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Indice di Giap#4, VIa serie - Non *qualunque* padre - 11 gennaio 2005

0. Citazioni di fronte al pericolo
1. Giap e il 2005 di fronte a noi
2. Asce di guerra è un'ascia di guerra da disseppellire
3. Novità sul sito e in rete: musica, intervista e un pezzo sul tirannicidio
4. Lester Bangs, Guida ragionevole al frastuono più atroce, intro di WM1
(+ Altra novità in libreria: "Mr. Paradise" di Elmore Leonard, tradotto da WM1)

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"Ecco una crudele filosofia della natura, signore. Sarebbe molto imbarazzante chiedersi come mai le leggi fisiche provochino disastri tanto spaventosi nel 'migliore dei mondi possibili'. Centomila formiche, il nostro prossimo, schiacciate tutte d'un colpo nel nostro formicaio, metà delle quali muore senz'alcun dubbio fra indicibili agonie, in mezzo a macerie da cui non si può estrarle. Famiglie rovinate ai quattro angoli d'Europa, la fortuna di cento commercianti vostri connazionali inghiottita dalle rovine di Lisbona... Che tristo gioco d'azzardo, quello della vita umana! Che diranno mai i predicatori, soprattutto se il palazzo dell'Inquisizione è rimasto intatto? Confido che almeno i reverendi padri inquisitori siano rimasti schiacciati come gli altri. Questo dovrebbe insegnare agli uomini a non perseguitarsi l'un l'altro, poiché mentre dei devoti cialtroni mettono al rogo dei fanatici, la terra inghiotte gli uni e gli altri."
Voltaire, Lettera a Jean Robert Tronchin, 24 novembre 1755

"Quanto ai mali fisici, essi sono inevitabili in qualunque sistema di cui l'uomo faccia parte: la maggior parte dei nostri mali fisici sono ancora opera nostra. Senza abbandonare l'argomento di Lisbona, converrete, per esempio, che non fu la natura ad accostare ventimila case di sei o sette piani, e che se gli abitanti di quella grande città si fossero distribuiti in modo più equilibrato e alloggiati in modo più leggero, le perdite sarebbero state di molto minori, e forse nulle. Quanti sventurati sono defunti in questo disastro, per aver voluto recuperare l'uno gli abiti, l'altro dei documenti, l'altro ancora del denaro?"
Jean-Jacques Rousseau, Lettera a Voltaire, 18 agosto 1756


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Sono passati cinque anni dalla nascita di Wu Ming, e quasi due mesi dall'ultimo numero di Giap. Nella storia della newsletter, che nacque insieme a noi, è l'intervallo più lungo tra un numero e l'altro.
Certo, in mezzo c'è stata Nandropausa, più qualche dispaccio occasionale, fuori della serie numerata. Ma l'ultimo numero di Giap, è innegabile, risale al 12 novembre scorso. Due mesi tondi tondi.

Questo non implica un deficit di comunicazione tra noi e voi, anzi. Abbiamo differenziato gli spazi e gli strumenti. Le news e il dibattito su Lavorare con lentezza erano e restano affidate al sito ufficiale del film (non una semplice vetrina bensì "la prosecuzione del film con altri mezzi"). Tutto quel che concerne New Thing, il romanzo "solista" di WM1, era e resta affidato alla sezione speciale del nostro sito, dove c'è pure un forum e si possono lasciare commenti alle news.
Questi strumenti ci hanno permesso di aggiornarvi tutte le volte che ne sentivamo l'esigenza, senza importunarvi con troppe spedizioni via e-mail, senza dover attendere di avere sufficiente materiale per un numero della newsletter. Quest'ultima, però, rimane il nostro medium prediletto, il più versatile (per noi) e comodo (per voi). Giap riflette i nostri umori, si adatta ai nostri tempi, calza come un guanto al nostro divenire. Può subire delle trasformazioni (e in cinque anni ne ha subite svariate), ma è insostituibile. Giap è noi, e noi siamo Giap.
Eccola che riparte, quindi, forte ormai di 7090 iscritti (due mesi fa erano 6.783).

