/quasi/giap # -  feebdack e altro - 22 febbraio 2002


tra un numero e l'altro, alcune risposte di giapsters al documento sui "negri dei campi" (Giap#7n.s.) + la smentita di un'odiosa leggenda metropolitana + importanti stralci di un dibattito sulla fase attuale


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dall'Australia:

<<Cari Wumingers
Yes, sono d'accordo con il sentimento esspresso nell'ultimo numero di Giap sul valore del movimento italiano...vivo in una citta (Sydney) con piu' di quattro milioni di abitanti e ieri sera ho assistito all'occupazione e apertura (al pubblico) di uno spazio che dovrebbe essere l'unico centro sociale della citta'....in uno spazio bellissimo (ex sala ricevimenti della communita araba cristiana locale) tanto grande quanto il vecchio livello in via dello scalo eravamo non piu' di una cinquantina di persone...Questa crew ha provato piu' volte in passato a mettere in piedi un'iniziativa di questo genere solo per essere sgomberati dopo poco tempo (l'ultima volta nel giro di 6 ore) senza mai riuscire a far scendere in piazza piu' di una ventina di amici e simpatizzanti per protestare la cosa. Inotre ho partecipato a manifestazioni contro le nostre leggi fasciste sui profughi clandestini a cui sono venute meno di cento persone ( e mai piu' di qualche migliaia)...se a questa minoranza attiva e politicizzata parli della situazione in italia ti guardano sbalorditi...come tutti i paesi anglofoni abbiamo una burocrazia che funziona abbastanza bene e un ceto politico di rado afflitto dagli stessi problemi e contradizioni del vostro...eppure nonostante tutto credo che siamo (in realta') molto meno avanzati...."negri domestici degli usa" che magari stanno meglio materialmente (e su questo piovono dubbi) rispetto ai negri nei campi ma che sono in realta' molto piu' schiavi.>> Jason, 10/02/2002

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da Cuba:

<<WU MING E GLI ASTRONAUTI

Per discutere un documento ufficiale e' necessario identificarsi e credo che sulla mia carta d'identita' politica ci sia scritto DISERTORE.
Il disertore naturalmente non e' un arreso, che si da' prigioniero e per lui la guerra e' finita. Tantomeno e' un pentito, che passa al nemico e continua la guerra del nemico.
Il disertore deve continuare a combattere per conto suo perche' odiato dai due eserciti, sopravvivendo nella terra di nessuno.
Fatta questa dovuta premessa, vorrei esprimere, dopo aver confermato un assenso alla posizione generale indicata, alcune note di dissenso:
 
1. Anche Wu Ming corre il rischio di cadere nell'autoanalisi del movimento. E gli analisti seri sostengono l'impossibilita' dell'autonalisi.
Questa dell'analizzare il movimento invece di mettere in discussione le strategie, e' un vizio abbastanza recente nella storia dei movimenti antagonisti. Non troviamo questo tipo di discorso nei grandi teorici dell'antagonismo del 19mo e 20mo secolo. Mi pare che possiamo incontrarlo solo negli anni 70, e per alcuni diventa addirittura motivo di voluminosi libri. I nomi si conoscono, vanno da Negri a Bifo ecc. Ma finita la lettura, quell'analisi non serviva piu' perche il movimento aveva gia' assunto altre caratteristiche.
Infatti i due, hanno inventato non so quante definizioni per il soggetto sociale, al quale, logicamente, non importava un bel niente di essere definito.
Wu Ming per fortuna non riprende quell'atteggiamento, e parla ancora di metodi e strategie, ma in alcuni momenti, soprattutto all'inizio dell'articolo, ha alcune cadute in tal senso.
E' un esercizio che non serve a nessuno, quindi inutile.
Esaminiamo il nemico invece, fino a metterlo a nudo, e discutiamo le varie proposte politiche che stanno dentro quella moltitudine. Questo serve.

2. Sicuramente la mitopoiesi direi che e' la levatrice del movimento che abolisce lo stato di cose precedente. Ma piu' che invocarla, va ricercata ed elaborata. Da tempo sostengo che a quelli come voi con capacita' di scrittura, e' riservato questo compito, piu' che le prove di forza con la polizia.

