The American Indian, oil on linen, Fritz Scholder, 1970Giap#1, VIIIa serie - Ripartire da quel che siamo - 1 settembre 2006


Ad Angelo Frammartino
e Renato Biagetti
accoltellati a morte nell'agosto 2006
e di nuovo a Federico Aldrovandi
massacrato quasi un anno fa.

"Io non credo nella violenza.
Per questo voglio fermarla."
(Malcolm X)


INDICE

1. RIPARTIRE DA QUEL CHE SIAMO
Funky Monks. Quasi fuori dal Sabbatico, nuova serie di Giap
Wu Ming: chi siamo, cosa facciamo - nuova pagina biografica
2. MANITUANA
A proposito dei "prolegomeni" a Manituana - di Alessandro Gazoia
3. COSA C'E' DIETRO L'ANGOLO
Eleganza, ambiguità, ironia: Cary Grant
Un numero speciale della Chicago Review
I nostri cugini Yo Yo Mundi
4. AI FRATELLI MAGGIORI
Piermario Ciani. Un articolo e due frammenti video
Le inaspettate epifanie sulla strada di Valerio Marchi
5. COPYLEFT E DINTORNI
A Roma, una vittoria: la SIAE riconosce le licenze aperte
Intervista a scarichiamoli.org: Andrea Finizio eroe del copyleft
6.
FEEDBACK
Piccioni estinti, Arbitri, Mario Placanica



FUNKY MONKS
(*)

Funky MonksQuesto numero di Giap segnala un passaggio di fase nella nostra piccola storia, dunque inaugura una nuova serie della newsletter, l'ottava.
Dopo due anni, inizia la lenta riemersione dal Periodo Sabbatico. La stesura di Manituana è quasi finita, seguiranno due mesi di revisione del testo (periodo seminato di piccole trappole, ma meno duro e convulso di quello appena attraversato), infine consegneremo.
L'autunno 2006 sarà comunque denso di sorprese, uscite, eventi. In questo numero ne segnaleremo alcuni (non tutti, solo quelli imminenti - da ottobre in avanti ci saranno molte news).
Il 2007 sarà il nostro ottavo anno di attività con questa formazione e ragione sociale. L'inverno sarà dedicato a correggere le bozze, a costruire materialmente il libro, a progettare e mettere in rete un sito ad hoc e a preparare l'uscita. Intanto, continueremo a mettere in circolazione "racconti di avvicinamento" (o "prolegomena") a Manituana. Finora ne abbiamo scritti tre, il giapster ligure Alessandro Gazoia li ha letti con attenzione e ci ha spedito un'analisi, che pubblichiamo più sotto. Gazoia azzarda molte ipotesi su Manituana. Non diremo se sono giuste o sbagliate, acqua, fuochino, fuocherello, fuoco, indovinato! Di certo sono ipotesi interessanti, e utili anche per noi. Se qualcun altro vuole esprimersi, ci scriva.
Infine giungerà la primavera e con l'uscita del libro riprenderà il grand tour, resusciteremo la pagina-calendario, tornerà il periodo degli incontri coi lettori, dei treni, delle serate in librerie, biblioteche, circoli, scuole, pub, club, centri sociali. Non sarà possibile andare ovunque, il tour sarà meno intenso di quello degli anni scorsi, perché la situazione è diversa, ma faremo del nostro meglio. [Timidamente, fuori allenamento e senza fanfare, riprendiamo a farci vedere in giro...]
Nel frattempo, cominceremo a scalettare il prossimo romanzo, secondo episodio del trittico settecentesco iniziato con Manituana.
[E Wu Ming 4 scriverà il suo romanzo solista.]
Questo, per sommi capi, l'itinerario dei prossimi mesi.
E ora ripartiamo dall'ABC.


WU MING: CHI SIAMO, COSA FACCIAMO


Abbiamo ampliato, rivisto e integrato la pagina-biografia sul sito. In quest'autopresentazione cerchiamo di ripercorrere il nostro percorso dall'estate 1994 (esordi del Luther Blissett Project) a questo preciso istante, ricordando episodi che riteniamo cruciali, fornendo link a pagine di approfondimento, segnalando curiosità e "calzini spaiati", e c'è pure un "Elenco incompleto di leggende urbane e dicerie sul nostro conto". Infine, la bibliografia (comprensiva delle edizioni estere).
Non tutti gli iscritti alla newsletter hanno le idee chiarissime su di noi, le nostre origini etc. Quando è morto Piermario Ciani la necessità di spiegare quant'era stato importante il suo lavoro e il bisogno di ripercorrere a ritroso le tappe della nostra collaborazione ci hanno spinto a raccontarci nel modo più chiaro, agile e comprensibile a tutti. Mettiamoci anche la consapevolezza che per noi inizia una nuova epoca, e mettiamoci pure i sempiterni equivoci e fraintendimenti sul nostro approccio alla cultura pop, e si capirà che proprio non potevamo esimerci. Ripartiamo da quel che siamo, raccontiamo cosa siamo.


