feltrinelli, Firenze
17/10/99 Libreria Fahrenheit 451, Quarrata (PT)
24/11/99 Facoltà di Scienze Politiche, Bologna
25/11/99 Biblioteca Labronica, Livorno
15/02/00 Feria Intercontinental del libro, L'Avana, Cuba
09/03/00 Libreria Rizzoli, Bologna
13/05/00 LSOA Bulk, Milano
15/06/00 Chiaro/Scuro Festival, Asti
07/07/00 Semana Negra, Gijon, Spagna
20/10/00 Teatro Polivalente Occupato, Bologna
28/10/00 Libreria Fahreneit 451, Piacenza
09/11/00 Sala Teatro al Parco, Parma
10/11/00 Libreria Fahreneit 451, Quarrata (PT)
10/11/00 Biblioteca comunale, Riolo Terme (RA)
15/11/00 Libreria "In der Tat", Trieste
16/11/00 Libreria "Librarsi", Vicenza
30/11/00 Teatro parrocchiale, Pezzoli (RO)
02/12/00 Osteria 'La Sangiovesa', S.Arcangelo (FO)
06/12/00 C.I.R.CO.L.I. , Imola (BO)
08/12/00 Museo Bargellini, Pieve di Cento (BO)
12/12/00 Ristorante "Tipicità", Fermo (AP)
14/12/00 C.S.O.A. Rivolta, Marghera (VE)
15/12/00 Libreria Feltrinelli, Ravenna
15/12/00 Biblioteca comunale "C. Pavese", Casalecchio (BO)
20/12/00 Associazione Diavolo Rosso, Asti
28/12/00 Villa Frisari , Lecce
18/01/01 Associazione Interzone, Verona
19/01/01 C.S.O.A. "Pedro", Padova
26/01/01 C.S.O.A. "Corto Circuito", Roma
31/01/01 Libreria "Tra le righe", Pisa
03/02/01 L.S.O.A. "Bulk", Milano
09/02/01 Associazione 'FuoriLuogo', Ascoli
15/02/01 Circolo Fuori Luogo, Torino
22/02/01 C.P.A. Firenze Sud, Firenze
25/02/01 C.S.O.A. Magazzino 47, Brescia
14/03/01 Osteria "L'Ocantina", Forli'
21/03/01 Biblioteca Labronica F.D. Guerrazzi, Livorno
23/03/01 Facoltà Scienze Politiche, Perugia
28/03/01 Scalo 6 Ore, Fosso Sejore (PS)
28/03/01 Biblioteca "Natalia Ginzburg", Bologna
30/03/01 Circolo culturale Aurora, Arezzo
01/07/01 Festa di Radio Sherwood, Padova
20/10/01 Libreria Fahrenheit 451, Quarrata (PT)
20/11/01 Associazione 'La luna e i falo", Perugia
25/11/01 C.S.O.A. Magazzino 47, Brescia
02/12/01 C.S.O.A. Leoncavallo, Milano
15/12/01 C.S.O.A. Corto Circuito, Roma
04/04/02 Mel Bookstore, Bologna
11/04/02 C.S.O.A. Corto Circuito, Roma
12/04/02 Biblioteca comunale "Mozzi - Borgetti", Macerata
18/04/02 Seminario sull'immaginazione, Bologna
20/04/02 Pirobutirro Club, Pistoia
22/04/02 Seminario sull'immaginazione, Bologna
23/04/02 Libreria Feltrinelli, Milano
27/04/02 Teatro Malatesta, Montefiore Conca (RN)
30/04/02 Biblioteca comunale, Novellara (RE)
10/05/02 Libreria "Librarsi", Vicenza
15/05/02 C.S.O.A. Paci' Paciana, Bergamo
16/05/02 Libreria Patagonia, Venezia
17/05/02 Bottega del Libro, Tolentino (MC)
18/05/02 Istituto Storico della Resistenza, Ascoli
22/05/02 Ex-scuola elementare S. Leonardo, Parma
24/05/02 C.S.O.A. "Rivolta", Marghera (VE)
30/05/02 Cineteatro Nanni Loy, Cagliari
31/05/02 Biblioteca Comunale, Villacidro (CA)
01/06/02 Libreria Emmepi, Macomer (NU)
03/06/02 Libreria "Il Labirinto", Sassari
04/06/02 Libreria "Il Labirinto, Alghero (SS)
05/06/02 "Scalo 6 Ore",  Fosso Sejore (PS)
12/06/02 Associazione 'Portici', Bolzano
13/06/02 Bar "Le Corbusier", Genova
26/06/02 Libreria '900 Vigevano (PV)
26/06/02 Osteria L'Ocantina, Forli'
21/07/02 Maffia Club, Reggio Emilia
22/07/02 Parco giardini di S. Paolo, Parma
24/07/02 Rassegna "La dodicesima luna" S. Felice s/P. (MO)
01/08/02 Rassegna "Autori sotto la Torre", Forli'
05/08/02 Scandellara Rock Festival, Bologna
11/08/02 Festa di Radio Onda d'Urto,  Brescia
24/08/02 Festival "Azioni InClementi", Malo (VI)
29/08/02 Stabilimento balneare "La Duna degli orsi", Marina di RA

