Indice di Giap #5, Va serie - Sinfonie forcaiole e dissonanze di libertà - 29 marzo 2004


1- Wu Ming e la questione meridionale - di Wu Ming 2
2- Calendario date aprile/maggio 2004
3- Il caso Battisti e Il caso Battisti (inteso come libro)
4- Novità da Spagna, Gran Bretagna e Francia
5- Marco Dimitri ha vinto, l'oscurantismo (almeno in questo caso) non passa
6- Inciquid #2 e "La potenza di Eymerich"
7- Scambio con Ortensia su violenza, non-violenza e la lingua in bocca a Fassino :-P
8- Contro il Decreto Urbani. File sharing criptato, la nuova frontiera?

 

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WU MING E LA QUESTIONE MERIDIONALE - di Wu Ming 2

Ci succede spesso, nell'annunciare le presentazioni dei nostri lavori in giro per l'Italia, di raccogliere lamentele del tipo: "Ehi, ma dalle mie parti non ci venite mai?".
Il più delle volte si tratta di giapster residenti a sud di Roma, territorio vasto e importante che i nostri tour non toccano quasi mai.
Finora ci siamo accontentati di rispondere ad personam, spiegando come e perché non ci capita di scendere a Bari, a Cosenza o in Sicilia.
Adesso, in occasione dell'uscita di Guerra agli Umani, è giunto il momento di sottoporre la questione all'intera comunità giapster.

A. IL FATTO

Sono passati più di cinque anni dalla pubblicazione di Q. In questi anni abbiamo fatto oltre 150 presentazioni in giro per l'Italia. Tra queste, soltanto 3 a sud di Roma: Napoli, Lecce, Palermo. Nient'altro. In alcune regioni, come l'Abruzzo o il Molise, non abbiamo mai messo piede.
Per l'antologia Giap!, l'ultima wumingata ad arrivare in libreria, non abbiamo ricevuto nessun invito sotto l'Appennino Tosco-Emiliano.
Nelle ultime settimane stiamo raccogliendo molte proposte per portare in giro Guerra agli Umani. Almeno una quindicina di date sono già in calendario, fissate o da confermare.
Di queste, soltanto una - Velletri - si trova a sud della capitale, giusto una manciata di chilometri.

B. L'ANALISI

Va detto, innanzitutto, che non si tratta di un problema "di Wu Ming". Per chi abita sopra la linea Gotica - scrittore, musicista o attore che sia - è sempre molto difficile uscire dalla macro regione Lombardia-Veneto-Emilia-Romagna-Toscana. Poca Liguria, poco Piemonte. Con fatica in Trentino, a Bolzano, in Friuli o a Trieste. Forse una data nelle Marche, forse una in Umbria. Nel Lazio, sempre e solo Roma. Poi, il muro.
Un prima difficoltà sono senz'altro i costi. In linea di massima, noi chiediamo un gettone di presenza solo a biblioteche, comuni e altre istituzioni. Con circoli, librerie e situazioni indipendenti, andiamo a rimborso spese di viaggio + cenetta + pernottamento ovunque ci sia un letto. Nondimeno, per chi deve barcamenarsi con budget risicati, la differenza di chilometraggio si fa sentire.
Secondo problema, lo "sbattimento". Se hai una presentazione a Lodi, puoi pure tornare in giornata e dormire nel tuo letto. Metti caso che non sia andata proprio bene, la mattina sei già un'altra persona. Se invece devi andare a Brindisi, sei fuori uso per due giorni e mezzo, e se l'incontro è stato pure loffio, ti girano le palle per tutta la settimana.
Questa semplice verità ci ha portato, in qualche occasione, a rifiutare delle proposte. Spesso, lo stesso tipo di considerazione fa desistere i più insicuri: "Cavolo, spendo una cifra, faccio fare duemila chilometri a quei poveracci, poi magari non ho tenuto conto che in contemporanea c'era il match clou contro il Barletta, in libreria non ci viene un cane, che figura ci faccio?"
(A questo proposito, va detto che le pochissime presentazioni "meridionali" dei nostri libri sono sempre state partecipate e ricche di spunti. Spesso c'è molta più voglia di questo genere di cose dove la proposta è scarsa. Lo stesso discorso vale per la provincia: è più facile che una presentazione sia gremita a Bassano del Grappa che non a Torino.)
Terza magagna, quella seria: i dati di vendita dei libri nel Meridione sono mostruosamente più bassi della già mostruosa media nazionale. Questo non significa che "al sud si legge di meno". Significa che i libri costano e tra reddito pro capite più basso e disoccupazione più alta, meno lettori possono permettersi di comprarne quanti vorrebbero. Pertanto, le librerie fanno più fatica a rimanere in piedi. Difficile che si sobbarchino i costi di una lunga trasferta.
Ma più in generale: ci sono meno librerie, specie in provincia. Dunque la distribuzione è meno capillare. O comunque, meno reddittizia. Così va a finire che anche le librerie di Napoli, ad esempio, fino a un paio di settimane fa non avevano ancora visto il Cd di 54. La situazione finisce per penalizzare anche città come Cosenza, Lecce, Palermo che hanno senz'altro una notevole vivacità culturale e librerie e biblioteche attive.
Il discorso sulle biblioteche, poi, ci porterebbe ancora più in la': in quel caso, non si può tirare in ballo il costo dei libri, ma più in generale l'inefficienza dei servizi.