A PROPOSITO DEI "PROLEGOMENI" A MANITUANA

di Alessandro Gazoia

fucile JaegerCredo che Wu Ming metta in circolazione i prolegomena soprattutto per una volontà di comunicare con la propria "comunità" anche in una fase di "ritiro letterario". In ogni caso i testi sono lì, e comunicano con la loro distanza. Inizio a leggere cercando di prendere molto sul serio le cautele di presentazione: dai "racconti di avvicinamento" non si può/deve inferire nulla del romanzo, condividono "semplicemente" intersezioni di immaginario. Il loro luogo (genere) letterario si trova da qualche parte tra il "frammento" (incompiuti, inconclusivi) e il "racconto breve" (racconti laterali). E se poi, nell'Estate 2007, si scoprirà che Manituana è vicinissimo, per lingua stile temi narrazione ecc, ai racconti (o ad alcuni di essi; non so quanti prolegomena vi saranno in totale, ma 5, 6 mi sembra una stima abbastanza realistica)? Le cautele resteranno ancora valide, perché resta valido il principio che le motiva: Wu Ming non ci offre "l'anticipazione di", il "prossimamente", l'"invito all'acquisto" - ed in questo non vi sarebbe comunque nulla di male - ma una più generosa avventurosa (e umile) forma di partecipazione, che mi pare derivare dal loro rifiuto dei (risorti) miti dell'Autore e della Creazione romanzesca.

Breed's Hill

Breed's Hill potrebbe, "però e infatti", essere l'inizio di un lungo romanzo storico. L'incipit è doverosamente "naturale", metastorico o meglio non antropocentrico ("Vi è chi sostiene che tutto quanto esiste sia a disposizione dell'Uomo, creato affinchè egli possa farne uso", "A detta di costoro, i metalli stanno nel ventre della Terra per esserne estratti col piccone": qui il rifiuto dell'Uomo come "perno dell'Universo"; subito seguito da un elogio cauto e a ciglio asciutto della natura, che non viene definita né benigna né matrigna, dato che questi sono termini umani, non applicabili alle o dalle "Migliaia di specie animali (che) vengono al mondo, cacciano, preparano rifugi, si accoppiano, nutrono e accudiscono i cuccioli, dell'uomo ignorano financo l'esistenza e un giorno, sapendo che è giunta l'ora, s'accasceranno a morire, ignari"). Un romanzo storico popolare e adulto oggi "deve" cominciare con la dichiarazione dell'inessenzialità della Storia umana. Per poi in qualche modo iniziare a raccontare comunque la sua storia. L'apertura sul racconto, il "ramo del lago di Como", la fa quindi necessariamente un messaggero tra Natura e Civiltà, il gabbiano, che (nella più classica e filosofica delle inquadrature) scende sul particolare, sulla città infetta ("uccello prossimo alle nostre città … si nutre della nostra immondizia … ma senza di noi non muore di fame"; per ultima ironia saggistica prima della narrazione è però riconosciuto "immangiabile" dall'uomo).
Già in questa prima pagina al lettore vengono discretamente presentate molte suggestioni e connessioni storiche, ovvero di storia della cultura, in primo luogo la scoperta del Tardo Illuminismo della natura non provvidenziale e il relativismo antropologico. Con l'usuale perizia Wu Ming incrocia il contemporaneo, perché narrare proprio questa storia? , e lo storico, il "relativismo" illuminista, e lo fa qui, sulla soglia, ad un livello molto alto, strutturale. Solo il "testo completo" (ovvero, fatta salva ogni distinzione qui sopra, Manituana + racconti di avvicinamento), potrà dare risposta a quella che inizialmente non può che essere un'affermazione di volontà narrativa, dobbiamo raccontare questa storia adesso, e potrà mostrare quanto significativo sia il "riflesso" del passato sul presente e del presente sul passato.
In Breed's Hill abbondano temi e stilemi di Wu Ming: il gabbiano come oggetto che porta il narrare fa pensare al raffinatissimo McGuffin di 54, la natura "non merce da sfruttare" viene da Guerra agli Umani, il racconto storico tradizionale della battaglia di Breed's Hill ricorda da vicino Q, la riflessione solo apparentemente casuale su "patrioti o traditori" riprende molti interventi di WM1 nell'ultimo anno (anche letterari, ad es. la recensione di Cell). Mi sembra che questo infittirsi ed intrecciarsi di richiami sia dovuto non tanto ad una generica fedeltà al proprio mondo poetico, quanto all'essenzialità di questo inizio, dove quasi si decide in simbolo tutto quello che in atti parole scritti Wu Ming ha fatto.
E il simbolo fondamentale è il fucile, la cui descrizione a pagina cinque è modellata in serissimo pastiche su di un famoso brano marxiano (carissimo a Benjamin), dove Wu Ming ci indica nello stesso tempo la violenza della mercificazione e il mercato delle armi come mercato per eccellenza (tirerò troppo sul filosofico carino, ma a me pare necessario che l'alienazione del nostro mondo mercificato sia qui brutalmente l'azione del fucile che "comincia nel nostro mondo e termina nell'Aldilà o nel nulla, o forse sempre nel mondo, ma un mondo che non è piu' nostro. Un mondo che prescinde da noi, dove gli uccelli ridono di noi", e mi pare necessario anche il richiamo al gabbiano e alla natura non per noi).
Il racconto non è minimamente appesantito da questi "grandi temi", che non sono buttati predicatoriamente sulla pagina ma risuonano come armoniche. La vicenda ha un andamento disteso e arriva ad una fine che pare conclusione di capitolo. E il capitolo secondo non c'è e non ci sarà. Breed's Hill non è l'inizio di Manituana, ma Manituana dovrà cominciare come Breed's Hill; sono convinto che le preoccupazioni, e le speranze, del primo prolegomeno siano quelle di Wu Ming di fronte al nuovo romanzo che inizia e all'inizio del nuovo romanzo. Breed's Hill non poteva che essere il primo prolegomeno. L'inizio dell'inizio.

