Quasi/Giap - Bolle blu di news dalla batisfera (e qualche occasionale riflessione) - 9 febbraio 2006


1. Free Karma Food
2. Tre racconti di ieri, letti oggi. La Compagnia fantasma alle prese con Wu Ming
3. L'ebrea errante
4. Scusate lo sfogo
5. Copyleft e Creative Commons: iQuindici intervistati da scarichiamoli.org


FREE KARMA FOOD

Free Karma Food di Wu Ming 5 uscirà con Rizzoli a metà marzo, at last.
Si conclude la prima fase dell'operazione "romanzi solisti". La seconda crescerà nella coda del decennio in corso. Dopo l'opus magnum collettivo.
Collana "Scala Italiani", pp. 238, € 14,50.
Su carta riciclata Cariolaro (50% di fibre postconsumo, sbiancata senza cloro).
Volete vedere la copertina?
http://www.wumingfoundation.com/italiano/freekarmacover.pdf
Prima della fine di febbraio, metteremo sul sito un "prolegomeno" al romanzo. Protagonista: lo spettro di George Harrison...
...e partirà la ridda delle anticipazioni e delle outtakes (con complicità che non v'aspettereste).




TRE RACCONTI DI IERI, LETTI OGGI. LA COMPAGNIA FANTASMA ALLE PRESE CON WU MING.

Due sere fa, martedì 7 febbraio, la Compagnia fantasma ha inaugurato Montag2, i martedì di reading e radiodrammi live al circolo ARCI "La paresse" (ex-Onagro) di Bologna.
La prima serata era dedicata a noi. La compagnia ha letto/messo in scena (in versione leggermente riadattata) tre racconti del periodo 2001-2002: Welcome to Israel, Carcajada profunda y negra e Bologna Social Enclave.
Noi non c'eravamo, ma il locale era pieno di gente partecipe, risate, ovazioni. Ve ne renderete conto ascoltando gli mp3 che linkiamo qui sotto.

Nostre sensazioni?
Dapprima straniamento.
Quel biennio si offre ai nostri occhi in prospettiva "cubista", simultaneamente di fronte e di sbieco. Sembra già passato remoto (Genova? I Social Forum? L'omicidio Biagi? Davvero avevo scritto di queste cose?), eppure è presente che ti investe senza mediazioni. Sotto lo strato di ciò che riempiva quei giorni, c'era già quel che riempie l'oggi.
In quei racconti c'è lo scontro di civiltà come profezia che si auto-avvera. C'è il Paese che scende nella fogna canticchiando. C'è Bologna (l'Italia) che rattrappisce, striminzisce ed essicca, disturbante e indisturbata. C'è l'autoreferenzialità del ceto politico "di movimento". C'è il dibattito sui limiti della satira, della libertà di parola. Etc.

Di quei tre, il secondo racconto (in realtà l'ultimo in ordine cronologico) fu quello che più alzò polveroni. A tutt'oggi c'è chi ne stralcia e manipola frasi per descriverci come amici dei brigatisti, l'esatto contrario di quel che il racconto dice.
Carcajada profunda y negra [Risata profonda e nera] fu messo in rete tre giorni dopo l'omicidio Biagi, accompagnato da queste parole dell'autore, Wu Ming 1:

Ho registrato tutto quello che ho visto e sentito a Bologna la sera del 19 marzo 2002, dalle dieci di sera fino all'alba.
Mi sembra che l'unica chiave per parlare di certe urgenze sia una chiave narrativa.
A conti fatti mi sembra che il tono più adatto alle circostanze sia un tono beffardo.
Si ghigna di fronte all'orrore, per resistere.
Si ghigna di fronte al pericolo, per ridimensionarlo.
Si ghigna per incendiare le tigri di carta.

Apriti cielo. Se ne dissero e lessero di tutti i colori. Inevitabile, ieri e forse anche oggi.
Riletto quattro anni dopo, si vede bene che fu scritto di getto: squilibrio tra le parti e i registri, qualche muscolo ipertonico, qualche nervo infiammato... Tuttavia, c'è finito dentro qualcosa di importante. Ascoltate.