C. LA PROPOSTA

Alcune delle considerazioni che abbiamo fatto - almeno le prime due, costi e sbattimento - valgono a maggior ragione per la Sardegna. Senza dubbio, se ci arriva una proposta da Cagliari, valutiamo bene tutti gli impegni e le forze prima di accettare. Novanta volte su cento, decliniamo l'invito. Diverso è il discorso se insieme a Cagliari si fanno avanti altre città dell'isola. Non solo gli stessi organizzatori possono dividersi le spese, ma anche noi possiamo ottimizzare lo spostamento, ammortizzare eventuali fiaschi, prendere più piccioni con la stessa fava.
Nel caso della Sardegna, il tour descritto anche in *Giap!* ci fu proposto già confezionato. Nulla vieta però di raccogliere le proposte e provare a metterle insieme.
Ad esempio: quando è arrivato l'invito da Velletri, subito siamo andati a vedere la cartina e ci siamo accorti che oltre a Roma, nei dintorni c'erano anche Latina e Cisterna di LT, due posti che a suo tempo ci avevano proposto di fargli visita, ma la cosa era saltata o perché non avevamo libri da presentare o perché il periodo era troppo fitto per spingerci fin la'. Così abbiamo ricontattato quelle persone, cercando di mettere in piedi una tre giorni che toccasse tutte quante le località laziali.
La sfida che lanciamo a librerie, biblioteche, circoli culturali e quant'altro è proprio questa: mettete da parte le preoccupazioni economiche (l'unione fa la forza e lascia più intatto il portafoglio). Non datevi pena per lo sbattimento, se è tanto tempo che pensavate di chiamarci e ancora non l'avete fatto per uno di questi motivi, è tempo di provare. Se continuano ad arrivarci proposte isolate, diventa molto difficile accontentarle. Se invece riuscissimo a mettere in piedi un paio di mini tour, magari uno tra Campania e Calabria, o uno in Sicilia, o ancora la Puglia, con una fermata in Abruzzo cammin facendo, tutto sarebbe più semplice.
Noi chiediamo solo un minimo di garanzie che l'evento stia a cuore a un po' di lettori, sia organizzato con attenzione, pubblicizzato quanto basta. Più il rimborso spese di cui si diceva.
A voi metterci il resto, cioè l'idea, la proposta, la voglia di tentare.
Dal Garigliano al Sangro, la linea Gustav ha i giorni contati.


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WU MING HITTING THE ROAD - APRILE-MAGGIO

[Il calendario si trova anche sul sito alla pagina http://www.wumingfoundation.com/italiano/calendario.html, che aggiorniamo man mano che si aggiungono date, anche nei periodi in cui non abbiamo pronti numeri di Giap.
Consigliamo di mettere l'URL tra i vostri segnalibri]

15 aprile 2004 h.18 - BOLOGNA
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Libreria Pendragon, via Saffi 15/2a - info@pendragon.it

21 aprile h.21:30 - PISA
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Luogo da destinarsi - i dettagli verranno comunicati sul sito

22 aprile 2004 h.21- RASTIGNANO (BO)
A cura dell'associazione "Italo Calvino" di Bologna,
Wu Ming 5 e Wu Ming 1 intervengono su "Fantascienza ed ecocidio"
Biblioteca comunale, piazza Piccinini 4/a - 051/6260675

25 aprile 2004, MARGHERA (VE)
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
"Al Vapore", via Fratelli Bandiera 8 - 041/930796 - fax.041/931956

28 aprile 2004 h.22, BOLOGNA
Presentazione/reading di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Wu Ming 2 + ElSo (elettronica) + special guests (Egle Sommacal - ex Massimo Volume e altri)
Il Covo, viale Zagabria 1 - 051/505801 - info@covoclub.com

8 maggio h.12:00, TORINO
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Salone del libro - info: letizia@greenpeace.it

15 maggio, h.21:00, PERUGIA
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
TPX - Casa dei Popoli, taverna popolare ics, Casa del diavolo (uscita ponte pattoli, e45 dir. Cesena) - info: luca_ceccarelli@katamail.com

24 maggio h.21 - CELLATICA (BS)
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
MORYA c/o ALTER BAR in Piazza S.Giorgio 1c
Info: Morya@mxnet-bs.it

29 maggio 2004 - VERONA
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Festival "Dar a bere storie"
Circolo Arci "Malacarne", via S. Vitale 14 - 045/8015203 - sonicbenny@yahoo.com

5 giugno 2004 h.21- BASSANO DEL GRAPPA (VI)
Presentazione di Guerra agli umani di Wu Ming 2
Palazzo Bonaguro, via Angarano 77
a cura del gruppo Palomar, mattiatrofimovic@yahoo.it


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IL CASO BATTISTI E LA SINFONIA FORCAIOLA - di Wu Ming 1