Indian Kings

God's gonna cut you downIndian Kings parrebbe riflettere una fase compositiva già avanzata di Manituana (inferenza ovviamente indebita, e con avanzato intendo non "quanto" è stato scritto). Il gioco dei testi, con gli omaggi al romanzo epistolare, alla letteratura satirica e diaristica inglese, alla nascita del giornalismo (anche come mercato dell'informazione e "opinione pubblica"), mi sembra molto chiaramente non limitabile a questo testo. La nascita dell'etnologia e la scoperta dell'Altro, quale senso di colpa e nello stesso tempo calunnia dell'Occidente, è l'incrocio tra storico e contemporaneo forse più evidente del racconto. Vi sono anche due attualizzazioni esplicite, piuttosto strane per Wu Ming, non amante della strizzata d'occhio troppo accentuata. La prima è l'immagine di pagina 4 da Arancia Meccanica che collega i drughi, quindi ogni disponibile "disordine giovanile" e prevedibile repressione tra Novecento e Duemila, ai Mohock; inutile riconoscere che il teppismo di Burgess deve molto ai rakes e beggars del Settecento, il punto è che Wu Ming qui esplicita la connessione. La seconda, subito sotto l'immagine, è un'autocitazione, in forma di link alla pagina web di Guerra agli Umani.
L'apparato iconografico" che accompagna i prolegomena è una componente importante, come in ogni buon manuale di antropologia. Le forme del mondo, i vari mondi che vediamo nei tempi e luoghi dei racconti (Boston 1775, Londra 1712, Mohawk e Inglesi nell'America del Nord 1750), sono esaltati nelle loro diversità e connessioni attraverso le immagini. Il brano dello Spectator sullo stupore di Sa Ga Yean Qua Rash Tow di fronte agli Inglesi si rafforza e illustra nei ritratti di re indiani e scrittori inglesi che illustrano il pdf. Ma le distanze sono sempre mediate, l'Altro non esiste, esiste la nostra interpretazione dell'Altro. La pagina di Sa Ga Yean Qua Rash Tow è scritta in realtà da Addison e il dipinto di Hendrick che apre il terzo racconto è un esempio (poco notevole) di ritratto inglese settecentesco, dove ogni "diversità" di Hendrick è circondata da riferimenti noti e familiari: la figura intera in nobile posa, i cani e la foresta pronti per la caccia ecc. Hendrick's Dream è poi tutto giocato su questo sguardo mai puro, sulla diversità, l'origine e l'incrocio. Sullo spaesamento dello sguardo, che questa volta è quello dell'Altro, dell'etnologo Hendrick, mentre guarda quell'Altro che siamo Noi.
I link (testo blu) nel corpo del testo si trovano solo in Indian Kings. Sono la pagina web di Guerra agli Umani e vari riferimenti culturali: notizie biografiche su Hendrick e Peter Schuyler, un ritratto di Steele e Addison, un testo di John Gay. Gli altri testi, esistenti o meno, non sono invece collegati.
Da questi testi di Indian Kings traspaiono preoccupazioni linguistiche e stilistiche relative al genere romanzo storico che in Q non erano assenti ma erano meno pronunciate (e mature). Anzi in certi punti tali preoccupazioni emergono forse troppo dichiarate, ad esempio nel rinvenirsi con cui si linka il primo prolegomeno e nell'uso "storico" delle maiuscole, ma questo effetto è dovuto solo alla brevità del frammento. Sarebbe quindi incauto oltre che ingiusto prevedere qualcosa sugli stili del romanzo. Ma mi piace pensare che saranno molti.