3. Non c'e' altro da capire sulla maggior presenza italiana in piazza se non che da tempo l'Italia e' il Paese piu' politicizzato. Insomma c'e' solo una maggior sensibilita' alla politica, non per questo definirei il movimento piu' avanzato.
Dopodiche' verissimo che la classe politica e' una delle piu' incapaci d'Europa, adesso piu' che mai, ma solo dal punto di vista professionale borghese, e direi una tra le altre, non l'unica.
Ma c'e' ancora qualcuno che sostiene che e' meglio quella USA dopo l'ultimo caos elettorale, quello si' da repubblica delle banane?
Questo e' quanto, ho voluto esprimere le mie considerazioni perche' purtroppo vedo apparire alcuni degli errori gia' commessi. A voi l'uso che volete farne.

UN DISERTORE, 12/02/2002>>


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<<Ogni volta che leggo o ascolto interventi sul “movimento dei movimenti” mi rimane sempre una domanda che alla fine rimane senza risposta: in quale misura sono tenute in considerazione le capacita' reattive dei Potenti?
Quello che mi risulta poco trasparente e' se tali capacita' reattive o meglio la loro considerazione ed analisi sia implicita al percorso che il Movimento ha cercato e sta cercando di intraprendere oppure se si assiste nuovamente ad una certa (e se cosi' fosse, grave) sottovalutazione di questo elemento.
Non sarebbe la prima volta che i Potenti riescono ad assorbire le esigenze, cosi' come le modalita' di azione, dei contestatori, della moltitudine (nel senso piu' omnicomprensivo del termine) e conseguentemente a ridefinire e reindirizzare le proprie scelte.
Il gioco e' facile: mascherare i veri obiettivi per mezzo dell'erogazione di “contentini”: economici, politici, morali, etici, finanziari… Insomma, come dire una specie di operazione “green-wash”. Un gioco tanto piu' facile se il punto debole da colpire e' sempre ed inevitabilmente il solito.
Quale? La risposta l'ho letta sull'ultimo numero di /Giap/. A quanto pare anche il movimento sembra affetto dalla stessa patologia: la <<riproduzione ad oltranza della propria parte come un successo>>. Gia', <<un miopismo tragico>>!!
Sia chiaro, nessuno e tanto meno io, crede al superamento delle individualita' (singole e gruppi) della moltitudine, anzi la diversita' e qundi la possibilita' di agire su piu' fronti io credo che e' stato uno dei punti di forza.
Non ho intenzione, d'altra parte, di imbattermi in un'analisi teorica del problema sto cercando di ragionare sugli eventi. Proprio dall'osservazione delle modalita' reattive dei Potenti ancora provo ad analizzare eventi come quello di Genova. Uno dei piani su cui il movimento ha cercato maggiormente di operare (ed in particolare le tute bianche) e' stata la volonta di compiere azioni, secondo la pratica zapatista, estremamente variabili ed imprevedili, possibilmente opposte a cio' che l'antagonista si aspettava. Cosa hanno fatto i Potenti? Hanno assorbito e reindirizzato la propria contro offensiva.
Il Movimento non ha capi? Bene, li creiamo noi, Agnoletto e Casarini. E' questo che l'immaginario collettivo deve e di fatto, io credo, ha percepito.
Il Movimento dichiara metaforicamente guerra? Bene, la guerra la creiamo noi e la colpa e' loro che l'hanno voluta. E' questo che l'immaginario collettivo deve e di fatto, ha percepito.
Ma poi anche:
Il Movimento compie azioni completamente fuori da ogni previsione (smontare pezzo a pezzo il CPT di Bologna)? Bene, noi tagliamo ogni via di “grande” diffusione dell'informazione.
Il Movimento organizza per il secondo anno il Social Forum a Porto Alegre? Bene, si' sono bravi, anche noi la pensiamo cosi' vi facciamo vedere quanti sono come si sono organizzati bene, come sono tutti colorati, pero' quando si tratta di fare scelte importanti e' tutto un'altro paio di maniche.
In sostanza, se uno degli obbietivi fondamentali, direi vitali , del Movimento e' l'infiltrazione nell'immaginario collettivo della propria “unita' nelle differenze”, delle proprie scelte concrete, dei propri miti, i Potenti cercano (ormai da tempo) di agire proprio su questi stessi elementi. E questo occorre prenderlo decisamente in considerazione.

