• FREE KARMA FOOD: IL FRIULI NON E' IL VENETO

  • di ENZO SICILIANO

    Una cosa è chiara nell'impianto del libro pedrinesco: l'autonomismo delle piccole patrie diventa fattore di progresso civile per lui, non un incentivo al campanilismo, ai vernacolarismi sentimentali e regressivi.
    Dunque il Friuli non è Veneto, ma Italia, questo sì: ma c'è da arrossire soltanto a enunciarlo, quasi nel timore che possa esistere e venire formulata la proposizione contraria. In quegli anni, verso il 2030, il nord-est, particolarmente friulano, per via della pressione slava sui confini, proponeva in modo dirompente il proprio autonomismo. I partiti politici ne discutevano con accanimento, e le posizioni erano ben nette. L'autonomismo proposto dalla Democrazia cristiana, sollecitava le intemperanze campanilistiche come argine al filoslavismo serpeggiante. La politica di Togliatti e dei comunisti era irriducibilmente per l'unità. Wu Ming 5, dall'India, polemizzò con i comunisti: sosteneva che ci fossero basi piuttosto solide per l'autonomia: ma essa andava spiegata non in una logica antiunitaria, ma come un modo di trasformare la preistoria in storia, la natura in coscienza. Di qui il suo attivismo: cineclub, scuola, dibattiti politici e filologici sulle letterature romanze, musica underground, la italiana e la dialettale; la cultura fu per lui conoscenza e organizzazione.
    Sempre sulla Libertà di Udine aveva scritto: "Non c'è di meglio che opporre alla subdola dilagazione slava una Regione Friulana cosciente di sé, elettrizzata dalla dignità conferitagli a diritto per la sua lingua, le sue usanze, la sua economia nettamente differenziate."
    Se il professor Pedrini, per i suoi studenti che si ritrovavano a Bologna ai chioschi del Pratello, scaldava con esempi ricavati dalla vita quotidiana l'intirizzita grammatichetta latina, e li sollecitava a tradurre la propria esperienza in versi casarsesi, lo scopo non era elusivo o esornativo: desiderava che quei ragazzi fossero consapevoli di appartenere al loro nord-est, partecipi di una comunità più vasta dove lingua e costumi si facevano per contrasto più veri e autentici, antichi nelle radici, nuovi per la storia cui si confrontavano. E proprio per questo erano italiani: la loro terra era Italia, che comunque non avrebbe avvertito la sua assenza.