[l'elenco è da ritenersi incompleto e corrisponde al 70% delle presentazioni pubbliche di Luther Blissett/Wu Ming negli ultimi tre anni]

"Come nei mesi che seguirono l'uscita di Q, la nostra linea di condotta sarà: «essere presenti, ma non apparire: trasparenza di fronte ai lettori, opacità verso i media». Tale comportamento e' molto diverso dal non-concedersi [...]: Wu Ming si «sporca le mani» con le attività promozionali (interviste, presentazioni pubbliche di libri etc.), a condizione che cio' non degeneri nel tedioso culto del «personaggio» (servizi fotografici, comparsate in TV, gossip etc.)."

(dalla Dichiarazione Programmatica di Wu Ming, Gennaio 2000 - www.wumingfoundation.com)>>


[WM2:] Ci chiedono un'intervista per un quotidiano on-line. Problema: devono girare delle immagini e noi non ci facciamo riprendere. Solita disquisizione:
- E se vi riprendessimo di spalle?
- E se riprendeste di spalle cinque tizi qualsiasi, dove sta la differenza?
Alla fine si decide per un inquadratura fissa sulle dieci scarpe di tutti. L'assurdo è che qualcuno scaricherà dal sito del quotidiano questa intervista per trovarsi di fronte cinque minuti di scarpe parlanti. Non era meglio buttarla giù per iscritto, che uno se la legge in un minuto e spende pure meno di connessione? Pazienza, ormai e' andata.
Alle nostre spalle, Paco Taibo ha appena finito di parlare a Radio 3. Gli faccio un cenno, ci abbracciamo, poi lui guarda meglio, ci vede in fila come cinque burattini, vede la telecamera lì per terra, sgrana gli occhi:
- Es una foto? Trahidores de mierda!
Si tuffa per terra, sdraiato davanti alle nostre scarpe, e non si sposta nemmeno quando lo scarpone destro di WM1 gli sale direttamente sulla cabeza.
Anzi, esulta col solito ghigno sotto i baffi:
- El autor bajo los pies!

[WM1:] ...per l'appunto: "l'autore sotto i piedi". Ogni tanto è lì che bisognerebbe metterselo (Paco compreso, noi compresi). Qui c'è troppa gente che viene apposta per farsi adorare.
Non nascondiamocelo, l'orizzontalità assoluta non è realizzabile e non è nemmeno auspicabile, il narratore di professione ha comunque un che di "sciamanico", qualcosa che arriva a noi dalle società di cacciatori-raccoglitori, qualcosa che non si è mai estinto del tutto, e va bene così. Non è possibile vivere senza partecipare a qualche rituale o liturgia. Tuttavia, è possibile ridimensionare lo sciamano, quando quest'ultimo comincia a peccare d'alterigia. L'umanità ha prodotto diverse leggende in cui i trucchi degli sciamani mostrano la corda e le comunità si prendono direttamente la responsabilità della creazione magica. Una in particolare, una storia amerindia, può funzionare da monito a molti colleghi, e da affermazione che a essere veramente, propriamente creativa è solo la comunità tutta:
<<...gli sciamani, divenuti più aggressivi, insultano il sole e la luna, che quindi scompaiono lasciando ogni cosa avvolta dalle tenebre. Gli sciamani dicono di poter far ritornare il sole e si mettono a ingoiare alberi e a farli uscire dalle loro pance, a seppellirsi nella terra lasciando fuori suolo gli occhi, cominciano insomma a fare tutti i grandi trucchi magici sciamanici. Ma i trucchi non funzionano e il sole non ritorna. Allora i preti dicono che deve provare la gente. E la gente è composta da tutti gli animali. Questi animali-gente si dispongono in cerchio, danzano e danzano, ed è la loro danza a far sorgere una collina che cresce poi fino a trasformarsi in una montagna e diventare il centro elevato del mondo da cui vengono tutti i popoli della terra.>> (Joseph Campbell, Il potere del mito, TEA, Milano 1994)
In una famosa intervista a Repubblica (6 marzo '99), affermammo che "diventare scrittorucoli [...] da salotto o da talk show sarebbe una fine ingloriosa, e altri Blissett farebbero bene ad abbatterci come cavalli feriti."
Siamo ancora di quell'idea.