Sarà in distribuzione dal 31 marzo il libro Il caso Battisti. L'emergenza infinita e i fantasmi del passato, a cura della redazione di Carmilla, con interventi di Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Wu Ming 1, Serge Quadruppani, Mauro Bulgarelli, Girolamo De Michele, Pierre Vidal-Naquet, Enki Bilal, Bernard Henri-Levy, Daniel Pennac e altri.
L'editore è NdA Press, costa 8 euro. Chi non lo trovasse in libreria può ordinarlo direttamente sul sito dell'editore, http://www.ndanet.it
Nell'attesa, consigliamo vivamente di leggere l'articolo che Valerio Evangelisti sta pubblicando a puntate su www.carmillaonline.com, "E Frankenstein fabbrico' la sua creatura. L'orrore della stampa e dei media italiani rivelato dal caso Battisti". Evangelisti smonta una per una le bubbole sulla vicenda giudiziaria, umana e professionale di Cesare Battisti propinate senza vergogna dall'informazione nostrana.
Nel frattempo, anche l'opinione pubblica francese è soggetta a incredibili pressioni da parte di italiani (VIP e carneadi uniti nella guerra sucia), i quali inondano web e stampa d'Oltralpe delle stesse frottole che noi continuiamo a smontare documenti alla mano pur sapendo che Lorsignori le ripeteranno facendo finta di niente.
Lorsignori sono arrivati a negare che in Italia vi siano mai state leggi d'eccezione per combattere il terrorismo. Bizzarro, dal momento che la faccenda è consegnata nero su bianco alla storia e fu riconosciuta anche dalla Corte Costituzionale nel 1982. Magistrati, giuristi e storici del diritto criticarono aspramente quelle leggi, i primi nomi che vengono alla mente sono Romano Canosa, Italo Mereu, Luigi Ferrajoli e Giovanni Palombarini.
Lorsignori sono arrivati a negare che le condanne a Battisti si basassero prevalentemente sulle voci sentite da un "pentito" a distanza di qualche anno dai fatti (Pietro Mutti).
Lorsignori sono arrivati a dire che "il terrorismo e il colore del terrorismo non c'entrano" perché Battisti sarebbe un criminale comune.
In Francia gruppi di destra hanno divulgato l'indirizzo di Battisti incitando all'aggressione. Per fortuna si trattava di un vecchio recapito.
E tutti a controbattere all'affermazione - fatta da alcune persone, non rappresentative dello spettro di posizioni nella campagna pro-Battisti - che nell'Italia degli anni '70 vi sarebbe stata la guerra civile.
Tutti a dire: "non fu guerra civile", "non fu guerra civile", "non fu guerra civile". Per quel che ci riguarda, non l'abbiamo mai affermato. Il finto dibattito sulla guerra civile, a cui i nostri quotidiani hanno dedicato intere spaginate, è un diversivo per non discutere delle gravi storture giuridiche (e restrizioni delle liberta' civili) introdotte dall'emergenza, e della pessima memoria pubblica su quelle vicende.
Anzi, si tratta proprio di una strategia per perpetuarla, questa cattiva memoria, continuando a mistificare le lotte degli anni Settanta (errori e impazzimenti compresi).
Chiunque abbia un po' di lucidità residua si renderà conto che un dibattito sulla "guerra civile" è oggi prematuro, se si pensa che a sinistra il carattere di guerra civile della Resistenza è stato riconosciuto senza titubanze da poco più di dieci anni, grazie alla monumentale opera di Claudio Pavone Una guerra civile. 1943-1945, saggio storico sulla moralità nella Resistenza (Bollati Boringhieri, 1991).
Tornando a Battisti: una simile campagna bipartisan e transnazionale di demonizzazione mediatica non si vedeva da parecchio tempo. Hanno calpestato la verità in ogni possibile modo, e sepolto nel silenzio ogni voce critica. Chi è riuscito a trovare uno spiraglio per sfidare il conformismo è stato lapidato (ne sa qualcosa Erri De Luca).
Abbiamo notizia di diverse persone che, qui in Italia, hanno contestato le ricostruzioni a mezzo stampa, mandando e-mail a giornali e trasmissioni televisive o telefonando a talk show radiofonici. Le loro opinioni sono state censurate e/o ignorate.
La consegna è : sbattere il mostro in prima pagina e nei titoli dei TG della sera. Premere premere premere finchéil mostro non finirà in galera per il resto dei suoi anni.
A tal fine, qualunque argomento va bene, anche tirare in ballo vittime che non c'entrano niente con questo caso, come Guido Rossa o Walter Tobagi.
In particolare Walter Tobagi viene menzionato senza dire che il suo assassino Marco Barbone fu protetto e premiato dallo Stato, perché si "pentì " e con le sue rivelazioni patteggiate coinvolse mezzo elenco telefonico di Milano, e non solo.
L'orrore del "pentitismo" fu proprio questo: pluriomicidi a piede libero perché si erano venduti gente molto meno "colpevole" di loro, gente che aveva consegnato un volantino o ospitato la persona sbagliata la notte sbagliata o aveva fatto quattro ciacole al bar con un latitante.
Un tempo, non troppo tempo fa, queste cose le diceva anche Giorgio Bocca. Oggi non le dice più. Sic transit gloria mundi.
Oggi Marco Barbone firma articoli su "Tempi", la rivista del quotidiano "Il giornale", articoli contenenti perle come questa:
"I girotondi costituiscono, che gli piaccia o no, il milieu culturale al cui interno una scelta sciagurata come la lotta armata trova appoggio, silenzio, conformismo omertoso di stampo mafioso".
"Il giornale" è sempre il primo organo di stampa a esprimere sdegno per la campagna pro-Battisti e a trasformare in argomento politico e legale il dolore dei parenti delle vittime.
Come mai una parte di questo fervore civile non lo spendono per ricordare i parenti delle vittime dei "pentiti"?
Le elezioni spagnole dimostrano che, in materia di gestione dell'allarme-terrorismo, non sempre paga tirare troppo la corda e cercare capri espiatori. Il problema è che qui in Italia, anche a "sinistra", sono tutti dei piccoli Aznar.
Contrastare alla pari quest'offensiva è impossibile. Al momento, quel che si può fare è emettere qualche nota dissonante, rovinare almeno un po' l'esecuzione della sinfonia forcaiola.
Note dissonanti, stridenti, come quelle emesse da Massimo Carlotto nel suo ultimo romanzo L'oscura immensità della morte, che affronta proprio la strumentalizzazione statale e mediatica dei parenti delle vittime.
La recensione è qui: http://www.carmillaonline.com/archives/2004/03/000661.html
Leggetelo, scendete in strada e unitevi alla sgangherata orchestrina della liberta'.