Nota.
Dopo aver scritto le righe qui sopra ho cercato di capire perché venisse linkato Guerra agli Umani. Continuavo a leggere il brano e a pensare che non c'entrava molto col romanzo di WM2. Sono andato così a recuperare lo Spectator, per vedere quanto Wu Ming aveva inventato. Da questo primo filo ho tirato le altre fonti; dieci anni fa per un lavoro del genere ci sarebbero voluti settimane, soldi e viaggi, oggi con un po' di pratica di Wikipedia e Project Gutenberg si fa tutto in fretta. Queste considerazioni valgono anche dall'altra parte: scrivere un romanzo storico trent'anni fa era materialmente più difficile; certo ora vi è il pericolo della troppa informazione e dell'informazione non troppo affidabile, ma chiunque scriva corre volentieri questo rischio, a fronte dei sontuosi benefici del copia&incolla e della "biblioteca universale" sotto le dita. Mi mancano solo gli articoli di chiusura e apertura del London Chronicle, giornale "realmente esistito"; non posso quindi dire se i testi sono inventati (credo lo siano, il primo articolo ad es. riporta una nota al testo dell'edizione dello Spectator scaricabile da Project Gutenberg). Ma il resto è tutto una (ottima) traduzione italiana di testi inglesi.
Aridatece i sordi, quindi? Ecco spiegato perché danno via gratis i libri…, copiano. Per chi si è divertito coi titoli di coda di Guerra agli Umani e di New Thing (dove vengono indicate le fonti, gli attrezzi da costruzione) ricordo due verità ormai "eterne": il Chisciotte riscritto parola per parola dal Pierre Menard di Borges è realmente un Altro libro, e il libro di sole citazioni di Benjamin è l'unico libro Nuovo che si possa scrivere. Tutto sta nel montaggio, nell'inquadratura del taglia&incolla, nello scarto interno. Non voglio però inaugurare qui la filologia wuminghiana, e quindi le varie delizie (tipo "giornali di gossip" è "Grub Street Papers", i brani di Swift sono tagliati in modo da farlo sembrare ancora più pauroso, le maiuscole sono proprio nel testo originale dello Spectator, ma con qualche scarto) le tengo gelosamente per me…
Dirò ancora solo che il testo originale dello Spectator parla di War against Mankind, e non di Guerra agli Umani. Sicuramente vedere il quasi-titolo di un tuo libro citato trecento anni prima fa un certo effetto. Soprattutto se ce lo vuoi vedere, perché stavo per dimenticare la terza "verità eterna", di nuovo borgesiana: ogni scrittore crea i propri precursori.
(Dimostrare compiutamente che la seconda parte della nota non confuta ma integra la prima è lasciato come esercizio all'interessato lettore)

Hendrick's Dream

Fort JohnsonQ è un romanzo della lunga distanza, temporale e geografica. 54 prende come perno un solo anno, pare già nel titolo l'apoteosi dell'unità di tempo; ed invece tutto il Novecento gli gira discretamente intorno. Il "respiro" e l'"ampiezza" di un romanzo (storico) non si giudicano dai chilometri fatti, dagli anni trascorsi, dalle comparse utilizzate. Il valore di Manituana non lo misureremo col righello del colossal e della saga; anche se è vero che con le "angosce da tinello" si fa poco (eppure WM2 in quel romanzo "scaltro e dissimulatore" che è Guerra agli Umani parte proprio da questo centro di nulla per allargarsi in spirale).
Nel terzo prolegomeno ritroviamo King Hendrick, 40 anni dopo. 1711, 1750, 1775, queste le date dei racconti; possiamo immaginarci Manituana come un romanzo di tutto il Settecento, ambientato in America e (forse) in Inghilterra, e scegliere come limiti proprio quelli di Indian Kings, circa 1710-1810. Illazioni… Quello che è certo è che Hendrick's Dream strapiomba su di una narrazione in corso, il "vero" Manituana che Wu Ming sta scrivendo, e affronta una delle difficoltà tecniche maggiori del romanzo storico: il bilancio tra informazione e racconto. Ecco il manoscritto ritrovato dal giovane curioso, ecco i ricordi nostalgici del vecchio notaio, ecco i due amici che dopo tanti anni si rincontrano per caso e hanno tanto da raccontarsi… Qualcuno deve salire sulla scena e spiegare il "contesto", ma senza annoiare, nel senso tecnico che l'informazione deve essere funzionale alla narrazione, consentire al lettore di comprendere i fatti, non deve ammaestrarlo, prepararlo al compito in classe. L'informazione non può quindi essere una pura lezione di storia, e non può soprattutto essere fornita tutta in una volta. Hendrick's Dream necessariamente non riesce a risolvere questa difficoltà e la sua natura di "racconto laterale", di "estratto" (non "scarto") da un testo in formazione che si costruisce anche attraverso i suoi legami e rimandi interni, si mostra appunto nella fatica con cui bilancia narrazione e spiegazione (le complicate alleanze indiane, i vari colonizzatori europei). Il lettore impreparato (come me) esce dal prolegomeno col desiderio di saperne qualcosa di più sulle vicende storiche, proprio per godere meglio la storia narrata. E vuole naturalmente continuare a leggere la narrazione.
Breed's Hill, in quanto inizio, è "aperto su di un solo lato", Indian Kings ci dà comunque una "storia completa", Hendrick's Dream parte da … e finisce in … La chiusa ad effetto è necessaria ed inevitabile. Il terzo raconto non può finire in modo naturale, la vicenda che narra parte da lontano e va lontano, l'unica è "tagliar corto", sospendere nell'arguzia troncante. Lasciare in attesa.