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<<Quando due lettori si incontrano, diciamo due lettori che, per caso, si sono appena entusiasmati per lo stesso libro, cadranno l'uno nelle braccia dell'altro [...] So cosa mi porterei dietro su un'isola completamente deserta, dove si è totalmente soli e senza nessuna possibilità di tornare indietro. Conosco anche le due classiche risposte: "La Bibbia" oppure "un libro da scrivere"... In realtà non mi porterei dietro nessun libro, perché senza una comunicazione quotidiana cesserebbero sia la lettura che la scrittura. Ho bisogno degli altri almeno per far sapere che ho letto.>> Peter Bichsel, Il lettore, il narrare, Aelia Laelia, Reggio Emilia 1985

"Lettori pubblici" per racconti e romanzi inediti: abbiamo ricevuto adesioni, consigli, proposte. Qui sotto, un florilegio di osservazioni assennate. Da oggi è attivo un comitato di 15 giapsters lettori (il numero è certamente destinato a crescere), pronti a garantire agli "scrittori nascosti" il diritto di essere criticati/incoraggiati/o-comunque-cagati. Abbiamo esortato i 15 a organizzarsi come meglio credono. Finché non lo avranno fatto, le prenotazioni (rigorosamente senza l'allegato) possono essere spedite a noi.

<<Vi è stata una esperienza interessante in Francia con il gruppo Kemal. Gli aspiranti lettori mandavano le loro opere al gruppo che si incaricava di redistribuirle a uno dei lettori volontari il quale si impegnava in un tempo ragionevole a mandare una scheda di lettura di mezza pagina. Se la critica era positiva (e poteva essere ripetuta con due o tre lettori) il lavoro veniva pubblicato sul sito da dove era possibile scaricarlo gratuitamente. In due o tre casi il libro è stato poi pubblicato su carta.
Per più di un anno ho fatto parte dei lettori e riuscivo a recensire in media un libro al mese; ho letto molte cose riprovevoli, alcuni gradevoli ma difettose, due così carine da suggerirne la pubblicazione. I miei commenti venivano mandati all'autore che, anche in caso di critica non proprio positiva ne era gratissimo; in effetti quasi tutti loro non avevano mai ricevuto una critica (sia pure non professionista) e accettavano le mie osservazioni come incoraggiamenti. Con alcuni di loro ci sono stati anche dei gradevoli scambi di messaggi. Solo in un caso un autore si è arrabbiato per una critica che, a dire la verità, era stata durissima.
Il mio piacere stava nel leggere cose freschissime e ritornerei a farlo. In effetti l'esperienza è poi finita perché la persona che gestiva il sito e tutta la faccenda non aveva più tempo.
L'aspetto interessante dell'esperienza è di avere un corpo di lettori selezionati, fedeli e il cui metro di giudizio sia omogeneo nella misura del possibile. Ma è importante che vi sia una funzione centrale che smista le opere ai diversi lettori senza che questi se li vadano a scaricare da soli. Cosa succede infatti se un titolo carino viene scaricato 20 volte e uno brutto nessuna? Come impedire che il lettore recensisca solo quel che piace a lui e ignori opere che apprezza meno?
Se la funzione centrale manda un solo libro alla volta al lettore e aspetta di inviarne un altro solo dopo che ha ricevuto la scheda del primo, questi inconvenienti si eliminano.
Marco, 31 agosto 2001>>

