ANANDA MARVIN

Ananda Marvin attraversava la sua fase anni Settanta più convinta. Su Paleo rock Pirate Channel aveva visto i Chilites a Top Of The Pops, filmato della BBC, 1971: il faaaaantastico gruppo vocale di Chicago aveva cantato (For God's Sake) Give More Power To the People. Il testo black power suonava stucchevole, stereotipato, ma l'interpretazione era memorabile. Ritmo nero come gli incubi di un matricida, e quei negri, Eugene Record in testa, lì sullo schermo a ballare sincronizzati, senza fallire un gorgheggio né steccare un acuto. Negri abbigliati in completi di seta verde acido, alti come fenicotteri sulle possenti zeppe degli stivaletti bianchi, strafottentemente froceschi sotto alte bombette bianche in pelo di coniglio: Ananda era rimasto folgorato. Aveva chiamato un sarto e gli aveva commissionato il lavoro mostrandogli la registrazione del filmato. Aveva rinunciato alla bombetta: il bulbo afro non accettava costrizioni. Il sarto aveva intuito che era il caso di prendere sul serio richiesta e richiedente e ce l'aveva messa tutta. Il completo sembrava troppo stretto, ma le misure erano state prese con cura; taglio ed esecuzione impeccabili. Tutta l'arte del mondo non avrebbe fatto assomigliare il pingue Ananda a Eugene Record, ma l'effetto non era male: giovane gangster mesmerico, grassoccio, dotato di una volontà di ferro e gusti sartoriali estrosi.
Il sarto venne pagato. Ananda ebbe il vestito delle grandi occasioni. Lo avrebbe sfoggiato per andare a prendere Sonny, limo bianca, troie e tutto il resto. La resa dei conti era prossima.