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Qualche giorno or è, una richiesta di rettifica al quotidiano "Il Riformista" si è trasformata in un articolo sui rapporti tra letteratura "di genere" e mobilitazione per Cesare Battisti. Ringraziamo il compagno Sandro Ravizza per averci segnalato la svista.

da "il Riformista" del 17/03/2004:

WU MING: SCRIVERE NON REDIME E NON TUTTI I NOIR SONO DI SINISTRA. BATTISTI HA COLMATO UN VUOTO.

Cesare Battisti non è solo un caso giudiziario, chiuso con mezzi politici, che molti vorrebbero riaprire, ma anche un caso letterario dalle molte sfaccettature. c'è chi considera la sua attività di scrittore di noir di successo una sorta di riscatto dalla presunta colpevolezza (o meglio presunta innocenza). Per altri, tra cui il gruppo della rivista Carmillaonline di Valerio Evangelisti, il caso Battisti, in quanto autore di un'intensa e non conciliante ricostruzione degli anni di piombo, dimostra le potenzialità critiche e antagoniste della narrativa di genere (come il noir, appunto) rispetto alla letteratura alta, accusata, lei sì, poverina, di latitare. Teoria culturale condivisa in parte da Severino Cesari, curatore della collana Stile libero Einaudi, dove tanta letteratura di genere si pubblica (Lucarelli, Evangelisti e lo stesso Battisti fu pubblicato nella collana sorella Vertigo): "La scrittura è molto simile a una preghiera", dice in merito al caso Battisti, "e in questo senso può benissimo avere a che fare con un processo di liberazione, riscatto nel momento in cui è letteratura onesta, nel rapporto etico con il lettore. Non limitandosi a fare memorialistica, che è sporca, che si affida solo all'identificazione, tra l'io scrittore e il soggetto penale. La lettura noir che riguarda l'Italia, volge all'analisi e alla critica sociale lo studio della 'meta' oscurà dell'animo di cui parla Stephen King".
Per altri, invece, tra cui Wu Ming, il collettivo di scrittori pubblicato anche da Einaudi, la letteratura di genere non è in se' antagonista: quella di Cesare Battisti, comunque, sì e ha colmato un vuoto. Letterario, s'intende.
Su www.wumingfoundation.com hanno scritto articoli in difesa di Battisti, ripresi poi da Carmillaonline, e per il Riformista (che ha erroneamente attribuito a un loro membro, Wu Ming 1, pubblicato su Carmilla, un articolo redazionale di quest'ultima) hanno disseppellito ancora una volta l'ascia e sfrondato la questione:
"Noi non facciamo letteratura 'di genere' propriamente intesa, certo, ne leggiamo tanta, e ve n'e' di 'progressista' e 'conservatrice', di 'antagonista' e di 'conformista', di 'reazionaria' e di 'rivoluzionaria'. Questo, in larga parte, prescinde dalla posizione politica degli autori: James Ellroy ed Edward Bunker, entrambi provenienti dal noir e dall'hard boiled, sono piuttosto di destra, ma il loro modo di raccontare la ristrutturazione di Los Angeles e i conflitti lungo le barriere di classe e di razza è tutt'altro che conformista e consolatorio.
Al contrario, molti giallisti italiani sono genericamente di sinistra ma scrivono cose canoniche, che rispettano i confini del genere senza forzarne alcuna regola, pullulanti di poliziotti buoni e finali rassicuranti.
Narrare è per definizione un atto sociale, uno dei più antichi, nasce insieme al linguaggio umano, poco dopo la conquista della posizione eretta. La letteratura 'di genere', o che utilizza i generi, non si preoccupa della 'bella pagina' (tara delle italiche lettere) e privilegia il narrare, le storie, quindi può volgere lo sguardo sul sociale più di quanto faccia una letteratura 'alta' ('letteraria', 'artistica', 'd'autore'). La letteratura 'di genere' non può accontentarsi dell'intimismo, deve per forza interessarsi della collettività . *L'ultimo sparo* e *Travestito da uomo* sono libri che hanno riempito uno spazio vuoto, raccontano la lotta armata dal punto di vista di chi l'ha fatta anzichédi chi l'ha repressa. è uno sguardo che può far capire alcune cose. Tuttavia, non è certo per questo che ci siamo mobilitati contro l'estradizione di Battisti".