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<<...una questione forse marginale: sono stato uno dei frequentatori dell'area Cyberpunk nella remota epoca pre-internet di massa [...] Una delle tante cose affascinanti di quell'area era la discussione sulla capacità di un TAZ di autoregolarsi, e diverse esperienze (come Davide Nastasio e le sue geniali provocazioni) credo avessero dimostrato che una intensa presenza di entità con qualcosa da dire e la voglia di dirlo riuscisse a ribaltare un antico assunto, e cioè che "la moneta cattiva scaccia la moneta buona". Mi spiego meglio per chi non avesse frequentato quell'ambiente: in Cyberpunk è passato di tutto, dal tipico fascistello col modem nuovo che scriveva provocazioni infantili tipo "VIVA IL DUCE", fino ad entità complesse (ed in alcuni casi, secondo me, manovrate in team) che spesso tentavano di interagire con le entità "di spicco" (ok, you know what I mean...) provocandole con sottigliezza fino a farle in qualche modo sbottare... Utilizzando solo metodi "orizzontali" quali ignorare i più visibilmente stupidi o discutere allo stremo con gli altri si è sempre ottenuto di liberare l'area dai peggiori e, in alcuni casi, di fare riflettere tutti (il contradditorio del resto non fa mai male, o non dovrebbe, no?). Infatti l'area non ha mai "svaccato" (almeno nel senso che mi pare intendere il documento che riportate) ed è durata fino a quando il gorgo internet non se l'è bevuta insieme ad un casino di vecchia tecnologia della comunicazione...
[...] Stringo: l'idea di un moderatore continua a farmi venire i brividi proprio perché in contrasto con il principio che "le idee sono piu' forti del rumore di fondo", e quindi mi auguro che l'idea (peraltro ottima) della mailing list e dell'area php dedicata alle pubblicazioni da recensire non vengano privati di questa piccola ma fondamentale verità, per la quale sono disponibilissimo a skippare ogni tanto un messaggio di "VIVA IL DUCE" senza irritarmi più di tanto.
Ampex, 31 agosto 2002>>

[WM1:] Purtroppo non sono d'accordo con te, mi piacerebbe esserlo, e invece mi tocca dissentire.
Tu mi fai un esempio ormai paleolitico, di quando in tutta Italia a usare le reti informatiche eravamo un migliaio, una piccola comunità. Oggi siamo diversi milioni, il "rumore di fondo" aumenta e gli spazi lasciati a se stessi degenerano fino alla putrefazione.
[...] Se /Giap/ ha successo è perché ne abbiamo fatto una newsletter in cui ci prendiamo noi la responsabilità di selezionare il materiale, non una mailing list tipo "ECN-Movimento" che in nome di una facile apologia della "orizzontalità" non fa che riprodurre miseria, rancore, inutilità e anzi nocività (cfr. diverse volte in cui i media ufficiali hanno citato tra virgolette la spazzatura di "Movimento" - apologie di Al Qaeda etc. - per diffamere tutti gli antagonisti). /Giap/ non avrebbe nemmeno superato i cento iscritti se non ci fosse stato un lavoro redazionale.
Il moderatore non lo vedo come un censore, ma come un "facilitatore" e un garante della qualità del dibattito, insomma un redattore, oltreché uno che blocca lo spam e filtra il "rumore".
C'è un vecchio pregiudizio dell'anarchismo, ormai smentito da tutti gli studi di etologia e antropologia, cioè il fatto che l'essere umano sia "buono" "di natura", e che possa riconquistare tale bontà abolendo il più possibile le forme canonizzate, le cariche e i rituali, per ottenere una "buona" comunicazione. E invece le società primitive - come quelle di ogni periodo storico - erano interamente basate su forme, cariche e rituali, perché è un modo di incanalare pulsioni e aggressività, e mettere le energie al servizio del bene comune.
Potremo fare comunità solo se impareremo dalle esperienze precedenti per garantire la qualità della nostra comunicazione.