Emi, 13/02/2002>>


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<<Ho qualche dubbio che, approfittando di una uggiosa giornata di inattivita', gradirei infliggervi:

1. a me, questa storia del paese “reale”, non mi ha mai convinto: non mi convinceva ai tempi dei politici ladri e mafiosi che angariavano l'onesta societa' civile, non mi convince oggi, quando si parla di un'opposizione parlamentare fittizia che ha usurpato il posto alla reale opposizione presente nel paese. E dov'e', questa opposizione reale? Nel voto, direi proprio di no, che anche per assurdo accreditandole tutti gli astenuti delle ultime elezioni si arriva a stento al 20%; e chi ha votato margherita (sic) o ds, non lo ha fatto con la pistola puntata alla tempia. Mi chiedo allora se questa opposizione reale, che al momento del voto pigramente si adegua, sia presente nella societa': cerco esempi, qualcuno lo trovo pure, come la esaltante azione contro il CTP, ma da qui a parlare di una opposizione reale numericamente significativa presente nel paese ce ne corre. A me pare che la rappresentanza politica sia perfettamente rispondente, quando non addirittura migliore, dei rappresentati, tanto a destra, quanto a “sinistra” (virgolette obbligatorie). Interessi di bottega, piccole e meschine partigianerie, idiosincrasie, paure, necessita' di avere nemici che giustifichino il proprio essere altro.
2. E vengo a Berlusconi: io vorrei che la sinistra italiana avesse altre certezze, e altri dubbi. Io credo che quanto WM dice a Le Temps di Berlusconi sia in gran parte vero; credo, non sono sicuro, sia perche', per quanto se ne sa ora, sono un po' certezze da bar, sia perche' ­ conoscendoli ­ tendo a dubitare di quanto afferma un Borrelli, o un Travaglio (non credo che a chi ha scritto Nemici dello stato servano esempi a giustificare queste perplessita'; posso comunque fornirne diversi). E fondamentalmente, mi importa anche poco. Gradirei sicurezze di altro genere: di linea politica, per dirne una, cosa che, trattandosi di schieramenti politici, mi parrebbe anche naturale: cosa pensa la sinistra dell'immigrazione, della droga, della polizia italiana, di padre pio (esempio calzantissimo, questo, che non toglie niente al fatto che, tra le tante cose che si possono fare, difendere Wanna Marchi non mi pare prioritario). Cosa pensa, cosa vuole fare? E parlo di sinistra riferendomi non tanto o non solo a quella rappresentata in parlamento, ma anche al movimento, perche' se e' vero, e a me pare vero, che il movimento in Italia ­ nonostante tutto quello che ci siamo detti anche nei mesi scorsi ­ e' comunque forte, e' una forza politica, allora e' il momento di buttarsi, sancendo la fine del centrosinistra. Mi illudo che anche sul piano internazionale dimostrare che “si puo' fare” potrebbe non essere inutile, nell'ottica di quella II dinastia di cui parla Sbancor, e che io auspico. Mi pare invece che Berlusconi ­ potenzialmente una grandissima opportunita' per lo sviluppo di una nuova sinistra ­ venga fatto quasi artatamente diventare un ostacolo, e che questo identificarsi nell'essere contro Berlusconi stia pericolosamente contagiando anche il movimento. Immagino non li amiate molto, ma le critiche ai “Nanni e ballerine” di De Luca/Scalzone a me paiono perfette: il grido di dolore (ah ah ah) di Moretti e' proprio quello di un azionista tradito, e il sempre eccellente Sofri sintetizza al solito il mio pensiero (cito a memoria): “la sinistra italiana si divide in due categorie: quelli che si oppongono a Berlusconi, e quelli che si oppongono a chi non si oppone abbastanza a Berlusconi. Francamente, non riesco a sentirmi trascinato”.