I TRE RACCONTI SONO QUI
Solo un puntino rosso Breed's Hill, 17 giugno 1775 (on line dal dicembre 2005)
Un altro puntino rosso Indian Kings (on line dall'aprile 2006)
Il terzo puntino rosso Hendrick's Dream, 1751 (on line dall'agosto 2006)


Cary Grant. L'attore, il mito, Marsilio 2006ELEGANZA, AMBIGUITA', IRONIA: CARY GRANT

Nel novembre 2004 WM1, WM3 e l'attore Fabrizio Pagella (voce recitante con Yo Yo Mundi e Switters - ieri ha compiuto gli anni) parteciparono al convegno "Eleganza, ambiguità, ironia: il cinema di Cary Grant", organizzato dal DAMS di Torino e dal Museo Nazionale del Cinema. Tra i partecipanti, l'esploratore del pop Franco La Polla, Rebecca West dell'Università di Chicago e Ron Gregg, sempre dell'Università di Chicago.
L'idea di invitarci era stata di Giaime Alonge, docente di storia del cinema e sceneggiatore dei film di Daniele Gaglianone (I nostri anni e Nemmeno il destino).
A distanza di due anni, Marsilio sta per pubblicare il libro nato da quel convegno, Cary Grant. L'attore, il mito, a cura di G. Alonge e G. Carluccio. Tra i vari interventi, l'opera include una lunga intervista a WM1 (su Grant, l'America, il cinema, la letteratura etc.), e un articolo collettivo uscito a tutta pagina su L'Unità nel centenario della nascita dell'attore anglo-americano.
Questo libro è un'eccellente lettura complementare a 54. O forse è 54 a essere una lettura complementare, se uno ama Cary Grant. Fate voi. Sparatevi questo e una buona dozzina di dvd grantiani.



NUMERO SPECIALE DELLA "CHICAGO REVIEW"

Per iniziativa del caporedattore narrativa Robert P. Baird, il prossimo numero della Chicago Review, rivista letteraria della succitata Università di Chicago, conterrà uno "Speciale Wu Ming", con lunga intervista a tre membri della band (WM1, WM4 e WM5) e due racconti collettivi: "In Like Flynn" e "The Three Hundred Emperor's Wood Cutters" (traduzioni dello stesso Baird).
In uno dei prossimi numeri di Giap faremo un resoconto su come sta andando 54 negli USA. Come si suol dire in inglese, "mixed reviews", ma un gratificante riscontro da parte dei lettori. L'incipit di recensione più divertente è: "If 54 were an animal, not a book, it would be a giraffe".


I NOSTRI CUGINI YO YO MUNDI

Yo Yo Mundi e Fabrizio Pagella in 54, liveNel profondo dell'agosto, uno apre "La Repubblica" e non ti trova un articolo sui nostri cugini Yo Yo Mundi e il loro nuovo spettacolo live "Il gioco del mondo"?
"Il gioco del mondo" è una sintesi del percorso della band (che, va ricordato, ha fatto qualcosa come milletrecento concerti in giro per l'Italia e l'Europa) e propone una selezione di brani da (quasi) tutti i progetti, album e spettacoli, ivi compreso 54.
E' una bella stagione per gli Yo Yo: il tour britannico e irlandese è stato un successo (sold-out in tutte le città toccate), gli ultimi album e spettacoli sono il prodotto di un gruppo maturo e sempre più consapevole di quel che ha imparato in anni di olio di gomito.
Ricordiamo su quali loro dischi si fonda la nostra "cuginanza"? Ma sì, dai.

il quarto puntino rosso 54
(Mescal/Manifesto 2004) è un concept album ispirato al nostro omonimo romanzo, con la partecipazione degli attori Fabrizio Pagella, Giuseppe Cederna e Marco Baliani. L'idea la ebbe Stefano Tassinari, che non finiremo mai di ringraziare.
"Un oggetto del genere, tipo cofanetto, con questa cura grafica e un libretto con un tot di pagine, tutto a otto euro, è la prova definitiva che gli altri sono dei ladri." (WM3 all'uscita del cd)
Per saperne di più, qui e qui - e anche qui (omaggio a Dario Berveglieri, 1962-2004).