<<E' vero, il mio esempio è riferito a una situazione molto diversa e i tuoi esempi sono estremamente convincenti, soprattutto dove parli dell'utilizzo strumentale da parte dei media della "spazzatura di movimento".
In sintesi, mi hai convinto! :)
Resta il mio personale gusto legato alla comunicazione non filtrata anche quando produce merda, ma è una posizione simile a quella del soldato giapponese che continua da solo una guerra finita, e non le do troppo peso...
Sull'essere umano buono di natura non fatichi a convincermi, Rousseau mi è sempre sembrato un illuso. Aggiungo che sono convinto che anche altre virtù quali intelligenza (in tutte le sue forme), coraggio, capacità empatiche eccetera, vengano distribuite da un impianto che concepisce la randomizzazione in modo alquanto maligno e dispersivo...
Ampex, 1 settembre 2002>>


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<<...[credo] si possa sin da ora raccogliere la lista dei "lettori pubblici" o - come dice Bichsel - "lettori residenti" e avviare l'invio dei testi con la cortesia che almeno all'inizio ciascuno invii ne uno solo, altrimenti si rischia di intasarci subito.
Il fatto di non essere "critici professionisti" ma (per fortuna) semplici lettori rende necessario che ciascun testo venga affrontato da un numero minimo di questi per ovviare alle inevitabili e personalissime manie, fobie e ossessioni che attanagliano ciascuno di noi alle prese con la scrittura e che dovrebbero diluirsi nel numero dei giudizi.
E' cosa saggia che, come suggerito, ciascun giudizio giunga anche agli altri lettori pubblici in maniera da rederli più completi. Sarà l'onestà intellettuale di ciascuno che ci imporrà di leggerli solo dopo essersi fatta già una propria opinione, per evitare l'omogeneità di giudizio propria di alcuni professionisti che recensiscono sulle recensioni di altri. Visto che nessuno di noi vive su quest'attività è presumibile che i comportamenti saranno corretti.
Stefano, 1 settembre 2002>>

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<<Mi fa piacere osservare che la discussione su di un possibile "caffè letterario" si stia sviluppando in maniera ragionevole.
[...] Sono fondamentalmente d'accordo con l'idea del "lettore residente" di Bichsel, e la conseguente variaziazione su tema proposta da Wu Ming 1. Con la questione del lettore (persino multiplo) residente, date maggior valore ed attuazione allo stesso concetto di "laboratorio letterario" di cui avete discusso in altri tempi e luoghi. Del "lettore residente" Clifford Ambrose Truesdell III avrebbe trovato motivo per fare plauso (e non ve lo puo' piu' scrivere purtroppo): a Baltimora aveva "l'artigiano residente", perché questo era il minimo che riteneva necessario per poter curare l'interno della sua casa, un palazzetto barocco arredato con tutti pezzi originali, alcuni dei quali ora sono forse destinati alla Walters Gallery.
Apprezzo molto l'entusiasmo di S.M.. Sono un po' meno d'accordo con il suo giudizio sulla vostra inidoneità per il semplice motivo che la creatività dell'autore non si esprime soltanto nel raccontare storie ma anche nella possibile scelta e nel commento di storie di altri. Qualcuno ora può indicare nella storia letteraria recensioni di libri inesistenti, o inizi di romanzi mai finiti, che sono occasioni di creazione artistica.
Che poi al concetto di "forte lettore" si associ la necessaria disponibilità di tempo, mi fa sorgere qualche dubbio, perché in genere uno è un forte lettore solo di quello che trova gusto a leggere, e per quello ritaglia il tempo nei momenti più strani e, visto che lo ritaglia, non lo vuole sprecare. Il "forte lettore" NON è necessariamente un "lettore onnivoro" (il viceversa invece è vero). Per tal motivo sono più propenso alla variazione su tema finale proposta da [Wu Ming 1].
[...] per evitare che, per l'entusiasmo iniziale, l'iniziativa divenga ipertrofica per poi sgonfiarsi (sempre la questione della seconda legge della termodinamica), proporrei di invitare (usate anche un verbo più drastico, se volete) gli autori a mandare (-rvi, -rci) in prima battuta, e almeno per adesso, manoscritti che siano modulati sulla cifra del racconto (breve o lungo che sia, ma racconto), e vediamo come va, vediamo quale tipo di forme di preventiva autocritica vengono esercitate da parte degli autori e così via. In questo modo, se nell'arco di uno o due anni si riescono a selezionare racconti decenti da mettere insieme in modo che costituiscano un'antologia del fare letterario intorno a Wu Ming, sarebbe già un ottimo risultato. L'anno scorso ho curato un'antologia americana di scritti scientifici ed un'altra sarà pubblicata a gennaio prossimo: vi assicuro che è una fatica non banale ed in alcuni casi assolutamente snervante durante lo sviluppo dei lavori, ma che alla fine puo' avere un senso ed essere soddisfacente.
Paolo Maria Mariano, 1 settembre 2002>>