3. Pero' qualcosa si muove, e a mio avviso il movimento puo' avere un ruolo determinante, o meglio le cose si muoveranno solo se il movimento fara' le mosse giuste. Offrirsi, alla sinistra parlamentare, in cambio della testa del centrosinistra, dell'ulivo, dei cattolici, per fare la “seconda dinastia”, limitando i danni, conquistando risultati, dando vita pian piano a una politica nuova, creando appunto miti condivisibili, facendo ripartire il processo di laicizzazione della societa', estirpando l'idea cancerogena diffusissima nella sinistra italiana che la politica sia buona amministrazione, perche' se e' cosi', certamente ­ lascio stare Berlusconi ­ Albertini e' un buon amministratore, che quindi giustamente prende il 70% dei voti a Milano. E attenzione, perche' siccome quelli la' (i destri) non sono tutti stupidi, ci levano anche il terreno sotto i piedi: ci siamo accorti, che il primo uomo politico in assoluto a dire che ci vogliono le macchine all'idrogeno e' stato Formigoni (si', quello di Forza Italia e CL presidente della Lombardia, votato anche lui dal 70% dei lombardi, pronto a prendere il posto di Berlusconi)? Ci siamo accorti che bastava dirlo, perche' alcune delle principali case produttrici europee dicessero “cazzo Formigo, figata, adesso ci mettiamo sotto a fare le macchine all'idrogeno”, mentre la nostra sinistra, ad Agnelli che dice comprate macchine nuove - mie, obviously - o gli lecca direttamente il culo, o gli si oppone sulla questione salariale, che se parli di qualcos'altro chissa' gli operai?

4. Sbancor: dopo che in Argentina ho visto succedere punto per punto quello che lui scriveva un anno fa, ci penso tre volte prima di non essere d'accordo, per cui anche qui mi limito a una segnalazione/integrazione e a una domanda: la prima, relativa alla Moratti. Da quanto mi risulta, l'impasse della riforma, piu' che alla piazza, e' stato dovuto al fatto che i partiti cattolici del centrodestra hanno storto decisamente il naso di fronte alla possibilita' data dalla riforma stessa alla scuola pubblica di accogliere i bambini all'asilo a due anni e mezzo, e alle elementari a cinque e mezzo. Prerogativa, questa, fino ad oggi appannaggio esclusivo degli asili privati, ossia di suore, che ovviamente non vogliono mollare il paglione. La domanda: com'e' che Cofferati e Bernocchi sfilano insieme quando c'e' da difendere categorie straprotette, e i pulitori ­ che invece hanno ragione a badilate ­ per farsi sentire devono distendersi sui binari e bloccare mezza Italia, con i funzionari dei sindacati, che sono poi i dirigenti delle FS (e viceversa), a sforzarsi come sindacalisti di dar torto a se stessi dirigenti e come dirigenti di dar torto a se stessi sindacalisti? Non e' che anche qui l'opposizione reale non e' altro che gente che tira acqua al suo mulino? Mi state dicendo che e' un fatto positivo che il movimento assorba ­ e non come portatore d'acqua, posso immaginare ­ il segretario di un sindacato che si spaccia per nazionale, "dei lavoratori", e i cui 5.400.000 iscritti circa si dividono in (cifre reali): 54% pensionati; 45,7% lavoratori dipendenti; 0,3% giovani in cerca di lavoro? Mi state dicendo che un punto di riferimento devono essere i Cobas, che a Milano avevano la simpatica abitudine di scioperare i lunedi' successivi alle domeniche in cui si bloccavano le auto per far scendere l'inquinamento, col risultato che l'inquinamento tornava immediatamente altissimo. E perche' si scioperava? Per i cinque minuti avanti e indietro, per le cinquemila lire. Con questi, vogliamo creare i nuovi miti? Intendiamoci, benissimo Cofferati e la Cgil, benissimo Bernocchi e i Cobas, nell'ottica di creare una forza di sinistra vera, ma qui molto presto si creera' un problema di guida, e di cose da fare per prime, categorie da difendere piu' di altre, obbiettivi da porsi, e sara' decisivo che le priorita' poste dal movimento siano davanti agli interessi delle varie botteghe. L'alternativa, temo, e' il correntone.