Nel frattempo, i vaneggianti sciroccati a cui lo Stato lasciò freddare Biagi sono ormai nelle patrie galere.
L'anno scorso, in un'intervista alla rivista inglese 3AM Magazine, dichiaravamo:

Tutta questa storia delle BR è una farsa. Le "Nuove Brigate Rosse" erano solo un branco di ottusi squinternati. Hanno pagato per un viaggio a Fantasilandia, e quando Ricardo Montalban - molto fico nel suo completo bianco - gli ha chiesto cosa poteva fare per loro, hanno risposto: "VOGLIAMO ESSERE LE BRIGATE ROSSE!". Lui gli ha dato pistole-giocattolo, baffi finti e una bambola gonfiabile di Stalin a grandezza naturale, perché giocassero quanto volevano. Da anni i servizi italiani erano al corrente delle loro attività. Adesso viene fuori che già nel 1999 Nadia Lioce era in una lista di sorvegliati (*), ma ha potuto uccidere il professor Marco Biagi a Bologna nel 2002. Semplicemente, li si è lasciati liberi di fare. La loro esistenza forniva le basi per la migliore campagna diffamatoria: l'intera sinistra colpevole per associazione. E' così che vanno le cose nel nostro Paese. Per quel che ci riguarda, proviamo disprezzo per chiunque voglia riportare le lancette allo stile dei gruppi cospirativi del Settecento e dell'Ottocento. Le società segrete sono fabbriche di scoppiati, la rivoluzione non è affare da massoni.

Welcome to Israel si svolge nell'arco di una notte, tra Atene e Tel Aviv. Racconta un tentativo di entrare in Israele, nei giorni caldi dell'assedio alla chiesa della Natività etc. Strano leggerlo oggi, con Ariel Sharon sulla soglia del nulla, tirato da ogni parte per la giacca sformata, riciclato da media dimentichi come pacifista... grande statista... Lui, l'uomo che Garcia Marquez candidò al Premio Nobel per la Morte, il sergente di ferro di quello che Genet (in Quattro ore a Chatila) definì "un potere temporale ributtante, coloniale come da tempo nessuno osa più".
Oggi il racconto (riletto, ascoltato) fa venire in mente la Bossi-Fini. Essere strattonati, malmenati, caricati a forza su un volo "di rimpatrio" senza il diritto di una parola che faccia da ponte tra le esperienze (quella del buttafuori e quella del "buttato") è un'esperienza che vivono ogni giorno, nei nostri aeroporti, i sans papier di oltremediterraneo e oltre-(ex-)cortina.

Bologna Social Enclave è datato e sempre attuale. Datato, per lo spirito con cui lo scrivemmo: all'epoca eravamo scanzonati e speranzosi, ci permettevamo di riderci sopra, a certi rituali sclerotizzati e sempre identici, certe usuali idiozie, riposizionamenti di correnti e leaderini etc. Oggi ci fanno solo schifo, e fatica mentale. Il racconto fa ridere come ieri, ma è una risata (si può dire) "profonda e nera". Nera, sì. "Noir" è il punto di vista della vittima... L'io narrante del racconto non è vittima del proprio morboso interesse? Attirato da chissà cosa, perde ore della propria vita che non torneranno mai più.
Continuiamo a sperare che la vita sia altrove, e la politica (la Pòlis) anche.
Salvarsi il culo il più collettivamente possibile rimane l'obiettivo.

Come al solito, chi è iscritto al nostro podcast (un posto in prima fila nell'auditorium di Wu Ming) ha già scaricato gli mp3.
Per tutti gli altri, che sono legione:

WELCOME TO ISRAEL, 11:26
[160k] - [64k]

CARCAJADA PROFUNDA Y NEGRA, 9:35
[160k] - [64k]

BOLOGNA SOCIAL ENCLAVE, 13:34
[160k] - [64k]

Registrati dal vivo al circolo ARCI "La Paresse" di Bologna, via Avesella 5a, la sera del 7/02/2006.
Attori: Daniele Bergonzi, Andrea Giovannucci. Musiche: Stefano D'Arcangelo, Alessandro Giovannucci.