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Calendario presentazioni di 54 di settembre-ottobre


13 settembre BOLOGNA
[Nell'ambito di un pomeriggio dedicato alla Resistenza a Bologna
e alla Settima GAP, con interventi di partigiani/e
e un documentario di Moreno Vignoli sulla Settima GAP]
Villa Serena, via della Barca 1
 tel 051/6156789 - 051/6152598
villaserena@libero.it


22 settembre VITTORIO VENETO (TV)
Casa Fenderl, Area Fenderl
A cura di "Libreria Il Punto"
http://www.libreriailpunto.it


9 ottobre h.20:30 MODIGLIANA (FO)
Ristorante "Il Solieri"
C.so Garibaldi 32, tel. 0546/942493
cena + presentazione di "54"
a cura della Biblioteca comunale di Modigliana (FO)
Info: 0546/941019


10 ottobre S. LAZZARO DI SAVENA (BO)
"54"
voce narrante: Marco Baliani
musiche eseguite da Yo Yo Mundi
immagini di Dario Berveglieri
da un'idea di Stefano Tassinari
Itc Teatro di San Lazzaro
Via Rimembranze, 26
tel. 051 6271604


25 ottobre BASSANO DEL GRAPPA (VI)
Chiesetta dell'Angelo (sconsacrata), via Roma
[nell'ambito degli "Incontri culturali d'Autunno" patrocinati dal Comune]
h. 20 aperitivo, h. 21 presentazione
infoline: Mattia 3334807822, <palomar_bassano@yahoo.it>



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L'appello all'opinione pubblica francese per fermare le estradizioni degli esuli politici italiani [http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/quasigiap31082002.html]
ha avuto un grosso riscontro per quanto riguarda le adesioni. Di seguito c'è l'elenco dei firmatari aggiornato a domenica 8 settembre. Ne hanno parlato "Libération" del 3 settembre e "L'Humanité" del giorno successivo. In Italia, "Liberazione" lo ha pubblicato integralmente il 4 settembre e "L'Unità" ne ha parlato lo stesso giorno. Domani, 10 settembre, i legali di Paolo Persichetti presenteranno questo e l'altro appello in circolazione (firmato da intellettuali d'Oltralpe) alle autorità francesi.