5. Mi ero scordato una cosa, ed essendo ormai uno sproloquio illeggibile posso anche aggiungerla. I professori universitari. Io divento matto. Ma di cosa stiamo parlando? Del tentativo di fare qualcosa per avere una societa' piu' giusta, mi pare, ma allora mi si deve spiegare come sia possibile che vengano tenute in conto le opinioni e i gesti di categorie di questo genere. Quello che e' andato a blaterare il giorno di Moretti, quello li'? E i diecimila scesi in piazza sarebbero qualcosa di politicamente significativo? Spaventati dal fatto che adesso altri vadano a godere di indecenti privilegi al posto loro? E fanno gli intellettuali di sinistra? Ci sono categorie, gruppi, persone (come i sindacati, p.e.), con cui e' doveroso fare compromessi; ce ne sono altre con cui e' doveroso non farne.

Grato come sempre,
saluto cordialmente

G.F., 14/02/2002>>

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Con riferimento a quanto scritto qui:
< http://www.wumingfoundation.com/italiano/havana/genna_HG.html >
abbiamo ricevuto questa elegante missiva:

<<Su havana glam ti sbagli caro roberto bui, quella storia Wu Ming 5 l'ha proprio rubata a un altro scrittore. Guarda caso quello scrittore l'aveva fatta leggere a un editor che Wu Ming 5 conosce molto bene perche' gli ha pubblicato il suo primo orribile libro, guarda caso. Informati prima di dire cazzate roberto bui, cosi' fai solo figure di merda. Quanto al tuo collega Wu Ming 5 cosa dire niente, meglio non dire niente.>> MARCO MONINA, 21/02/2002

[risponde WM1:]
Monina, non so chi sei ma so *cosa* sei: uno scoppiato e un millantatore, prova ne sia che non fai i nomi.

Luigi Bernardi? A parte che Riccardo non ha piu' avuto rapporti professionali con lui fin dall'uscita di *Libera Baku Ora* (e noi dal canto nostro siamo andati raramente oltre il buongiorno e il buonasera), perche' non dici *quale* "storia" Bernardi avrebbe trasmesso e Riccardo avrebbe "rubato", delle tantissime che HG contiene? Il piano Totality? No, quello e' storicamente vero e documentato. La storia di Kurtz il doppiogiochista? La storia di Bunny Wailer che incrocia quella dello Svedese? La storia dell'inviato dal futuro che diventa l'agente di David Bowie? I servizi segreti cubani visti come i *buoni*? I navajos come deus ex machina? Sei solo uno scoppiato, e un millantatore, come millantatore e' l'amico tuo che va in giro a dire queste fregnacce.
Noi la stesura di HG l'abbiamo seguita passo dopo passo, anche dando suggerimenti sulla trama che Riccardo ha accolto, e certo non sappiamo di chi e cosa tu stia parlando.

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Stralci da una discussione sulla lista del Bologna Social Forum:


Da: marina <...>
Data: Gio Feb 21, 2002 9:54 am
Oggetto: mah!