Il quinto puntino rosso Resistenza
(Mescal/Manifesto/Sony 2005) è un cd live + dvd, realizzato per il 60ennale della Liberazione. Contiene anche versioni dal vivo di due brani di 54: Non c'è nessun dopoguerra ed Ettore, stella rossa vince. Ettore Bergamini, partigiano con la Brigata Stella Rossa sull'Appennino bolognese, ri-spunta anche tra gli extra del dvd. Per saperne di più, qui.

Il sesto puntino rosso L'ultimo testimone (Mescal 2006) è un maxisingolo (+ dvd nell'edizione limitata) e contiene anche Se muoio stanotte. Ettore alla battaglia di Porta Lame (brano tratto dal romanzo dopo l'uscita dell'album 54). Per saperne di più, qui.

In autunno le occasioni per vedere dal vivo gli Yo Yo saranno tante. Noi segnaliamo le due date già programmate per settembre, e consigliamo di tenere d'occhio la sezione "live" del loro sito.
03/09/2006 ALESSANDRIA – Festa dell'Unità (ore 21.30), Yo Yo Mundi in 54 di Wu Ming, concerto e lettura scenica con l'attore Fabrizio Pagella. Da un'idea di Stefano Tassinari.
22/09/2006 REGGIO EMILIA - Porta Santa Croce (ore 21.00), per il centenario della CGIL.


Piermario Ciani in piena formaPIERMARIO CIANI. UN ARTICOLO E DUE FRAMMENTI VIDEO

Qualche settimana dopo la morte di Piermario (e i testi frammentari che avevano composto un inadeguato omaggio), L'Unità ha pubblicato un articolo più lungo a firma Wu Ming 1, "Pier Ciani, il guerrigliero della cultura", poi riproposto su carmillaonline. Una ricognizione dell'opera di Pier che parte dagli immediati dintorni del suo Mac. Puoi leggere il pdf della pagina di giornale, oppure la versione carmilliana.
Nel dicembre 2005 l'artista e musicista Walter Criscuoli realizzò una videointervista a Piermario, poi finita in un dvd realizzato con la collaborazione degli studenti dell'Istituto d'arte Giovanni Sello di Udine. Il titolo del documentario è "Piermario Ciani. Oltre la fotografia".
L'avvio è commovente. Dopo una carrellata di ritratti e autoscatti di Piermario in piena forma, un uomo smagrito e con gli occhi incavati ci guarda negli occhi e avvisa:
"Bene... Bisogna premettere... una piccola cosa, per chi non mi conosce o forse non mi ha già visto, non mi ha frequentato, non mi ha mai sentito parlare. Questo sono Piermario Ciani io nel dicembre del 2005, ma sono completamente diverso - sono tutta un'altra persona - da quello che ero fino a due mesi fa, ehm, perché in questo momento sono malato, ho avuto delle operazioni e quindi, sì, seguo questa idea del video in maniera un po' [sorride] diversa da come avrei potuto farlo fino a un paio di mesi fa."
Questo e un altro estratto del video sono ora su Youtube, visibili senza lasciare questa pagina oppure sul sito di Youtube cliccando qui e qui (o cliccando due volte sui riquadri).



LE INASPETTATE EPIFANIE SULLA STRADA DI VALERIO MARCHI

Valerio Marchi, 1955-2006L'estate che adesso sta morendo ha visto anche la dipartita di Valerio Marchi, duro colpo per chi gli voleva bene e/o conosceva e apprezzava il suo poliedrico lavoro di ricerca (su culture giovanili, neofascismo, tifoserie organizzate, maschilismo di strada, stragismo di stato etc.) Il giorno dopo la sua morte WM1 e WM5 (quest'ultimo legato a Valerio da un antico rapporto di collaborazione) hanno messo insieme uno speciale, pubblicato su Carmilla, a cui è seguita la riproposizione di un articolo in cui Valerio prendeva di petto il tomo martirologico Cuori neri di Luca Telese (cronista del "Giornale" di Maurizio Belpietro). Qualche tempo dopo, Alessandro Mantovani del "Manifesto" ha contattato WM5 e gli ha chiesto un pezzo per il giornale. L'articolo è uscito il 22 agosto scorso. Puoi leggerlo su Carmilla.
Il settimo puntino rosso Noi daremo il nostro contributo perché l'opera di Valerio continui a vivere. Proprio per questo, WM5 sarà a Roma il 9 settembre, h. 21, alla libreria Odradek, via dei Banchi Vecchi 57, per l'iniziativa "Pensare la strada: serata dedicata a Valerio Marchi". Interventi di: Guido Caldiron, Rino Fabiano, Alessandro Mantovani, Anna Marchi, Valerio Mastrandrea, WM5, il Duca e gli amici che lo hanno incontrato.