Ovviamente, tutti e tre i racconti sono scaricabili qui.

(*) cfr. Giorgio Galli, Piombo rosso. La storia completa della lotta armata in Italia dal 1970 a oggi, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2005.





[Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Di sicuro interesse per chi ha apprezzato "Q":]

L'EBREA ERRANTE

Il titolo, L'ebrea errante, scelto da Edgarda Ferri per il suo romanzo, suona forse un po' banale ma la vicenda che queste pagine racchiudono di certo non lo è. Il sottotitolo, "Donna Grazia Nasi dalla Spagna dell'Inquisizione alla Terra Promessa", è anticipazione di un racconto travagliato e affascinante che poco ha da spartire con la fiction e molto invece, con una realtà storica ben esplorata, come attesta la bibliografia finale composta di una quarantina di titoli, tra saggi e riviste specializzate.
Gli eventi narrati ricostruiscono in maniera minuziosa la biografia dell'ebrea Grazia Nasi, donna colta e potente, ricca vedova di don Francesco Mendes, uno dei maggiori commercianti di spezie nell'Europa del '500. La storia ha inizio a Lisbona nell'anno 1536 e terminerà a Istanbul in "un giorno imprecisato del 1569". In mezzo, le mille tappe di una fuga intrapresa per eludere le persecuzioni di stampo antisemita, che celano il tentativo da parte di principi, imperatore e pontefice, di requisire l'enorme patrimonio della famiglia Nasi-Mendes. I capitoli che scandiscono il libro segnalano di volta in volta le soste di questo viaggio forzato, che dalla capitale portoghese consentirà ai proscritti di trovare rifugio in territorio ottomano. Anversa, Venezia, Ferrara, Ancona sono gli scenari mutevoli che fanno da sfondo alla vita randagia dell'ebrea errante e dei cosiddetti marrani, la comunità di giudei costretti a convertirsi al cattolicesimo, a cui lei stessa appartiene.
Il destino condiviso, quello cioè di essere oggetto costante delle pericolose "attenzioni" del Sant'Uffizio, spingerà donna Grazia a dedicare ogni momento della propria esistenza alla salvaguardia degli ebrei perseguitati.  
Lo scontro tra Inquisizione e inquisiti sarà senza esclusione di colpi, un vale tudo dove ogni mossa sarà consentita (corruzione, torture, sottili strategie diplomatiche, delazioni, cambi d'identità, finti rapimenti, spionaggio militare, trasporto di clandestini, matrimoni d'interesse, falsificazioni di documenti... ) e indurrà l'instancabile vedova Mendes a creare una  rete di solidarietà vasta e ramificata tale da permettere la fuga verso l'oriente e la libertà, a coloro che rischiano l'impietosa pena del rogo:

Alle prime avvisaglie dell'arrivo dell'Inquisizione in Portogallo, i marrani avevano cercato di riparare in Turchia, e ancora di più a Salonicco, dove la colonia portoghese era forte e organizzatissima. Per non insospettire i cristiani, era stato però necessario prendere le rotte contrarie: andare verso il Nord, fermarsi in Inghilterra oppure ad Anversa, fino a far perdere ogni traccia del viaggio. L'imperatore aveva tentato di fermare l'emigrazione vietando ai fuggiaschi l'ingresso nei Paesi Bassi, perché sapeva che Anversa, città mercantile che badava soprattutto agli affari, era diventata eccessivamente tollerante. Carlo V puniva i trasgressori con la confisca dei beni e la reclusione [...] Era stato allora che, nascosti nella stiva fra i sacchi e le balle colme di spezie, nel fondo segreto delle barche di salvataggio, fra le vele e nei pertugi delle nostre navi, gli esuli avevano cominciato a partire clandestinamente da Lisbona verso il Nord dell'Europa [...] Talvolta non erano persone, ma beni, o denaro in contante, che i portoghesi cercavano di mettere in salvo dalle confische prima ancora di mettersi in viaggio [...]L'organizzazione era formidabile, capillare, studiata scientificamente. Mascherati da mercanti o facchini, a bordo delle navi appena attraccate nei porti scelti per lo sbarco salivano gli agenti dei Mendes, che informavano i clandestini sulle strade più sicure da prendere, sugli indirizzi dove avrebbero trovato da dormire e mangiare gratuitamente, e un lavoro o un impiego per il tempo della loro permanenza. Un abile ufficio di calligrafi, tipografi e rilegatori confezionava falsi documenti di identità, falsi passaporti, falsi salvacondotti. Del resto, i mercanti più facoltosi erano quasi sempre stampatori o editori di opere rare. Scritti in un linguaggio semplice e comprensibile, erano stati distribuiti libretti contenenti la traduzione delle frasi e le parole più comuni ai paesi dove gli esuli sarebbero sbarcati; opuscoli su come affrontare le epidemie e le malattie più frequenti; bollettini meteorologici; suggerimenti su come comportarsi in caso di naufragio; usanze e leggi straniere, così da non insospettire e far accorrere i gendarmi; indirizzi di avvocati da chiamare con urgenza in caso di arresto.