Questo Paese fa più schifo di quanto facesse a novembre. Immiserito, incarognito e anche un po' putrefacentesi. E' prevedibile che fra due mesi la situazione sarà peggiore. Noi, però, siamo cocciuti e tiriamo innanzi. Al centro di un tessuto sociale sbrindellato, qui e là scaldato appena dal fuoco freddo d'un conflitto acefalo, insistiamo a scommettere su una dinamica comunitaria, sull'incontro e lo stare insieme, sull'opus collettivo e connettivo, sull'assunzione di responsabilità di fronte alla repubblica dei lettori, sulla comunicazione - per quanto possibile - orizzontale e il continuo rendere conto di ogni nostra scelta.
E' abbastanza faticoso. Non come lavorare in miniera o in fonderia o alla cassa di un ipermercato, su questo non ci piove. Ma certo non è la scelta più comoda che potessimo fare.

Il 2004 è stato l'anno di due romanzi solisti, un film scritto con Guido Chiesa, un album degli Yo Yo Mundi tratto da un nostro romanzo, una tournée lunghissima che non è ancora finita, tre diversi spettacoli basati sull'incontro tra parole e musica (YYM & Pagella, WM2 & ElSo, WM1 & Switters) e svariati altri progetti. Siamo stati molto presenti.

Era prevedibile che questo, oltreché accrescere la vicinanza e le occasioni d'incontro tra noi e chi ci vuole bene, avrebbe anche suscitato antipatie, invidie, livori, ci avrebbe attirato insulti, avrebbe dato corpo a farneticazioni e anche calunnie (cfr. le falsità scritte su di noi su una nota parete di latrina telematica).
Quando ci si espone, è cosa normale attirare le ire dei frustrati e le attenzioni morbose degli idioti, non ce ne facciamo un grosso cruccio, "non ti curar di lor ma guarda e passa" etc... almeno finchè la situazione non degenera (quello che è successo al musicista Dimebag Darrell a Columbus, Ohio, è un campanello d'allarme).
[Uno degli spazi di discussione di cui sopra, il forum di Lavorare con lentezza, ha risentito molto di questa situazione, è stato difficile mantenere un livello qualitativo decente e, quando lo sforzo non ci è più sembrato valere la ricompensa, abbiamo deciso di "chiuderlo" in attesa di migliorie e perfezionamenti (è tutto spiegato sul sito)]

2004. Annus horribilis per quasi tutti, anno di guerra e miseria, genocidii e stragi di bambini, conclusosi con la doppia catastrofe della rielezione di Bush e del maremoto nel Sud-est asiatico.
Per noi è stato anche un anno di incontri, calore, ospitalità, appassionate discussioni, riscontri, e tanta gratitudine da non sapere come esprimerla se non continuando a raccontare storie. Persino un'opera difficile come New Thing sta viaggiando sulle ali del vento (tre edizioni, finora, e una risposta tanto positiva da cogliere di sorpresa lo stesso WM1). Non dimentichiamo, poi, che è stato l'anno in cui abbiamo risolto la nostra "questione meridionale". Soprattutto WM2 ha fatto da scout e apripista: nel tour di presentazione di Guerra agli Umani si è spinto e ha spinto tutti noi in località dove non avremmo mai pensato di mettere piede, e dove siamo ben contenti di averlo messo.

E il 2005, che anno sarà per il nostro collettivo?
A maggio Einaudi pubblicherà la nuova edizione di Asce di guerra (vedi punto 2 di questo numero di Giap) e in Spagna uscirà l'edizione tascabile di 54 (traduzione riveduta e corretta).
A giugno uscirà l'edizione inglese di 54.
Nel frattempo, usciranno l'edizione polacca di Q e l'edizione olandese di Guerra agli Umani.
Dalla metà dell'anno, noi entreremo in un periodo "sabbatico", non sappiamo quanto durerà. Già da diversi mesi stiamo lavorando al nuovo romanzo collettivo, che si svolge negli anni Settanta del XVIII° secolo, su entrambe le coste dell'Atlantico durante la guerra d'indipendenza americana. E' un libro ambizioso (i maligni diranno "pretenzioso"), difficile da scrivere, che necessita di completa dedizione da parte di tutti e cinque.
Sarà anche un anno-chiave per le vicende personali di alcuni di noi, ma non è il momento di parlarne.

Ok, l'abbiamo fatta fin troppo lunga, con questo preambolo. Che resta da dire, prima di lasciarvi alla newsletter? Siamo consapevoli che in Italia, in questo momento, può davvero succedere di tutto. Di tutto. Noi ci siamo. Giap c'è. Stiamo in cordone, compagni. Dovesse solo servire a scaldarci, è già molto.