A ROMA, UNA VITTORIA: LA SIAE RICONOSCE LE LICENZE APERTE

[...ed è anche merito di un giapster e quindicino]

[Con gioia abbiamo accolto questa news de iQuindici:]

Il logo de iQuindici, lettori residenti a soccorso della Wu Ming FoundationL'ESEMPIO E' CONTAGIOSO E SI DIFFONDE, SI DIFFONDE, SI DIFFONDE! (Cfr. Giap #9, VIa serie - 30 maggio 2005)
Per la prima volta in Italia la Siae, con liberatoria a tempo indeterminato a partire dal 25 luglio 2006, (documento protocollato presso l'Ufficio Multimedialità al nr. 1/290/06/FDP) riconosce la possibilità della diffusione pubblica di musica d'ambiente all'interno di un locale commerciale, senza compenso, in virtù dell'utilizzo delle licenze copyleft (Creative Commons, Art Libre, Copyzero x, Clausola Copyleft) o di pubblico dominio.
All'interno della gelateria Fiordiluna [http://www.fiordiluna.com] nel cuore di Trastevere a Roma, è presente uno spazio multimediale (monitor lcd 32" e impianto stereofonico con diffusori Bose) gestito da un pc con sistema operativo Linux e software libero attraverso il quale vengono diffuse opere audio, visive e letterarie rilasciate con licenze copyleft (Creative Commons, Art Libre, Copyzero x, Clausola Copyleft) o di pubblico dominio. Questo importantissimo risultato è stato reso possibile dall'operato del dottor Ermanno Pandoli (Giapster e Quindicino) membro dello Sportello elettronico Liberius [http://www.frontieredigitali.net/index.php/Liberius] del network FrontiereDigitali.net [http://www.frontieredigitali.net], che ha rappresentato la gelateria Fiordiluna presso la Siae.
Nella gelateria Fiordiluna la produzione di gelato e cioccolato si basa sull'utilizzo di materie prime di altissima qualità, del Commercio Equo e Solidale, di latte fresco dell'agro romano e frutta fresca proveniente da coltivazioni selezionate.
Il riferimento per riconoscere l'ingresso del locale è il busto marmoreo di Giuditta Arquati posto sulla facciata dell'edificio storico dell'animata via del quartiere.
Fiordiluna S.n.c. - Via della Lungaretta 96 – 00153 Roma - 06.64561314
ilgelatofiordiluna@yahoo.it
www.fiordiluna.com
Gli autori interessati a esporre nella gelateria possono segnalare le proprie opere attraverso i gruppi di competenza di Frontiere Digitali [http://www.frontieredigitali.net/index.php/Frontiere_Digitali#Gruppi_di_competenza].
Per avere informazioni sulle procedure da attuare è possibile contattare lo Sportello elettronico Liberius
[http://www.frontieredigitali.net/index.php/Liberius].

[Qualche mese fa Ermanno Pandoli ha spiegato la sua posizione su copyleft, creative commons e proprietà intellettuale in una chiarissima e illuminante intervista a scarichiamoli.org]

scarichiamoli.org
ANDREA FINIZIO EROE DEL COPYLEFT

Anche noi siamo stati intervistati da scarichiamoli.org, più di recente. Intendiamoci, non abbiamo detto niente di nuovo né di speciale sotto alcun punto di vista, ma abbiamo approfittato dell'occasione per celebrare (ed era tempo!) un autentico eroe della libera riproduzione delle opere dell'ingegno, il giapster partenopeo Andrea Finizio. Leggi e capirai.