Frammenti come questi evidenziano una certezza fin troppo scontata: sono l'ennesimo esempio in cui la Storia, quella vera, travalica i confini della finzione e sorprende poiché sembra giocare con gli stilemi della letteratura di genere. In questo caso specifico, paiono saldarsi in modo armonioso i costrutti del romanzo storico con quelli del romanzo d'avventura e l'esito finale è il coinvolgimento completo di chi legge, nei meccanismi della verosimiglianza. Il pregio più evidente dell'autrice, risiede nella capacità di trasmettere con efficacia le medesime inquietudini sofferte dai protagonisti, abilità che si manifesta dalla prima all'ultima riga, impedendo che la funzione consolatoria del lieto fine si realizzi pienamente: la conclusione "felice" dell'intricato plot, non consentirà al lettore di dimenticare i soprusi, le assurde accuse di cripto-giudaismo, la costrizione del compromesso, l'uso ininterrotto della violenza declinata nelle sue forme molteplici.    
Nonostante il susseguirsi continuo di episodi in grado di definire un intreccio poco prevedibile, il ritmo della prosa non è mai frenetico, la narrazione procede fluida e lineare se si esclude l'innesto di alcuni dettagliati flashback, utili a tratteggiare un ampio e credibile affresco del Rinascimento europeo.
Meritevole di attenzione è l'originale incipit con cui il racconto prende l'avvio, grazie ad un riuscito escamotage letterario, ma anche i passaggi che descrivono la vita nel ghetto di Venezia cadenzata da obblighi e divieti vergognosi. Curioso infine, il capitolo relativo al boicottaggio del porto di Ancona ( all'epoca la città era sotto la dominazione pontificia e i proventi delle attività legate al porto confluivano nelle casse del Vaticano ), soluzione guerrigliera escogitata dai mercanti ebrei in risposta all'ennesima prevaricazione del pontefice: "Occorre boicottare Ancona impedendo che nella città si facciano affari e trasferendo tutti gli scali ed i commerci a Pesaro [...] 'Ancona deve diventare il monumento alla ferocia del papa', aveva mandato a dire a tutti i saggi e i rabbini dell'impero, chiedendo il loro appoggio". L'espediente ingegnoso non basterà tuttavia a invalidare la condanna a morte di ventiquattro marrani.
Perché questa segnalazione al sito di Wu Ming? Perché Grazia Nasi altro non è che Beatrice de Luna, ossia una delle figure chiave del romanzo Q e perché accanto ad essa, in questo libro, compaiono anche altri personaggi che animano il brulicante testo blissettiano. Il motivo che mi spinge a consigliare questa lettura è che spiazza, in modo piacevole, affrontare la stessa vicenda rivisitata però secondo scelte stilistiche e punti di vista differenti, perché è bello rivedere in azione la coppia Joao Miquez / Duarte Gomez, perché è intrigante soffermarsi su quei dettagli in cui la trama della Ferri diverge da quella costruita dal collettivo.
O forse, più semplicemente, perché di storie, specie di quelle ben scritte, è sempre preferibile non fare economia.
( L'ebrea errante. Edgarda Ferri. Mondadori Oscar Storia. Euro 7,23 )

Anna Luisa




[Riceviamo e con un groppo alla gola pubblichiamo:]

SCUSATE LO SFOGO

Ho appena ricevuto l'ultimo Giap e sento il bisogno di comunicare con voi.
Rispetto la fase difficile che state attraversando e non scrivo pretendendo una risposta, mi basta solo sapere che ci siete e che posso sfogarmi con voi.
 