Valerio Evangelisti (scrittore)
Serge Quadruppani (traduttore, scrittore)
Wu Ming (scrittori)
Stefano Benni (scrittore)
Lello Voce (poeta)
Luigi Bernardi (scrittore, editore, publicista)
Lidia Breda (editrice, Parigi)
Carlo Formenti (giornalista, Corriere della Sera)
Giorgio Agamben (filosofo)
Pino Cacucci (scrittore)
Massimo Carlotto (scrittore)
Simona Vinci (scrittrice)
Davide Ferrario (regista)
Guido Chiesa (regista)
Stefano Tassinari (scrittore e giornalista)
Gianfranco Manfredi (scrittore)
Francesca Comencini (regista)
Carlo Lucarelli (scrittore)
Marco Melotti (redazione di Vis-à-vis)
Stefano Ricci (disegnatore, illustratore)
Alessandra Guetta (animatrice, Milano)
Sandrone Dazieri (scrittore)
Giovanna Anceschi (redattrice di Mano)
Sebastiano Gulisano (giornalista, Avvenimenti)
Roberto Saviano (collaboratore di Diario)
Paolo Virgili (docente di statistica - Università di Camerino)
Paolo Cento (deputato Verdi - Ulivo)
Mauro Bulgarelli (deputato Verdi - Ulivo)
Claudio Pelagallo (membro esecutivo prov. Verdi, Roma)
Andrea Minoglio (giornalista)
Daniele Barbieri (giornalista, Il Manifesto e Carta)
Orsola Casagrande (giornalista, Il Manifesto)
Danilo Arona (scrittore, giornalista)
Roberto Sturm (giornalista, editore)
Antonio Caronia (giornalista)
Doug Headline (editore, regista, Parigi)
Sophie Bajard (editrice, Parigi)
Vittorio Curtoni (scrittore, traduttore)
Silverio Novelli (giornalista)
Beniamino Sidoti (giornalista, formatore)
Stéphane Nicot (caporedattore di Galaxies, Nancy)
Antonio Amorosi per i Verdi Disobbedienti, Bologna
Carla Pagliero (architetto)
Ilenia Valvo (editor)
Barbara Di Gennaro (editor)
Fabrizio Giuliani (traduttore, Bologna)
Stefania De Salvador (musicologa)
Jason Di Rosso (filmaker and radio producer, Australia)
Vittorio Marchiori (Libreria Patagonia, Venezia)
Delfo Cecchi (insegnante)
Marco Giovannoni (agronomo)
Valerio Guizzardi (Teatro Polivalente Occupato, Bologna)
Christian Brütsch (politologo)
Andrea Melis (Piqueteros Errantes en la web)
Enrico Corona (Piqueteros Errantes en la web)
Giancarlo Tossani (musicista, Cremona)
Giuseppe Schivo (Coscos, Genova)
Andrea Mi (poeta, grafico, giornalista radio)
Romina Fabbri (studentessa, Faenza)
Flavio Zocchi (CS Leoncavallo)
Manuela Pinto
Alberto Raviola (libero professionista)
Vanda Franceschetti (restauratrice, Como)
Veronica Agostinelli (studentessa, Bolzano)
Roberta Gandolfi (ricercatrice)
Sandro Sapio (dottorando in economia, Scuola S. Anna, Pisa)
Nicola Nicolis (cantautore, Verona)
Salvo Lo Presti (studente)
Antonella D'Ambrosio (impiegata, Roma)
Paolo Vannucci (insegnante, Massa Carrara)
Silvana Fracasso
Francesca Valentini (bibliotecaria, Trento)
Andrea Badii (studente)
Rosario Gambera (studente)
Francesca Venuleo (Roma)
Rodolfo Villani (studente, Roma)
Gisella Lombardo (giornalista)
Collettivo redazionale di altremappe.org (Roma)
Mercedes Spada (insegnante)
Marcello Tarì (dottorando in antropologia)
Nereo Turati
Gisella Lombardo (giornalista)
Emanuela Dell'Orco
Nico Maccentelli (pubblicitario)
Pierangelo Hobo Rosati (uno qualunque, Padova)
Elisa Pasqualetti (Statistica, Firenze)
Franco Clun (scrittore, Milano)
Massimo Bellocci
Loredana Simonetti (operaia, Lecco)
Associazione toniCorti (videoregisti, Padova)
Piergiorgio Welby (poeta e morituro)
Lele Sereno (segretario PRC Casale Monferrato)
Lucilio Santoni (scrittore)
Giovanni Dursi (docente Psicologia della Comunicazione)
Emiliano Orsini (studente, Milano)
Laura Fazio (Lavagna, GE)
Matteo Galvan (studente, Venezia)
Monica Mazzitelli
Luigi Ficarra (avvocato)
Salvatore La Pira (paesaggista, Parigi)
Giancarlo Montanari (FISAC CGIL)
Sergio Rossi (redattore, giornalista, Bologna)
Francesca Di Marco
Giovanni Secondulfo (ingegnere, Napoli)
Anselmo Cioffi (impiegato, Zagarolo RM)
Alice Mangano (grafico)
Nicola Console (artista)
Stefano Lanticina (programmatore)
Wainer Marchesini (tecnico industriale, Bologna)
Giorgio Tinelli (Università di Bologna)
Emiliano Mattioli (studente)
Francesco Mattioli (disegnatore)
Claudio Canevari (insegnante)
Claudia Catenelli (illustratrice)
Monica Ciarli
Stefano Traldi (lavoratore, musicista)
Carlo Visintini (precarissimo, Trieste)
Enza Costantino (cittadina)
Alessandro Filumeni (Ass. Punto Rosso, Fermo)
Giordana Gozzini
Maria Rosaria Vacca (prof. di Scienze, Napoli)
Marco Tassinari (agricoltore, Carrara)
Umberto Gay (consigliere regionale PRC, Lombardia)
Elisabetta Marsigli (operatrice culturale, Pesaro)
Giovanni Polesello (insegnante, Poirino, TO)
Paolo Chiocchetti (studente, Bologna)
Stefano Maggi (docente di Chirurgia, Univ. La Sapienza, Roma)
Gianluca Ricozzi
Riccardo Leoncini (ricercatore CNR, Milano)
Teo Mora (docente di Algebra, Università di Genova)
Renato Lucandri (istruttore arti marziali, linguista, Viterbo)
Alessandro Ammetto (consulente in innovazione tecnologica, Milano)
Luca Masali (scrittore, Milano)
Paolo Gabrieli (impiegato, Como)
Silvia Samorì (studentessa, Faenza)
Giovanni Favero (docente di Storia Economica, Univ. Ca' Foscari,
Venezia)
Alberto Masala (poeta)
Daniela Bandini (addetta alle pulizie, Bologna)
Riccardo Balli (disk jockey techno, Bologna)
Elena Monguzzi (Macerata)
Gaspare De Caro (storico)
Roberto De Caro (direttore di "Hortus Musicus")
Antonia Naim (giornalista, Parigi)
Sandro Mezzadra (Università di Bologna)
Gianni Sozzi (avvocato, Milano)
Mirko Chieregato (Bolzano)
Walter Zucchelli (RSU IBM Italia SpA - FIOM/CGIL)
Andrea Fumagalli (professore di Economia Politica, Univ. di Pavia)
Nicoletta Lazzaroni
Fabio Visentin (Circolo Culturale Orizzonte-Horizon, Bolzano)
Fausto Concer
Marco Maggi Libero
Antonio Casilli (sociologo, Parigi)
Flavio Mortarino (studente universitario)
Fabio Marcarini
Angiola Neri (student advisor, Milano)
Gioacchino Toni (docente di Storia dell'Arte)
Gianluca Giardino (studente, regista e scrittore principiante)
Gianluca Trotta
Antonia Naim (giornalista)
Emanuela Piga
Luca Zecca (operatore culturale, Varese)
Chiara Cremaschi (sceneggiatrice)
Nettuno e Anzio Social Forum
Rossana De Simone
Totò Pernice (onnivora.net)
Francesco Beltramini (educatore, Firenze)
Claudia Atzori
Morena Negri (disoccupata, Parigi)
Eric Meary (disoccupato, Parigi)
Domenico Gallo (ricercatore, pubblicista, Genova)
Chiara Pavone (Università di Bologna)
Vittorio Catani (scrittore, Bari