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"ASCE DI GUERRA" E' UN'ASCIA DI GUERRA DA DISSEPPELLIRE

Non era mai accaduto che l'Italia celebrasse un importante anniversario della Liberazione (quest'anno cade il Sessantennale) in un simile clima di riabilitazione del fascismo, dei suoi complici (i Savoia, Pio XII°...) e dei suoi eredi (Almirante ripropinato in versione "saggia" e light), nonché di offensiva isterica contro la Resistenza, a colpi di "scandali" su via Rasella, triangolo rosso, foibe e sangue dei "vinti".
Andava avanti da anni, questa solfa, ma dal 2001 (chissà come mai...) è in corso un'accelerazione: è tutto un intitolare piazze a gerarchi e podestà, un riconoscere la presunta "buona fede" dei repubblichini (il varco lo aveva aperto Violante quand'era presidente della Camera, col suo discorso sui "Ragazzi di Salò") e - soprattutto - un sostituire il ricordo dei crimini nazifascisti con un generico cordoglio nazional-popolare, "memoria" sdentata da fiction televisiva, commozione di maniera per tutte le vittime... compresi i carnefici.
Questa fantasmale "memoria condivisa", anche qualora esistesse, a noi non interesserebbe. E' infatti un "mito incapacitante", quello che si tenta di imporre. Una narrazione che più la si racconta e meno si capisce chi sono e cosa fanno i personaggi, e soprattutto perché lo fanno, fino alla notte del senso in cui tutto è nero - anche il rosso - e ogni "violenza" da condannare, su entrambi i lati della barricata storica.
[E' una trappola in cui cascano in molti, non solo nel centrosinistra, ma anche nella sinistra vera e propria. Soprattutto sulle foibe si sono sentite idiozie uscire da bocche insospettabili.]
Noi invece siamo d'accordo con lo storico Sergio Luzzatto: nostro compito è "non consentire che la storia del Novecento anneghi nel mare dell'indistinzione".
Scrive Luzzatto, nel suo pamphlet La crisi dell'antifascismo (Einaudi, 2004): "Onora il padre e la madre. Qualunque padre e qualunque madre. Cos’altro invitano a fare - in effetti - gli storici, i giornalisti, i politici che perorano la causa di una riconciliazione nazionale tra i figli dei resistenti e i figli dei saloini, o che sognano addirittura lo spettacolo di un abbraccio in extremis tra gli epigoni delle brigate partigiane e gli epigoni delle brigate nere, se non ad annacquare le motivazioni ideologiche, psicologiche, etiche degli uni e degli altri nell’oceano di un embrassons-nous generale?"

Asce di guerra uscì nel settembre 2000. La Casa delle Libertà (nome più antifrastico non era concepibile) non era ancora andata al governo ma la cosa era nell'aria, noi e Vitaliano Ravagli ce ne accorgemmo girando l'Italia (da settembre ad aprile facemmo 40 presentazioni pubbliche del libro).
In quei mesi, e a dire il vero anche negli anni successivi, soprattutto Vitaliano fu attaccato dalla destra e dai suoi giornali, fino a prendersi una denuncia per istigazione all'odio e alla violenza politica, presentata dagli universitari di AN presso la Procura di Perugia (in seguito archiviata). Tempo dopo, un noto fogliaccio (anch'esso dal nome antifrastico) confezionò due intere pagine di linciaggio ad hominem, con tanto di predica dal pulpito (e che pulpito!) di Francesca Mambro.
Cosa dava e dà tuttora fastidio, dell'operazione Asce di guerra? Probabilmente il fatto che, di fronte alle revisioni storiche "scandalistiche" e le pseudo-rivelazioni sulla violenza post-bellica, avevamo scelto di non stare sulla difensiva. E' nostra ferma convinzione che su quel terreno si debba contrattaccare.
Oggi si parla tanto del "sangue dei vinti", e per vinti s'intendono i fascisti. All'inverso, noi e Vitaliano abbiamo raccontato: le storture dell'amnistia e le interpretazioni strumentali del testo di quel decreto; la continuità istituzionale - soprattutto a livello locale - tra Ventennio e Repubblica; la discriminazione degli ex-partigiani nei posti di lavoro; la repressione e le montature giudiziarie, con l'esilio oltrecortina di qualche migliaio di antifascisti; i regolamenti di conti (comprensibili e in alcuni casi legittimi) nelle zone in cui l'amnistia era passata a maglie troppo larghe; la nascita del discorso sulla "Resistenza tradita". Cos'è più importante, dal punto di vista storico? Tutto questo, oppure qualche episodio in cui qualcuno che forse non c'entrava cadde vittima dell'eccesso di zelo in legittima difesa?
Questo è il discorso che fa arrossare gli occhi ai fascisti e destrorsi d'ogni sfumatura. Il resto è solo balbuzie che fa il loro gioco.