Non ne posso più. Avete ragione, dobbiamo farla finita e liberarci di lui. Sono schifata, incazzata, stravolta da tutto quello che vedo e che sento.
Non guardo più il telegiornale, non riesco più a leggere un quotidiano, la "trasmissioni di approfondimento" mi danno il voltastomaco. La sensazione di impotenza che provo è terrificante.
Ho paura. Paura che non ce la faremo a mandarlo a casa. Paura che il tutto verrà manipolato per far restare le cose come sono. Non sono mai stata una di quelle persone pronte a vedere complotti ovunque, ma le vicende delle ultime settimane mi hanno gettato nel panico.
 
Voi non avete idea di come sia difficile per me. Insegno in una scuola elementare e mi trovo a faticare, a volte, a lasciare la politica fuori dalla mia classe...è semplicemente allucinante! I miei alunni hanno dieci anni e mi tocca sentirli parlare di comunisti, di cosa sia meglio essere, di destra o di sinistra e via di seguito.
Mi chiedono se è vero che i comunisti sono cattivi e ladri. Se io "tengo" per lui o per Prodi. Che differenza c'è tra essere di destra e di sinistra, ed io a fare equilibrismi folli, perchè coi tempi che corrono una parola di troppo può costarti davvero caro, nel mio lavoro. Parlano di denunce, di giudici e di avvocati ed io resto a bocca aperta pensando a com'ero io a dieci anni e a com'era bello il mio mondo fatto di "Grease" e di "Candy Candy".....
Ma questo è ciò che lui sta facendo ai nostri bambini, attraverso i media che sa manipolare alla perfezione e con essi la testa di tanta gente che non riesce a vedere al di là del proprio naso.
Lui ed i suoi hanno distrutto la scuola pubblica. Le persone più valide, sapete,  fanno di tutto per scappare via prima che possono. Hanno smantellato lo stato sociale. Adesso sono  partiti all'attacco della legge sull'aborto. Chissà cosa potrebbero fare per altri cinque anni. E nessuno, nessuno è riuscito a fare niente!
Sono d'accordo con voi, anche se ce ne libereremo non ci saranno cieli nuovi, nè aria più pulita, temo.
Ma in questi ultimi anni abbiamo davvero toccato il fondo. Basta.

[...] Scusate lo sfogo, ma sono davvero arrivata al limite.
Io ci proverò, a mandarli a casa.
Ma credetemi, comincio a temere che sarà un'impresa ciclopica.
Buon lavoro e in bocca al lupo per tutto!

Annalisa




COPYLEFT E CREATIVE COMMONS

E' molto interessante questa intervista ai nostri "cugini" Monica ed Ermanno de iQuindici, perché vengono esposte con grande nitore concettuale alcune questioni che a molti rimangono poco chiare (copyleft e creative commons sono la stessa cosa? quali sono le differenze? ma le creative commons funzionano sì o no? e come mai i Wu Ming nei libri mettono una nota copyleft "minimale" ma non la dicitura delle creative commons? etc. etc.)

QUESTO NUMERO DI GIAP VIENE SPEDITO A 8590 ISCRITT*
NOTA BENE:
Per non ricevere piu' Giap o per riceverlo a un altro indirizzo.
Per favore, NON chiedete di farlo a noi, la procedura e' completamente autogestita dagli iscritti.
"Ho sempre rivolto a Dio una preghiera, che e' molto breve: 'Signore, rendete ridicoli i miei nemici'. E Dio l'ha esaudita." (Voltaire, lettera a Damilaville)
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