Quasi/Giap - Bolle blu di news dalla batisfera (e qualche occasionale riflessione) - 9 febbraio 2006 [Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Di sicuro interesse per chi ha apprezzato "Q":] L'EBREA ERRANTE Il titolo, L'ebrea errante, scelto da Edgarda Ferri per il suo romanzo, suona forse un po' banale ma la vicenda che queste pagine racchiudono di certo non lo è. Il sottotitolo, "Donna Grazia Nasi dalla Spagna dell'Inquisizione alla Terra Promessa", è anticipazione di un racconto travagliato e affascinante che poco ha da spartire con la fiction e molto invece, con una realtà storica ben esplorata, come attesta la bibliografia finale composta di una quarantina di titoli, tra saggi e riviste specializzate. Gli eventi narrati ricostruiscono in maniera minuziosa la biografia dell'ebrea Grazia Nasi, donna colta e potente, ricca vedova di don Francesco Mendes, uno dei maggiori commercianti di spezie nell'Europa del '500. La storia ha inizio a Lisbona nell'anno 1536 e terminerà a Istanbul in "un giorno imprecisato del 1569". In mezzo, le mille tappe di una fuga intrapresa per eludere le persecuzioni di stampo antisemita, che celano il tentativo da parte di principi, imperatore e pontefice, di requisire l'enorme patrimonio della famiglia Nasi-Mendes. I capitoli che scandiscono il libro segnalano di volta in volta le soste di questo viaggio forzato, che dalla capitale portoghese consentirà ai proscritti di trovare rifugio in territorio ottomano. Anversa, Venezia, Ferrara, Ancona sono gli scenari mutevoli che fanno da sfondo alla vita randagia dell'ebrea errante e dei cosiddetti marrani, la comunità di giudei costretti a convertirsi al cattolicesimo, a cui lei stessa appartiene. Il destino condiviso, quello cioè di essere oggetto costante delle pericolose "attenzioni" del Sant'Uffizio, spingerà donna Grazia a dedicare ogni momento della propria esistenza alla salvaguardia degli ebrei perseguitati. Lo scontro tra Inquisizione e inquisiti sarà senza esclusione di colpi, un vale tudo dove ogni mossa sarà consentita (corruzione, torture, sottili strategie diplomatiche, delazioni, cambi d'identità, finti rapimenti, spionaggio militare, trasporto di clandestini, matrimoni d'interesse, falsificazioni di documenti... ) e indurrà l'instancabile vedova Mendes a creare una rete di solidarietà vasta e ramificata tale da permettere la fuga verso l'oriente e la libertà, a coloro che rischiano l'impietosa pena del rogo: Alle prime avvisaglie dell'arrivo dell'Inquisizione in Portogallo, i marrani avevano cercato di riparare in Turchia, e ancora di più a Salonicco, dove la colonia portoghese era forte e organizzatissima. Per non insospettire i cristiani, era stato però necessario prendere le rotte contrarie: andare verso il Nord, fermarsi in Inghilterra oppure ad Anversa, fino a far perdere ogni traccia del viaggio. L'imperatore aveva tentato di fermare l'emigrazione vietando ai fuggiaschi l'ingresso nei Paesi Bassi, perché sapeva che Anversa, città mercantile che badava soprattutto agli affari, era diventata eccessivamente tollerante. Carlo V puniva i trasgressori con la confisca dei beni e la reclusione [...] Era stato allora che, nascosti nella stiva fra i sacchi e le balle colme di spezie, nel fondo segreto delle barche di salvataggio, fra le vele e nei pertugi delle nostre navi, gli esuli avevano cominciato a partire clandestinamente da Lisbona verso il Nord dell'Europa [...] Talvolta non erano persone, ma beni, o denaro in contante, che i portoghesi cercavano di mettere in salvo dalle confische prima ancora di mettersi in viaggio [...]L'organizzazione era formidabile, capillare, studiata scientificamente. Mascherati da mercanti o facchini, a bordo delle navi appena attraccate nei porti scelti per lo sbarco salivano gli agenti dei Mendes, che informavano i clandestini sulle strade più sicure da prendere, sugli indirizzi dove avrebbero trovato da dormire e mangiare gratuitamente, e un lavoro o un impiego per il tempo della loro permanenza. Un abile ufficio di calligrafi, tipografi e rilegatori confezionava falsi documenti di identità, falsi passaporti, falsi salvacondotti. Del resto, i mercanti più facoltosi erano quasi sempre stampatori o editori di opere rare. Scritti in un linguaggio semplice e comprensibile, erano stati distribuiti libretti contenenti la traduzione delle frasi e le parole più comuni ai paesi dove gli esuli sarebbero sbarcati; opuscoli su come affrontare le epidemie e le malattie più frequenti; bollettini meteorologici; suggerimenti su come comportarsi in caso di naufragio; usanze e leggi straniere, così da non insospettire e far accorrere i gendarmi; indirizzi di avvocati da chiamare con urgenza in caso di arresto. Frammenti come questi evidenziano una certezza fin troppo scontata: sono l'ennesimo esempio in cui la Storia, quella vera, travalica i confini della finzione e sorprende poiché sembra giocare con gli stilemi della letteratura di genere. In questo caso specifico, paiono saldarsi in modo armonioso i costrutti del romanzo storico con quelli del romanzo d'avventura e l'esito finale è il coinvolgimento completo di chi legge, nei meccanismi della verosimiglianza. Il pregio più evidente dell'autrice, risiede nella capacità di trasmettere con efficacia le medesime inquietudini sofferte dai protagonisti, abilità che si manifesta dalla prima all'ultima riga, impedendo che la funzione