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Alcune novità dai vari paesi in cui sono pubblicati i nostri libri.

Insoddisfatti della traduzione spagnola di 54 (uscita l'anno scorso per Random House/Mondadori), abbiamo chiesto di fermare l'edizione paperback e dare il testo in mano a un revisore. Ringraziamo Claudio Lopez Delamadrid per la disponibilità : non tutti gli editori avrebbero accettato la richiesta.
Il testo castigliano era piatto e, nonostante una multipla e compartecipata correzione di bozze, ancora pieno di errori.
54 è un libro molto difficile da rendere, vista la presenza di diversi dialetti e slang locali, l'uso di espressioni idiomatiche d'antan e le numerose e improvvise variazioni di registro.
In Italia qualcuno continua a rimproverarci di usare una lingua troppo semplice e "piatta". Vada a domandarlo ad alcuni traduttori, che già su Q s'erano rotti la testa (ricordiamo la terribile traduzione francese).
In realta' noi sperimentiamo molto col linguaggio, anzi, nel linguaggio, solo che la pensiamo come il collega Paco Ignacio Taibo II°: la sperimentazione dev'essere una "cucitura invisibile", deve "mettersi al servizio della trama". I traduttori si accorgono della cucitura più di molti critici, perché i critici sono come quegli inutili personaggi in prima fila alle sfilate, mentre i traduttori sono sarti, e quindi uomini d'azione: devono scucire e modificare il vestito. Quando un traduttore fa un buon lavoro, durante la promozione lo presentiamo come "il Wu Ming 6 inglese" o "la Wu Ming 6 olandese".

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Q è in finale all'Independent Foreign Fiction Prize, il premio alla migliore opera straniera assegnato dal quotidiano britannico. è un riconoscimento a Shawn Whiteside, il Wu Ming 6 nord-irlandese. A maggio la sua traduzione uscirà in paperback nel Regno Unito e in hard-cover negli USA.

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A qualcuno di voi può essere capitato di leggere su "Libération" dell'11 marzo scorso una lunga inchiesta intitolata "Du rouge au noir. Le polar et l'extrême gauche, ou comment une génération a continué le combat en passant de la révolution à la fiction. Enquête en France et en Italie." [Dal rosso al nero. Il poliziesco e l'estrema sinistra, o come una generazione ha continuato la lotta passando dalla rivoluzione alla fiction. Inchiesta in Francia e in Italia]. L'ultima parte dell'articolo è dedicata a noi, che in realta' non c'entriamo nulla perché non scriviamo noir e non facciamo parte della generazione degli anni Settanta. Ebbene, i virgolettati NON corrispondono in alcun modo a quello che abbiamo dichiarato. Voi ve lo vedete uno di noi che definisce i nostri libri "collages postmoderni"? O dire che "partecipiamo ai no-global"???


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[Forse il nostro sospiro di sollievo è stato rilevato dai sismologi. Marco Dimitri ha vinto la sua battaglia.
La Corte di Cassazione di Bologna ha accolto il suo ricorso e sentenziato che un risarcimento di 35mila euro per quattrocento giorni di ingiusta detenzione (e persecuzione giudiziario-mediatica) è "insufficiente". Eufemismo per dire che si trattava di elemosina.
E pensare che il Ministero dell'Economia aveva addirittura chiesto la revoca, argomentando che Marco non aveva diritto a niente. Innocente sì, ma pur sempre satanista, quindi causa del suo mal.
Hanno perso. Ora Marco, che come i giapsters sanno bene versava in condizioni gravissime, potrà avere quanto già riconosciuto e attendere che venga stabilita la somma definitiva.
Dopo otto lunghi anni, sta per chiudersi il penultimo capitolo di una storia di merda, scritta da autori mediocri e pompata da ambienti clerico-fascisti nostalgici dell'Inquisizione.
L'ultimo capitolo si chiuderà solo quando verrà rovesciata in appello la decisione del tribunale civile di Bologna di sequestrare il libro Lasciate che i bimbi di Luther Blissett, ritenuto "diffamatorio" non per il contenuto bensì per il tono suppostamente "incivile" della polemica. Il contenuto altro non era che la verità sulla montatura ai danni dei Bambini di Satana.
Ricordiamo che tutta la storia del "libro maledetto" è raccontata nel dossier Back Pages, scaricabile alla sezione "download" del nostro sito.
Abbiamo chiesto a Marco di scrivere un pezzo per Giap, a botta calda, "off the top of his head". Buona lettura, e brindate alla salute di colui che (e' il caso di dirlo) è riemerso dall'inferno.]