Asce di guerra ha toccato nervi scoperti e ha una storia complicata. Figlio di una stesura difficile (lo si capisce leggendolo: è forse il meno equilibrato e più diseguale fra i nostri libri), arrivò in libreria senza alcun sostegno da parte del suo editore, col quale ci scazzammo molto presto. Ben presto, per inadempienza contrattuale dell'editore, i diritti tornarono a noi, che li rivendemmo all'Einaudi.
A maggio esce una nuova edizione. Nonostante svariati difetti che oggi saltano agli occhi (ma non nella parte di Vitaliano, che conserva tutta la sua potenza), abbiamo deciso di non cambiare niente. E' un documento del passato prossimo, con alcune ingenuità e illusioni del periodo.
Quello che va fatto, invece, è scrivere una postfazione. E per questo ABBIAMO BISOGNO DI VOI, di chi lo ha letto da poco o avrà voglia di riprenderlo in mano (si scarica gratis dal sito, come tutti i nostri libri).
Ci piacerebbe ricevere giudizi, suggerimenti, perplessità. Cos'è che oggi va integrato, rivisto, aggiornato, spiegato meglio? Quali sono pregi e difetti del libro che gli anni trascorsi fanno risaltare? Cos'è più interessante sapere, della vicenda "produttiva" del libro? Ci sono refusi o sviste da correggere?
La postfazione dobbiamo consegnarla a fine febbraio, per cui fatevi avanti.

P.S. Dato che siamo in tema, segnaliamo l'ultimo progetto dei nostri fratelli Yo Yo Mundi, dedicato alla Resistenza. Si chiama "La banda Tom e altre storie partigiane", trovate tutte le informazioni su:
>http://www.yoyomundi.it


BACKGROUND

Resistenza e revisioni storiche: cazzi nostri
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap24.htm
"Il giornale" attacca Vitaliano
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap33.html
Nuova provocazione della destra contro Vitaliano
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap37.html
Dai monumenti alla Resistenza a Piazza Alimonda
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/nogiap240702.html
Wu Ming presenta "L'istruttoria" di Peter Weiss:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap1iii.html#weiss
"Libero" e Francesca Mambro attaccano Vitaliano:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap6_IVa.html#antifrastico


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Una breve carrellata delle novità che trovate sul sito e in rete (fatta eccezione per l'annuncio su Lester Bangs, a cui dedichiamo il punto 4 della newsletter).

Nella sezione speciale dedicata a New Thing:
> http://www.wumingfoundation.com/ourbooks/news.php
oltre a news, forum e rassegna stampa, ci sono anche tre files audio della performance Switters + Wu Ming 1. La registrazione è stata fatta al Teatro Villa dei Leoni di Mira (VE) la sera del 17 dicembre u.s.

A proposito di files audio, sul sito de iQuindici (hanno un nuovo dominio tutto per loro: www.iquindici.org) c'è un "audiolibro" che si chiama "Noi trogloditi". E' tratto dalla prima parte di Guerra agli umani, la nota dice: "letto, musicato e interpretato in versione 'elektro/tribale' dal Bufi e dal P.oZ."
C'è pure la possibilità di commentarlo :-)
> http://www.iquindici.org/download.php?view.800

Su Carmillaonline c'è una riflessione di WM1 sul tirannicidio, seguita da un florilegio di pareri che vanno dal Medioevo a Lenin passando per la rivoluzione inglese, Vittorio Alfieri e l'indipendentista irlandese James Connolly.
> http://www.carmillaonline.com/archives/2005/01/001145.html#001145
La riflessione continuerà, nel corso dell'anno.

Abbiamo messo su wumingfoundation due interviste (una al collettivo, l'altra a WM3) che parlano anche del senso del nostro lavoro in relazione al tempo che stiamo vivendo. Il link è questo:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/interviste_fine2004.htm
Ed ecco uno stralcio, giusto per far capire il tono: "C'è un modo di dire molto diffuso e molto scorretto: 'Ha solo un valore simbolico'. Quel 'solo' è del tutto inappropriato, perché il simbolico ha un grandissimo valore, il valore simbolico di una cosa eccede spesso il suo valore d'uso e quello di scambio. La bandiera della pace non protegge nessuno da missili e bombe (è solo tessuto acrilico, non può attutire colpi), il digiuno volontario della vittima non crea danni fisici al carnefice (semmai li produrrebbe il digiuno forzato del carnefice), eppure esponiamo la bandiera, facciamo gli scioperi della fame, questi atti producono effetti nella dimensione simbolica, possono minare consensi, far provare vergogna, indicare una condotta come sconveniente, attirare l'attenzione sulla necessità di una sanzione sociale, e quindi possono avere conseguenze materiali. Il lavoro di un narratore consiste nell'esplorare costantemente la dimensione simbolica, capirne e farne capire il funzionamento, inventare o comunque raccontare storie che smuovano e facciano vivere l'insieme dei simboli."