consolatoria del lieto fine si realizzi pienamente: la conclusione "felice" dell'intricato plot, non consentirà al lettore di dimenticare i soprusi, le assurde accuse di cripto-giudaismo, la costrizione del compromesso, l'uso ininterrotto della violenza declinata nelle sue forme molteplici. Nonostante il susseguirsi continuo di episodi in grado di definire un intreccio poco prevedibile, il ritmo della prosa non è mai frenetico, la narrazione procede fluida e lineare se si esclude l'innesto di alcuni dettagliati flashback, utili a tratteggiare un ampio e credibile affresco del Rinascimento europeo. Meritevole di attenzione è l'originale incipit con cui il racconto prende l'avvio, grazie ad un riuscito escamotage letterario, ma anche i passaggi che descrivono la vita nel ghetto di Venezia cadenzata da obblighi e divieti vergognosi. Curioso infine, il capitolo relativo al boicottaggio del porto di Ancona ( all'epoca la città era sotto la dominazione pontificia e i proventi delle attività legate al porto confluivano nelle casse del Vaticano ), soluzione guerrigliera escogitata dai mercanti ebrei in risposta all'ennesima prevaricazione del pontefice: "Occorre boicottare Ancona impedendo che nella città si facciano affari e trasferendo tutti gli scali ed i commerci a Pesaro [...] 'Ancona deve diventare il monumento alla ferocia del papa', aveva mandato a dire a tutti i saggi e i rabbini dell'impero, chiedendo il loro appoggio". L'espediente ingegnoso non basterà tuttavia a invalidare la condanna a morte di ventiquattro marrani. Perché questa segnalazione al sito di Wu Ming? Perché Grazia Nasi altro non è che Beatrice de Luna, ossia una delle figure chiave del romanzo Q e perché accanto ad essa, in questo libro, compaiono anche altri personaggi che animano il brulicante testo blissettiano. Il motivo che mi spinge a consigliare questa lettura è che spiazza, in modo piacevole, affrontare la stessa vicenda rivisitata però secondo scelte stilistiche e punti di vista differenti, perché è bello rivedere in azione la coppia Joao Miquez / Duarte Gomez, perché è intrigante soffermarsi su quei dettagli in cui la trama della Ferri diverge da quella costruita dal collettivo. O forse, più semplicemente, perché di storie, specie di quelle ben scritte, è sempre preferibile non fare economia. ( L'ebrea errante. Edgarda Ferri. Mondadori Oscar Storia. Euro 7,23 ) Anna Luisa [Riceviamo e con un groppo alla gola pubblichiamo:] SCUSATE LO SFOGO Ho appena ricevuto l'ultimo Giap e sento il bisogno di comunicare con voi. Rispetto la fase difficile che state attraversando e non scrivo pretendendo una risposta, mi basta solo sapere che ci siete e che posso sfogarmi con voi. Non ne posso più. Avete ragione, dobbiamo farla finita e liberarci di lui. Sono schifata, incazzata, stravolta da tutto quello che vedo e che sento. Non guardo più il telegiornale, non riesco più a leggere un quotidiano, la "trasmissioni di approfondimento" mi danno il voltastomaco. La sensazione di impotenza che provo è terrificante. Ho paura. Paura che non ce la faremo a mandarlo a casa. Paura che il tutto verrà manipolato per far restare le cose come sono. Non sono mai stata una di quelle persone pronte a vedere complotti ovunque, ma le vicende delle ultime settimane mi hanno gettato nel panico. Voi non avete idea di come sia difficile per me. Insegno in una scuola elementare e mi trovo a faticare, a volte, a lasciare la politica fuori dalla mia classe...è semplicemente allucinante! I miei alunni hanno dieci anni e mi tocca sentirli parlare di comunisti, di cosa sia meglio essere, di destra o di sinistra e via di seguito. Mi chiedono se è vero che i comunisti sono cattivi e ladri. Se io "tengo" per lui o per Prodi. Che differenza c'è tra essere di destra e di sinistra, ed io a fare equilibrismi folli, perchè coi tempi che corrono una parola di troppo può costarti davvero caro, nel mio lavoro. Parlano di denunce, di giudici e di avvocati ed io resto a bocca aperta pensando a com'ero io a dieci anni e a com'era bello il mio mondo fatto di "Grease" e di "Candy Candy"..... Ma questo è ciò che lui sta facendo ai nostri bambini, attraverso i media che sa manipolare alla perfezione e con essi la testa di tanta gente che non riesce a vedere al di là del proprio naso. Lui ed i suoi hanno distrutto la scuola pubblica. Le persone più valide, sapete, fanno di tutto per scappare via prima che possono. Hanno smantellato lo stato sociale. Adesso sono partiti all'attacco della legge sull'aborto. Chissà cosa potrebbero fare per altri cinque anni. E nessuno, nessuno è riuscito a fare niente! Sono d'accordo con voi, anche se ce ne libereremo non ci saranno cieli nuovi, nè aria più pulita, temo. Ma in questi ultimi anni abbiamo davvero toccato il fondo. Basta. [...] Scusate lo sfogo, ma sono davvero arrivata al limite. Io ci proverò, a mandarli a casa. Ma credetemi, comincio a temere che sarà un'impresa ciclopica. Buon lavoro e in bocca al lupo per tutto! Annalisa |
QUESTO NUMERO DI GIAP VIENE SPEDITO A 8590 ISCRITT* NOTA BENE: Per non ricevere piu' Giap o per riceverlo a un altro indirizzo. Per favore, NON chiedete di farlo a noi, la procedura e' completamente autogestita dagli iscritti. "Ho sempre rivolto a Dio una preghiera, che e' molto breve: 'Signore, rendete ridicoli i miei nemici'. E Dio l'ha esaudita." (Voltaire, lettera a Damilaville) HOME STOREFRONT RSS FEED |