da Glocal n.4, gennaio-febbraio 2002 [rivista del litorale laziale (Anzio e dintorni)]

Wu Ming, la scrittura come arte marziale

In cinese mandarino il suo nome significa niente più che "anonimo" e viene usato solitamente come firma della pubblicistica dissidente. Non è uno scrittore, ma addirittura cinque… Stiamo parlando di Wu Ming, atipica "impresa di servizi narrativi" formata da cinque scrittori bolognesi (ognuno contrassegnato da un numero progressivo: Wu Ming 1, 2, e via così) tutti già precedentemente attivi nel progetto Luther Blissett, il fantasma collettivo che ha imperversato in questi anni nella cultura pop contaminandola con un'infinità di azioni sovversive, tese in larga parte a rivitalizzare la centralità e l'importanza della costruzione di nuove narrazioni conflittuali all'interno dell'immaginario collettivo. Tra gli esiti di quel progetto c'era stato così Q (Einaudi, 1999), mastodontico romanzo storico ambientato nell'Europa della Controriforma, descritta in un arco di cinquanta anni tra guerre civili e religiose attraverso le vicende di un reduce della rivolta ereticale anabattista, in un grande affresco epocale che si collocava idealmente nel solco aperto da opere come American Tabloid di James Ellroy e Underworld di Don De Lillo. Sono questi i riferimenti e le storie che a interessano a Wu Ming: "storie di conflitti, intessute sui telai dell’epos e della mitopoiesi (…). Romanzi che attingano materia viva dalle zone d'ombra della storia, storie vere narrate come romanzi e/o viceversa, recupero di vicende dimenticate, al centro o ai margini delle quali si sviluppano le nostre trame". Operazione messa subito in atto con l'opera prima Asce di Guerra, (Marco Tropea, 2000), basato sulla storia vera (e quasi incredibile) di Vitaliano Ravagli, un ex-partigiano romagnolo avventuratosi in Laos alla fine degli anni Cinquanta per combattere a fianco dei Vietcong. Attorno alla vicenda di Ravagli - in parte autobiografica, in parte ricostruita come in un giallo dall'immaginario avvocato Daniele Zani, Wu Ming costruisce un elaborato incastro che gioca con la storia e la rimette in gioco attualizzandola nel presente: da una parte, infatti, si restituisce un'immagine viva e materiale della Resistenza (lontana anni luce sia della retorica istituzionale che dal revisionismo spacciato per "riconciliazione"), e dall'altra la si mette in cortocircuito con altri materiali resistenti, alternando una storia "disinvolta" delle guerre in Indocina a un affresco delle lotte sociali nell'italia di oggi, con riferimenti chiave allo spirito di Seattle e al movimento delle Tute Bianche (di cui Wu Ming fa attivamente parte). Decisamente più paradossale, in un ribaltamento di prospettiva paragonabile a una mossa di ju-jitsu, è invece la seconda uscita editoriale firmata Wu Ming: Havana Glam (Fanucci Avant Pop, ottobre 2001), romanzo solista di Wu Ming 5, alias Riccardo Pedrini, personaggio chiave dell'underground bolognese, maestro di arti marziali ed ex chitarrista dei Nabat, già autore in passato di alcuni saggi a dir poco eterodossi (Skinhead. Lo stile della strada; Ribellarsi è giusto. Arti marziali, filosofia e pensiero rivoluzionario dal compagno Mao a Bruce Lee , e infine Ordigni. Storia del Punk a Bologna, tutti per l'editore Castelvecchi). Prima di entrare a far parte di Wu Ming, Pedrini era stato autore di Libera Baku Ora (DeriveApprodi, 1999),  romanzo di fantascienza in cui aveva tratteggiato lo scenario di un' Italia del 2020 governata da un  surreale regime libertario/totalitario con tratti buddhisti e maoisti, dove le culture antagoniste come il punk, sono state pienamente incorporate nell'ideologia ufficiale e un ormai novantenne Toni Negri viene mantenuto al confino in un ospedale geriatrico pur essendo celebrato come padre spirituale del neo-regime… Il tutto mentre gli Stati Uniti sono governati dal Ku Klux Klan (sdoganato e politicamente corretto), le truppe speciali italiane vengono coinvolte in una gigantesca operazione di polizia internazionale nell'Asia Centrale (!!!) e sullo sfondo si prepara la guerra atomica planetaria. Havana Glam si dipana nello stesso universo parallelo, venti anni dopo: nel 2045 gli Stati Uniti sono padroni di un mondo irrimediabilmente distrutto dal fall-out radioattivo dopo la guerra globale del 2021, e il Presidente Wank decide di inviare indietro nel tempo tre agenti speciali con la missione di provocare la distruzione atomica dell'Unione Sovietica immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, impedendo così conflitti futuri come la guerra fredda, il Vietnam, le controculture, i movimenti d'opposizione e il dissenso interno… Eppure qualcosa va storto, il piano fallisce e nel continuum temporale iniziano a prodursi strane modificazioni: nel 1973 David Bowie, stella nascente del glam rock, dichiara pubblicamente di essere attratto dal comunismo di Fidel Castro. A Cuba, i suoi giovani fans - bollati come marziani­ -iniziano a seminare scompiglio tra i burocrati del Partito, mentre alcune cellule dei servizi segreti cubani, impegnati a proteggere il candidato presidenziale di sinistra alle elezioni giamaicane, si muovono sulle tracce di un misterioso Svedese che lascia dietro di sé una scia di massacri. Confrontandosi con uno dei cliché più classici della fantascienza, il viaggio nel tempo, Pedrini lavora sulla più spiazzante fanta-politica, miscelando un'allucinata distopia degna del Philip Dick più visionario con elementi pulp, stilemi tipici dell'hardboiled e quintali di citazioni pop che portano a collisione il reggae e il glam, Fidel Castro e David Bowie, in un convulso montaggio ipercinetico. Tra apparizioni cameo di Linda Evans, Ed McBaine, Bob Marley e Bunny Wailer, strizzatine d'occhio agli action movie degli anni '70 e omaggi a volte esoterici all'universo delle sottoculture giovanili, Wu Ming 5 confeziona una vera bomba culturale che vi terrà incollati alle pagine fino all'ultima riga. E c'è da aggiungere che, oltre ai romanzi "ufficiali", Wu Ming vanta una discreta produzione di racconti brevi, diffusi attraverso il sito www.wumingfoundation.com , tra cui spiccano Canard a l'Orange Mecanique e Pantegane e sangue, strepitose "riscritture non autorizzate" dell'universo Disney, con un truce Topolino versione Serpico, Pippo drogato e alcolizzato, Paperino e Archimede Pitagorico a capo di un gruppo armato di ultrasinistra, e una nutrita schiera di altri (sconvolti) personaggi disneyani a fare da comprimari, in un tripudio di irresistibile sarcasmo noir.
In un panorama letterario come quello italiano, asfissiato dagli esercizi di stile dei Baricco di turno, dal minimalismo generazionale e dagli aspiranti cattivi ragazzi, Wu Ming si prospetta così come una salutare boccata d'aria nuova. Aspirate a pieni polmoni!