L'OSCURANTISMO NON è PASSATO - di Marco Dimitri

"Questa è una storia che fa accapponare la pelle, se fosse un romanzo sarebbe scritto da Kafka, ma questo non è un romanzo, questa è la realtà.
Tutto ha inizio a Bologna, all'ombra delle Due Torri..."
Se fosse un programma di Lucarelli inizierebbe così, ma io non sono Lucarelli, sono Marco Dimitri.
Lasciamo da parte Lucarelli, "lo riprenderemo in un secondo momento", o forse no.
I ferri roventi dell'Inquisizione non sono riusciti a straziarmi le carni, in questa Bologna che forse sottovalutiamo.
Sono il presidente di un'associazione culturale, mi dedico da anni alla controinformazione, in modo particolare quella controinformazione diabolica che brucia il nero manto dell'oscurantismo cattolico.
Nel mio mirino non c'è il sentimento religioso dei cittadini, nel mio mirino c'è chi abusa della credulità popolare, fa commercio della fede ed erige colossi commerciali grotteschi quanto redditizi.
I Bambini di Satana ci saranno sempre, combatteranno per la riarticolazione di quella forma di paganesimo che rende l'uomo epicentro universale, proclamatore della propria creatività , della propria natura, del proprio istinto primordiale.
Questo non va giù, questo è lesivo, sono un brutto esempio da mandare sull'ennesimo rogo.
Quattrocento giorni di galera, in quello che io chiamo sequestro di Stato e lo Stato chiama custodia cautelare.
Quattrocento giorni in attesa di essere processato.
A mio carico accuse aberranti: stupro di minore, sacrifici umani, profanazione di cadavere e chi più ne ha ne metta, anzi: meno ne avevano e più ne mettevano.
Non vi racconto cosa si prova, tocca a voi immaginarlo.
Tocca a voi intuire cosa si prova quando fra voi e cio' che amate s'interpongono sbarre d'acciaio e menti frustrate.
Gli accusatori, esponenti del GRIS (Gruppo Ricerca e Informazione sulle Sette), con sede nel palazzo della Curia di Bologna.
Qualcosa non funziona, i presunti reati non hanno data né luogo. Le date iniziano a spostarsi di giorni, settimane...
Questi santi dell'epoca moderna trovano sostegno in una campagna stampa distruttiva e faziosa, sono convinti che i cittadini siano malleabili e insonnoliti, pensano che la realta' bolognese ancora traumatizzata per la "Uno Bianca" sia pronta per un nuovo mostro e un nuovo rogo.
Non è così, la nuova Inquisizione non riesce a trovare lo spazio desiderato, commette errori su errori, i cittadini iniziano a dare il loro dissenso.
Qualcuno raccoglie firme chiedendo la nostra scarcerazione, qualcuno come Luther Blissett scrive un libro dagli effetti devastanti per il castello accusatorio.
Non c'è spazio a Bologna per l'Inquisizione.
Dietro-front del supporto stampa, dietro-front dei Torquemada.
Assoluzione con formula piena "perché il fatto non sussiste".
Siamo nel 1997... anche se non sembra.
L'assoluzione non va giù al pubblico ministero, una brutta figura, nociva per la carriera, una brutta figura di fronte a tutta la popolazione visto l'eco che aveva generato l'inchiesta.
Viene chiesto un processo d'appello avverso l'assoluzione. Lo celebrano dopo tre anni, all'inizio del nuovo millennio. Tre anni in cui i Bambini di Satana e Luther Blissett si muovono in simbiosi per informare i cittadini di cosa è davvero accaduto.
Viene chiesto e ottenuto il sequestro del libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi".
I libri si contestano, ma non si distruggono.
Dopo anni nessuno ha potuto contestare la veridicità di quanto scritto nel libro: si è solo dato l'ordine di distruggerlo.
L'appello conferma l'assoluzione in primo grado.
Chiediamo la condanna dello Stato al pagamento di un miliardo di lire a riparazione dell'ingiusta detenzione.
Nel 2003 otteniamo dalla Corte d'Appello la condanna dello Stato al pagamento di 35.000 euro.
Una vittoria sul piano morale ma non su quello economico.
Presentiamo ricorso alla Corte di Cassazione, lo Stato fa altrettanto.
Noi chiediamo una somma più congrua, lo Stato chiede che non ci venga dato nulla. Il fatto che siamo un gruppo satanista avrebbe tratto in inganno la procura: siamo satanisti quindi non si poteva che pensare male.
Sono passati pochi giorni dalla sentenza della Corte di Cassazione. Il nostro ricorso è stato accolto, quello dello Stato rigettato.
Ai Bambini di Satana devono essere corrisposti anche i danni morali.
Nel mondo siamo il primo gruppo satanista ad avere ottenuto un risarcimento dallo Stato, non vi è precedente storico.
La morale della storia è che, se i cittadini non vogliono, l'Inquisizione contro le forme di pensiero non trova spazio nemmeno in terra di navigatori e santi.