Ieri a bologna c'era la manifestazione indetta in solidarietá ai magistrati. e ci sono andata...con molti dubbi ma ci sono andata. nella stessa manifestazione e' stato peró deciso di inserire anche la manifestazione giustificatissima riguardo le perquise al tpo. e ci sono andata, senza dubbi. nel senso che mi sono appiccicata allo striscione del tpo almeno sapevo dove e con chi stavo. mentre andavo verso la manifestazione peró mi sono resa conto che stavo andando ad una manifestazione a sostegno della magistratura e contemporaneamente ad una manifestazione contro un atto della magistratura stessa. arrivata al concentramento ho pensato che il tpo avrebbe partecipato esprimendo peró una posizione critica... invece c'era solo uno striscione che definiva giustamente finita la libertá di informazione e il confuso discorsetto di qualcuno sul palco, non uno di indy mi e' parso di capire, che cercava di mettere insieme le due posizioni chiaramente inconciliabili.
vorrei esporvi il mio quesito, perche' non ho trovato soluzione ad esso durante la manifestazione : trovate logico tutto cio'? politicamente coerente?
sicuramente sono io che sono tonta e non capisco ma mi chiedo se non sarebbe stato meglio manifestare per indy in un altra occasione o almeno organizzare la cosa in modo da palesare che la magistratura va appoggiata come istituzione ma e' anche piena di quella stessa gente dei teoremi degli anni 70 etc etc etc. ovvero : siamo sicuri di voler appoggiare la magistratura
incondizionatamente? siamo sicuri di essere proprio sulla stessa linea d'onda delle signorotte impellicciate che c'erano ieri? degli organizzatori che avevano deciso di fare il corteo sotto i portici per non disturbare il traffico?sicuri di voler sfilare tutti insieme appassionatamente e senza rendere noto il minimo distinguo (quelli che ci teniamo in fondo al cuore non contano)? verrebbe da usare un vecchio slogan: PAGHEREMO CARO PAGHEREMO TUTTO!!!! :)
o no?
marina

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Da: Wu Ming 1 <...>
Data: Gio Feb 21, 2002 3:02 pm
Oggetto: non vado coi magistrati ne' con chi li idolatra


I dubbi che esprime Marina nel mio caso sono addirittura certezze: non si doveva.

Non mi sono mai vergognato cosi' tanto come nelle ultime 24 ore, ho il fumo nero che mi esce dalle orecchie, Repubblica-Bologna ha avuto su di me un effetto emetico [...]
Quella di ieri era una adunata reazionaria a tutti gli effetti: ci hanno rifiutato la parola e hanno addirittura APPLAUDITO alla notizia della perquisizione in nome della "fiducia alla magistratura". A quel punto bisognava prendere il palco e parlare, spiegare. Pacificamente, ma prenderlo. Invece avevamo un volantino poco chiaro, un comunicato di Indymedia poco chiaro, uno striscione poco chiaro e in generale poca chiarezza in testa, oltre alla disponibilita' ad assecondare l'ondata populista.

E' chiaro che l'accelerazione dello scontro, lo scenario da "guerra civile rampicante" e l'imprescindibile necessita' di far cadere il governo porteranno sempre piu' a *strane vicinanze*. Ma le fasi difficili si affrontano con maggiore chiarezza, non con la subalternita' delle parole d'ordine e l'ambiguita' semantica.

Chiaro che se Berlusconi va al gabbio io non mi metto a piangere, ma il mio percorso non e' quello della delega dell'opposizione ai PM, e soprattutto non contempla la forcaiolaggine!
Non solo sono contrario a ogni frontismo acritico, ma sono contrario a fare l'apologia di Borrelli & Co. Quello che io come singolo e WM come gruppo pensiamo della magistratura di questo paese (la maggiore responsabile dei piu' gravi strappi costituzionali dell'ultimo trentennio) e' scritto nero su bianco da diverse parti, in primis su *Nemici dello Stato*.

Si rischia di commettere lo stesso errore di [...] trent'anni fa, quando certa sinistra anche "rivoluzionaria" fece l'apologia di Caselli, Violante e Calogero perche' indagavano  sulle "trame nere", la "Rosa dei Venti", Freda etc., e poi quegli stessi magistrati regalarono al Paese le leggi speciali, il 7 Aprile, tre decadi di emergenza che non e' ancora finita.
Anche dieci anni fa, il ringalluzzimento eroicizzante dei magistrati ha portato ad abusi impressionanti. Un esempio tra i tantissimi: in questi anni l'informazione di sinistra ("Diario", "L'Unita'", "Il Manifesto", Santoro) ha dato spazio alle critiche al PM Pietro Forno, capo del "pool anti-pedofili" di Milano [...] Ma quasi nessuno dice che il prode Borrelli quest'uomo lo ha sempre difeso a spada tratta.
Fare i girotondi davanti ai Palazzi di Giustizia? Ma quelli sono posti dove ogni giorno si triturano esistenze, si commettono atti mostruosi.

