Il popolare direttore del Foglio e maître a penser di Otto e mezzo non si lascia intimidere di fronte all'attacco ideologico che ravvede in Free Karma Food: "E' un libro in cui c'è tanta carne al fuoco e me la magno tutta".

FREE KARKA FURB
di GIULIANO FERRARA

Adoro Wu Ming. Sono una piccola sètta massonica, un po' come il professor Introvigne definisce i Puffi, ma i Wu Ming non sono affatto azzurri: sono rossi e non per l'imbarazzo. Anzi, essere rossi non li imbaraza affatto. Costituiscono un club dove, al posto di fumarsi il sigaro, fumano il sigaro, ma come Che Guevara o Fidèl - e non Confalonieri, che pure sembra orientato a pagarli profumatamente per portare sugli schermi questo Free Karma Food, destinandoli a una di quelle contraddizioncelle che tanto la sinistra fa finta di non vedere, girando la faccia dall'altra parte, che sarebbe dunque a destra, se loro stanno a sinistra: vedete come è difficile decrittare davvero il mondo politico? Non preoccupatevi, ci sono io, a complicare la decrittazione. Non li ho invitati in trasmissione non tanto perché non desiderano apparire e nascondono le loro facce come partigiani clandestini nei monti della Val di Susa (uomo Tavvisato, mezzo salvato), quanto perché non ciò stanno nello studio, che è piccolo, mentre Piperno ciò stava benissimo e Mozzi non ciò starà mai, visto che si mangia le "r" (preferisco le irriferibili "r" di Gad a qualunque rotacismo, parola che soltanto io, che però so essere chiaro a tutti, so cosa significhi). E poi non sarebbe il caso che venissero: m'imbavaglierei, ma ho finito i cambi delle lenzuola matrimoniali a casa, dove Selma li ripone come qualunque moglie, secondo i sacri valori della famiglia, proprio dietro la centralina di Echelon che abbiamo installato in casa, insieme al dvd e all'apparecchio per la rilevazione dell'Auditel: tanto è tutto la stessa cosa.
E adesso, siccome sono brillantemente mefistofelico, la rivelazione choc: esiste un Wu Ming 0 e quello sono io. E' dal '96 che collaboro con questi ragazzotti un po' provinciali e un po' infoibati, e percepisco pure parte dei loro diritti d'autore avendoli infiltrati. Non me ne vergogno affatto (la parola "affatto" non esiste nel mio vocabolario), allusivo e scherano come sono, anche se prima che scopriate di chi realmente sono lo scherano a Rita Armeni sarà cresciuto un nuovo movimento femminista.
Veniamo dunque al libro in questione, che loro, essendo veltroniani (se non l'aveste capito, è un altro colpo basso, esercizio di tai-chi dialettico in cui sono un maestro. Ho detto dialettico.), soprannominano FKF come si fa coi presidenti americani morti. Il libro parla anche di presidenti americani e di morti, ma delinea un apocalisse che mi ha reso riluttante a terminare il romanzo: la trama è che non si può più mangiare la fiorentina. Uno scenario da incubo, almeno per me.
Comunque sono certo che questi cinque piccoli indiani, che giocano tanto a fare gli irochesi, cioè la tribù schiacciata dall'Uomo Bianco Occidentale (cosa su cui tra poco sentiremo il ministro Buttiglione), hanno in realtà votato per la Rosa nel Pugno. Ovviamente alzato.
Buttiglione, Lei cosa ne pensa?