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Tra poco disponibile on line il numero 2 di "Inciquid", la webzine de iQuindici.
Per evitare crossposting tra le due newsletters non riportiamo qui l'intera scheda di presentazione, basti dire che, oltre al romanzo a puntate e ai racconti, contiene l'incipit di Tre uomini paradossali di Girolamo De Michele, la prefazione all'antologia "La qualità dell'aria" edita da Minimum Fax etc. etc.
Webzine: http://www.wumingfoundation.com/iquindici/homepage.htm
per iscriversi alla newsletter: http://www.wumingfoundation.com/mailman/listinfo/inciquid.

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Il successo dell'iniziativa di scrittura collettiva "La potenza di Eymerich" (a cura di Kai Zen, con la supervisione di Valerio Evangelisti e la collaborazione di Wu Ming 5) ha sorpreso anche i promotori.
Sono on line l'illustrazione al secondo capitolo e il testo del terzo capitolo. Per raccapezzarsi nella trama open source:
http://www.kaizenlab.it/trama.html


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[Ortensia, 4 marzo:]

A proposito di: Citazioni di fronte al pericolo (Giap #4 Va serie).
Ho letto le citazioni sulla non-violenza e mi sono ritornati in mente i conflitti che vivevo volendo essere non violenta (considero questa scelta indispensabile per motivi con cui non voglio tediarvi) e mi trovavo a fare i conti costantemente con una tensione aggressiva verso ingiustizie soprusi e amenità simili.
Un fegato così e sporadiche esplosioni verbali poco diplomatiche.
Gravitando nell'area dei "non violenti" mi impegnavo a seguire dibattiti sul tema con la consapevolezza che il mio lato nascosto reclamava risposte a impulsi che non potevo frenare con la retorica. Banalmente la risposta mi è arrivata da E. Peyretti nel corso di un incontro a Fidenza.
A una domanda in merito alla Palestina e alle lotte di liberazione Peyretti rispose facendo una distinzione tra violenza e rabbia, intendendo con la prima la sopraffazione, la volonta'/azione di dominio, controllo, oppressione ecc. e con la seconda quell'energia umana che tutti sperimentiamo e che è un urlo di sopravivenza rispetto a situazioni che mettono in pericolo la nostra esistenza fisica e mentale.
La rabbia non può essere sradicata senza privare l'essere umano di una delle sue parti fondamentali e indispensabili per la sopravvivenza.
Questa (banale?) precisazione ha calmato una parte di me.
Non ho ancora definito i margini di violenza e di rabbia, ma adesso rispetto la mia disinteressata aggressività contro la prevaricazione e l'abuso senza i soliti mea culpa rispetto al voler essere pacifico/pacifista.
I limiti di questa opposizione li cerco nella sensibilità . Che a volte, purtroppo, ha i suoi limiti.
A proposito delle citazioni: anche se non ero tra quelli che si sono dovuti difendere (ero in ospedale per altri problemi) mi sento di condividere abbastanza Gandhi e un po’ meno le dichiarazioni made in USA causa continuo riferimento alle armi, anche se come deterrente.
Se posso scegliere preferisco l'immagine del pacchetto di mischia del rugby (e' meno cruenta, ma umanamente efficace) se posso spingermi oltre preferirei l’aikido, ma questa è un'altra storia.
Om

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[WM1:]

Posso capirti, tuttavia senza quel deterrente non ci sarebbe stato il movimento per i diritti civili, perché il Ku Klux Klan o il White Citizens' Council o la polizia dell'Alabama (al di la' delle denominazioni, si trattava esattamente delle stesse persone) avrebbe assassinato tutti gli attivisti e gli organizzatori.
Prima che Robert F. Williams e i Deacons for Defense and Justice ponessero il problema della difesa armata, i progetti del CORE o del SNCC erano in fase di stallo, per via dell'assassinio o del linciaggio di chi, negli stati del Sud, organizzava il diritto di voto dei neri.
Mi sa che il "pacchetto di mischia" sarebbe servito a poco, di fronte a incappucciati coi fucili o a folle di mille persone che corrono verso di te lanciandoti mattoni e sventolando cappi pronti all'uso.

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[Ortensia, 5 marzo:]

E ti capisco, li capisco anch'io però le armi, anche se come deterrente...
Certe volte non ci sono molte scelte: le spalle al muro, l'intolleranza omicida davanti. Non posso non capire. A volte non ci sono terze vie.
Eppure...
Qualcosa mi disturba soprattutto quando si è tentati di ridurre tutte le situazioni a una gabbia senza vie d'uscita (escludendo chiaramente i casi che citi e che prendo per buoni) e sembra quasi scontata la via delle armi o per meglio dire la mistica delle armi. Passare al solo linguaggio degli spari non è difficile, semplifica le cose.
Sicuramente esagero, ma vengo da un paesino sardo dove le armi sono un fiume sotterraneo e dove ogni tanto salta fuori il morto.
Non è la stessa cosa, manca l'ideale, non è una lotta per la liberta', non ci sono lotte comuni ecc...
Eppure per alcuni di loro a volte stare al mondo significa sentirsi quotidianamente con le spalle contro il muro o, peggio, in grado di costringere qualcuno con le spalle al muro, e chi glielo va a spiegare quando hanno maturato la completa afasia e parlano per loro le pistole?
Sono consapevole di una certa confusione, ma per me il linguaggio delle armi non è neutro, trasforma le persone e gli accordo comprensione in casi eccezionali a patto che finita l'eccezionalità finiscano anche loro.
Om