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Segnaliamo volentieri, per chi ancora non lo conosce, il sito www.bookcrossing.com (inglese).
Gli ideatori di quest'iniziativa si propongono di 'trasformare il mondo in una biblioteca'. E' una sorta di Fronte di Liberazione dei Libri, che si sposa molto bene con la nostra idea di libera circolazione delle storie ed economia della narrativa come economia del dono, nonché con la 'repubblica democratica dei lettori'.
Partecipare è semplice: si sceglie un libro da donare alla comunità. Si sceglie un luogo dove abbandonarlo. Ci si connette al sito, si inserisce una piccola recensione del romanzo e un'indicazione del luogo dove lo si è lasciato. Si stampa una sorta di etichetta, da apporre sul frontespizio, che spiega tutto il sistema e invita chi ritroverà il libro a leggerlo, quindi a collegarsi col sito, a lasciare a sua volta una recensione e l'indicazione del luogo dove intende lasciarlo. E così via.
Se cercate nella sezione hunting, trovate, paese per paese, tutti i libri che sono stati abbandonati in giro. Se cliccate su Italia, potete scoprire se, nella vostra città, qualcuno sta partecipando alla 'mobilitazione'. In rosso, sono indicati i libri abbandonati da meno di 24 ore: se vi interessa, potete decidere di andarvelo a prendere.
Ovviamente, si può partecipare anche con libri inediti, romanzi nel cassetto, fotocopie, floppy con file di testo, libri rubati...
A me [WM2] sembra una buona idea.
Sto già pensando dove abbandonare una delle due copie di 54 che mi sono rimaste.


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Iscritti a /Giap/ in data 09/09/2002: 2824
Tutti i numeri arretrati sono archiviati qui:
<http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/numerigiap.html>


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