L'inconciliabilita' tra le due posizioni (quella del movimento e quella di questi "comitati di cittadini") non e' solo specifica, ma generale: questa opposizione presuntamente "fai-da-te", nonostante lo scimmiottamento delle forme, esprime posizioni manifestamente *antitetiche* a quelle del movimento e dei Social Forum:
noi puntiamo tutto su processi costituenti dal basso, sul riappropriarsi della politica e la sua sottrazione a ceti specialistici tecnocratici, invece la mobilitazione borghese-moderata-morettiana-borrelliana si prefigge (sul medio-lungo periodo) nient'altro che "la sveglia", cioe' il riciclaggio (tramite le "primarie" e qualche altro espediente di basso profilo) degli irriciclabili, il maquillage del ceto politico dell'Ulivo responsabile dello sfascio di questi anni, nonche' (sul breve periodo) la *supplenza* di costoro da parte del ceto piu' tecnocratico e anti-democratico del paese, cioe' i magistrati, che non sono eletti da nessuno e devono rendere conto a pochissimi. E' una tendenza verticistica, bonapartista "soft" e meno "dal basso" di quanto vogliano farci credere.

Il governo deve cadere e cadra', io ne sono convinto. Ma se non affronteremo quel passaggio con la dovuta chiarezza, ci troveremo concettualmente disarmati ad affrontare la fase successiva, i tecnocrati si approprieranno della ricchezza sociale e relazionale che siamo andati creando e quando saremo inquisiti proprio dagli stessi magistrati che ieri alcuni di noi - evidentemente obnubilati e sopraffatti dalla "psicologia delle folle" - hanno applaudito, oltre al danno avremo rimediato la beffa.

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Da: Marco <...>
Data: Gio Feb 21, 2002 11:55 am
Oggetto: Re: [noocse-bo] mah!: partecipare o distinguersi?


Il problema che pone Marina secondo me e' quello principale in questo momento ed e' decisivo per l'immediato futuro.
La mia idea e' che di fronte a provocazioni sempre piu' gravi, di fronte ad aggressioni sempre piu' lampanti sia assolutamente fondamentale cercare interolocutori tra tutti, anche tra le signore in pelliccia.
Di fronte alle perquisizioni di oggi, ai pestaggi di ieri, alla disinformazione dei media, e' fondamentale rivolgersi a piu' persone possibile e non lasciarsi spingere a diventare una avanguardia, una elite, o peggio, accettare che il terreno dello scontro diventi l'uso della forza. Sono radicale: andrebbero immaginate azioni a cui possano partecipare bambini, anziani e donne in pelliccia.
Temo che di fronte a scelte diverse sara' sempre piu' forte la spinta ad alzare il livello dello scontro, vale a dire spingere il movimento in una posizione certamente perdente e comunque di isolamento dal resto della societa'. Marco

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Da: Wu Ming 1 <...>
Data: Gio Feb 21, 2002 3:26 pm
Oggetto: re: Mah! partecipare o distinguersi?


Ma quale avanguardia?
Ma quale elite?
Ma lo volete capire che sono *loro* che vengono a rimorchio *nostro*?

L'esistenza stessa del movimento - pur con tutti i limiti che noi tendiamo a sovradimensionare - opera da gigantesco magnete e produce oscillazioni pazzesche: il sindacato si "stappa", il governo e' molto piu' debole e accerchiato e diviso di quanto voglia far credere, addirittura i moderati sono costretti a *emularci* mettendo in piedi caricature di forum e appellandosi a versioni caricaturali della societa' civile!

Non solo, ma noi da mesi portiamo a Roma minimo centomila persone come se niente fosse, qualunque sia la convocazione, mentre loro non superano mai i cinquemila.