***

[Ancora Ortensia, 22 marzo:]

A reti unificate Piero ammette: me lo sono meritato, hanno fatto bene, avevano ragione, se fossi stato al loro posto avrei fatto di peggio. Un sogno? Se Piero fosse stato un Uomo l'avrebbe detto, ma è un Bipartisan.
Ok, gli "antagonisti" si sono fatti fregare e hanno dato allo scheletrico Pinocchio l'imprimatur di vittima dell'intolleranza, hanno mancato di fantasia.
Era meglio se lo baciavano (ammetto, bisogna avere del pelo sullo stomaco), un bel bacio sensuale, prolungato, da uomo a uomo era quello che ci voleva.
Lo stitico Pinocchio si sarebbe disorientato, come avrebbe potuto sfruttare mediaticamente un bacio di pace? Magari la cosa sarebbe stata pure piacevole (per lui) e preludio di futuri, inaspettati sviluppi affettivi e, perché no, politici.
Il problema sarebbe stato trovare uno/dei compagni non schizzinosi e con abbastanza coraggio da farlo.
Evitiamo che la formula del dissenso gridato e offensivo sia logorante e, soprattutto, controproducente, sforziamo le meningi, cerchiamo modi nuovi, visibili, corporei, non distruttivi. Facciamo veramente vivere una dinamica di vita opposta a quella di morte che costantemente ci propongono (in cui ci vogliono costringere) e soprattutto usciamo fuori dai percorsi soliti, sorprendiamoli, non lasciamo che le nostre reazioni siano prevedibili, impediamo ai pinocchi della terra di sfruttare la nostra indignazione per i loro fini.
Se proprio non riusciamo a ignorarli troviamo modi creativi, aiutiamoli a tirare fuori la farsa che è in loro, facciamo implodere il nulla che rappresentano e cerchiamo accuratamente di schivare le trappole. se un nuovo mondo è possibile sono possibili anche altre strade, altri linguaggi.cerchiamoli.
Om

***

[WM1:]

Mi viene un po' da vomitare...


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FILE SHARING CRIPTATO: LA NUOVA FRONTIERA? - di Wu Ming

Dal 23 marzo è in vigore il Decreto Urbani contro la "pirateria" via Internet (cioè contro le comunità che stanno imponendo una politica culturale nuova, basata sul pubblico dominio).
Si è scritto molto di questo papocchio reazionario. Altri più esperti di noi ne hanno elencato le contraddizioni interne, fatto emergere l'ideologia spionistica e inquisitoria, smascherato l'intento punitivo nei confronti dei provider e degli utenti di Internet.
Si è anche fatto notare che il decreto andrà comunque modificato per armonizzarlo alle direttive europee (un po' meno liberticide in quanto accordano la "buona fede" a chi scarica files per uso personale senza fini di lucro).
Qui non ripeteremo le argomentazioni apparse altrove (http://puntoinformatico.it, http://www.aiip.it/, http://www.alcei.it/, http://www.zeusnews.it etc.). Ci limitiamo a fare due cose:
A- invitiamo a firmare la petizione contro il decreto, http://no-urbani.plugs.it/
B- informiamo che esistono già programmi per il file sharing anonimo e criptato.
In particolare, si sta affermando Mute (http://mute-net.sourceforge.net/), software libero disponibile tanto per GNU/Linux quanto per Windows.
Chi è abituato ai vari e-mule, soulseek, winmx etc. troverà Mute piuttosto lento e privo di funzioni che tutti diamo ormai per scontate. Per ora non c'è modo di riprendere i download interrotti, e non ci sono chat rooms tematiche tipo soulseek. Entrambe le cose sono comprensibili, se non ovvie: l'obiettivo è proprio quello di garantire la privacy e seminare i "domini canes" eliminando il contatto diretto tra le parti, tramite diversi instradamenti ispirati alla divisione del lavoro tra le formiche.
è comunque certo che Mute e altri programmi si evolveranno piuttosto in fretta, se sempre più utenti li utilizzeranno.
Cosa che, sia ben inteso, NON vi stiamo suggerendo di fare ;-) Noi vi stiamo solo informando, sia ben chiaro. Consigliarvi in proposito sarebbe un reato. Infatti il decreto urbani emenda la legge sul diritto d'autore (legge 22 aprile 1941, n. 633) inserendo all'art. 174-ter il seguente comma 4:
"Chiunque pone in essere iniziative dirette a promuovere o ad incentivare la diffusione delle condotte di cui al comma 3 [cioè il file sharing] è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 2000 e con le sanzioni accessorie previste al medesimo comma."
Le sanzioni accessorie sono "la confisca degli strumenti e del materiale e con la pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale e su di un periodico specializzato nel settore dello spettacolo".
L'ennesimo giro di vite liberticida, con tanto di coro di voci sporche a giustificarlo. Anche in questo caso, è nostro dovere emettere dissonanze.

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Non ho mai rivolto a Dio altro che una preghiera, molto breve: "Dio, rendi ridicoli i miei nemici". E Dio l'ha esaudita.
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