Mesi fa il gruppo di ricerca Fahrene.it, formato da studenti di Scienze della Comunicazione de "La Sapienza" di Roma, ci ha chiesto di rispondere - uno per uno e separatamente - a un questionario sul nostro lavoro.
Si trattava di un progetto di ricerca chiamato "Orizzonti connettivi", nell'ambito del corso di Sociologia del lavoro del prof. Domenico De Masi.
Le conclusioni sono on line e sono interessanti. Chiariscono alcune cose anche a noi.
> http://www.fahrenhe.it/orizzonti/indice.htm
[Riguardo all'osservazione finale, vale la pena riportare una frase di Pasolini (1962): "Bisogna strappare ai tradizionalisti il Monopolio della tradizione. Solo la rivoluzione può salvare la tradizione, solo i marxisti amano il passato: i borghesi non amano nulla, le loro affermazioni retoriche di amore per il passato sono semplicemente ciniche e sacrileghe: comunque, nel migliore dei casi, tale amore è decorativo, o 'monumentale'... non certo reale e capace di nuova storia"

Nel precedente Giap (http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap3_VIa.htm#pop) avevamo parlato di Chumbawamba e Depeche Mode. Mo' ci linkano pure i Radiohead:
> http://www.radiohead.com/links.html
con il commento: "An extremely interesting site. In every conceivable way".

 

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Per non ripeterci, riportiamo dal sito ufficiale delle edizioni Minimum Fax:

"In uscita Guida ragionata al frastuono più atroce di Lester Bangs
Arriva finalmente in Italia uno dei libri rock più famosi di tutti i tempi! Lester Bangs è stato uno dei critici musicali di culto degli anni Settanta, e in più in generale una figura cardine della controcultura americana (come tale è stato immortalato, ad esempio, nel film Almost Famous): questa antologia raccoglie i suoi scritti migliori, in cui la critica vera e propria si mescola di volta in volta con il reportage da dietro il palco, i ricordi personali, la confessione intima, la letteratura visionaria, il delirio lisergico. Dai Clash a Lou Reed, da Van Morrison ai Kraftwerk, dai Jethro Tull a James Taylor, passando per i movimenti giovanili, la drug culture, la stampa, i media, la politica, il Vietnam, i saggi di Bangs disegnano l’affresco sovversivo di un’epoca leggendaria della musica (e della cultura) contemporanea. Con una prefazione appositamente scritta da Wu Ming 1 per questa edizione.
450 pagine - 16,50 euro - traduzione di Anna Mioni - Sotterranei - Uscita gennaio 2005"

L'introduzione di WM1 è già on line:
> http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/lester.htm

Si può anche leggere in anteprima un brano dell'antologia, in formato PDF.
(33,8 KB):
> http://www.minimumfax.com/video/2004/11/80_lester_bangs.pdf

***

A proposito di uscite in libreria, sta per arrivare Mr. Paradise, l'ultimo romanzo di Elmore Leonard, tradotto da WM1.

[Nota di WM1: per chi si chiedesse come cazzo ho fatto a produrre così tanto negli ultimi mesi: a luglio ho finito di correggere New Thing. A settembre ho scritto l'intro all'antologia di Bangs. Da settembre a oggi ho tradotto Elmore Leonard. Fidatevi, si può fare ;-)]


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--NOTA BENE---
Per non ricevere piu' Giap o per riceverlo a un altro indirizzo:
http://www.wumingfoundation.com/mailman/listinfo/giapmail
Per favore, NON chiedete di farlo a noi, la procedura e' completamente autogestita dagli iscritti.
In data 10 gennaio 2005, Giap conta
7090 iscritt*.
"Ho sempre rivolto a Dio una preghiera, che è molto breve: 'Signore, rendete ridicoli i miei nemici'. E Dio l'ha esaudita." (Voltaire, lettera a Damilaville)

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