Se ci sottovalutiamo adesso, se introiettiamo la logica della subalternita' a una presunta "societa' reale" (cortina fumogena messa su dai sempiterni "professionisti" della politica e da qualche barone universitario che cade giu' dal pero e si "mobilita" con toni che sembra l'abbia inventato lui, il concetto di "mobilitarsi"), se non capiamo quale potenza stiamo esprimendo, siamo *finiti*.

Il governo deve cadere, quello e' l'obiettivo comune, ma c'e' modo e modo di farlo cadere, deve esserci un *nostro* contributo significativo e riconoscibile, cosi' avremo un ruolo importante anche nella fase seguente.
Se ci percepiamo gia' da ora come una minoranza, non saremo in grado di conservare alcun ruolo rilevante.

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Da: Wu Ming 1 <...>
Data: Ven Feb 22
Oggetto: re: Mah! partecipare o distinguersi?



Marco scrive

>A Roberto (Wu Ming) dico
>che la distinzione tra *noi* e *loro*, dove
>*noi* siamo centrali e *loro* ci verranno dietro puo'
>andare bene nelle canzoni rock,

No, e' la descrizione di quello che e' successo in Italia da almeno un anno a questa parte. Tutto lo smottamento della sinistra e del mondo cattolico, la nascita del "correntone" con investitura ufficiale di Berlinguer a un affollatissimo dibattito con Naomi Klein, il sommovimento della base della CGIL ( entrata della FIOM nei Social Forum), la notte dei lunghi coltelli dentro le gerarchie vaticane spiazzate dalla partecipazione dei cattolici al movimento, l'entrata in ATTAC di esponenti della sinistra ufficiale, tutto questo ha come causa l'emergere del movimento medesimo, che ha tolto il tappeto da sotto le scarpe Gucci dei "professionisti" della "sinistra". In Italia la tendenza e' accentuata, ma si registra anche altrove, se pensi che al G7 delle banche centrali a Ottawa  e' passata la linea (finta, ma comunque rivelatrice) del "dialogo" col movimento;
E' assolutamente miope non rendersi conto di tutto questo, e' il solito retaggio del vittimismo e dello sconfittismo che albergano in una sinistra incapace di riconoscere le soggettivita' , nemmeno quando effettivamente si muovono e diventano influenti.


>sarei curioso di capire perche' pensa che il
>governo con la maggioranza piu' grande che si sia mai vista in Italia debba
>cadere.

Vogliamo scommettere? Si puo' quel che si fa. Se si guarda solo al parlamento e non alla costituzione materiale di questo paese, di certo non si vedono le linee di frattura. Ma Guzzanti ha ragione nella Casa delle Liberta' ognuno fa un po' come cazzo gli pare, le contraddizioni interne devono essere acuite dalla pressione esterna. Berlusconi non e' il capitalismo italiano ne' tantomeno quello europeo (che da tempo sta pensando a come sbarazzarsene o almeno a come attutirne l'impatto), nel '94 sembrava l'avanguardia della politica postfordista (c'erano cascati anche teorici di alto livello come Virno, Bascetta etc.), oggi appare addirittura come un soggetto arcaico, le innovazioni (i famosi "club") si sono spente in modo miserevole, i suoi interessi privati non combaciano del tutto con quelli di tutti gli imprenditori, alcune decisioni vengono prese per pura ideologia e sono di fatto disfunzionali alla "crescita" (vedi certi artt. della Bossi-Fini), e del tutto disfunzionale (perche' troppo "impopolare") potrebbe risultare la stessa presenza di questi gangsters a Palazzo Chigi, se lavoriamo bene. Si e' visto ampiamente che hanno il TERRORE dello sciopero generale, hanno fatto e stanno facendo di tutto per scongiurarlo o limitarlo, sparano con tutta l'artiglieria mediatica di cui dispongono. E' la dimostrazione che temono un accerchiamento "all'argentina", temono davvero di dover scappare con l'elicottero.
[Rispetto al '94] sara' immensamente piu' difficile, ma e' plausibile, e' possibile, e' addirittura probabile, ma solo se ci crediamo.