FEEDBACK

Ectopistes MigratoriusPiccioni estinti
Per WM5: sicuramente ne sarai già stato a conoscenza però per me è stata una scoperta davvero piacevole: ci sono dei francobolli cubani commemorativi degli animali estinti. Ho trovato le immagini in questa pagina: http://www.asahi-net.or.jp/~ch2m-nitu/cuba2.htm Avevo appena letto Havana glam e allora ho usato l'immagine con l'Ectopistes Migratorius come link nella mia home page al vostro sito :))
Un abbraccio
Max, 26 agosto 2006

Caro Max,
non ne ero a conoscenza. Mi sembra una coincidenza felice, grazie della segnalazione.
WM5

§

Arbitri

Carissimi, riemerso dalla seconda paternità (Michele, 18 giugno 2006, è qui di fianco a me, e sbava) [un saluto a Michele da Wu Ming al completo!, N.d.R.], ho finalmente trovato il tempo di affrontare la mail [...]
Come forse ricorderete, della "banda" che sgovernava il calcio italiano, degli imbrogli, dell'illegalità diffusa che presidiava la "quinta industria del paese" (D'Alema), vi avevo scritto in tempi non sospetti. Lo dico non per dire "io l'avevo detto", ma in qualche modo per dire che "adesso posso non dirlo". Cerco di spiegarmi, probabilmente anche a me stesso. Cosa non mi va, di quello che è successo:
1. Come sempre in Italia, i sistemi intermedi hanno scragnato, e si è finiti al buco della serratura delle telefonate intercettate dai magistrati (sempre loro), facendo il processo sui giornali.
2. Come sempre in Italia, abbiamo felicemente "caproespiatoriato": i contratti tv, Carraro presidente della FGCI, Galliani della Lega, il G14, le partite al sabato, di notte, IL DOPPIO DESIGNATORE, quasi tutta questa roba è stata votata all'unanimità da 40 presidenti di A e di B, tra cui l'integerrimo Moratti.
3. Come sempre in Italia, ci si è abbandonati al moralismo, dimentichi delle più elementari norme non tanto del garantismo, quanto della democrazia (la Melandri, ministro dello sport, evidentemente in totale cortocircuito mentale, ha dichiarato, testuale: "le sentenze non si commentano". La politica non può commentare una sentenza? Mah.)
4. Come sempre in Italia, il sistema ha salvato se stesso: gli arbitri, i VERI COLPEVOLI, sudditi proni per pura vigliaccheria, avidità di carriera e piccineria morale, nemmeno onorati di una sana corruzione, se la sono cavata praticamente tutti. Il sistema erano loro. Loro dovevano, e potevano dire "no" alle telefonate, alle insistenze. Non l'hanno mai fatto. E saranno ancora loro, sudditi di nuovi padroni, ma sempre sudditi.
Giovanni F., 22 agosto 2006

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Mario PlacanicaSu Mario Placanica e la sua azione legale contro i genitori di Carlo Giuliani
Io mi sento tradita ed indignata. Nonostante sappia bene in che razza di paese vivo, ancora non mi capacito di dover assistere a queste cose. A questo calpestare indegnamente il dolore di una famiglia, alla quale è stato ucciso un figlio due volte: prima in Piazza Alimonda, poi infangandone la reputazione in tutti i modi possibili, e quando è stato faticosamente chiarito che non era quel criminale incallito che ci avevano dipinto, allora si sono attaccati al fatto che "in fondo quel giorno caldo e afoso era uscito di casa con un passamontagna" E adesso? Lo vogliono uccidere di nuovo? Trascinando i genitori in una causa di risarcimento? E loro due, chi li risarcirà mai?  Vi prego di far sapere in qualche modo ai genitori di Carlo che c'è chi si vergogna profondamente di questo paese. Chi è loro vicino ed è ancora capace di indignarsi. Chi trova squallido e vergognoso non solo fare una richiesta del genere ma anche pubblicizzarla [...]. Mi vergogno profondamente di vivere nello stesso paese che potrebbe dare un risarcimento a chi ha ucciso un ragazzo di vent'anni al riparo di quella divisa che dovrebbe proteggere le vite dei suoi cittadini, indipendentemente dal fatto che portino un passamontagna o no.
Annalisa, 25 agosto 2006

Cara Annalisa,
Placanica è un uomo rovinato, azzannato da una bestia molto più grossa di lui, e questa è una mossa disperata. Un po' più di un mese fa, nei giorni del quinto anniversario, abbiamo detto la nostra, in gruppo od ognun per sé, in vari contesti. Una discussione parecchio approfondita su estintore, passamontagna, Placanica, dilemmi morali etc. ha avuto luogo sul forum pubblico de iQuindici, e io mi sono espresso con notevole foga. Consiglio di leggerla tutta con attenzione, e magari anche intervenire. [N.B. A volte è un po' lento il caricamento della pagina]
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* Funky Monks è il titolo di un brano dei Red Hot Chili Peppers, dall'album Blood Sugar Sex Magick, e anche di un documentario sulle settimane in cui la band incise il disco, separata dal mondo, in un'isolata dimora della campagna californiana su cui circolavano storie sovrannaturali e leggende urbane. Uscito in vhs nel 1991 e in dvd nel 1997.